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Autore: Shi_Yurei    24/03/2014    0 recensioni
Semplici pensieri, riflessioni...
quando desideri semplicemente dissolverti nell'unica cosa che trovi amica: le tenebre, il buio.
quando chiedi, implori, perdono per la tua sola esistenza, tutto perchè non sei abbastanza per altri.
Perchè sei una lurida pecora nera in mezzo ad un branco candido e non potrai mai cambiare il colore del tuo manto.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Pecora Nera
 

Mi chiudo nel mio piccolo angolo.
 
Spero che la morte arrivi presto. Inutilmente.
 
Sono stanca anche se una volta chiusa nel mio angolo non faccio nulla se non attendere.
 
Non ho voglia di fare nulla. Tutto è un peso. Spero che nessuno intacchi la mia routine chiedendomi qualcosa.
Tanto quando lo fanno mi accusano sempre che ‘tanto non faccio niente’.
 
È vero, quando sono nella mia stanza, quando sono a casa non faccio nulla se non ciò che mi viene espressamente chiesto per poi rifugiarmi e tornare il più presto possibile protetta all’interno di quelle quattro pareti dove passo il tempo dormendo o stando al computer.
Infondo sono la pecora nera della famiglia.
 
Sarebbe meglio se non ci fossi, ma mi vietate persino di dirlo ad alta voce.
 
Perché?
 
Mi crogiolo nel mio silenzio ormai.
 
E pensare che inizialmente quando mi si spiattellava in faccia la mia inutilità mi vergognavo, mi sentivo in colpa perché so che è vero, ma ormai, col passare del tempo, è sorta anche l’irritazione.
 
Sono stanca, stufa di tutto.
 
Per quanto m’impegni non otterrò mai alcun risultato che possa accontentare. Non ho talenti, né altro. Le facce delle zie e di mia nonna mentre quella volta mi rinfacciavano, schernendomi, la loro incredulità nell’apprendere ch’avessi superato obbiettivi in cui s’aspettano soccombessi ritenendomi la pecora nera della famiglia, non abbandonano affatto la mia mente.
 
Non importa quante volte abbia urlato mentalmente disperata, dispiaciuta, piena di sensi di colpa e di vergogna anche del solo fatto d’esistere quel “mi dispiace”“mi dispiace d’essere un fallimento, una vergogna.”“mi dispiace d’esistere.” “mi dispiace”“mi dispiace di essere la pecora nera in mezzo a quelle bianche.”
 
I loro sguardi ingiustamente pieni di ribrezzo e scherno mi sembrano ancora fissi su di me mentre ridono, squarciandomi il petto verbalmente. Anche dopo tutti questi anni loro sono ancora lì appena chiudo gli occhi.
 
Sono solo una piccola e rivoltante macchia nera su un immacolato foglio bianco.
Ecco cosa sono. E mi dispiace.
 
Eppure per quanto fuori casa mi impegni, quando entro in casa voglio solo ritirarmi dal mondo.
 
Ed ora, quando la mia stessa famiglia mi chiede qualcosa accusandomi che ‘tanto non faccio nulla’, l’irritazione nasconde i sensi di colpa ed il dispiacere, li ripara mentre dalla mia bocca esce quell’aggressivo “in questo caso, visto che dite sempre che non faccio niente, non faccio niente davvero!” per allontanarmi il prima possibile, prima che la maschera d’irritazione crolli lasciando visibile il dolore.
 
Dolore mascherato da irritazione. Combattuta dalla voglia di urlare e piangere, resto ugualmente in silenzio.
Lascio che le mie grida rimangano nella mia testa assordandomi dall’interno. Che le mie lacrime si tingano di rosso versate dal mio cuore lacerato e forse falso, del quale a volte mi sorprendo a pensare che possa essere ancora in fin di vita e non totalmente morto.
 
Sono solo una piccola, ridicola e disgustosa pecora nera in una famiglia che sembra composta solo da ottime pecore bianche.
 
E mi domando: Perché?
 
Sebbene sabbia che non otterrò mai alcuna risposta.

  
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