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Autore: Albascura_    20/03/2014    10 recensioni
Ti guardi intorno. Cerchi di dedurre, per ritrovare la calma.
Soggetti noiosi in tutte le direzioni. Noioso, noioso, noioso.
Proprio davanti a te, però, a pochi metri di distanza, c'è un ragazzo.

Sheriarty. Teenlock. AU.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim, Moriarty, John, Watson, Mary, Morstan, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran, Sherlock, Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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2. Why

 

Il suono della campanella arriva come una benedizione.

Sebastian, di fianco a te, ha passato tutta la mattina a temperare matite, fino a renderle così appuntite che potrebbero tranquillamente passare per armi improprie. E' stato irritante, all'inizio. Ma dopo un paio d'ore hai iniziato a trovare quel costante rumore di sottofondo quasi rilassante.

Lo guardi gettare alla rinfusa le sue cose nello zaino e caricarsi sulle spalle quelli di entrambi.

Vi avviate verso l'uscita. Si accende la sigaretta prima ancora di varcare la soglia, e poi ti porge l'accendino. Il bidello vi guarda male, Sebastian risponde alzando il dito medio. Ti viene da ridere, ma passa subito. Il cielo è azzurro e il sole splende, il mondo non potrebbe essere più seccante di così.

“Perché quella faccia? Vuoi che pesti qualche ragazzino per farti tornare il buonumore?”

Scrolli le spalle. “E' passata una settimana.”

“...quindi?”

Sospiri. Tiri fuori il cellulare dalla tasca e glielo sventoli sotto il naso. “Quindi non mi ha ancora chiamato!”

Sebastian butta gli occhi al cielo. “Non capisco perché ti importa così tanto. Era solo uno sfigato del cazzo.”

“Perché gli ho dato il mio numero. E io non do mai il mio numero. Di solito le persone implorano per averlo.”

Ed è esattamente così. Sono disposte a pagare qualsiasi cifra, per averlo. Perché Jim Moriarty è un'icona, un'istituzione. Qualcuno a cui rivolgersi con le richieste più disparate. Hai bisogno delle risposte del compito di biologia? Chiedi a Jim. Di un furto in un'abitazione, uno scherzo a qualche professore o un pestaggio fatto come si deve? Chiedi a Jim. Vuoi alterare i registri, aggiungere un paio di punti alla tua media, o scommettere sulle partite di basket? Jim è la persona che fa per te. Jim Moriarty ha occhi e orecchie ovunque, la scuola e il quartiere sono suoi. Non ufficialmente, certo. Ma sono suoi.

Eppure quel ragazzino non aveva idea di chi fosse...

“Ok, ok... Possiamo tornare al club stasera. Magari sarò di nuovo lì.”

“Non credo... Aveva l'espressione sperduta del classico agorafobico che preferirebbe trovarsi in una biblioteca piuttosto che in una discoteca.”

“Quindi cosa proponi, capo?”

Prendi una profonda boccata. Lasci che il fumo ti impregni bene i polmoni prima di soffiarlo fuori. “Scoprire dove va a scuola.”

 


*

 

Ti vergogni ad ammetterlo – ti vergogni come un ladro, effettivamente – ma è tutta la settimana che ci pensi. Che ti tormenti, in realtà.

Sei sdraiato sul letto e fissi il soffitto, bianco, granuloso, irregolare. L'imbianchino che anni prima avevano assunto i tuoi genitori doveva essere proprio un ragazzo pigro (un uomo adulto non avrebbe mai fatto un lavoro così dozzinale) e probabilmente aveva accettato l'impiego per guadagnare due soldi in più per comprarsi le canne. E probabilmente se l'era anche fumate durante l'orario di lavoro, insozzando di cenere il pavimento di quella che ora è tua stanza. Puoi vedere la scena come se si svolgesse davanti ai tuoi occhi. Sbruffi.

Oggi niente John che gioca alla play nella tua stanza. Niente fastidioso rumore di spari virtuali, di polpastrelli pigiati con violenza sui tasti, di bestemmie trattenute tra i denti. Solo silenzio.

Ti annoieresti, se non fossi così occupato ad avercela con lui.

John. John John John. John che ti aveva trascinato in un posto in cui non volevi andare, John che ti aveva lasciato da solo come un'idiota per andare a flirtare con una stupida ragazzina, John che aveva corso goffamente verso di te e ti aveva fatto il terzo grado su una cosa che non era stata affatto colpa tua. E soprattutto, John che ti aveva strappato il bigliettino dalle mani – prima che avessi il tempo di memorizzare il numero – e che l'aveva accartocciato e gettato a terra. Eri riuscito a tenerlo d'occhio per un po', ma poi le suole, i piedi e i corpi di centinaia di persone l'avevano calciato troppo lontano per poter essere rintracciato.

La sua reazione era stata decisamente esagerata. Era addirittura più sconvolto di te, e non ne aveva nessun diritto. Neanche fossi stato tu, ad avventarti così su uno sconosciuto. E anche se l'avessi fatto? Tu non dici mai una parola quando lui ti pianta in asso per correre dietro a qualche sottana. O comunque non ne dici... Troppe. Insomma, il punto è che semplicemente, non avevi avuto la prontezza di reagire. E probabilmente tutt'ora non avresti saputo come farlo.

Mary era stata d'accordo con te, e ti aveva aiutato a trascinare fuori dal locale un John decisamente fuori di sé. L'avevate lasciato a sbollire qualche minuto da solo nel parcheggio, osservandolo da lontano mentre prendeva a calci le gomme delle auto che gli capitavano a tiro. Mary non aveva fatto né domande né commenti, si era limitata ad offrirti una sigaretta che avevi rifiutato. Ti era rimasto uno strano sapore in bocca, di alcool e aspettative, e non avevi voglia farlo andare via. E quando finalmente John aveva ritrovato l'equilibrio psicofisico necessario per mettersi alla guida, lei ti aveva salutato facendoti l'occhiolino. Iniziavi seriamente a rivalutarla.

Il viaggio verso casa era stato estremamente silenzioso ed altrettanto imbarazzante. John aveva fissato serio la strada, senza mai guardarti. Solo quando aveva accostato davanti al tuo cancello, aveva soffiato rumorosamente l'aria dalle narici e si era voltato verso di te.

Aveva un'espressione strana, le sopracciglia corrugate e la mascella contratta. Sembrava volesse dire qualcosa, ma teneva le labbra sigillate e questo ti stava velocemente facendo perdere la pazienza.

“Allora? Vuoi dire qualcosa o preferisci continuare a fissarmi in cagnesco fino a domani mattina?” La voce ti era uscita molto meno minacciosa di quanto avresti voluto, però.

John aveva aperto la bocca di scatto ma l'aveva richiusa dopo meno di un istante. Poi aveva colpito il volante con un pugno e aveva indicato la portiera.

“Guarda Sherlock... Esci. Vattene, ne parleremo domani.”

L'avevi guardato incredulo. “Sei un ingenuo se pensi che domani ti parlerò ancora.” Avevi bofonchiato, prima di sbattere la portiera e correre verso casa.



 

Comunque non l'hai detto a nessuno che la mattina dopo sei tornato al locale. Eri terribilmente imbarazzato già solo nel comunicare l'indirizzo al tassista.

Sai che non è giusto, ma quel senso di colpa che John ti ha rovesciato contro ti è rimasto appiccicato addosso. Non l'ha detto a parole, certo, ma era lampante in ogni suo gesto e in ogni suo sguardo.

Avevi detto alla donna delle pulizie che piantonava l'ingresso che la sera prima avevi perso la sciarpa. Lei aveva alzato gli occhi al cielo e ti aveva dato il permesso di entrare a cercarla.

Ci hai passato ore, in quel maledetto locale, a passare alla lente ogni singola mattonella del pavimento.

E ci hai trovato veramente di tutto, tranne quello che stavi cercando.

Sigarette, chiazze di vomito, un reggiseno, vetri rotti, preservativi (nuovi e usati), venti sterline, un orecchino e anche un calzino. Come diavolo si fa a perdere un calzino?

Non sapevi bene come sentirti in proposito. Eri contemporaneamente disgustato e vagamente affascinato dal genere umano.

Era stata una mattinata improduttiva, ma tutto sommato interessate. Avevi addirittura portato a casa qualche campione da analizzare.


 

E adesso sei sdraiato sul letto, a fissare il soffitto. Niente bigliettino, niente John, niente ragazzo misterioso. Solo domande che ti affollano la testa. Perché, perché, perché.

Ti metti a sedere e allunghi un braccio sotto al materasso. Prendi il pacchetto che hai nascosto in mezzo alle doghe e l'accendino incastrato nell'abat jour.

Porti una sigaretta alle labbra e l'accendi. Tanto il sapore è già sparito da un po' - ne resta solo il ricordo sulla punta della lingua - e adesso hai proprio un disperato bisogno di nicotina.

 





***
Contro ogni previsione, ho scritto il secondo capitolo. Yay! :D E ho già plottato il terzo! :D Dopodichè non ho la più pallida idea di cosa succederà OMG
I pov dei vari personaggi, come è successo già in questo capitolo, cambieranno. Non sarà sempre il solito Sherlock il tu della situazione, perchè boh, ho voglia di provare a muovere qualche altro personaggio, ormai Sherly mi viene troppo spontaneo.
Questo capitolo è un po' di passaggio... E lo sarà parzialmente anche il prossimo. Poi chissà cosa succederà! :D
Vi ringrazio tutte per i commenti
(tranne Far :P), vi risponderò appena posso. Ho preferito scrivere intanto che ero ispirata :)
Sono proprio contenta che vi stia piacendo 
spero che questo capitolo non vi abbia deluse!
Bisous :-*
   
 
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