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Autore: Kiacchan    03/07/2008    1 recensioni
Uomini e Maghi si fronteggiano da moltissimo tempo in un combattimento all'ultimo sangue. Da qualche anno però, le ostilità in campo aperto sono cessate lasciando spazio a una guerra fredda. In questo clima, in cui l'aria è talmente densa da poter essere tagliata, si sviluppa la nostra vicenda. Vite apparentemente parallele finiranno per intrecciarsi, intrighi verranno dissipati, facendo riaprire antiche ferite risanate solo in superficie ma ancora vive in profondità.
( è la mia prima storia qui, buona lettura )
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Newland, capitale del mondo umano. Giugno. Le otto di sera. Vite e vite in fermento dentro ai piccoli bar dei sobborghi, vite quiete accoccolate sui divani di casa, al calduccio, mentre una scatola di metallo propina immagini su immagini, che istantaneamente si immagazzinano nei cervelli. Una ragazza cammina lentamente su un marciapiede illuminato dai lampioni, gli occhi della città che non dorme mai. Quella parte della città era la più desolata e pericolosa, sotto un certo punto di vista - il pericolo era una conseguenza della desolazione. Era però anche quella che lei amava di più, quella in cui era cresciuta e, sebbene suo padre le avesse intimato di andare a vivere altrove, lei non l’aveva ascoltato. Lì c’era tutta la sua vita. Il solito pub del sabato sera, la solita discoteca, il solito cinema, le solite vie solitarie dove poteva passeggiare sola con se stessa, immersa nei suoi pensieri. Però doveva sempre avere un’arma a portata di mano. Non che fosse un problema per lei, no di certo. Era un po’ come una sicurezza, da quelle parti. Comunque, era preparata a qualunque cosa potesse accadere…Non aveva paura della morte. E come poteva? Col lavoro che si era scelta, sarebbe stato un controsenso.
In ogni modo, lei passeggia. La sua camminata è strepitosa, secondo le sue colleghe o le sue amiche. Un passo in fila all’altro, deciso. Qualcuno le aveva detto che era qualcosa a metà tra quella di un soldato senza cuore e quella di una modella. L’aveva preso come un complimento. Stivaletti col tacco, calze a rete e pantaloncini corti. Dal cappuccio del giubbotto sfugge qualche capello scuro. Ha la pelle abbronzata e gli occhi fissi davanti a sé: occhi di un verde acqua chiarissimo. E’ immersa nei suoi pensieri.
«Al diavolo Taux. Cosa vuole a quest’ora? Il giorno delle riunioni è il lunedì…Non il mio giorno libero! Adesso che ci penso però potrei farmi affidare un altro lavoretto: mi sono stancata di stare in panciolle. Odio aspettare, e per giunta fa male alla salute: mi arrugginisco e divento fiacca. E lui invece, si sarà deciso ad andarsene a casa, dopo che gli ho fatto girare mezza Newland a piedi?» Tira fuori il telefono. Menu. Fotocamera. Guarda l’immagine sullo schermo e sorride. Volta il viso verso un vicolo a sinistra.
«Oh, cosa ci fai tu qui?» dice con voce dolce a un animaletto immaginario mentre si addentra nella via buia.
Qualche secondo dopo sbuca di nuovo sulla via principale, alcuni metri più indietro. Un uomo si è appena addentrato nella viuzza di prima. Lei sghignazza e si morde un labbro nel tentativo di soffocare una risata.
Cammina rasentando il muro, attenta a non fare rumore. L’uomo è immerso nei suoi pensieri e non si accorge di lei. Ha i capelli biondi e un giubbotto di pelle sopra i jeans. La ragazza estrae dalla tasca sinistra un pugnale e, dopo essersi avvicinata a lui da dietro, glielo punta alla gola scherzosamente, tenendolo fermo.
«Preso» sogghigna. «Andrew, hai così tanto tempo libero da venire a seguire me? E per giunta ti fai fregare con un trucchetto da scolaretti»
«Dannazione, Eve. Senti, io mi preoccupo per la tua salute! Una fanciulla indifesa, ehm no…Comunque sia, una fanciulla sola a quest’ora di notte ha bisogno di qualcuno che le guardi le spalle, no?» ammicca Andrew.
«Sì, ok. Comunque sia resta il fatto che ti ho fregato con un diversivo da pivelli caro mio» Gli dà un buffetto sulla spalla.
«A-ehm, stavo guardando se eri finita in uno di questi cassonetti! Non penso che tu mi possa sbucare alle spalle…»
«Ahahah, Signor Ross, ti stai arrugginendo! Altro che medaglie di qua e medaglie di là. Sei una mezza cartuccia!» Ride. «Comunque» torna seria e leva il pugnale dal suo collo «com’è che non hai niente da fare? Ho saputo che ti avevano affidato un incarico importante…»
L’uomo la squadra un attimo con gli occhi azzurri, compiaciuto.
«Maledizione...Devo ammettere che è proprio brava: mi è arrivata alle spalle senza che mi accorgessi di nulla.»
Poi continua: «Già è vero…ma l’ho rifilato a un mio sottoposto. Sai, non mi sporco più le mani se non ho un tornaconto piuttosto elevato»
«Oh certo…ora ci mettiamo a fare gli schizzinosi?» dice mentre gli dà una gomitata.
«Naaa, è che sono i soliti magicanti bastardi…e Mike deve farsi le ossa. Io ne ho già ammazzati così tanti…A te non vengono mai sensi di colpa? Dopotutto sei così giovane». Sembra sinceramente preoccupato per lo stile di vita scelto da Eveline.
«Andy, lo sai anche tu: quei figli di puttana hanno ucciso la mia famiglia. Le mie pistole rimarranno calde finché non saranno tutti morti quei maghetti da strapazzo»
«Tutti morti…bella prospettiva eh? Sono ventisette anni che faccio parte di questo maledetto universo e non ho ancora vissuto un giorno di pace. Ahhh, se c’è qualcuno lassù, ci conservi un posto sulle spiagge del Paradiso!»
Eveline ridacchia. «Da quando credi in Dio? E poi, anche volendo, credo che finiremo nel girone più basso dell’Inferno tu ed io: Girone ASS»
«Girone ASS?» chiede lui, incuriosito.
«Assassini Senza Scrupoli»
  
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