Elsa stava leggendo un libro nella
sua camera, quando il
rumore di qualcuno che bussava alla porta la distrasse.
"Elsa posso entrare? Sono io!"
Elsa sorrise riconoscendo quella voce.
"Certo che puoi entrare, lo sai che non devi più
chiedermi il permesso ormai!"
Anna aprì la porta della stanza.
"Sì scusa, l'abitudine!"
Elsa la vide entrare, sembrava avere un'aria raggiante.
Aveva un sorriso sornione stampato
sul viso.
Avanzò velocemente verso di lei e appena si trovò
di
fronte ad Elsa, iniziò a saltellare euforica. Sembrava quasi
che se non avesse
parlato in quel momento, sarebbe potuta esplodere.
"Ho una notizia da darti!"
"Bene, parla pure!" disse Elsa.
Anna aprì immediatamente la bocca, ma per un attimo si
fermò esitante. Lei era molto entusiasta della notizia, ma
se sua sorella non
lo fosse stata? Anzi probabilmente non lo sarebbe stata.
La sua espressione cambiò e con un po' di incertezza
iniziò a parlare.
"Allora, ecco...io e Kristoff...cioè Kristoff si
è...cioè Kristoff ha chiesto a me ...di sposarlo!
Volevamo avere la tua
approvazione per il matrimonio" pronunciò quest'ultima frase
tutta di un
fiato, per paura dell'effetto che potesse conseguire.
Elsa sgranò gli occhi sorpresa.
Anna preoccupata iniziò a parlare a raffica: "No,
ecco, lo so che ci conosciamo da solo da pochi mesi, ma io non...lui mi
piace
veramente! Io gli piaccio veramente! O almeno credo...cioè
ne sono sicura, non
è che io non ne sia sicura, ma.."
Elsa rise, sapeva di dover frenare la sorella, oppure
avrebbe potuto continuare per ore. Assunse volontariamente
un'espressione seria
e fredda.
"Basta così Anna! Se le cose stanno in questo modo,
la mia risposta può essere una sola..."
Anna rimase a bocca aperta, fissò Elsa attentamente, come
se dalla sua risposta potesse determinare la sua stessa vita.
"...Si!" disse Elsa, abbandonandosi ad un
sincero sorriso.
"Elsa, lo so che non posso sposare un uomo che
conosco da così poco, ma Kristoff non è come
Hans, lui è...ehi aspetta! Hai
detto si?"
La fissò incredula.
Elsa scoppiò in una dolcissima risata.
"Preferivi che dicessi no?" chiese ironica.
Poi continuò: "Ho conosciuto Kristoff e sembra
amarti davvero, ma soprattutto ti rende felice! E, per fortuna, direi
che non
ha proprio nulla da spartire con quel galletto di Hans!"
Anna guardò la sorella negli occhi con una
felicità
immensa.
"Grazie" urlò, gettandosi letteralmente tra le
sue braccia, per poi stringerla forte in un tenero abbraccio.
Però ad un tratto, Anna si raddrizzò, slegandosi
dall'abbraccio della sorella e disse: "Ho un'altra notizia da darti!"
Elsa la ascoltò attentamente.
"Kristoff mi ha fatto una sorpresa! Sta costruendo
una casa per noi due sulle colline, è lì che
andremo ad abitare dopo il
matrimonio. Sai, dice che il castello lo metterebbe troppo a disagio."
Elsa rimase immobile, come ghiacciata.
Doveva essere felice per Anna, ormai sarebbe diventata
una moglie, ed era giusto che andasse a vivere con suo marito e che si
costruisse una sua famiglia.
Allora perché stava così male? Un orribile
sensazione le
strinse il cuore.
Notando la strana espressione della sorella, Anna le
chiese
"Elsa, c'è qualcosa che non va?"
Non ricevendo risposta aggiunse: "Bè in effetti il
mio posto è qui al castello, penso che dovrei..."
Elsa scosse la testa, come per cacciare via quella strana
sensazione che si stava insinuando in lei: voleva solo la
felicità per sua
sorella, ed era solo quello che contava.
"No, il tuo posto è con Kristoff! Ero solo sorpresa,
tutto qui.
Sono davvero felice per te sorellina!"
Le due si scambiarono un sorriso, poi Anna ebbe un'altra
illuminazione.
"Ehi, stasera ci sarà la festa al castello! Potrei
cogliere l'occasione per dare la buona notizia a Krisrtoff!"
"Kristoff verrà alla festa da ballo al castello e
diventerà principe?" Chiese Elsa dubbiosa.
Le due sorelle si scambiarono uno sguardo complice e
entrambe scoppiarono a ridere, immaginandosi Kristoff serio e impettito
con
divisa e spada.
"Aspetta!" disse Anna euforica "Stasera
verranno molti principi e re da tutti i regni, no?"
"Si" confessò Elsa, non capendo il perché di
tanta esuberanza.
"Bé, oggi anche tu potresti trovare il tuo
lui!" disse Anna con aria sognante, portando le braccia al petto.
"Ah, pensa! Potremmo organizzare un matrimonio a quattro, sarebbe
stupendo! Dovrei solo chiedere a Kristoff se per lui va bene, ma non
credo che
avrà nulla in contrario...o forse si? Non so, ma io penso..."
Elsa interruppe quel fiume di parole della sorella.
"Anna, anche se stasera trovassi quello giusto, non
lo sposerei nel giro di nemmeno due settimane non credi?"
Entrambe risero nuovamente, Anna sapeva che Elsa non era
decisamente il tipo da fare una cosa simile. A differenza sua, che in
passato
era disposta a sposare un uomo conosciuto quella sera stessa.
"Vado a parlare con Kristoff, devo ancora dirgli di
stasera e convincerlo ad indossare qualcosa di elegante...
sarà una VERA
impresa! A stasera!"
"A stasera sorellina!" le disse sorridente
Elsa.
Aveva perso tempo a prepararsi, inoltre era agitata:
sapeva che il suo dovere da regina era di trovare un buon partito da
sposare e
avere in futuro degli eredi. Ma lei era diversa da sua sorella, non
riusciva a
lasciarsi trasportare dalle emozioni: per piacerle davvero qualcuno
avrebbe
dovuto conoscerlo a fondo, essere sicura di piacergli per quello che
è, e
ricambiarlo nello stesso modo. Solo così avrebbe potuto dire
di essere davvero
innamorata.
Nella sala, appena notarono la sua presenza, un uomo
corse ad annunciarla.
"Ecco a voi la regina di Arendelle"
Tutti nella sala si fermarono, si girarono verso di lei
accennando un inchino, subito Elsa rispose facendo un gesto con la mano
per
incitarli a continuare a divertirsi.
"Elsa!"
Si sentì chiamare e vide sua sorella arrivare di corsa.
"Sei in ritardo, strano non è da te!" poi le
sussurrò "Non è che ci hai ripensato vero?"
"No, tranquilla è tutto appost-"
Non riuscì a continuare, il suo sguardo si era fermato
sulla figura accanto ad Anna. Mise la mano davanti alla bocca per
trattenere le
risate: quello che fece quasi fatica ad identificare come Kristoff,
aveva i
capelli pettinati all'indietro, un abito elegante (chiaramente non suo)
e
un'aria di chi vorrebbe essere da qualsiasi altra parte nell'universo.
Era come
vedere un gorilla vestito da ballerina di danza classica.
Non ce la fece più a trattenersi, si lasciò
scappare una
risata.
Kristoff indispettito le disse: "Ah bene! Io vengo
qui, accettando di vestirmi così, per ringraziarti e tu mi
ridi in
faccia?"
Poi, scherzoso, si rivolse ad Anna "Ti avevo detto
che ero ridicolo vestito così!"
"Per me stai benissimo!" disse dolcemente Anna,
stampandogli un leggero bacio sulla guancia.
"Ah Elsa, lì c'è il principe Elias! Non l'ho
conosciuto di persona, ma sembra essere un bel
ragazzo...perché non vai a
conoscerlo?" disse Anna facendole l'occhiolino.
Prima che Elsa potesse rispondere, Anna la spinse nella
sua direzione.
Elsa si fermò ad osservarlo: era biondo, con gli occhi
azzurri ed una scintillante divisa color acquamarina.
"Bene, gli
manca solo il cavallo bianco e siamo apposto! Direi che questo
è persino più
sospetto di Hans!" pensò ironicamente tra
sé.
Dovette però ammettere che esteticamente non era male,
così
decise di dargli almeno una possibilità.
Stava per andare da lui, quando un ragazzo la frenò: era
smilzo, coi capelli ricci e rossi, sembrava altamente imbarazzato.
"R-regina Elsa" goffamente si inchinò
"S-sarei onorato se poteste concedermi qualche minuto del vostro
tempo"
"Non c'è bisogno di essere così formali, ditemi
pure!" disse lei, sperando di smorzare la tensione, ma con scarso
risultato dato che il ragazzo divenne paonazzo.
"S-siete sicura di voler parlare con me?"
"Non dovrei?"
"Bé, essendo uno dei fratelli di Hans, pensavo che
non mi volevate nemmeno rivolgere la parola"
Ok, sapeva che screditare qualcuno solo perché fosse il
fratello di Hans non era giusto. Ma l'idea che quel ragazzo fosse
imparentato
con lui le faceva venire la nausea.
Si sforzò comunque di non pensarci e di essere gentile e
formale.
"Lasciamo stare quella vicenda...cosa volevate
dirmi?"
Imbarazzato, il ragazzo rispose: "Ecco, voi siete
una regina, ed io un principe...è mio dovere invitarvi a
ballare, credo!"
Elsa lo fissò indispettita.
"Non credo che voi DOBBIATE...se non volete!"
"B-bè ma disonorerei la mia famiglia e voi, se non
lo facessi: è mio dovere cercare una buona moglie ed
ottenere un regno, essendo
io il dodicesimo in linea di successione"
"Credetemi, mi disonorereste di più se lo faceste solo
per dovere"
"M-ma io...cosa dirò alla mia famiglia?"
Il ragazzo fissò terrorizzato quelli che dovevano essere
i suoi genitori. Erano poco lontano e fissavano speranzosi il figlio
che
parlava con la regina di Arendelle.
Lei gli mise una mano sulla spalla ma, al tocco di Elsa,
lui sussultò e spaventato fece un passo indietro.
"Oh scusatemi vi ho fatta arrabbiare?" chiese
con tono terrorizzato.
Elsa lo fissò perplessa.
"Certo che no! Volevo solo dirvi di dire ai vostri
genitori che nonostante io fossi onorata dal vostro invito, ho dovuto
rifiutare, perché ne avevo già ricevuto uno da un
altro principe. Così non
avranno nulla da ridire!"
"G-grazie regina!"
Abbozzò un inchino imbarazzato e corse dai genitori.
Elsa iniziò forse a comprendere come mai Hans fosse
venuto su così, quella famiglia aveva un'aria tutt'altro che
rassicurante.
In cuor suo sperò vivamente che i restanti undici
fratelli fossero già impegnati, conoscerne due le era
decisamente bastato.
Rassegnata decise di provare a parlare con il principe
Elias, sperando che le cose potessero andare meglio, quindi si
avvicinò a lui.
"Voi siete il principe Elias, giusto?"
Il ragazzo si girò, un fiero sorriso si dipinse sulla sua
faccia. Prese la mano di Elsa e la avvicinò al suo volto,
simulando un'elegante
baciamano.
"Regina di Arendelle..."
"Bé, devo
ammettere che ha stile!" pensò Elsa tra
sé.
"...sapevo che sareste venuta da me, prima o
poi"
Sperando di aver frainteso, Elsa gli chiese:
"Perdonatemi, cosa intendete dire?"
Con aria di superiorità il ragazzo disse: "Tutte lo
fanno prima o poi: vengono da me e implorano un appuntamento"
Doveva immaginarselo, sarebbe stato troppo bello per
essere vero! Elsa era sdegnata e con voce gelida si limitò a
dire: "Vedo
che mi conoscete davvero poco, se pensate che io sia il tipo da
implorare!"
Sprezzante il ragazzo le rispose.
"Su, andiamo è inutile che mentiate a voi stessa!
Siete venuta da me perché sono un principe e pure molto
bello, sposandomi
potreste avere quello che sognano tutte: un regno ancora più
vasto, un
matrimonio, un uomo stupendo al vostro fianco e un giorno anche dei
figli!"
"Sbagliavo su di voi, non è che mi conoscete
poco...non mi conoscete affatto!" disse Elsa, cercando di mantenere la
sua
proverbiale calma.
"Non fate la preziosa, confesso che siete attraente
e inoltre siete una regina! Accetto di concedervi l'onore di un
appuntamento!"
"Se vi concedessi un tale onore, temo che non avrei
più la dignità di guardarmi allo specchio!
Quindi, con rammarico, vi dico che
rifiuto la vostra offerta"
Elsa pensava che non ci fosse qualcuno di più detestabile
di Hans: si sbagliava! Almeno Hans aveva la decenza di far finta di
essere
gentile!
Il principe non sembrò prenderla bene, il suo volto
sicuro di sé si trasformò in un'espressione seria
e colma d'ira.
"VOI rifiutate ME?...VOI? E' assurdo! Hanno ragione
tutti, siete solo una regina snob che si crede chissà chi"
Ora Elsa stava davvero iniziando a perdere la pazienza,
iniziò ad alzare il tono di voce.
"Il mio popolo e tutti i presenti mi amano e mi
trattano con rispetto, siete solo voi qui, caro mio, che la pensate in
questo
modo!"
Il principe scoppiò in una forte risata.
"Amarvi? Direi più che hanno paura di voi!"
Elsa lo fissò interdetta.
"Oh andiamo, credete davvero che le persone vi
amino? Non basta creare una pista di pattinaggio dal nulla o far
divertire i
bambini con la neve! Pensate che il trattato che avete fatto approvare
l'altro
giorno sia stata una scelta unanime?"
"Certo! Hanno votato tutti i membri del consiglio
reale!"
"Siete un'illusa! Mio padre fa' parte del consiglio
e la maggior parte di essi erano contrari all'approvazione del
trattato, ma
quando hanno visto che voi tenevate così tanto alla sua
approvazione, hanno
votato a favore, per paura di una ritorsione"
Elsa non poteva credere alle sue parole, non voleva. Il
suo cuore iniziò a battere agitato.
"Non ci credo, è assurdo!"
"Davvero lo credete tanto assurdo? La verità è
che
dentro di loro hanno tutti paura di voi! Come biasimarli del resto? E'
lecito
aver paure di una donna, che da un momento all'altro, potrebbe
congelarli o
congelare un intero paese"
Il cuore di Elsa iniziò a battere sempre più
forte, come
l'ansia dentro di sé che ormai cresceva incontrollata.
Avrebbe solo voluto che quello stupido principe smettesse
di parlare.
"Non credo che troverete facilmente marito... a meno
che non ci sia qualcuno talmente disperato da accaparrarsi un simile
rischio
ogni giorno, pur di ottenere uno stupido regno! Mi spiace mia cara
regina,
avreste dovuto accettare la mia offerta, era più che
generosa"
Elsa sentì d'un tratto mancarle la
terra sotto i piedi, la testa stava per
esploderle e l'ansia faceva battere ormai il suo cuore all'impazzata.
Si guardò intorno, c'era molta gente che la stava
fissando, avevano notato il suo stato d'animo.
Fu allora che lo notò, negli occhi di tutti leggeva
un'unica espressione: la PAURA.
Il fratello di Hans sembrava
agitatissimo e con un filo
di voce le chiese: "Tutto bene regina Elsa?"
Tutto bene? Niente poteva andare peggio di così,
probabilmente.
Alla sua mancata risposta, molti iniziarono ad indietreggiare
spaventati, come se Elsa avesse potuto congelare tutto e tutti da un
momento
all'altro. In quel momento lo avrebbe fatto davvero, ma
volontariamente, solo
per cancellare quelle espressioni dalla sua vista e dal suo cuore.
Un uomo nel panico cercò di dirle "Mia regina, state
calma, è tutto apposto! Non vi agitate, vi prego!"
Cercò di raccogliere tutta la poca calma e forze che le
erano rimaste, assumendo l'espressione più seria e distinta
che riuscì a fare.
Anche se ormai dentro di lei una tempesta imperversava.
"Tranquilli, continuate pure, io mi ritiro nella mia
stanza, perdonatemi ma temo di non sentirmi bene"
Così si voltò e corse il più
velocemente possibile verso
la sua stanza, lontana da tutto e da tutti, non desiderava altro in
quel
momento.
Finalmente vi arrivò, chiuse la porta dietro di
sé e si
lasciò cadere dietro di essa.
Qualcuno bussò alla porta.
"Elsa sono io...Anna! Posso entrare? Cos'è successo?
Ti ho vista correre via!"
"Sto bene Anna, solo un po' di mal di testa, ti
prego torna di là e scusati con gli ospiti da parte mia!"
"Va bene Elsa..." disse Anna con tono insicuro,
per poi tonare alla festa.
Elsa non voleva vedere nemmeno lei, probabilmente a causa
delle terribili idee che le stavano affollando la mente.
Portò le mani sulla testa e le strinse forte su di essa
affondando le dita tra i capelli. Tentò di scacciar via quei
pensieri, ma si
facevano sempre più forti nella sua testa e ognuno di questi
era come una
pugnalata al cuore.
Più ci pensava e più quelle detestabili parole
sembravano
avere senso.
Le sembrava di averli ancora davanti, nei loro sguardi
aveva letto il loro timore, la loro paura.
Ormai aveva
imparato a controllare i suoi poteri.
Li aveva sempre
usati solo per farli divertire.
Lei li trovava un
dono stupendo, che non avrebbe mai usato per fare del male!
Come potevano non
capirlo?
Ma effettivamente,
come avrebbero mai potuto non aver paura di una persona con simili
poteri?
Persona...era
quello il termine con cui poteva definirsi?
O forse era meglio
dire...MOSTRO?
Era questo che
sembrava agli occhi di tutti?
Forse era quello
che era sempre stata.
Decise di guardare in faccia alla realtà: nessuno l'avrebbe
mai amata per quello che era. Si sentì un'idiota ad averlo
solo potuto
immaginare.
Sentì il cuore pieno di dolore, l'unica persona che
l'amava veramente era sua sorella.
Perché non l'aveva
fatta entrare?
Se c'era una persona che poteva farla stare meglio questa
era lei!
Si alzò in piedi, stava per aprire la porta per andarla a
chiamare, quando improvvisamente si ricordò di una cosa.
Presto Anna sarebbe
andata a vivere con Kristoff sulle colline.
Le tornò quella sensazione di stretta al cuore e di
vuoto, provata quella mattina stessa.
Si era abituata così tanto negli ultimi mesi ad averla
vicina, ad avere sempre il suo sostegno.
Era buffo, per anni Anna aveva elemosinato la sua
compagnia, sperando che Elsa le aprisse la porta, ed ora era Elsa ad
avere un
disperato bisogno di lei.
Le colline erano lontane. Di certo sarebbero venuti a
trovarla di tanto in tanto...ma quando? Una, due volte l'anno? Durante
le
feste?
Da due sorelle che potevano vedersi finalmente tutti i
giorni, sarebbero diventate come due lontane conoscenti?
Anna non aveva pensato a lei?
Non aveva pensato che sarebbe rimasta sola?
Forse vedendola esternamente sempre forte e sicura, non
si era resa conto che anche Elsa aveva bisogno di lei.
Eppure era convinta che Anna potesse capirla veramente.
Contava davvero così poco per lei?
Come avrebbe voluto che Anna rimanesse al castello con
Kristoff.
Gelò a quell'orribile pensiero. In quel momento Elsa si
sentì davvero quel mostro che tutti vedevano in lei.
Era davvero diventata così egoista?
Amava sua sorella e voleva solo la sua felicità, a
qualunque costo. Non le avrebbe mai chiesto di rimanere, anche se
questo
significava rimanere sola...anche se significava soffrire.
Sofferenza.
Era questo che sentiva ormai: sofferenza e dolore che le
stringevano il cuore. Si sentiva di nuovo sola, si sentiva di nuovo
diversa da
tutto e da tutti.
Sentiva il suo cuore come se fosse di ghiaccio.
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Eccoci al
cap8!
Allora tanto per cambiare doveva inizialmente contenere altri 2 eventi,
ma poi
mi sono fatta prendere la mano e quindi i restanti 2 li
avrete nel
prossimo capitolo! (ma perché le cose che nella mia testa
sono brevi, a
scriverle diventano lunghe? XD )
Posso solo dirvi
che avrete qualche rivelazione U.U
Ma torniamo al
capitolo: si lo ammetto, sono riuscita a creare un personaggio
più detestabile
di Hans...Elias! XD
il suo battibecco con Elsa lo adoro XD
Solo io anche nella
vita reale incontro solo ragazzi così? Il pezzo con il
fratello di Hans l ho
ispirato proprio ad una mia esperienza con un ragazzo che ci siamo
presi una
cosa da bere al bar, lui mi precede sicuro alla cassa, io cosi penso
"Ma
che carino, vuole pagare lui addirittura? O__O " e lui si volta verso
di
me e dice"Pensi che DOVREI offrire io secondo te?" io cosi *faccia
alla Elsa* "No non credo proprio che DOVRESTI, io pago il mio!" vado
e pago il mio LOL XD
Elsa si chiede se Anna capisca che anche lei ha bisogno di sua sorella,
perchè anche se all'apparenza fredda e sicura di
sè,
anche lei ha molto bisogno di affetto! Non posso che condividere questa
sensazione che molte volte mi è capitato di provare, anche
in
amicizia.
Quindi resta nella
solitudine e disperazione e il suo cuore torna ad essere di ghiaccio.
Che accadrà adesso?
Lo scoprirete nel
prossimo capitolo! Se potete recensite e ditemi che ne pensate di
questo
capitolo!