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Autore: Apalapucian_HP    23/03/2014    2 recensioni
“Ultimo ballo,” mormora contro il suo petto, con le lacrime le riempiono gli occhi mentre la paura e la stanchezza la raggiungono e l'adrenalina si deteriora.
“Lo so,” risponde lui, portandola più vicina e facendo un piccolo passo di lato. Lei può sentire il suo sorriso mentre inizia a condurla. “L'ho promesso, giusto?”
James Potter - Lily Evans, one-shot.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Last dance





Il suo ultimo pensiero, ovviamente, fu per Lily Evans.

Le mani tremavano appena, il cuore pulsava erratico nel petto come se stesse cercando di riempire l'ultimo magro spazio della sua lunga quota di battiti – lui stava in piedi dritto e testardo e cavalleresco come sempre, fino all'ultimo secondo, e il suo ultimo pensiero e respiro e battito del cuore furono tutti per lei.

Lily.

Impossibilmente bellissima, infinitamente brillante, ed alla fine miracolosamente sua... solo per essere portata via da sfortunate, inesorabili circostanze che cingevano entrambi i loro nomi, e il nome di loro figlio, e tutti i mondi di cui facevano parte – il grande, il piccolo, babbano, magico, casa, famiglia... vanificando tutte le possibilità del futuro che avrebbero potuto avere.

Non aveva mai pensato tanto all'aldilà, ma era sicuro di una cosa: non poteva proprio immaginare come sarebbe stato vivere senza di lei.

Ma lui era James Potter, e se la sarebbe cavata, avrebbe dovuto farlo, perché anche se il pensiero di non essere con Lily lo spaventava più di qualsiasi altra cosa, lui concludeva che lei fosse troppo meravigliosa per sbarazzare il mondo della sua esistenza. Anche nell'aldilà, pensò, se uno fosse anche esistito, guardare ad un mondo senza Lily Evans era semplicemente inconcepibile.

Sperava soltanto che la sua morte l'avrebbe salvata.

Pensò ad Harry, una scusa silenziosa risonante nel cervello, ed era una speranza fievole, ma voleva che raggiungesse il bambino che piangeva al piano di sopra, il bimbo che volava su una scopa, quel coraggioso, spettacolare uomo che James non avrebbe mai visto, ma che suo figlio un giorno sarebbe indubbiamente stato.

Pensò a Sirius.

Pensò ai suoi amici.

Pensò a tutto quello che stava lasciando, a questo ultimo disperato desiderio che avrebbero vinto -per favore, per favore, vincete- in un modo o nell'altro.

Ma più di tutti, pensò a Lily Evans, i cui occhi e il sorriso e la risata e la vita ora lo rendevano coraggioso, nonostante tutto, e prima che tutto fosse perduto pensò a come l'universo fosse abbastanza gentile per concedergli un ultimo, tragicamente ironico favore – l'altrimenti improbabile ma fortuito fatto che l'anatema che uccide fosse del preciso colore degli occhi di lei.



Un lampo nocciola, una seconda occhiata, e poi quel distino, splendido sorriso – affatto rovinato dal sospiro di sollievo che lei non può sentire da quella distanza.

Appena i suoi incredibili occhi verdi incrociano lo sguardo di lui dall'altra parte della stanza, la prima cosa che il cervello di Lily riesce a farsi venire in mente è che James Potter mantiene le promesse.

È un fatto che Lily non ha mai notato di lui prima d'ora, ed è dire qualcosa, perché lei sembra aver preso l'abitudine di notare cose su di lui ogni giorno della sua vita che passa. Le è servito un po' per accorgersi che è, di fatto, attratta da lui. Ma non può più essere negato che lui la colpisca in un modo in cui nessun altro nell'intero universo può, ed ora anche lui lo sa.

Lei non aveva davvero una scelta. Erano circondati, e lei pensava che sarebbero morti, e non poteva sopportare l'idea di andarsene senza fargli sapere cosa provasse per lui.

Magari qualcuno là fuori l'ha tutto programmato, perché tutto andava atrocemente a rilento tra loro due – da lui che ha capito che non si stava facendo un favore a continuare a dichiarare il suo amore immortale, a lei che finalmente ha accettato la verità che aveva troppa paura di affrontare.

È innamorata di lui.

Fa un esitante passo in avanti e pensa con assoluta, irrevocabile certezza: sì, è innamorata di lui, e rimarrà così per un po', perché lei è Lily Evans, Grifondoro, una leonessa e un fiore e una orgogliosa, impavida nata-babbana, e lei è innamorata di lui.

Lei è Lily Evans, e lui è James Potter – e lei ha davvero smesso di correre.



Lily, prendi Harry e scappa! È lui! Corri! Lo trattengo io...!”

Senza bacchetta, lo derise una petulante voce nella sua testa. L'avrebbe trattenuto senza bacchetta?

Chi avrebbe avuto una possibilità?

Stai per morire...

Lui aveva sempre annunciato scherzosamente al pubblico -e qualche volta sottovoce a se stesso, le molte occasioni in cui lei l'aveva esasperato e se n'era andata- che lei, un giorno, l'avrebbe fatto morire.

Una volta, che sembrava sia un secolo che qualche secondo prima, gliel'aveva anche detto.

Esausta, agitata, e con l'aspetto di chi aveva appena ricevuto lo spavento più grande della sua vita – che probabilmente rifletteva anche il suo aspetto, considerando che erano appena sopravvissuti insieme ad un attacco inatteso quella notte, al party di Halloween del settimo anno di Lumacorno – lei era in qualche modo riuscita ad apparire meravigliosa dopo tutto, se non più vera e mozzafiato e più... ancora più Lily, con i suoi capelli fieri quanto gli echi della recente battaglia nei suoi occhi, strappato il vestito ma non affatto il coraggio.

Quella notte, per quanto lui potesse ricordare tra l'offuscata confusione di incantesimi lanciati e suppliche gridate, lei gli aveva detto che lo amava. Lui era stato troppo occupato a salvare entrambe le loro vite e a stupirsi di quella verità per risponderle, ma si ricordava di essersi sentito come il ragazzo più fortunato di tutto il mondo, tagli e maledizioni e ferite e caos e tutto.

Mi farai morire”, era stato quello che le aveva detto quando l'aveva rivista, circa mezz'ora dopo, su una pista da ballo dalla luce soffusa, sporcata da tessuti strappati e festoni caduti e rifiuti assortiti, dopo che lui era andato a cercare i suoi amici e lei ad avvertire i gradi più in alto dell'Ordine.

Lei aveva alzato gli occhi al cielo (come si era aspettato), ma diversamente dalle infinite volte prima di quella, aveva allungato la mano e aveva intrecciato le sottili dita con quelle callose di lui. Non sarebbe stata d'accordo se lui glielo avesse detto, ovviamente, ma lei faceva sentire lui al sicuro. Lo faceva sentire come se tutto, al mondo, andasse bene. Lo faceva sentire okay, anche con una guerra incombente ed un folle a piede libero, anche quando l'aria puzzava di fumo e sangue e polvere.

Anche io ti amo,” aveva risposto, mezz'ora dopo, ma l'aveva fatta comunque sorridere. “Ma davvero, Evans, un giorno sarai dichiarata la causa della mia morte.”

Non aveva idea allora di quanto l'universo stesse progettando di renderlo letterale.

Stava per morire per Lily Evans.

Il pensiero lo fece quasi sorridere.

Tu mi farai morire.

Corse giù per le scale in quello che sarebbe stato il suo ultimo tentativo di giocare all'eroe, il cuore dolorante per il fatto che ora non c'era nessuna testarda, sardonica, adorabile ragazza dai capelli rossi che gli avrebbe sorriso o gli avrebbe stretto la mano.



Le dita di lui calzano perfettamente tra le sue.

Mi farai morire.”

Lei ignora il commento e trascina i piedi in avanti per appoggiarsi a lui, appoggiando l'altra mano sulla sua spalla, mentre la mano di lui si accomoda sul suo fianco.

Anche io ti amo.”

Certo che anche lui la ama.

È incredibile e bellissimo e tragico, ma soprattutto, è vero. Lui non ha mai rinunciato a lei. Lei è stata impossibile ed esasperante e difficile, può ancora esserlo, ma lui è rimasto e l'ha amata ugualmente.

Lily pensa che non si è mai sentita così affezionata al battito di cuori di qualcuno di quanto adesso non scopra di esserlo per quello di James.

Ultimo ballo,” mormora contro il suo petto, con le lacrime le riempiono gli occhi mentre la paura e la stanchezza la raggiungono e l'adrenalina si deteriora.

Lo so,” risponde lui, portandola più vicina e facendo un piccolo passo di lato. Lei può sentire il suo sorriso mentre inizia a condurla. “L'ho promesso, giusto?”

Non c'è musica, ma loro ondeggiano lentamente al suono dei loro cuori e sospiri e passi – perché quando James Potter fa una promessa a Lily Evans, a meno che non ci sia assolutamente nessun dannatissimo modo perché lui possa portarla a termine, e a meno che nemmeno la più piccola, anche all'apparenza impossibile scappatoia sia trovata dal meglio che i suoi congeniti occhi difettosi possano fare, lui si impegnerà, sempre ed ogni volta, per mantenere la parola



Non c'erano parole che potessero davvero catturare esattamente cosa lui provasse per lei, perché, in sua opinione, anche la parola amore era stata buttata lì abbastanza per lui da inserirci lui e Lily, anche la parola amore era stata usata abbastanza e senza riguardi da così tante persone che lui, James Potter, che cercava di spiccare tra la folla, che era sempre stato inevitabilmente più di un nome e una faccia, pensava che sarebbe stata un'assoluta disgrazia se loro se ne fossero accontentati.

Come in quel momento, con niente tranne il suono del respiro di Harry e la leggera, familiare sinfonia delle creature della notte che veniva soffiata nella stanza dalla finestra aperta, con Lily tra le sue braccia e il ricordo di una fatidica notte che adornò entrambe le loro coscienze allo stesso momento, anche la parola amore sembrava debole ed inadeguata in confronto a come lui si sentiva. Tranquillo. Speranzoso. Si sentiva... be', a posto, in mancanza di una parola più appropriata, bene.

Si sentiva innamorato.

Era innamorato.

Promettimi una cosa,” sussurrò lei all'improvviso.

Lui non smise di muoversi, strascicando i piedi pigramente sul pavimento, ricordando la prima volta che lei gli aveva detto di amarlo, quell'ultimo ballo in quella notte di Halloween. “Hm?”

Sopravviveremo, sì?” disse, e la paura e l'incertezza nella sua voce gli spezzarono il cuore “Staremo bene. Tu, io, Harry. Un giorno. Saremo okay. Tutto sarà okay.”

Gli ci vollero un paio di secondi per rispondere.

Non lascerò che vi accada niente,” rispose infine, allontanandola gentilmente per poterla vedere in viso. Sapevano entrambi che non era proprio la risposta alla sua domanda. “Starete bene.”

Rimasero così per un momento, fissandosi in silenzio; lui che la implorava senza parlare di ignorare la cruda differenza del dire “voi” invece di “noi”, la mente di lui che memorizzava il viso di lei, la sua voce, lei tutta.

Lei annuì e lo abbracciò stretto, cedendo, e lui le accarezzò i capelli e le baciò la fronte.

Lei singhiozzò una volta e lui sospirò una volta, e, sopra la sua spalla, vide Harry girarsi nel sonno – prima che entrambi sentissero l'inconfondibile rumore della porta che cigolava sinistramente al piano di sotto.



Una nuvola li sorvola, pesante e infausta, mentre l'altro lato dichiara apertamente guerra.

Ma se solo per la corta durata di stanotte, di questo raro, solitario momento con James, la mente di Lily si distrae rammentando il suo pensiero precedente, una strana epifania su questo cretino dai capelli disordinati, ossessionato dal Quidditch, rumoroso, arrogante – che si è rivelato essere l'amore della sua vita.

James Potter mantiene le sue promesse.

Che sia perché lei non gli ha mai dato veramente abbastanza possibilità di osservare i suoi disinvolti, eclatanti giuramenti di affetto o no, lui davvero le mantiene. Come ora, in piedi accanto a lei, stanco e malconcio, ma che ancora sorride quel sorriso ridicolmente splendido che le fa venire voglia sia di colpirlo sul petto sia di baciarlo fino allo svenimento... lui sta onorando la promessa che le ha fatto quella sera, l'ultimo ballo, il miglior ballo, il ballo per cui aveva letteralmente combattuto, non solo stasera, ma in tutti quegli anni in cui lei lo ha persistentemente respinto.

James Potter mantiene le sue promesse, e mentre l'oscurità gli inghiottisce, mentre i suoi occhi riflettono tutte le scarse fonti di luce disponibili, mentre la tiene stretta, le dona di più che solo l'ultimo ballo della serata.

Le dona la promessa di un miracolo, perché sono sopravvissuti, e perché contro ogni pronostico ancora -e per sempre- hanno l'un l'altra.



... e vissero per sempre felici e contenti.” concluse, sentendosi sciocco, ma comunque sorridendo in affetto e soddisfazione di sé nel trovare Harry finalmente addormentato nella sua culla. Si alzò per stiracchiarsi, appoggiando il libro sul tavolino lì vicino, passandosi le dita tra i capelli.

Non male, Potter,” disse qualcuno dalla porta, e lui si voltò, il sorriso sbilenco già al suo posto.

Abbastanza a lungo da capire che sei un cantastorie fantastico.” lo raggiunse e gli diede un bacio veloce sulle labbra, che lui restituì entusiasta. Poi gli si mise accanto, intrecciando il braccio al suo e appoggiando la testa alla sua spalla.

Guardarono Harry dormire, e benché lui non lo sapesse, entrambi stavano immaginando la vita che avrebbero avuto quando tutto fosse finito – il piccolo giocatore di Quidditch che quel bimbo sarebbe diventato, le feste di compleanno che avrebbe avuto, gli autunni e le estati e gli inverni e le primavere, le sue prime parole e il primo bacio e il primo amore, le lacrime che Lily avrebbe sicuramente versato quando entrambi avrebbero salutato l'undicenne che scompariva con il treno scarlatto, le vittorie di cui James sarebbe stato fiero, le lettere che avrebbe mandato e che avrebbero letto insieme, le ramanzine, le risate, le lacrime, i Potter.

Guardarono loro figlio in silenzio, augurandogli bei sogni, ed era il tipo di silenzio che James amava, il tipo di silenzio che durava molto ma mai abbastanza.

Si voltò per osservare sua moglie. “Hey, Lily.”

Lei borbottò qualcosa in risposta, indugiando un secondo su Harry prima di girarsi verso di lui: “Sì?”

Ti amo.”

Lei sorrise: “Ti ricordi la prima volta che te l'ho detto?”

Una risata scappò dalle labbra di lui, prima che indietreggiasse di un passo e facesse un teatrale inchino, offrendole la mano: “Posso avere questo ballo, signora Potter?”

Lei alzò gli occhi al cielo, come anni prima, ma gli prese comunque la mano.

Ultimo ballo,” disse; ricordando affettuosamente, predicendo inconsciamente.



La fa girare una volta, e lei ignora deliberatamente i resti della caduta di quella sera, annegando tutte le sue preoccupazioni e le sue paure negli occhi di lui non appena gli è di nuovo in fronte.

Allora,” inizia lui “Mi ami.”

Non è una domanda. Lei alza le sopracciglia, ma non dice niente.

Questo significa che siamo...?”

La domanda rimane appesa nell'aria, e per qualche ragione, la fa ridacchiare. “Sono tutta tua, Potter,” risponde, e poi si alza in punta di piedi per baciarlo.



Sei ancora mia, Evans?” le chiese dopo qualche minuto, mentre ondeggiavano sul posto, il mento di lei appoggiato sulla sua spalla.

Sempre e per sempre, sì,” replicò, la sua voce calma come i loro passi attutiti, come il suono del respiro lento di Harry, come il vento autunnale che soffiava attraverso le foglie cangianti e morenti nel giardino di Godric's Hollow.

Lei giurò per sempre ancora e per un'ultima volta, qualche Halloween dopo, con una voce calma quanto il fruscio delle loro vesti contro il freddo, duro pavimento.



Si separano e lei prende fiato, la fronte di lui pressata leggermente contro la sua.

Ti ho sempre amata, sai,” dice, altrettanto senza fiato, altrettanto felice. “Non ho mai smesso.” Come se lei non sapesse. “Non lo farò mai.” Come se lei dubitasse.

Sempre e per sempre, allora,” concorda, ed esso si libera ed echeggia attraverso la sua coscienza più tardi – in una notte di Halloween diversa; molto, molto più tardi, ma comunque davvero presto, troppo presto – riverberando nel suo cervello e nelle sue ossa e nel suo cuore e nella sua anima, forte e chiaro come se lei sia lì, come se sia lei e gli occhi di lei e la sua Lily davanti a lui invece che una maledizione, un brandello di eternità secondi prima che tocchi terra e tutta la luce sia scomparsa dai suoi occhi.



  
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