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Autore: Elsker    23/03/2014    4 recensioni
Berlino è casa
Berlino è famiglia.
Berlino semplicemente è, c'è: la senti, la percepisci.
[I miei pensieri riguardo al viaggio che ho fatto a febbraio]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Berlino


Berlino





Berlino è casa
Berlino è famiglia.
Berlino semplicemente è: la senti, la percepisci.

Grande, splendida, immensa, Berlino è vasta, ricca di storia e di monumenti; Berlino non nega mai la visione del cielo che l'avvolge.
È nata come un semplice villaggio per pescatori.
È stata il centro del potere nazista.
È stata ridotta a un cumulo di macerie.
Ora è la capitale della Germania, dell'Europa, della modernizzazione. La città del cosmopolitismo e delle biciclette.
Quasi del tutto devastata è stata ricostruita mattone su mattone da donne e bambini.
È un miracolo vivente.
Sei lì, la guardi.
Non è solo una città bellissima, ma è anche la rappresentante di sogni e speranze, è l'essenza della vita. Se è stato possibile tutto ciò, perché non provare a lottare, a sperare e a costruire?

È casa perché c'è spazio per tutti. Ovunque tu stia, trovi il tuo posto, il tuo respiro.
È forte perché è rinata da sudori, fatiche e sacrifici; perché si è rialzata quando aveva ormai raggiunto l'abisso.
È famiglia perché ti accoglie per ciò che sei.

Credo che il fulcro del viaggio della memoria sia stato essere lì, in quella città.
Mentre camminavo spensierata, svincolata dalla realtà; mentre respiravo l'aria frizzante e andavo contro il gelido vento che disordinava ogni cosa e persona; ho riflettuto, ho pensato. Mi sono immersa in me stessa.
Mentre, durante la notte, ubriaca di euforia camminavo dietro gli altri per tornare all'hotel prima che si facesse alba; mentre, sdraiata, guardavo l'immenso cielo azzurro; mentre dalla cupola del duomo ammiravo l'intera città avvolta dal tramonto; mi sono immersa in me stessa.
E ho maturato una consapevolezza che, in realtà, ho sempre avuto.
La vita è solo una, si sa. E allora perché vivere tanto per vivere, invece di vivere per sogni e passioni? Perché vivere desiderando la normalità e tutto ciò che purtroppo non si ha avuto, invece di andare avanti e accettare?
Ho capito cosa potrei fare in futuro, perché anch'io, come ogni comune mortale, ne ho uno e ho il diritto di sperare e di pianificare.
No, non è vero perché no, non posso permetterlo.
Le delusioni a cui sono andata incontro mi hanno resa ciò che sono. Ed io ho molto paura di imbattermi in altri, perciò vivrò l'oggi, impegnandomi per un possibile domani.
Questo viaggio mi ha traumatizzata allo stesso modo di anni fa, ma mi ha regalato un sconvolgimento piacevole.
Da allora mi ero rifiutata di crescere, ma da ora lo farò di nuovo: crescerò.



Angolino mio:
se avete dovuto sorbirvi una simile cosa è colpa di Bloomsbury: è stata lei a suggerirmi di scriverlo. E le sono davvero grata, perché è un'ottima idea raccogliere un intero viaggio in poche righe. Ogni parola è dosata, pensata e toccata con il cuore.
È una flashfic davvero molto personale... magari il passaggio finale non ha neanche senso, perché è un finale, ma ho voluto lasciarlo così, perché io non ho ancora davanti a me la strada nitida nitida e non so cosa mi aspetta il futuro. Per questo ho lasciato il pezzo finale molto incerto.
Ringrazio chiunque abbia speso del tempo a leggerlo.
Un abbraccio,
Elsker.


   
 
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