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Autore: OfeliaMontgomery    19/03/2014    1 recensioni
Cos'hanno in comune Ofelia Montgomery, Rebekah Warner, Arlene Douglas, Georgia Adams, Delia Morton e Nora Day? Il corpo.
Dal primo capitolo:
Il signor Nicholas Hudson, il guardiano del cimitero restò stupito nel vedere Ofelia Montgomery camminare per le strade della città, di notte e da sola.
– Signorina Ofelia che ci fa qui da sola? E per giunta così? – chiese l’uomo indicando l’abbigliamento strano della ragazza, portava ancora la camicia da notte ed era scalza.
– Non so chi sai questa Ofelia, il mio nome è Georgia Adams e sono venuta a trovare il mio defunto marito – parlò la ragazza con voce quasi metallica facendo qualche passo verso l’entrata del cimitero.
Genere: Dark, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena fu scesa dalla soffitta andò in camera sua ed appoggiò sulla scrivania le lettere che aveva preso dalla cassapanca. Dopo le avrebbe lette sicuramente.
Scese le scale e si diresse verso la cucina dove trovò la madre intenta a condire l’insalata, mentre il padre cambiava canale per sintonizzarlo sul telegiornale locale.
– Tesoro, tua figlia sa ogni cosa – dichiarò la moglie portando l’attenzione su Ofelia. Il padre guardò la figlia con gli occhi spalancati.
– Sì papà, so tutto. Mamma me l’ho raccontato e spiegato mentre eravamo in soffitta – confermò la figlia sedendosi al suo solito posto, al fianco del padre che stava a capotavola.
– E’ solo che non capisco una cosa…perché moriamo sempre a ventidue anni? – parlò ancora Ofelia guardando prima suo padre e poi sua madre.
– Essendo che abbiamo l’immortalità ci hanno punito in questo modo. Noi rinasciamo ma all’età di ventidue anni, appunto, moriamo in qualsiasi caso e momento – spiegò la madre sedendosi a tavola e servendo il pranzo.
– Ma è una cosa ingiusta. Io non invecchierò mai – esclamò delusa Ofelia.
– Puoi invecchiare ma arriverai solo al doppio della tua età, cioè quarantaquattro anni, ti fermerai e rimarrai così per sempre, come me d’altronde – replicò la madre mangiando una patata al forno.
– E come faccio? Non voglio morire tra due mesi – confessò infine la ragazza un po’ impaurita dal fatto che poteva morire, di nuovo.
– Devi rimanere incinta, è l’unico modo. Se rimarrai incinta il tuo potere si indebolirà per un po’, poi appena il bambino sarà nato si trasferirà in lui, sempre se ci sarà la luna rossa sennò dovrai aspettare il tuo ventitreesimo compleanno e vedere cosa succederà – spiegò ancora Lena guardando il marito.
– Rimare incinta? State scherzando? Vorrei ricordarvi che io sono single e di sicuro non mi faccio mettere incinta da uno che non conosco – dichiarò Ofelia guardando male i suoi genitori – Non c’è nessun’altro modo? Solo questo? – chiese ancora.
– Forse c’è un’altra soluzione. Devo chiamare mia sorella – rivelò Lena alzandosi da tavola per prendere il cellulare e comporre il numero di sua sorella.
‘Ciao Sarah, si sono io, possiamo parlare?’
‘Si certo. E’ successo qualcosa ad Ofelia?’
‘E’ proprio di questo che volevo parlarti. Ofelia sa tutto’
‘Oh signore, dammi cinque minuti e sono da te’
‘Va bene, ti ringrazio’
Lena chiuse la chiamata e riferì quello che le aveva detto sua sorella, che sarebbe arrivata al più presto. Quel ‘dammi cinque minuti’ era la verità perché era già arrivata e stava bussando alla porta d’ingresso.
– Arrivo – urlò Lena correndo verso la porta d’ingresso.
Quando aprì la porta si trovò la sorella con indosso un lungo vestito blu e sulle spalle uno scialle nero. Sulla testa portava un turbante blu scuro che andava ad intonarsi con il vestito. Il viso identico a quello di quattrocento anni fa. Lungi capelli castano chiaro incorniciavano il suo viso ovale. Grandi occhi color delle nocciole erano contornati da una quantità di matita e brillantini che la faceva sembrare una pazza. Entrò in casa con passo felino guardandosi in giro in cerca di qualcosa o qualcuno. Appena puntò gli occhi su Ofelia le si allargò un sorriso sul volto mentre delle piccole rughe formarono delle piccole ragnatele intorno agli occhi.
– Ofelia come sei bella – esclamò avvicinandosi alla ragazza pronta ad accarezzarla una guancia ma Ofelia si alzò di scatto e scanso la sua mano.
– Come se non sapessi come sono fatta – esclamò acida la ragazza – Non fare finta di non sapere come sono. Mi hai vista già altre cinque volte se non di più – continuò la ragazza con voce aspra.
– Wow sei proprio una tigre eh? – domandò scherzando sua zia andandosi a sedere al posto di Lena.
– Allora Lena, di cosa volevi parlarmi? – chiese la donna accendendosi una sigaretta. Se la portò alla bocca, accese la miccia, aspirò e lasciò che il fumo le riempisse i polmoni. Lena si sedette al fianco della figlia che si era riseduta al suo posto.
– Ofelia vorrebbe sapere se c’è un altro modo per non morire all’età di ventidue anni? – domandò Lena alla sorella sventolando le mani in aria perché la stanza si era riempita di fumo.
– Uhm fammi pensare – disse Sarah portandosi una mano sotto al mento con fare pensoso – C’è un rituale, ma è molto potente e difficile. Io non ho così tanto potere per poterlo compiere – spiegò la donna guardando la sorella e la nipote che sospirò – Non c’è qualcosa di meno difficile? Tipo passare i poteri a qualcun altro? – suggerì Ofelia grattandosi un braccio.
– Anche per fare quello ci vorrebbe più potere, ma penso che ci riuscirei a farlo. Ti servirà soltanto una persona disposta a prendere il tuo potere però terrei in considerazione la possibilità di trovarti un uomo con cui fare un bambino – rispose Sarah spegnendo la sigaretta nel posacenere, – Tua madre potrebbe prepararti degli incontri con dei risorti, magari trovi qualcuno disposto ad aiutarti – continuò la donna sorridendo ad Ofelia.
– Sì va bene farò così. Spero solo di riuscire a trovare qualcuno che sia disposto ad aiutarmi e a prendersi cura del futuro bambino – dichiarò Ofelia sospirando prima di appoggiare la testa sul tavolo frastornata.
– Bene, sono felice della tua decisione, almeno non ci saranno delle conseguenze. Tra l’altro l’anno prossimo sarà l’anno della luna rossa, quindi sei anche fortunata – esordì la zia battendo le mani.
– Fortunatissima – commentò sarcastica la ragazza prima di alzarsi e dirigersi verso la sua camera da letto esausta.

 
  
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