-Mia signora, Faelis e il suo drago sono arrivati a destinazione.
Arya guardava smarrita in fondo alla grande sala del trono, con gli occhi
persi. Fissava un punto in lontananza, senza accorgersi di ciò che le stavano
dicendo.
-Mia signora?
Solo quando l'elfo si ripete' dovette distogliere lo sguardo, e prestargli
attenzione, con egli ancora inginocchiato dinnanzi a lei. Era Taelì, l'elfo che
aveva nominato come suo consigliere. I lunghi capelli di filigrana gli
incorniciavano il volto spigoloso e appuntito.
-Grazie Taelì, puoi andare.- rispose lei con voce monocorde, accennando alla
fine ad un breve sorriso forzato.
L'elfo si inchinò un altra volta, poi, uscì dalla sala.
Solo in quel momento, Arya si lasciò cadere sul trono, improvvisamente stanca,
lasciando trasparire tutta la debolezza, pur non essendoci nessuno vicino a
lei.
Non lo ammetteva neppure a se stessa, ma la verità le era chiarissima. Era da
quattro anni che aveva assunto il comando del popolo degli elfi, quattro anni
da quando era diventata un Cavaliere dei Draghi, quattro anni da quando Eragon
era partito.
Lei si sforzava di non pensarlo, ma non ci riusciva. Non riusciva a non
provare un immenso senso di perdita, che la attanagliava prima di coricarsi, e
che le faceva pensare:
-E se lui fosse qui?-
-Se lui fosse qui, tu non ti saresti ridotta così.- le rispose il drago smeraldino nella sua mente. Arya sentì che stava volando verso Ellesmera, dopo un giorno intero di caccia.
-Basta Firnen, non sono cose che ti interessano.- disse improvvisamente stizzita.
Firnen non replicò ma Arya sentì il drago schermare la mente. Si sarebbe scusata più tardi.
Ogni volta che finiva per pensare al Cavaliere la assaliva un'enorme malinconia;ma poi pensava che era solo una stupida a pensare ad un ragazzo, di così tanti anni in meno di lei.
Eppure non era più un bambino, lui era...
Si alzò dall' intrarsiato trono, un capolavoro di intaglio, e camminò in tondo
lungo l'ampia sala.
L'abito verde che indossava le ricadeva morbidamente sui fianchi, e il lungo
strascico di un color bosco era intarsiato con pietre preziose dal fucsia al
bianco. Era bellissima. Fiera, altera. Ma triste. Triste per il destino che le
era capitato, triste per aver lasciato andare una delle persone più importanti
per lei. Nessun Cavaliere era stato finora inviato ad Eragon perchè le cinque
uova che avevano viaggiato fra tutti i popoli di Alagaesia non avevano trovato
il compagno adatto, ed era anche per quel motivo che Arya era sempre più
frustata. Ora,però, un elfo, un bambino, era divenuto Cavaliere. Da quando
l'Ordine dei Cavalieri dei Draghi si era ripristinato il popolo elfico aveva
dato alla luce molti più bambini. Faelis, il bambino scelto, era un giovane
elfo dai capelli neri, come un pozzo senza fine, e Arya si ricordava
perfettamente di quando l'uovo le si era schiuso davanti, alla presenza del
nuovo Cavaliere.
Era stato quattro mesi prima. Lei era seduta sul trono, esattamente come ora,
e tutti i bambini del suo popolo, che ora ammontavano a circa una quindicina,
le erano dinnanzi. Sapeva che sarebbe stato difficile che un drago si fosse
legato ad uno di quei bambini, perchè la scelta era troppo ristretta, ma tanto
valeva provare.
L'uovo che avevano scelto di provare a far schiudere era un esemplare di media
grandezza, di un bellissimo color violetto. Era un incrocio fra un viola scuro,
carico, che sfumava in un lillà, molto chiaro e leggero. Era uno dei colori
più belli che Arya avesse mai visto per un uovo di drago. Molte uova erano di
colori scuri, come marrone terra, o di un color fango.
Questo invece era completamente diverso. Aveva parlato molto con quell'uovo,
come in passato aveva fatto con Saphira; a fine giornata gli raccontava i suoi
crucci e le sue preoccupazioni; ed ora era arrivato il momento della verità.
Quell'uovo era passato nelle mani di Urgali, nani ed umani, e gli elfi erano
l'ultima speranza. Se non si fosse schiuso per un elfo l'uovo avrebbe dovuto
aspettare ancora molto, molto tempo.
Era ancora mattina presto quando i bambini cominciarono a mettersi in fila
l'uno dietro l'altro, ad avvicinarsi all'uovo e a poggiare le manine sopra di
esso. Dopo la prima decina di bambini che avevano tentato senza successo, Arya
aveva ormai perso la speranza. Poi però, all'undicesimo bambino accadde
qualcosa.
Faelis, si era avvicinato cauto, aveva fatto come tutti gli altri bambini, ma
purtroppo non era accaduto nulla. Si era inchinato,visibilmente deluso,e aveva
preso congedo dalla regina, ma proprio mentre muoveva i primi passi verso
l'uscita una piccolissima crepa si era formata sulla superficie liscia
dell'uovo. Poi si era schiuso, con grande stupore, onore e meraviglia del
bambino. Il drago, come Faelis aveva annunciato, si chiamava Ere, ed era un
esemplare maschio. Era stupendo, di tutti i colori del viola, dal più scuro al
più delicato. Appena era stato abbastanza grande da sostenere un viaggio così
lungo, ovviamente con molte pause, era stato mandato da Eragon, nelle terre
oltre confine.
-Mia regina, mia regina!!
Taelì correva a perdifiato lungo il corridoio della stanza. Poche volte un
elfo perdeva la calma, o rimaneva sorpreso o stupito davanti a qualche notizia.
Ma ora il consigliere della regina era letteralmente senza fiato, in tutti i
modi possibili.
-Mia regina, l'abbiamo scoperta, l'abbiamo scoperta!
Il contegno che aveva sempre caratterizzato Taelì sembrava svanito, ed Arya
era sempre più incredula.
-Cosa avete scoperto? Parla Taelì. Cosa è successo?- disse scandendo bene
l'ultima frase.
-L'abbiamo trovata, la formula!
-La formula? Di cosa?
-Di un incantesimo. Mia regina, abbiamo scoperto l'incantesimo che risanerà
Vroengard. L'abbiamo scoperto! Sappiamo come togliere tutto il veleno che si è
diramato!
Ora anche Arya era senza parole. L'incantesimo in grado di fare ciò doveva
essere potentissimo. Ma se Vroengard poteva ritornare all'antico splendore,
ciò significava che i draghi potevano vivere ed essere allenati lì, quindi
doveva chiamare..
-ERAGON!
------------------------------------------------------------------
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, e fatemi sapere cosa ne pensate lasciando una recensione.
Un bacio