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Autore: OfeliaMontgomery    20/03/2014    1 recensioni
Cos'hanno in comune Ofelia Montgomery, Rebekah Warner, Arlene Douglas, Georgia Adams, Delia Morton e Nora Day? Il corpo.
Dal primo capitolo:
Il signor Nicholas Hudson, il guardiano del cimitero restò stupito nel vedere Ofelia Montgomery camminare per le strade della città, di notte e da sola.
– Signorina Ofelia che ci fa qui da sola? E per giunta così? – chiese l’uomo indicando l’abbigliamento strano della ragazza, portava ancora la camicia da notte ed era scalza.
– Non so chi sai questa Ofelia, il mio nome è Georgia Adams e sono venuta a trovare il mio defunto marito – parlò la ragazza con voce quasi metallica facendo qualche passo verso l’entrata del cimitero.
Genere: Dark, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8, agosto, 1807
– Domani quando scoccerà il dodicesimo rintocco la nostra futura Regina sarà incoronata – urlò il Re facendo segno alla futura Regina di salire e sedersi sul suo trono al fianco del figlio.
– Nora Day signori e signore – urlò Re Albert quando la ragazza si fu seduta sul trono al fianco di Francis, il figlio.
Tutto il popolo applaudì dinanzi ai futuri Re e Regina che sorridevano felice salutandoli.
Re Albert fece tornare a casa tutti rimanendo da solo con il figlio e la figlia che non era molto contenta della decisione di suo fratello.
– Vi sta solamente usando per il nostro denaro, perché siete così cieco? – sbraitò Josephine muovendo i suoi capelli boccoluti nell’aria.
– Perché per una volta non potete essere felice per me? Io amo Nora, fatevene una ragione – esclamò furioso Francis contro alla sorella che indietreggiò spaventata.
– Sciocco – esclamò a sua volta la sorella prima di andarsene nella sua camera.
Il padre appoggiò una mano sulla spalla del figlio e la strinse – Non fare caso a tua sorella, è gelosa – disse tranquillo il padre prima di dargli una pacca sulla schiena ed andarsene via, lasciando il ragazzo da solo.
Francis fissò il suo trono, domani sarebbe diventato Re insieme alla sua Nora, la futura regina. Ne era così felice che uscì dal castello correndo. Andò a cercare Nora e la trovò intenta a raccogliere dei fiori nel grande prato dietro al castello.
– Nora – urlò il ragazzo andandole in contro, la tirò su prendendola per i fianchi e la fece volteggiare nell’aria. La risata cristallina di Nora echeggiava nell’aria.
– Francis non mi fate cadere vi prego – disse Nora ridendo.
Francis la riportò con i piedi sulla terra – Vi amo Nora, vi amo davvero – esordì il ragazzo sfoggiando un sorriso genuino.
– Oh, anche io Francis, anche io – ribatté la ragazza dolcemente appoggiando la testa sul petto del ragazzo. La differenza di altezza si notava parecchio quando stavano vicino. Lei era molto più piccola di lui.
– Domani diventeremo Re e Regina, ne siete felice? – domandò il ragazzo portando una ciocca di capelli della ragazza dietro all’orecchio.
– Ne sono felicissima, a differenza di vostra sorella. Sembra proprio che mi odi, ma non capisco cosa le ho fatto – confessò la ragazza cambiando l’espressione del viso da felice a triste.
– E’ solamente gelosa, non fateci caso – la rassicurò Francis accarezzandole il viso. Nora annuì sorridendogli arricciando il naso – Amo quando lo fate – commentò il ragazzo toccandole il naso. Lei rise arricciandolo ancora prima di spintonarlo ed iniziare a correre nel prato – Provate a prendermi – urlò la ragazza ridendo prima di allontanarsi ancora.
Francis incominciò a rincorrerla ridendo insieme alla sua amata che si arrampicò su un albero in una velocità assurda.
– Questo non vale Signorina Day, lei è piccola e svelta – dichiarò il ragazzo con il fiatone. Intanto Nora se ne stava sull’albero e guardava dall’alto il suo futuro Re e marito che cercava di arrampicarsi però senza riuscirci. La ragazza rise di gusto nel vedere quella scena.
– Il futuro Re di Maryland non riesce a salire su un albero. La domanda è: riuscirà ad arrampicarsi prima dello scoccare della mezzanotte? – domandò divertita la ragazza dondolando le gambe.
– Ah - ah, molto divertente signorina Day – esclamò Francis facendo finta di essersi offeso.
– Oh - oh, state attento, ora scendo – esordì la ragazza saltando giù dall’albero.
Quando fu saltata giù diede un bacio sulla guancia a Francis ed iniziò a correre di nuovo, fin quando Re Albert li richiamò per tornare al castello.
I due ragazzi entrarono nel castello spensierati, erano tranquilli e felici – Non sono di certo comportamenti da Re e Regina quelli che avete fatto là fuori – commentò arrabbiato il Re.
– Oh padre ci stavamo solo divertendo. Non capita mai di divertirsi davvero qui. Solamente alle feste poi per il resto dei giorni è una noia totale – ribadì il figlio portando le braccia al petto.
Il padre non commentò quello che aveva detto il figlio, ma guardò Nora e le sorrise – Josephine vi sta aspettando nella sua camera, vorrebbe fare pace con voi – disse Re Albert.
La ragazza annuì facendo un inchino – Vado subito – riferì Nora dando un bacio sulla guancia a Francis prima di andarsene.
Quando furono soli il padre sgridò malamente il figlio – Non puoi comportarti così, non ora che diventerai Re – ribadì prima di lasciarlo solo per la seconda volta nell’arco della giornata.
 
Nora si stava dirigendo verso la stanza di Josephine ma venne fermato dal Re, la prese per un braccio facendola sobbalzare per lo spavento – Oh Nora scusatemi non volevo spaventarvi, mi è stato riferito che mia figlia vi sta aspettando sulla torre, seguitemi – disse l’uomo girandosi dall’altra parte sorridendo malignamente.
– Certo – disse gentilmente Nora ignara dei piani del Re e sua figlia.
Si diressero verso le scale che portavano alla torre, erano pallide e grigie fatte di pietra. Incominciarono a salire le scale, erano molto in salita, i muri di pietra iniziavano a farsi sempre più stretti, tanto che dovettero mettersi in fila per uno. Alla ragazza mancava il fiato e temeva di rimanere incastrata.
– Stia calma Nora, siamo quasi arrivati ancora qualche passo e troverà una porta – parlò il Re continuando a salire su per la lunga scalinata.
Come aveva detto Re Albert trovarono una porta che era già aperta. Nora la oltrepassò trovandosi Josephine che sorrideva mentre guardava il cielo. La vista da lì sopra era stupenda. Si vedeva ogni cosa, persino il piccolo laghetto dove Francis e Nora si erano incontrati la prima volta.
– Josephine, vostro padre mi ha detto che volevate parlarmi – disse Nora avvicinandosi alla ragazza che girando il viso verso di lei, si spaventò nel vedere l’espressione di puro odio che aveva nei suoi confronti.
Indietreggio cercando di tornare al piano inferiore ma Re Albert la fermò stringendola fortemente fra le sue braccia per non lasciarla scappare.
– Non potete scappare. Ora mi ascolterete, capito? – sputò acida Josephine puntandole un coltello alla gola. Nora annuì spaventata, le lacrime erano già scese e le avevano bagnato le guancie candide.
– Perché? Cosa vi ho fatto di male? – chiese sconvolta fra le lacrime.
– Voi non siete giusta per mio fratello. E poi so benissimo che voi volete solo il trono e i soldi – rispose perfida Josephine.
Nora iniziò a singhiozzare – Io non voglio niente di tutto ciò. Io amo veramente Francis – le urlò in faccia.
– Lo amereste anche se fosse povero? Senza neanche un centesimo per potervi mantenere? – domandò passandole il coltello su un braccio ferendola leggermente. Il braccio iniziò a sanguinare e la ragazza urlò dal dolore.
– Sì, sì, anche se fosse povero e senza un centesimo lo amerei – urlò disperata.
– Non vi credo – ribatté Josephine tirando la ragazza verso di sé, liberandola dalle forti braccia del Re. La spinse verso il bordo della torre – Siete una bugiarda, una ladra ed un’approfittatrice – continuando ad allontanarla dalla porta, la sua unica via per libertà.
– No, no, no – sussurrò la ragazza fra le lacrime, aveva gli occhi arrossati e le labbra gonfie e tremavano per il pianto.
– Sì – gridò Josephine spingendo la ragazza così forte da farla cadere dalla torre.
Cadde dalla torre urlando il nome di Francis, si schiantò al suolo rompendosi ogni ossa del corpo. La ragazza era ormai in una pozza di sangue. Una lacrima le scese bagnandole le guancie fino ad arrivare alla bocca insanguinata. Il suo ultimo pensiero fu Francis, il suo adorato Francis.
Una domestica sentendo il tonfo uscì e la trovò. Urlò fortissimo, così tanto da svegliare tutti nel castello. Il primo ad uscire fu Francis che trovando la sua Nora in una pozza di sangue scoppiò in lacrime.
Josephine e Re Albert assistettero alla scena sorridendo malignamente – Nessuno deve scoprire che siamo stati noi. Nessuno dovrà mai scoprirlo, soprattutto Francis – disse la ragazza guardando il padre dritto negli occhi che annuì serio.
 
Il giorno seguente non ci fu l’incoronazione ma il funerale dalla povera Nora. I genitori della ragazza erano in lacrime. Erano disperati, avevano perso la loro unica figlia.
Dissero tutti che fu un suicidio, ma i genitori di lei e Francis non ci crebbero. Era impossibile. Nora era sempre felice e spensierata, non aveva mai avuto problemi che potessero portarla al suicidio.
Re Albert e Josephine furono bravissimi a mascherare il loro omicidio. Finsero di essere tristi per la perdita di una ragazza così dolce, come la definì Re Albert.
La misero in una barca piena di fiori bianchi. La madre aveva preparato ogni cosa, non voleva che nessun’altro toccasse sua figlia. Fu davvero difficile per lei vedere sua figlia in quello stato, ma si fece coraggio per Nora e preparò tutto.
Accesero un focolare e buttandolo dentro alla barca, la lasciarono andare in mare. La ragazza prese fuoco mentre il mare se la portava lontana. Piansero tutti quel giorno, o almeno quasi tutti. Josephine e Re Albert finsero tutto il tempo.
Quando i genitori di Nora furono soli si abbracciarono stretti – Piccola mia ci vedremo presto in un’altra tua vita – sussurrò la donna piangendo.
Francis quello stesso giorno si tolse la vita impiccandosi nella sua camera da letto. Lasciò un foglio con su scritto solamente ‘Ci vedremo presto tesoro mio’.

 
 
  
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