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Autore: Rexam    20/03/2014    1 recensioni
Quando Matthew si svegliò aveva la vista distorta ed era confuso. Era steso a terra, faccia in giù, senza forze, quasi privo di coscienza. Il suo corpo era rigido come un gigantesco tronco di legno. Le ossa gli dolevano e non riusciva a sentirsi le gambe. Riposava su una superficie calda e soffice. Non avrebbe saputo dire a cosa somigliasse quella sensazione. Era così familiare, ma anche così distante. Forse perché la sua testa ancora rimbombava di strani rumori immaginari. Percepiva i raggi del sole sulla sua pelle. Il suo respiro era regolare. Nonostante tutto, era felice di scoprirsi vivo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: Il Nero Motore del Mondo

Se tutti i monti fossero libri, tutti i laghi inchiostro
 e tutti gli alberi penne, questo non basterebbe ancora
per descrivere tutto il dolore del mondo.

Matthew si chiese se in quel momento gli altri uomini sapessero cosa fosse il dolore. Quello autentico. Quello vero. Quello che spacca la schiena e proietta nell’oscurità più nera. Quello che fa sentire perso. Un bimbo sperduto. Un reietto, un dannato. Il dolore del corpo muore di fronte all’altare della mente, principio e dominio dell’essere, padrone delle emozioni. Perché non è sufficiente una parola per descrivere una sensazione. Non basta una bella poesia con un titolo altisonante per rendere giustizia allo stato dell’animo di un uomo e nemmeno mille parole potrebbero spiegarlo. È vivo, il dolore. Così come lo sono la gioia, il piacere, l’ossessione e l’odio. Ma il dolore è atroce, il più terribile. Paralizza, il dolore. È cieco. Ha nome Algos, figlio di Eris, dea della Discordia, figlia a sua volta della Notte, lato oscuro della vita. È subdolo. Si insinua nei momenti di debolezza. Causa guerre e pianto. Il dolore è il nero motore del mondo.

Matthew si trovava in quella piccola radura circondata da rami tenebrosi e, fino a qualche attimo prima, stava parlando con un Collezionista di Farfalle. Aveva gli occhi fuori dalle orbite, la fronte tirata. Gli sudavano le mani. Forse stava impazzendo.

Tutti possiedono ricordi, un modo come un altro per incontrare il proprio passato, analizzare gli errori commessi e le difficoltà affrontate perché siano di aiuto per il futuro. Esistono ricordi piacevoli, quelli allegri e spensierati, immagini di vetro che penetrano negli occhi producendo nostalgia. Ma esistono anche ricordi più tristi, giorni difficili, tiri mancini della Sorte. E sono proprio questi ad essere fondamentali per la crescita e la maturazione dell’individuo. Fanno rialzare l’uomo che è affondato nella disperazione. Per Matthew era impossibile risalire da quella disperazione. Lui non aveva ricordi a cui aggrapparsi. Non aveva niente. Non sapeva chi fosse il suo vero sé stesso, né chi fosse stato in passato. Rammentava soltanto il funzionamento del mondo. La Terra girava intorno al Sole. Le volte celesti non erano crollate. La gente andava ancora a spasso nei quartieri “in” a fare shopping. Le donne non avevano smesso di indossare i loro tacchi alti e i loro decolleté. I politici continuavano a starnazzare, dicendo che avrebbero fatto fare progressi al Paese, intascandosi, al contempo, bustarelle sottobanco. Le navi e gli aerei continuavano a collegare tutti i luoghi del mondo, anche i più lontani.
Non era cambiato nulla. Nulla. Matthew si era svegliato su quella spiaggia dorata e l'universo intero aveva smesso di interessarsi della sua esistenza, continuando la sua marcia come se nulla fosse. Questo lo opprimeva. E adesso, impregnato di situazioni paradossali, l’aveva raggiunto il tarlo del dubbio. Non sapeva più se il mondo che ricordava fosse davvero quello vero. Quello autentico. Se fosse realmente esistito. Se quello che rammentava fosse tutto falso oppure no. Chi avrebbe potuto dirglielo? Una scarica elettrica percorreva tutti i suoi arti, le gambe erano rigide, immobili. Chi le avrebbe sorrette senza la ragione? Non poteva permettersi di impazzire. Non sapeva perché, ma era fondamentale. Il suo istinto voleva vincere sul sentimento, e proseguire. E capire. E ricordare. Perché, nonostante avesse paura, fosse sconvolto dal dolore, sul punto di impazzire sul margine onirico, Matthew era vivo.


L'Angolo dell'Autore
Ciao a tutti, rieccomi con un capitolo un po' più introspettivo dalle tinte fosche. Una piccola pausa in attesa degli eventi del prossimo capitolo!
  
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