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Autore: kk549210    19/03/2014    2 recensioni
Gli inizi della carriera JAG di Harmon Rabb jr, riletti sotto una prospettiva diversa.
Un po' prima di "Amare è per sempre".
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Amare è per sempre'
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Il sottotenente Meg Austin era davvero emozionata e orgogliosa. Dopo alcuni mesi trascorsi tra tedioso lavoro d’archivio e casi di limitata importanza, ora era finalmente giunta la sua grande occasione. Il capo ad interim del JAG, Theodore Lindsey, l’aveva inviata a Napoli per un’istruttoria molto delicata, dal cui esito poteva dipendere il fragile equilibrio appena creatosi nei Balcani grazie agli accordi di Dayton. Il CAG della portaerei Seahawk, il pluridecorato capitano di vascello Thomas Boone, aveva abbattuto un Hind serbo nella zona di interdizione volo sopra la Bosnia. Questo era l’unico dato certo, poiché le due parti presentavano versioni del tutto discordanti. Per i serbi, l’elicottero si trovava lì per prestare soccorso ai piloti dell’F-14 di appoggio a quello del CAG, che si erano eiettati a seguito di un’avaria al motore. Boone giustificava invece il suo operato, sostenendo che l’Hind stava sparando al paracadute del RIO, il tenente Painter. Ma quest’ultimo era del tutto irreperibile, tanto che si pensava che fosse caduto vittima dell’implacabile cavalleria serba. Per evitare la rottura dei trattati di pace, il SecNav aveva disposto che il CAG fosse processato per l’articolo 92, disobbedienza all’ordine di “cessate il fuoco” e che la Seahawk venisse rimpiazzata in Adriatico dalla Thomas Jefferson.
Meg era quindi lusingata per questo nuovo incarico, non solo perché rappresentava una grossa opportunità per la sua carriera, ma soprattutto perché avrebbe potuto di nuovo assistere zelantemente Harm, nominato titolare dell’indagine e difensore di Boone in corte marziale. Harm, ovvero il neocapitano di corvetta Harmon Rabb jr. Il suo capitano.
La cerimonia di consegna dei gradi era stata molto semplice e informale, del tutto inattesa. Il capitano Lindsey li aveva convocati tutti e due nel suo studio, dove aveva offerto a Rabb un pregiatissimo Cohiba, ma lui aveva cortesemente rifiutato con un sorriso. Peccato, un bel sigaro profumato tra le dita di quell’uomo avrebbe completato la sua immagine virile, arricchendo con il suo aroma forte e un po’ pungente l’afrore maschio della sua pelle.  
-Sua moglie ha avuto un bambino? – aveva chiesto stupita Meg, accettando di buon grado il cubano al posto del suo collega e diretto superiore.
-Non che io sappia – aveva replicato Lindsey - Questo lo offre la Marina degli Stati Uniti. Complimenti, capitano di corvetta Rabb.
Lei aveva subito baciato con slancio il suo collega, che si era un po’ irrigidito.
-Ma come, non è contento? Spero che tocchi anche a me, quando mi promuoveranno – aveva osservato scherzosamente il loro capo.  
Meg si era un po’ pentita di quel suo gesto così spontaneo ed entusiasta, ma erano mesi che sognava quell’uomo così prestante e sicuro di sé che le faceva battere forte il cuore. Quando gli stava vicino, si sentiva emozionata e allo stesso tempo protetta. Nonostante la giovane età, Harm era un ottimo avvocato e un sagace investigatore: difficilmente il suo istinto lo portava sulla pista sbagliata.
Non poteva scordare la prima volta che si erano incontrati, a bordo di un elicottero, sul quale lui era stato caricato di gran furia, prelevato senza preavviso dal parco dove stava correndo. Le era come rimasta stampata nel cuore quell’immagine che le aveva letteralmente sconvolto i sensi: accaldato e un po’ trafelato, con i muscoli luccicanti di sudore messi in bella evidenza dalla canottiera da cui fuoriuscivano le sue braccia possenti, le belle spalle tornite e i pettorali turgidi. Quando Caitlin Pike le aveva detto che Harm era il degno protagonista di un sogno erotico ad occhi aperti, Meg aveva scosso la sua bella testolina bionda, credendo che fosse una delle solite esagerazioni della sua esuberante amica, un’autentica ragazza da rodeo. Ma la realtà superava di gran lunga ogni fantasia. Non era quindi insolito se Kate, come aveva maliziosamente ammesso lei stessa, aveva tentato con tutte le armi di sedurlo. Il sottotenente Austin era fatta di ben altra stoffa, quella di una tenera e romantica fanciulla del West che mai si sarebbe fatta avanti con un superiore in grado, a maggior ragione se sposato come il fascinosissimo Harmon Rabb jr. Ma quello della fantomatica signora Top Gun rimaneva un oscuro mistero. Harm portava la fede al dito e si comportava di conseguenza, in  modo cordiale e simpatico ma sempre corretto e ineccepibile; eppure Meg non ne aveva mai incontrato la moglie, sebbene fosse andata di buon mattino a casa di lui. Un piccolo appartamentino, più da scapolo avventuriere che da fedele ammogliato. Spesso si trovava anche ad arrovellarsi su come potesse essere la donna che era riuscita ad accalappiare quel meraviglioso esemplare di marinaio dai mille talenti. Se la immaginava alta, formosa e atletica. Un’intrigantissima bruna dai tratti vagamente mediorientali e dalla pelle ambrata. Un po’ come Sarah MacKenzie, la bella marine che Meg aveva avuto come compagna di corso alla Duke. Ecco, una così poteva essere proprio il tipo di Harm. Purtroppo.
  
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