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Autore: Morgan__    28/03/2014    1 recensioni
Sin da piccola ho vissuto nella consapevolezza che la mia famiglia nascondesse un segreto,un segreto che non poteva essere rivelato a nessuno. Al compiere dei miei sedici anni di vita mi venne rivelato quel segreto.
La mia famiglia custodiva,da secoli ormai,ancor prima che Roma venisse fondata,un potente manufatto che era passato tra le mani dei grandi Imperatori romani,da Gaio Giulio Cesare,non Imperatore di nome ma di fatto,a Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto,primo vero Imperatore di Roma,meglio conosciuto come Augusto,e così via,fino ad arrivare a noi,la loro discendenza.
Ma ormai il manufatto non era più al sicuro,così fui costretta ad andarmene,contro il mio volere,da Roma per portare con me il manufatto.
Però non servì a niente. La mia famiglia venne uccisa lo stesso.
Per mano di Cesare Borgia. E io,io venni imprigionata a Castel Sant'Angelo e per mesi cercarono di farmi parlare.
Ormai avevo perso la fiducia in tutto e in tutti.
Questo prima di incontrare Ezio Auditore e gli Assassini.
Grazie a loro ho ricominciato a credere nel prossimo.
Mi chiamo Giulia Colonna e questa è la mia storia.
[CONCLUSA]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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21




Erano passate circa tre settimane da quando Diego si era ripreso del tutto.
In quei giorni Ezio era stato occupato in vari incontri con il nuovo papa Giulio Secondo e con varie missioni per conto della Confraternita,quindi non avevamo ancora provato a parlare nuovamente con Ares.
Avevo provato a dissuaderlo,dicendogli che l'attesa mi stava facendo impazzire,ma lui era stato irremovibile,per parlare di nuovo con il dio della guerra dovevo attendere che ci fosse anche lui. Era comprensibile questa sua decisione,visto che si trattava anche di suo figlio,ma quei giorni di attesa mi stavano uccidendo.
Ultimamente,poi,avevo iniziato ad avere un continuo mal di testa e il seno tendersi in modo quasi fastidioso.
Dopo un paio di giorni che continuavo a sentire quelle sensazioni avevo chiesto a Claudia se ,per caso,erano sintomo dell'inizio della gravidanza e lei mi aveva risposto che,in effetti,anche lei all'inizio,prima del mancato appuntamento col mestruo,aveva avuto la stessa sensazione al seno,ma non il mal di testa quasi continuo che invece affliggeva me.
Quella risposta mi aveva,se possibile,resa ancora più ansiosa.
Sospirai,abbassando il libro che avevo iniziato a leggere circa mezz'ora prima,cercando di far scorrere il tempo in qualche modo.
Il fuoco scoppiettante di fronte a me mi scaldava,ma non mi rincuorava con il suo calore.
Nonostante non fossi disperata come all'inizio,l'ansia c'era sempre.
Appoggiai la mano sul ventre.
La notte,prima di addormentarmi,mi accarezzavo la pancia,immaginandola già piena di mio figlio.
Ancora non ero riuscita a dirlo a Ezio,ma era meglio così. Prima di renderlo ufficiale volevo attendere il prossimo mestruo che doveva venire entro pochi giorni.
Anche se,nel mio cuore,sapevo che la ragione era un'altra.
Presi un pasticcino dal cesto che mi aveva portato Anna,la madre di Diego,quel mattino,quando era passata per far visita al figlio.
Ogni giorno mi rivolgeva almeno un grazie,ed ogni giorno le dicevo che non doveva.
Lei,a quelle mie parole,mi rispondeva sempre con un sorriso ed io avevo la consapevolezza che il giorno dopo avrei ricevuto un altro suo ringraziamento. La cocciutaggine di Diego da qualche parte l'aveva ereditata.
-Pensare troppo avvolte fa male.-
Mi voltai verso Volpe che,con braccia incrociate,stava sulla soglia della Sala Comune del Covo.
-Converrai con me che,dopo quello che è successo,sia impossibile non pensarci troppo.-
Tornai a fissare il fuoco nel camino,mentre,con la coda dell'occhio,lo vedevo sedersi sul divano accanto a me.
-Ripensare alle decisioni prese non serve a niente.-
-Infatti io non ci stavo ripensando.-
-Allora mi vuoi dire a cosa pensavi?-
Lo guardai con fare quasi diffidente,poi,con un sospiro, mi decisi a parlare:-Molto probabilmente sono incinta.-
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo,poi Volpe riprese a parlare.-Ezio lo sa?-
-Non ancora,prima voglio essere sicura.-
-E?-
-E...ora che so questa cosa mi sembra di non avere più tempo. Mi sembra che i mesi che ho a disposizione prima di partorire siano troppo pochi per trovare la soluzione.-
Infatti erano questi i pensieri che mi arrovellavano il cervello.
Quei mesi mi sarebbero bastati? Sarei riuscita a trovare in tempo la soluzione che io e Ezio agognavamo?
-Bé,ci siamo anche noi a darvi una mano,un modo lo troveremo.-
-Lo so,e vi ringrazio per l'appoggio che ci state offrendo,ma ho la sensazione che non sia sufficiente.-
-Prima di dire che è troppo tardi e che non riuscirete nel vostro intento,dovresti aspettare di parlare con Ares e di avere la certezza di essere incinta. Se ti muoverai bene,con astuzia,potresti far rivelare al dio della guerra cose non non vorrebbe.-
-Ma lui è un dio. Mi sembra improbabile riuscire a manipolarlo.-
-Ti sbagli,Giulia. Minerva disse che loro non erano dei,ma erano semplicemente venuti prima,quindi,come un essere umano può essere manipolato da un'altra persona senza che se ne accorga,sono sicura che lo stesso può accadere anche con un essere della Prima Civilizzazione. Sono più avanzati rispetto a noi,e magari avranno una conoscenza più ampia,ma non sono infallibili ed intoccabili.-
Si,Volpe aveva ragione. Mi stavo nuovamente facendo prendere dal panico e dalla certezza di non riuscire a sviare l'accordo preso con Ares.
Questo mi risollevò nuovamente il morale.
Il mio umore in quei giorni era diventato davvero altalenante.
Passavo momenti di totale sicurezza,in cui mi ripetevo convinta che potevamo farcela,a momenti di vera depressione,in cui tutto ciò in cui credevo si sgretolava tra le mie mani.
-Hai risaputo più nulla dei miei nipoti?-chiesi,per cambiare argomento. In quei giorni,tra le altre cose,si erano intensificate le ricerche sui figli di mio fratello.
Ogni giorno Volpe mandava i suoi ladri in cerca di notizie,mentre Ezio mandava i suoi Adepti ed Assassini ad incontrare persone da cui potevano prelevare informazioni con metodi più o meno ortodossi.
L'ultima notizia importante che avevo saputo era che un piccolo contingente delle guardie di Cesare Borgia aveva attraversato le Alpi circa una settimana prima.
L'informatore aveva dichiarato che provenivano dalla Spagna. Era lì che erano stati portati i miei nipoti,quindi c'era la possibilità che quel contingente li stesse riportando in Italia,senza sapere ancora che Cesare Borgia era stato arrestato.
-Ancora nulla,ma dovrebbe arrivarmi l'informazione entro poco.-
-Quale informazione?-
-Se,come prevedevo,hanno saputo dell'arresto del Valentino e hanno fatto marcia indietro.-
-Non dobbiamo permettere che oltrepassino le Alpi!-esclamai sentendo il cuore accelerare.
-No,infatti. Appena avrò l'informazione che ci serve manderò un gruppo di Assassini a riprenderli. Ne ho già parlato con Ezio ieri notte.-
-Bene.-
-Sei più tranquilla ora?-mi chiese poco dopo.
-Si. Grazie.-
-Non devi. E dillo a Ezio,non farlo aspettare.-mormorò infine,prima di alzarsi e sparire dalla mia vista.
Guardai la direzione da cui era sparito per qualche secondo,prima di riportare l'attenzione sul fuoco scoppiettante,pensando che Volpe aveva ragione.
Ero quasi del tutto sicura di essere incinta,e non dirlo a Ezio non mi avrebbe dato il tempo in più che desideravo.



Più tardi,quel pomeriggio,arrivò finalmente il momento che attendevo.
Ezio era riuscito a liberarsi dagli impegni che lo gravavano e così anche Leonardo che si era detto più che disposto a partecipare alla conversazione che avrei avuto con Ares. Tutto questo lo affascinava,per quanto la situazione fosse pesante,e desiderava poter vedere quello che sarebbe potuto accadere.
Avevo informato mio marito della possibilità che fossi incinta,e dopo il dolce abbraccio in cui mi aveva avvolta,mi aveva sussurrato che mi amava e che avrebbe fatto di tutto per impedire che la vita di nostro figlio venisse soggiogata dalla volontà di Ares.
Perché per quanto potesse essere debole,era di questo che si trattava.
Non mi fidavo di Ares e temevo che,passati gli anni,mio figlio sarebbe stato completamente guidato unicamente dalla volontà del dio della guerra.
Era questa la mia più grande paura,ed era per questo che non potevo assolutamente permettere che Ares riuscisse ad impossessarsi di mio figlio.
Così,al calar del tramonto,ci sedemmo nuovamente nella Sala Comune completamente deserta.
La Corona posata sul tavolo di fronte a noi.
I leggeri bagliori che emanava ci illuminava d'oro a tratti.
Alzai lo sguardo su mio marito che,con fare impassibile,osservava il Frutto. Se in quel momento fossi entrata nella sua testa ero sicura che avrei trovato la sua mente attraversata da un turbinio di pensieri.
Ma non volevo sentire anche le sue preoccupazioni,le mie mi bastavano. Invece Leonardo stava osservando il Frutto con sguardo sia affascinato che diffidente.
Era attratto e allo stesso tempo spaventato. La sua sete di conoscenza voleva saperne sempre di più,ma il suo istinto ne era spaventato per l'essere che sembrava aver preso completo possesso della Corona.
Appoggiai una mano sul Frutto,richiamando l'attenzione di Ares.
Come mai ci hai messo così tanto tempo,umana?
Guardai Ezio,ed al suo accenno affermativo compresi che stava ascoltando anche lui.
Leonardo invece aveva ancora lo stesso atteggiamento di prima,quindi lui non doveva aver sentito nulla.
-Ho una richiesta da farti.-
Parla.
-Vorrei che anche il mio amico ti sentisse.-
Perché?
Perché il suo genio potrebbe fregarti,pensai,ma invece risposi:-è affascinato da te,e vorrebbe sentire la tua voce.-
Ah,un tempo gli umani potevano sentirmi,ma,ahimè,con la perdita dei nostri poteri siamo diventati muti al vostro udito.
-Lo posso sentire!-esclamò affascinato Leonardo.
Certo umano,ma come lui non puoi parlarmi. Questa è una conversazione tra me e la mia consanguinea. Nel caso tentaste di rivolgermi la parola,ho il potere di farvi rivelare le vostre vere intenzioni. Purtroppo stessa cosa non vale per una mia consanguinea. Sei fortunata,Giulia Colonna. Allora,di cosa vogliamo parlare?
-Perché mi hai fatto vedere quei ricordi?-chiesi,cercando di iniziare con un qualche argomento stabile.
Perché io ti potevo offrire le risposte alle domande che ti facevi sin da piccola. Discendiamo veramente dagli dei? Gli Imperatori Romani erano veramente nostri antenati? E' stato il Frutto a portarli alla gloria? Dovevo sollecitare la tua curiosità per poterti avvicinare,ma poi il tuo amico mi ha facilitato il compito.
-Perché non ti sei fatto avanti prima? Da piccola non sono stata così lontana dal Frutto come in questi anni.-
Perché quando eri bambina stavo cercando di avvicinarmi a tuo fratello. Non mi servivi allora.
Mentre parlava,con quella voce maschile così fredda e calcolatrice,tentai di insinuarmi nella sua mente,attraverso la scia che mi univa al Frutto dacché vi avevo posato la mano.
Era come se il tocco ci avesse messi in comunicazione,cosa che prima non avevo mai notato.
Fin'ora pensavo che il Frutto rispondesse autonomamente ad un tocco esterno,senza alcun tipo di legame,ma per la prima volta sentivo il sottile filo che mi univa ad esso.
Cercavo di insinuarmi con tentavi lievi,almeno inizialmente,per non fargli capire che stavo cercando di estrapolare dalla sua mente i suoi veri piani.
Perché,me lo sentivo,Ares voleva fare di tutto,ma non rimanere buono e fermo all'interno di mio figlio.
-Chiedigli perché non ha tentato di entrare dentro di te quando sei nata. La situazione più o meno era la stessa che si è presentata quando Diego era in fin di vita.-
Perché,umano,come ho già spiegato,solo un consanguineo maschile può assorbirmi. Il tuo genio capirebbe la motivazione di tale particolare aspetto,ma non ho la minima voglia di spiegartelo. E comunque non potrei,tale scoperta sarà fatta tra secoli,se dicessi una cosa del genere farei una cosa proibita. Ci sono cose che nemmeno noi possiamo fare,e quando c'abbiamo provato,abbiamo fallito.
-Di cosa parli?-
Tuo marito ne ha già sentito parlare.
Mi voltai verso di lui confusa.
-Minerva.-disse semplicemente.
E allora ricordai il ricordo di mio marito che avevo rivissuto anni prima.
Esatto. E prima che me lo domandiate no,non vi rivelerò altro. Questo tipo di discorso verrà ripreso tra qualche anno,Ezio Auditore da Firenze,quando ancora una volta farai da tramite.
Nonostante volessi sapere qualcosa di più su tale argomento mi impedii di fare domande. A quanto pareva Ares su questo aspetto era irremovibile e avevo paura che,se gli avessi fatto qualche altra domanda,avrebbe deciso di non pronunciare una singola parola in più.
-Tu sapevi che c'era anche Venere all'interno della Corona?-
Certo. La mia amante ha tentato di tenervi fuori dalla mia portata per anni. Il suo sentimento materno nei vostri confronti era ineguagliabile. Nemmeno con i nostri figli è mai stata tanto accorta. Forse perché siete i nostri ultimi discendenti. Voi femmine alcune volte vi fate prendere troppo dal sentimentalismo.
Quindi Venere aveva tentato di proteggerci da lui.
Ma come mai doveva proteggerci?
Questa domanda mi mise ancor più in allarme.
Se prima avevo dei dubbi sui miei pensieri nei confronti di Ares ora non ne avevo più.
Se addirittura Venere aveva tentato di tenerci al sicuro di certo Ares era degno della fama che aveva. Il dio della guerra non era fatto per starsene buono e,dopo tutti questi anni di costretta immobilità,chissà cosa avrebbe fatto una volta dentro mio figlio.
Forse avrebbe incrementato l'odio tra le persone,tra i regnanti,portando altre guerre che avrebbero ulteriormente destabilizzato i rapporti tra gli Stati.
Tentai nuovamente,stavolta con maggior impegno,ad entrare all'interno della sua mente.
-Mio figlio avrà la stessa vita che ho avuto io?-gli chiesi,nel tentativo di distrarlo mentre facevo i miei tentativi.
No. Sarò come un'ombra silente dentro di lui. Potrà sentirmi alcune volte,ma a parte questo nulla di importante.
Tentai,con la massima concentrazione di individuare il filo conduttore che mi avrebbe portato alla sua mente,e dopo vari tentativi riuscii ad individuarlo.
Era una comunicazione lieve,appena visibile.
Non ero sicura di trovarla perché Ares non era un essere vivente da secoli,eppure eccola lì.
Quasi del tutto scomparsa,ma c'era ancora.
Essendo un essere pensante,in grado di formulare frasi di senso compiuto,doveva esserci per forza un qualcosa in cui inoltrarmi.
Mi immersi completamente in quella scia entrando,di soppiatto,non senza qualche difficoltà,nella mente di Ares.
Il nulla mi accolse.
Non un singolo pensiero,non una singola frase,non una singola parola riuscii a sentire.
Il nulla.
Dannazione!,pensai sconsolata.
Tentai nuovamente di inoltrarmi,sperando che quella sensazione di desolazione fosse frutto della mia mente,ma appena inizia a ripercorrere quella lieve scia qualcosa mi colpì lievemente la gamba.
…mi stai ascoltando umana? Ritornai improvvisamente con la mente al presente,giusto in tempo per sentire quella domanda.
-Si,certo.-risposi prontamente.
-Hai qualche domanda da fargli?-mi chiese mio marito venendomi in aiuto.
Lo ringraziai mentalmente e pensai velocemente ad una domanda che potessi fargli,ma in quel momento,essendo troppo presa dal mio tentativo di entrare nuovamente nella mente di Ares,non mi veniva nulla di abbastanza impegnativo in mente.
-Vorrei sapere una cosa,Giulia,-iniziò Leonardo,-se ha mai tentato,prima d'ora,di fare una transizione. Cosa dobbiamo aspettarci,cosa dovremmo fare.-
-Puoi dirglielo?-chiesi subito ad Ares,grata a Leonardo per la brillante domanda che sicuramente avrebbe impegnato Ares per vari minuti.
Sei sicura che vuoi sprecare il tempo che mi rimane per rispondere ad una sua domanda?
Il suo tono era quasi indispettito.
-Si.-
Bene.
Così,mentre Ares iniziava a parlare di come ci dovevamo muovere al momento del parto per far in modo che la transizione avvenisse,io ripresi il mio tentativo di insinuarmi.
Ero talmente concentrata che percepivo il sudore sulle mani e un calore diffondersi per tutto il corpo,concentrato interamente nel tentativo.
Infine riuscii.
Fu talmente improvviso che mi ci vollero vari secondi prima di rendermi conto che ero riuscita ad entrare nei suoi ricordi.
Il fatto strano era che,quella volta,non sentii la sensazione di svenimento che contraddistinguevano gli inizi dei ricordi.
Stavo vivendo il tutto ad occhi aperti e con parte della coscienza ancora nel presente.



-Non ti permetterò di farlo,Ares. Non puoi!-
Sentii,dopo tanto tempo,nuovamente la voce di Venere.
Vidi la sua flebile immagine all'interno di una stanza riccamente decorata. Al centro un altare in marmo ospitava lo scrigno contenente la Corona.
La donna sembrava rivolgersi al Frutto.
Le mani strette a pugno,mentre l'abito color lavanda che ricordavo,le svolazzava attorno come se avesse vita propria. La sua figura era sospesa a pochi centimetri dal pavimento intarsiato
-Non ci sarai a proteggerli per sempre,Afrodite. Prima o poi te ne andrai,e allora potrò fare ciò che mi impedisci.-
La voce di Ares proveniva dalla Corona.
-Prima che io me ne vada definitivamente da questo mondo,farò in modo che tu mi preceda.-replicò con odio la donna.
-Forse hai ragione,ma sai che non hai ancora tanto tempo,tra poco Augusto Colonna chiederà l'aiuto della Corona e allora tu sarai costretta ad apparire a lui esaurendoti completamente. Il tuo amore per loro è ridicolo. Sono umani,loro erano i nostri schiavi!-le urlò contro Ares.
-Sono ciò che rimangono di me e di te! Gli ultimi in vita!-
-E faranno ciò per cui sono nati. Ci serviranno nel modo che più ci aggrada. Secondo te perché ho fecondato Rea Silvia? Perché nel momento opportuno tenterò di insediarmi dentro il mio discendente con abbastanza geni della nostra razza all'interno di se da potermi assorbire senza problemi. E allora farò in modo che noi si ritorni a governare sulla Terra.-
-Che tu possa ritornare a governare! Ora che tuo padre non ha lo stesso potere di un tempo vuoi prendere il suo posto,ma per farlo devi avere un corpo che ti dia nuovamente il potere di poterti muovere a tuo piacimento,vero?-
-Non sei mai stata una stupida,amore mio. Farò di te la mia regina,ti basta prendere possesso della bambina che tra poco verrà salvata.-
-No. Se per tornare in vita devo sacrificare una vita non lo farò.-
-Un tempo non eri così.-mormorò infastidito Ares.
-Un tempo ero convinta che avremmo vissuto per sempre. Le cose cambiano,Ares. Devi accettarlo come ho fatto io.-
-No. Mai.-
-Allora sarò costretta a farlo.-
-Cosa?-
-Non te lo dirò. Rovinerò la sua vita,ma devo,se continuerai con il tuo proposito.-
-Dimmelo,Afrodite!-
-Tu morrai se il bambino muore.-
-Di cosa stai parlando?-chiese confuso Ares.
-Sindone.-
Con quella risposta Venere sparì.
-Rispondimi!-
Ma il silenzio fu la sua unica risposta.



Ritornai improvvisamente nel presente.
Sgranai gli occhi.
No. Non potevo crederci.
L'unico modo per salvare mio figlio era...ucciderlo.
Guardai Ezio che,confuso,ricambiò il mio sguardo.
Vedendo la mia espressione la confusione si trasformò ben presto in preoccupazione.
Sentivo solo in lontananza la voce di Ares che stava finendo di spiegare a Leonardo ciò che gli era stato richiesto.
Non dovevano essere passati che pochi minuti da quando avevo iniziato a vivere il ricordo.
E nel mentre,fortunatamente,Ares non si era accorto di nulla.
Non sapevo come,ma tutto era andato per il meglio.
Ora devo riposare,umani. Ah,e Giulia...la prossima volta non tentare di entrarmi nella testa,o potrei non prenderla con leggerezza come ho fatto stavolta.
-Va bene.-risposi dopo vari secondi di muto silenzio.
Allora mi aveva avvertita. Pensava anche di essere riuscito a far fallire il mio tentativo.
Forse era più debole di quanto credeva.
Una volta rimessa la Corona al sicuro,lontano da noi nel caso Ares riuscisse a sentirci, iniziai a raccontare di quello che avevo saputo.
-Non possiamo farlo. Non in questo modo.-avevo pronunciato una volta finito di raccontare.
-Però ti ha parlato anche della Sindone.-disse Ezio.
-Non stai veramente prendendo in considerazione l'ipotesi di uccidere nostro figlio,vero?-gli chiesi sconcertata.
-La Sindone ha il potere di ridare la vita.-
-Ma se non funzionasse?-
-Funzionerà,Giulia. Funzionerà. Basta guardare Giovanni.-
-Ma lui parla con la Mela! È irrimediabilmente segnato come me.-
-A questo punto posso accettare qualsiasi cosa per mio figlio! Mi andrebbe bene in qualunque modo,basta che sia vivo!-esclamò Ezio battendo una mano sul tavolo.
Lo guardai in silenzio per vari secondi,poi mi portai una mano al volto,per coprirmi gli occhi.
Ero talmente ostile ai Frutti e a tutto ciò che vi riguardava che non riuscivo ad accettare che mio figlio avesse l'aiuto di uno di essi per sopravvivere?
Sentii le braccia di mio marito circondarmi e chiedermi scusa in un sussurro.
No. Per mio figlio avrei superato qualsiasi tipo di ostilità.
Non avevo il coraggio di ucciderlo,anche se solo per pochi secondi o minuti,ma non c'era altra soluzione. Quella era l'unica soluzione.
Lo sapevo e dovevo accettarla.
E se da una parte ero preoccupata da quello che Venere ci aveva rivelato,dall'altra ero sollevata perché,in fondo,un modo per sviare l'accordo di Ares e farlo sparire per sempre da questo mondo lo avevamo trovato.
Ora avrei affrontato quello che mi si prospettava per i prossimi mesi con più fiducia nella riuscita del nostro piano.




Angolo Autrice:
Buongiorno a tutti!
Questa volta ho superato me stessa con questo aggiornamento record xD!
Allora,mi sento in dovere di spiegare un paio di cose:
I poteri di Giulia vengono si dal Frutto,ma soprattutto da Venere che,temendo che Ares non avrebbe desistito nel suo proposito,ha agevolato Giulia dandole il potere di poter leggere nelle menti altrui e rivivere ricordi. Così,al momento giusto,nell'eventualità,sarebbe riuscita a scoprire i veri piani di Ares.
Ares negli ultimi periodi della sua vita(in AC,a quanto so io,non viene detto più o meno per quanto sopravvivono dopo il cataclisma,ma nella mia testa i loro ultimi giorni da sopravvissuti coincidono con il periodo dell'Antica Roma e anche antecedente ad essa),da calcolatore quale è,si era unito a Rea Silvia,madre di Romolo e Remo,per poter poi,nei secoli successivi,poter monitorare quale dei suoi discendenti avesse abbastanza geni della PC per poter ritornare in vita. Perché ha scelto proprio lei? Semplice,perché aveva già i geni di Venere,discendendo da Enea,figlio di Venere. E ora che Giulia,portatrice dei geni di Ares e Venere,si è unita ad Ezio,che porta i geni della PC,il primogenito della coppia sembra l'ideale involucro agli occhi di Ares.
L'unica Soluzione,come l'ho chiamata,è dura,lo so,ma è anche l'unico modo perché una volta che Ares avrà preso il possesso del corpo del neonato,in caso di morte di quest'ultimo,anche Ares morirebbe,senza riuscire più ad ritornare all'interno della Corona. Ma non dovete preoccuparvi. Il lieto fine alcune volte arriva per vie dolorose e se io non complico loro la vita non sono felice. Ormai penso l'abbiate capito xD
Ringrazio chi ha messo nei preferiti,nelle seguite e nelle ricordate!
Spero che stavolta ci sia un'anima buona che possa spendere un minuto della sua vita per commentare il capitolo,sia che la recensione sia positiva o negativa. Basta che sia costruttiva,ve lo ricordo ;)
Un bazo,
Morgan.

  
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