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Autore: Aesingr    20/03/2014    3 recensioni
Spyro e Cinerea hanno combattuto e sconfitto il perfido Malefor, drago viola dai poteri immensi. l'hanno sempre considerato un nemico vile e spietato, insensibile di fronte al dolore che stava causando.
Si sa, l'oscurità può sorgere anche dalla luce. A volte l’amicizia, l’amore ed ogni altro sentimento positivo possono mutare in artigli roventi, con cui è facile dilaniare la carne e le ossa per giungere al cuore.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Axius se ne stava immobile di fronte a una fila di uova, ad osservarne le diverse striature colorate che disegnavano contorni astratti e irregolari sui gusci perlacei.
Intorno a lui una grotta si allargava circolarmente tra colonne e mosaici; i suoi occhi vorticavano dall’insieme delle uova al vuoto retrostante, preoccupato dai recenti comportamenti dell’amico fabbro e della piega che stava prendendo il proprio compito di guardiano. Si sentiva ingiustamente indegno di coprire quel ruolo, dopo aver udito Flarendor complottare contro l'equilibrio del loro mondo. Non aveva preso nessuna posizione, lasciando che la faccenda scivolasse sulle sue squame come nembi di minacciosa burrasca che si allontanano bruscamente all’orizzonte diretti ad invadere un altro azzurro.
Alle sue spalle, un rumore di scalpiccii lo destò dai suoi pensieri.
“Cosa ci fai qui? Non dovresti essere al tempio, Axius?”
Il drago si voltò lentamente, per incontrare lo sguardo irritante di un suo simile. Aveva due corna acuminate sulla sommità del capo con un terzo centrale curvo all’indietro e lo sguardo tipico dei voltafaccia. Il giallo dorato delle sue squame rispecchiava la sua appartenenza all’elemento d’ell’elettricità.
“Potrei farti la stessa domanda, Siil”
L’altro sbuffò sonoramente e inclinò la testa di lato, con fare di scherno.
“Ero venuto a controllare che le uova fossero al sicuro, ma a quanto pare mi hai preceduto”
Axius lesse la menzogna nelle parole e nel tono della voce che Siil non cercò neanche di nascondere.
I loro occhi lampeggiarono per un istante di odio reciproco.
“Questa tua arroganza un giorno potrebbe diventare la tua più grande rovina. Sono sempre stato decisamente paziente, ma credo tu sappia che a tutto esiste un limite” Sputò Axius, cercando di non esagerare e di reprimere tutti gli insulti che avrebbe voluto scagliargli contro.
“Non sei sempre stato tu a dirci che la calma può essere più efficace di dodici artigli?”
“E lo ribadisco. Adesso però se non ti dispiace dovrei passare. Potresti gentilmente toglierti da lì? L’uscita è una sola”
Siil ghignò in segno di sfida, per poi scostarsi quel tanto che bastava perché Axius potesse superarlo e raggiungere la fresca aria notturna che portava sulla palude una polvere di stelle splendenti, destinate presto ad oscurarsi.
La volta celeste era immersa in una notte profonda e silenziosa, bagnata di opachi nembi grigiastri.
“Il cielo giura pioggia, promette sventura”
Siil lo seguì senza staccargli gli occhi di dosso.
“Non dovresti temere l’acqua, in fondo è parte del tuo elemento”
“Non temo la pioggia Siil. Temo qualcosa di ben peggiore”
L’altro rise. Il sibilo acuto della sua voce riecheggiò nella quiete che li circondava.
“E di cosa si tratta, sentiamo”
“Penso tu sappia di cosa sto parlando. E poi sei tu che devi preoccuparti della pioggia. Tu che resti danneggiato anche da poche goccioline”
Siil gli balzò agilmente di fronte, planando bruscamente a pochi centimetri dal suo dorso. Axius sostenne pacatamente il suo sguardo furente, che sembrava volerlo trafiggere.
“Perché vuoi darmi un motivo per farti del male Axius?”
“Perché una buona volta non cerchi di apparire maturo?”
Il drago dorato non riuscì a far presa sull’espressione indifferente e fredda del guardiano del ghiaccio, che senza degnarlo di troppa attenzione si librò in aria e scomparve in direzione del tempio.
Rimasto solo, Siil tornò sui propri passi e lanciò una vacua occhiata all’interno della grotta di pietra, dove riposavano decine di uova ignare del fato che attendeva i cuccioli che ne sarebbero usciti. Una sagoma scura gli si avvicinò di soppiatto, cogliendolo di sorpresa.
“Ottimo lavoro Siil. L’hai fatto arrabbiare”
Il drago si voltò, trovandosi faccia a faccia con il guardiano del fuoco.
“Flarendor?”
“Sono io. ti turba questo?”
“Affatto. Ansi ne deduco che sia andato tutto a buon fine”
Flarendor soffiò un piccolo sbuffo di fumo dalle narici e sorrise beffardamente.
“Non è più un problema se è questo che vuoi sapere”
“Ovviamente. Era come pensavamo?”
“Proprio come pensavamo”
A Siil sfuggì un gorgoglio di vittoria dalle fauci. Il suo sguardo lasciava trapelare la soddisfazione nel sentire le parole di Flarendor, fiero quanto lui del proprio operato.
“Quindi l’ostacolo più grande è stato schiacciato?”
“È presto per gioire Siil. La meta è ancora lontana. E soprattutto, non è ancora finita. Ci sono altri ostacoli da…” Un ghigno divertito intervallò la frase, “Schiacciare”
“Ti riferisci ad Axius? Potrebbe essere un problema”
“Non dico questo. Semplicemente è uno di quei tanti fastidiosi insetti che ti ronzano tra le squame”
Il muso di Siil assunse una sfumatura preoccupata.
“Non vorrei sembrarti ccodardo, ma non credi che sarebbe controproducente un simile conflitto interno al tempio?”
Il tono cupo e profondo di Flarendor stonò totalmente con quello leggero e acuto di Siil, che sembrò trasalire di fronte all’impeto del drago rosso.
“Perché devi sempre dimostrarti così stupido, Siil? È proprio questo conflitto interno che ci porterà all’instabilità. Allora non avremo più né doveri né obblighi verso il nostro ruolo e potremo agire”
Siil si erse raggiante in volto sulle quattro zampe e scoppiò in una fragorosa risata.
“Una cosa è certa, ci sarà da divertirsi!”
Flarendor si unì a lui.
Si diressero all’interno della grotta, nella quale rimbombò il suono acuto del loro riso crudele. Flarendor si avvicinò al gruppo compatto di uova opalescenti e senza troppa cautela ne scostò distrattamente alcune con una zampa, facendole rotolare senza pietà in ogni direzione.
“Non vorrai che i membri del tuo esercito siano menomati? Lasciali stare poverini. Va a finire che dobbiamo sopprimerli prima del tempo quei poveri cuccioli”
Flarendor scrutò divertito Siil, la perfidia stampata sul muso cornuto. Spalancò gli artigli della zampa anteriore sinistra dalla quale scivolò l’uovo viola, che scese al fianco di uno dei suoi futuri compagni. Siil restò basito per qualche momento; seguì con lo sguardo l’uovo, per poi tornare a fissare Flarendor, sogghignando, se possibile, in maniera ancor più spregevole.

Axius era in piedi immobile ad osservare la luce scaturire da un cristallo al suo fianco. Un chiarore azzurrino splendeva intrappolato nella sfera vitrea. Osservò la luce ambrata provenire da altri cristalli incustoditi, a qualche metro da lui, incastonati sulle pareti lapidee della sala degli elementi. Al suo fianco una dragonessa di squame verde smeraldo, dal dorso attraversato da una fila di cuspidi argentee, lo fissava con fare curioso e allo stesso tempo compassionevole.
“So cosa provi a vedere quei cristalli senza i loro guardiani. Ma non pensi che...”
“Il sacro compito dei guardiani di proteggere gli elementi è stato violato. Non posso far finta di niente” Rispose il drago azzurro, senza voltarsi.
“Non ti sto suggerendo di farlo. Ansi vorrei poterti aiutare”
Axius girò il capo senza però muoversi di un millimetro.
“Vorrei che almeno tu ne restassi fuori Neiry. Non penso il futuro abbia in servo per noi giorni felici”
“Restarne fuori? Certo. O magari consegnare direttamente l’energia della terra a quei due squilibrati”
La dragonessa si mosse dolcemente e si sedette al fianco di Axius, ancora immobile nella medesima posizione da parecchi minuti.
“Allora l’hai capito anche tu”
Lei sospirò.
“Non pensavo servisse una mente così arguta. Cos’hanno in mente?”
“Non lo so. Ma che non si azzardino a soverchiare l’ordine che da sempre regna tra gli elementi. Non avrei alcuna pietà”
Neiry gli poggiò una zampa artigliata sull’incavo dietro al collo.
“Sono con te”
Axius la fissò con due pupille che celavano odio sepolto e molta preoccupazione, addolcito solo dalla consapevolezza che poteva contare su qualcuno.
"Bella consolazione"
La dragonessa sorrise.
"Tu che fai dell'ironia?"
Axius decise di ridare alle proprie articolazioni un motivo per muoversi e lasciando scivolare la zampa della dragonessa sul proprio fianco raggiunse il cerchio che designava il centro della sala.
“Non gli permetterò di corrompere il cucciolo che nascerà da quell’uovo. La leggenda si è avverata. Non dobbiamo lasciare che Flarendor ne approfitti” dichiarò Axius, con gli occhi puntati alla copertura interna della sala.
“Ho la sensazione che Airack e Lehr siano in pericolo. Airack si sta comportando in maniera insolita e Flarendor ha sospettato qualcosa. Spero solo che non gli venga in mente qualche pazzia”
“Non vorrei sembrarti pessimista, ma ho la strana sensazione che l’abbia già attuata la pazzia di cui parli” rispose Neiry.
Axius abbassò il capo.
“Già. Lo credo anch’io. spero che Airack stia bene” disse con poca convinzione.
“Futili speranze le vostre”
Entrambi sussultarono, voltandosi all’ingresso della stanza dove Flarendor era comparso improvvisamente, seguito dal drago dell’elettricità. Siil lo oltrepassò dirigendosi alle spalle di Neiry, dove solitamente si stendeva per riposare.
“Che cosa significa?” ringhiò il drago del ghiaccio.
Il guardiano del fuoco raggiunse a sua volta il proprio cristallo, del tutto indifferente, per voltarsi poi a guardare Axius, che lo stava osservando in bilico tra il dubbio e la furia.
“Airack ci ha traditi e per questo ha pagato. Era quello che si meritava”
Neiry si avvicinò cauta a Flarendor, che non la degnò neanche di attenzione.
“L’hai ucciso?”
All’udire quella domanda Axius trasalì e Siil ghignò vistosamente.
“Sarebbe più corretto dire che mi ha obbligato ad ucciderlo, persino in cambio di diverse scottature. Ha osato profanare il mio corpo”
Flarendor mostrò ciò che prima aveva celato a Siil. Sollevò le ali, scoprendo i fianchi coperti di ustioni e strinature. Le zampe anteriori sotto le squame presentavano ferite ancora fresche e sul lato sinistro del collo una macchia scura di squame bruciacchiate sporcava il suo manto scarlatto.
“Caspita amico. Adesso che ti guardo meglio sei conciato piuttosto male sai? Non credevo che un drago del fuoco potesse… bruciarsi” Lo Derise Siil, pacatamente seduto sul pavimento di pietra.
Axius non riuscì a guardare nessuno dei due, perché il disprezzo che provava non sarebbe giunto loro se non con un insulso atto di rabbia.
“Non ti toglierò di mezzo in quest’istante perché il mio cuore ragiona diversamente dal tuo. Ma ora parla. Voglio sapere le tue intenzioni Flarendor. Per quale motivo hai fatto una cosa del genere? Perché ti sei abbassato a tanto?”
“La leggenda si è avverata e non mi lascerò sfuggire quest’occasione. Sono anni che aspetto questo momento… finalmente un drago viola. Mi sono stufato del ruolo di Guardiano del fuoco, è ridicolo. Voglio ottenere qualcosa di più, voglio dare a questo compito una sfumatura concreta. E quale sogno sarebbe più grande di addestrare il più potente drago mai nato?”
Neiry e Axius si lanciarono un’occhiata sbigottita, mentre Flarendor si compiaceva della vivida sorpresa nei loro volti.
“Sei un pazzo! Tu…”
Axius fece per balzargli addosso, o almeno diede l'impressione di volerlo fare, ma Neiry gli si parò davanti e gli sfiorò il muso con il proprio.
“Tranquillo, adesso ci penso io”
Senza che nessuno potesse prevederla, la dragonessa si lanciò fuori dall’antro e schizzò per le stanze illuminate d’azzurro dai cristalli del tempio. Siil si drizzò sulle zampe, pronto a gettarsi all’inseguimento. Come se le loro menti contorte pensassero all’unisono, lui e Flarendor si lanciarono contemporaneamente sulle tracce di Neiry, con Axius che ruggiva furioso alle loro spalle.
  
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