Ventidue marzo: peccato capitale.
Quanto terribilmente infantile, smorfiosa, inutile, è la gelosia!
Un insidioso peccato capitale al quale, tuttavia, non riesco a sottrarmi:
non riesco a non arrossire di vergogna
quando le, gli, permetti di sfiorarti, di parlarti,
di stupirti, di rimanerti vicino, di viverti.
Ho forse sbagliato qualcosa io?
Sono una pallida e sfumata scusa per
divertirsi e ridere e sfogarsi e ciarlare a vuoto,
sono davvero solo questo?
Ti permetto, solerte, d’invadere me e i miei spazi,
i miei pensieri e persino miei sogni
- te ne rendi conto? Se tu ne fossi consapevole
proveresti una cocente pietà per me –
eppure tu non mi tratti come gli altri; con te è sempre
un dare per ricevere; è condizionato; è scomodo e stretto.
Vorrei poter dipanare le mie parole, le mie emozioni, davanti a te,
ma renderei ogni singola sillaba, ogni lettera,
confusa e sprovveduta, stupida e tentennante;
ti apparirei inerme e debole;
una sognatrice condannata dalla propria immaginazione.
E io non credo di riuscire a reggere tutto questo:
tu forse non hai bisogno di me, ma io di te
necessito, invece; mi servono i tuoi occhi, i tuoi sorrisi
e la tua voce profumata di semiserio, di tragicomico.
Sono pronta a perdere tutto quanto abbiamo
costruito, progettato, organizzato, per recitare un mero ruolo egoista?
Per un atto soltanto, per una scena solamente,
mi condanneranno?
Tu mi condannerai?
Me-stessa mi condannerà?
(Il fatto è che lo scorrere delle ore è inesorabile;
è tutto effimero; eppure la voragine e il malessere
cardiaco e somatico non accennano a diminuire; anzi,
paiono incrementare: stillano copiosi e languono all’altezza della gola,
occludendola di lacrime inutili e amare; non mi resta che inghiottirle e fingere.)
*
Note:
Ci tenevo ad avvisarvi che aggiorno così presto perché questo pomeriggio parto per un’uscita scout con i bambini e non sarò a casa prima di domenica sera, quindi, sì, pubblico in questo momento e mi scuso fin da ora se risponderò alle eventuali recensioni in ritardo.
A domenica dunque - buon weekend,
un abbraccio
hiccup