La sorellastra
Lei
arrivò da noi con il fidanzato di mamma, e rimase con noi
anche
quando lui, suo padre, morì di malattia. È bella,
lei. Gentile, dai
lunghi capelli biondo cenere, sempre sorridente e timida con tutti.
Le piace passare molto tempo da sola, le guance le si imporporano
quando parla con qualcuno.
Mia
sorella gemella la detesta. Anche se d'aspetto non sembra, io e mia
sorella gemella siamo diverse. Mia sorella è gelosa di lei,
perché è più bella. Io invece no. Io
la trovo tenera, la sento
come una sorellina più piccola, che necessita di protezione.
È più
bella di me, è vero, ma non penso che questo sia un grande
vantaggio
per lei. È brava e dolce, e io la adoro, ma le manca la
forza, la
freddezza, la resistenza. Quando qualcuno dei nostri amichetti la
prendeva in giro – sciogliendole la lunga treccia che lei
amava
farsi – abbassava il capo e stava zitta. Quando giocavamo in
giardino, stava in disparte, timida e taciturna. Anche adesso che
siamo cresciute è così. Non ha la malizia per
rispondere alle
provocazioni delle figlie della vicina, è bella ma
probabilmente non
pensa di esserlo.
Questo
comportamento fa imbestialire mia sorella gemella – sto
incominciando a credere che forse a modo suo le vuole bene. Mia
sorella si lamenta che lei non
combinerà mai niente per tutta
la sua vita, che incasserà ogni colpo come un asino,
dice mia
sorella. Anche io la penso così, e mi dispiace.
Ho
conosciuto un ragazzo a un ballo. La prima cosa che ho pensato di lui
è che assomigliava a un contadino: le spalle larghe, i ricci
scompigliati, i modi semplici ed enfatici di parlare. Non era bello
–
e probabilmente nemmeno tanto intelligente – ma mi ha subito
dato
l'impressione di essere sincero, e buono, e gentile. Ho pensato che
non ci sono molti ragazzi così.
Poco
dopo mi è stato presentato come il principe. Ho rischiato di
morire
lì. Il principe, lui? Non ne aveva davvero l'aspetto. Mia
madre si è
mostrata entusiasta che io avessi fatto amicizia con il principe,
probabilmente pensava che lo avessi fatto apposta. Non so quando mia
madre è diventata così cinica. Ho tentato invano
di spiegarle che
non è stata una cosa voluta, ma non ha voluto sentire
ragioni: devo
vederlo ancora. L'idea non mi va per niente, non voglio sfruttare
quel ragazzo per l'ambizione di mia madre. E poi, anche se è
buono,
non è il mio tipo. Ho sempre voluto un marito intelligente,
che
parlasse con me di molte cose.
Fra
me e il principe è nata una splendida amicizia, non ho mai
avuto un
amico così. Con lui posso parlare di tutto, mi vede bella
per come
sono. Ci sediamo sull'erba – dopo aver seminato le mie dame e
le
sue guardie – e parliamo delle mie e delle sue passioni. Lui
è
proprio come avevo intuito al ballo. Buono come il pane, ridanciano e
un po' stupidotto. Sebbene sia stato cresciuto fra il marmo del
palazzo reale, riesce comunque ad avere problemi di protocollo e di
atteggiamento. Spesso è zotico, dice la cosa sbagliata alle
persone
sbagliate. Non era decisamente il mio tipo, ma è un amico
che vale
oro.
Spesso
gli parlo anche di lei. Il principe sembra essere
interessato
non tanto per lei, quanto per
il piacere di starmi a
sentire. Non mi apro molto, quando lo faccio lui presta sempre
attenzione. A volte ho l'impressione di piacergli, ma non ho capito
se è una mia fantasia o è proprio
così. Probabilmente è una mia
fantasia. Sono sempre stata brava a viaggiare con l'immaginazione.
Il principe è venuto a un ballo a casa mia. Ha conosciuto lei, l'ha fatta un po' ridere con i suoi soliti atteggiamenti e poi è venuto da me. Abbiamo ballato, abbiamo bevuto e abbiamo riso. Infine siamo riusciti a scappare via da quella gente frivola e vuota e siamo corsi in giardino. Abbiamo guardato le stelle, respirando a pieni polmoni l'aria della sera. Ero felice, ero davvero felice.
Il
principe mi ha raccontato di avere accompagnato a casa lei,
e
di averla baciata. Sulle prime sono rimasta un po' perplessa. Com'era
possibile? Non aveva mai mostrato alcuna predilezione per lei.
Lui
mi ha spiegato che mentre passeggiavano lei si è aperta, in
un modo
che non ha mai fatto nemmeno con me. Gli ha detto di essere
profondamente infelice, si è messa a piangere
perché la sua vita le
sembrava inutile, schifosa. Lui, commosso, ha sentito il bisogno di
baciarla.
Non
so perché, ma non sono contenta. Non mi va che lei
lo abbia
baciato. Ma, in fondo, lui lo ha fatto solo perché provava
pietà
nei suoi confronti. Lei è così timida,
così chiusa, che una
persona buona come lui non può non sentirsene toccata.
Il principe mi ha rivelato che sta incominciando a innamorarsi di lei. C'è qualcosa che non va in me. Quando me lo ha detto ho provato quasi un male fisico. E poi il mio atteggiamento verso di lei è cambiato. Non ho più voglia di parlarle, non ho più voglia di difenderla. Anzi, provo un certo malsano piacere quando mia sorella la stuzzica. So che il mio comportamento è orribile, non mi riconosco più. Io sono sempre stata buona, tutto sommato. Cosa mi succede? Che io sia innamorata di lui? Ma ho detto io stessa che non è il mio tipo d'uomo. Lui, anche se è il principe, in società mi farebbe fare solo delle gran brutte figure. Così zotico, così sempliciotto. Mi vergognerei delle sue uscite, probabilmente. I nobili lo deriderebbero. Però, però... Se chiudo gli occhi e mi immagino di averlo al mio fianco...
Lei
e il principe si sono fidanzati, è ufficiale. Sono fuori di
me, non
mi sono mai sentita così. La odio.
La odio come potrei odiare un ladro. Perché lei è
una ladra. Che diritto ha di saltellare di stanza in stanza
canticchiando? Che diritto ha di essere felice? Se lui appartiene a
qualcuno, quel qualcuno sono io. Sono io che lo conosco, io che ho
parlato con lui per ore e ore e ore senza mai stancarmi. Lei
è
semplicemente sbucata fuori da un momento all'altro e me lo ha preso.
E poi, lei non si
merita la felicità. Che cosa ha mai fatto, per meritarsela?
Si è
forse mai alzata a rispondere a chi la prendeva in giro? No. Ha forse
mai reagito alle battutine delle figlie della vicina? No. Si
è mai
sciolta quella sua stupida treccia, nella quale raccoglieva sempre i
suoi bellissimi capelli? No. E allora
perché?
Perché lei deve essere felice? Non se lo merita, non ha mai
combattuto. Io invece ho combattuto tanto. Anche io ero timida, e
l'ho superato. Anche io ero derisa dalle figlie della vicina,
finché
non ho imparato a difendermi. E in più, io non sono nemmeno
tanto
bella, ma da una parte ho trovato altre qualità, dall'altra
ho
cercato il più possibile di migliorare il mio aspetto. Ho
combattuto
per la felicità ogni singolo giorno della mia vita. Lei
invece cosa ha
fatto? È stata
seduta, con la testa bassa, aspettando che qualcuno la venisse a
salvare. E quello che mi fa più uscire di senno,
è che quel
qualcuno è arrivato.
Ma
forse sono crudele, in fondo è sempre stata triste. Suo
padre è
morto, sua madre è morta, nessuno l'ha mai aiutata. Solo...
perché
proprio lui?
Non ho smesso di frequentare il principe, e lui non ha smesso di confidarsi con me. Non penso che lei sia gelosa e, se lo è, peggio per lei. Lui è innamorato, è evidente, ma, ogni tanto, da qualche parola o da qualche gesto, ho ancora l'impressione di piacergli. Ma sarà così, poi? Ormai dove finisce la realtà e iniziano le mie speranze? Vorrei che lui baciasse me e lasciasse lei. Ma non mi farò mai avanti, perché qualcosa dentro di me sta ancora proteggendo lei. Non ho mai sofferto così tanto per amore. A volte ho un male fisico alla pancia, e devo rannicchiarmi su me stessa. Mi succede quando penso che loro potrebbero essere due anime gemelle che si sono trovate. Per me questo è un pensiero inaccettabile, dolorosissimo. Io devo essere la sua anima gemella, non lei. Sono io con cui ha riso, io con cui si è capito. Lei non lo conosce, lui non conosce lei. Come ha potuto scegliere lei e non me? Perché è successo tutto questo?
Il
fidanzamento prosegue, il matrimonio si avvicina. I miei tentativi di
ballare e conoscere altri ragazzi sono clamorosamente falliti. Ormai
non so più come comportarmi. Vorrei parlarne con qualcuno,
ma mi
vergogno. È tanto facile biasimarmi. Io mi biasimerei,
forse. La
ragazza che tenta di rubare il fidanzato alla sorellastra
più
piccola.
Nessuno
intorno a me intuisce la verità. Mia sorella osserva lei
e
lui con un po' di stizza, mia madre non è propriamente
felice, ma
non le dispiace l'idea di avere una figliastra a palazzo. Sembra che
io sia diventata una lastra di marmo: nessuno vede quello che sta
succedendo dentro di me. Eppure a me sembra abbastanza evidente,
troppo evidente. Mi chiedo se lui se ne sia mai accorto, penso di no.
Sono davvero così impenetrabile? Io in verità mi
sento come
penosamente nuda.
Il
tempo scorre veloce, cosa devo fare? Devo lasciare perdere, o devo
combattere per lui? Lasciare perdere significherebbe creare un
rimpianto che porterei con me fino alla vecchiaia. Combattere vuole
dire schierarmi contro la mia dolce sorellina, e agire per la mia
felicità e non per la sua. In più, ci sarebbe il
rischio che lui mi
rifiutasse, che mi rivelasse che mi ha sempre e solo vista come
un'amica. Confesso che questo mi distruggerebbe. Il matrimonio
però
è vicino, e io devo scegliere. Ma la mia scelta muta
continuamente,
a seconda di come mi sento, e io sono sempre più infelice.
Un
altro ballo. Di nuovo io e lui beviamo un po', e di nuovo scappiamo
nei prati. La luna è alta, e l'aria è tiepida e
carezzevole. Lui
questa volta ha bevuto più del solito – cosa
strana in effetti,
perché non gli è mai piaciuto bere – e
sta davvero sragionando.
-Mi
manca lei.- Dice, perché lei non
è potuta venire.
Io
faccio spallucce, e lui mi guarda per un po'.
-Hai
davvero delle belle labbra, una linea bellissima. Sono sottili, a me
non piacciono le labbra piene. I tuoi capelli rossi le fanno
risaltare in un modo che mi piace tanto.-
Io
rido. Ma che diavolo significa? Ci sta provando o è solo una
mia
impressione? Oppure è semplicemente ubriaco?
Ah,
Fortuna, dea bendata. Te ne prego, aiuta anche me ogni tanto.