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Autore: peluche    27/03/2014    4 recensioni
Il ghiaccio ha bisogno del fuoco per abbandonare il suo stato di paralisi,
il fuoco ha bisogno dell'acqua per placare le sue fiamme imponenti.
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«Hannah! - disse a un tratto Aria – Quello non è..» prima che potesse finire la frase,un tizio ci passò accanto,scioccato quanto noi.
«Harry Styles ci degna nuovamente della sua presenza,quale onore.» I brividi. Lo fissai nel suo giubbotto di pelle,nei suoi riccioli scomposti e sulla sua moto nera petrolio. Il tizio che qualche minuto prima ci era passato accanto era Zayn Malik. Zayn Malik,il ragazzo più inaffidabile su questo pianeta,dopo Harry Styles,ovviamente.
«Non era finito in riformatorio?» Mi sussurrò Aria.
«Si, - risposi io in una specie di trance – infatti.» Non riuscivo a levargli gli occhi di dosso. Zayn gli si avvcinò e si diedero un affettuoso abbraccio. Il duo-idioti era tornato. Non poteva rimanere lì dov'era? Perchè dopo cinque anni in riformatorio aveva deciso di rimettere piede qui? Perchè era tornato nella sua vecchia scuola?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ice on fire

capitolo 8

 

 

Ci sono io qui Hannah” continuava a ripetere Harry.
Me ne stavo lì in cima alla roccia, tremante.
Avevo seguito i ragazzi fino a una laguna e come loro, mi ero arrampicata sulle rocce con molta facilità, ma le mie vertigine non erano il massimo nella discesa.
Forza Hannah scendi!” mi urlò Louis. Erano rimasti solo lui ed Harry ad aspettarmi, gli altri se ne erano già andati da un pezzo.
Avevo solo 8 anni.
Come faccio a sapere che mi prenderai?” urlai a Harry.
Devi fidarti di me Hannah, sempre.”

 

Continuava a correre, ansimando.
Intorno a me il buio più totale e l'unico rumore era una voce alle mie spalle.
«Sarò velocissimo..» continuavo a sentire nella mia testa.
Lo sentivo alle mie spalle, vicino, troppo vicino.
E correvo. Non mi fermavo.
Non volevo essere presa. Non dovevo essere presa.
«Harry.. - sussurrai – Harry!»
Aprii gli occhi e mi ritrovai in camera mia,nel mio letto.
Ero un pezzo d'acqua.. il fiatone.
«Hannah! - Louis aprì di colpo la porta della mia stanza e si precipitò al mio fianco – Ho sentito l'urlo, stai bene?»
«Si, - risposi – era solo un incubo.» Guardai fuori dalla finestra cercando di pensare ad altro.
«Hai ricordato.. quella notte vero?» Domandò lui, incerto.
Io annuii.
«Sai sono un po' geloso, - disse a un tratto – che il primo nome che tu abbia fatto sia stato Harry e non il mio!»
Scoppiai a ridere e gli diedi scherzosamente una spinta e lui di rimando mi strinse tra le sue braccia.
«Grazie per non averlo detto a mamma e a papà..» dissi.
«Non lo farò, solo se mi assicuri che tu stai bene.»
Feci cenno di si con la testa.
«Dovrò ringraziare Harry, - disse infine alzandosi – però Hannah stai attenta, nasconde qualcosa.»
Lo guardai avvicinarsi alla porta e infine uscire.
Rimasi qualche minuto a fissare il muro, pensierosa. Cosa mai poteva nascondere Harry? Da quando era tornato avevo sempre pensato che il suo unico obiettivo fosse quello di ritornare il bullo del quartiere. Poteva esserci dell'altro?
Mi addormentai immersa in quei pensieri, ringraziando il cielo di non aver avuto altri incubi. Ma un altro incubo era in agguato. E me ne sarei resa conto proprio quella mattina.
«Hannah dobbiamo parlare!» Disse seria mia madre, seduta a capotavola.
«Devo andare da Aria, - presi un biscotto al volo – possiamo parlarne più tardi?»
«Hannah, - si intromise mio padre – siediti.»
Non ebbi il coraggio di ribattere. Mi sedetti di fronte mia madre, con mio padre che se ne stava in piedi, poggiato al lavello. Camicia e cravatta. Tutto in tiro.
«Tua madre ieri è andata a parlare con i tuoi professori..» iniziò mio padre.
«Cosa?!» strabuzzai gli occhi.
In tutti quegli anni scolastici, i miei genitori non avevano mai messo piede a scuola. I miei professori li conoscevano solo per nome dell'azienda, il resto era un mistero.
«Hannah la tua media sta scendendo, - proseguì mia madre – hai preso due C negli ultimi compiti, non puoi permettertelo!»
«Ho avuto solo un po' di difficoltà, tutto qui.» cercai di giustificarmi.
«Che ti sta succedendo? - continuò lei – Non sei mai andata così male come quest'anno e siamo solo all'inizio!»
«C'è tutto il tempo per rec..» provai a dire ma mio padre mi interruppe bruscamente.
«Ti hanno vista in giro con Harry Styles, è vero?»
«Oh mio dio non vorrai davvero mettere Harry in mezzo a tutto questo?»
«Rispondi a tuo padre Hannah.» mi incalzò mia madre.
«E' possibile che ci abbiano visto parlare, è inevitabile abitiamo uno di fronte all'altro!»
Stavo iniziando a contorcermi sulla sedia per via della rabbia. Non riuscivo a sopportare questi discorsi.
«Quel ragazzo è pericoloso Hannah, - mio padre mi puntò un dito contro – e io non permetterò a un teppista qualsiasi di rovinare il futuro di mia figlia.»
«Non è un teppista!» ringhiai.
«Vuoi andare ancora all'accademia di moda vero? - annuii – Bene allora dimenticati di Harry Styles!»
«Non puoi..»
«Devo essere più chiaro?» Mio padre sbattè talmente forte la mano sul tavolo che notai le dita diventargli subito rosse. Io sussultai allo schianto e lo guardai in modo cagnesco.
«Chiarissimo.» Dissi tra i denti.
Mi alzai dalla sedia e andai a prendere la giacca.
«Ma che succede?» mio fratello scese dalle scale e si guardò attorno, confuso.
«Cercano nuovi metodi per rovinarmi la vita.» Gli risposi io, aprendo la porta e sbattendola più forte di come aveva fatto prima mio padre con la sua stessa mano.

 

«E questo chi era?» indicai un bambino imbronciato in fondo alla foto.
«Tuo fratello Louis, - rispose Adele – era arrabbiato perchè aveva appena perso a mosca cieca.»
Ormai era da giorni che passavo i pomeriggi a fare compagnia ad Adele. Era questo il motivo per cui avevo messo lo studio da parte, era come se non fosse più una priorità. Per tutta la mia vita pensavo che la scuola fosse tutto. Studiavo, portavo a casa bei voti e riprendevo a studiare. Non avevo fatto altro per tutti questi anni e avevo paura di essermi persa tutte le cose che mi circondano. Come Adele ad esempio.
Alzheimer. Ecco come l'aveva definita Harry.
Mia madre soffre di Alzheimer, mi aveva detto.
Non può stare sola molto a lungo perchè c'è il pericolo che dimentichi di chiudere qualcosa come il gas per questo sono tornato, aveva aggiunto.
Ma come mio fratello, anche io avevo un sesto senso e Harry non mi aveva detto tutta la verità.
«Come hai fatto a recuperare queste vecchie foto?» le chiesi, osservando Harry a cinque anni su uno scivolo.
«Ho pregato Harry di farmele avere e lui le ha trovate, oh guarda, - prese un'altra foto dalla scatola – qui siete in spiaggia con Max.»
Presi la foto tra le mani e notai i corpi minuti e così vicini di me ed Harry.
Io tenevo Max in mano. All'epoca doveva avere poco più di sei mesi. Era appena arrivato.
«Dov'è andato Harry?» mi chiese, per la quarta volta.
«A prendere le tue medicine.»
Mi ero abituata ormai agli sbalzi di Adele. Era molto instabile.
C'erano momenti che sembrava avesse più memoria di me, altri in cui faceva fatica a riconoscermi. Mi piaceva passare del tempo con lei. La aiutavo con le faccende di casa, le leggevo qualche libro e mi insegnava qualche nuova ricetta. Ci divertivamo a riempirci di farina o sporcarci di cioccolata.
Mi raccontava sempre di Harry, di tutte le cose che aveva combinato da piccolo, molte delle quali ero già a conoscenza. A volte mi divertivo a prenderlo in giro e lui la rimproverava scherzosamente per averlo deriso così. Di suo marito non mi parlava mai. Ogni qual volta ci provava si rabbuiava. Entrava in una sorta di trance, come se nella sua testa stesse avvenendo una sorta di blackout. Una volta uscita, sorrideva e parlava di altro.
«Sono contenta che Harry ti abbia intorno.» mi disse a un certo punto.
Stavamo lavando i piatti.
«Non penso che lo noti.» risi.
«Mi parla spesso di te sai, - proseguì – ogni volta che entri in questa casa il suosguardo si illumina.»
«E cosa ti direbbe di me?» chiesi, ridendo.
Adele rimase in silenzio a fissare la schiuma tra le sue dita.
«Chi tesoro?» Blackout,appunto.
«Nessuno, - sorrisi – qui abbiamo finito.»
Mi asciugai le mani e nello stesso istante notai che Adele barcollò.
«Adele, - mi precipitai al suo fianco – tutto bene?»
«Sono molto stanca Hannah..»
«Vieni, - la aiutai a camminare – andiamo a riposare.»
La accompagnai di sopra,la aiutai a togliere le pantofole e le rimboccai le coperte. Le lasciai la solita lucetta accesa sul comodino e la vidi prendere sonno in un attimo. Scesi di sotto e dopo aver finito di pulire la cucina, mi sdraiai sul divano ad aspettare Harry. Misi la televisione su un canale qualunque, passò poco che mi addormentai.
«Hannah..» sentii sussurrare.
Delle labbra calda mi toccarono la fronte e aprii gli occhi.
«ehi..» sussurrò Harry, a un palmo dal mio viso.
«ehi..» sorrisi io di rimando.
«Grazie per aver fatto compagnia a mia mamma.» mi disse, come ogni giorno.
«Grazie per non avermi cacciata di casa.» risposi.
Ridemmo insieme e poi lui si sedette accanto a me sollevandomi le gambe e mettendole sulle sue.
«Dove sei stato?» gli chiesi a un tratto.
«A prendere le medicine a mia mamma.» rispose lui, cambiando canale.
«E poi..?»
«E poi basta Hannah.» tagliò corto.
«Tutto questo tempo per delle medicine?» mi misi seduta e lo guardai incredula.
«Davvero dobbiamo parlarne di nuovo?» inarcò un sopracciglio.
«Va bene vorrà dire che quella torta la mangerò da sola.»
«Torta? - gli occhi gli si illuminarono – Dammi la torta!»
Mi acchiappò prima che potessi alzarmi e iniziò a riempirmi di solletico. Risi. Fino a scoppiare. Fino a sentirmi male. Fino a cedere. Uscii la torta al cioccolato dal forno e la mangiammo quasi tutta. Ne lasciammo un poco per Adele, anche se eravamo sicuri non l'avrebbe toccata. Mangiava pochissimo, era dimagrita molto.
«Posso prenderla?» Chiesi a Harry, mostrandogli la foto di noi due e Max.
«Certo.» sorrise a vederla.
«Ci vediamo domani?» gli chiesi, infilandomi la giacca.
«I tuoi sono d'accordo che vieni qui, vero?» mi chiese.
«Ovviamente, - mentii – perchè non dovrebbero?»
«Mi stai dicendo la verità?»
«E tu?» Gli chiesi, sulla porta.
«Buona serata Hannah.» mi disse, ridendo.
«Buona serata Harry.» risposi io, ammiccando.
Feci la strada di ritorno con il sorriso e fissando la foto tra le mani.
L'avrei tenuta nascosta, in camera mia. Nessuno l'avrebbe mai vista.
L'avrei nascosta come un cimelio, come la cosa più cara che avevo.
«Siamo di buonumore.» sussultai.
Ebbi una paura immensa, ma il mio cuore si calmò quando vidi Liam.
«Liam.. - dissi guardandomi attorno – che fai qui?»
«Non avevamo un appuntamento?»
«Stasera?» sgranai gli occhi. Possibile che lo avessi dimenticato?
«Bè in realtà no, - fui sollevata – ma visto che sono qui..»
Mi sorrise. Jeans, camicia e giacca. Non era mai stato così bello.
E improvvisamente ci fu una lotta dentro me. Mi guardai indietro e vidi la tenda della cucina della casa di fronte scostarsi velocemente, come se qualcuno stesse guardando. Forse lo avevo immaginato, forse no. Poggiai la foto sul petto, come se tenessi Harry vicino al cuore e guardai Liam. Glielo avevo promesso. Un'uscita.
«Dammi un attimo.» dissi infine.

 

Ce l'hai fatta!”
Mi buttai tra le braccia di Harry e toccai il suolo, salva.
Mi hai presa!” dissi.
Ti devi fidare sempre di me.” rispose lui, sorridendomi.
 

 


 

  
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