Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: MargoRothSpiegelman    28/03/2014    0 recensioni
Lungo una strada che conosce a memoria, un giorno Lys s'imbatte però in una persona nuova. E' combattuta, il ragazzo dagli occhi magnetici l'attira in maniera inverosimile, purtroppo però ci sono le sue paure ed i suoi tormenti sempre in agguato.
Eppure entrano subito in sintonia, nel loro mondo.
Ora, entrambi devono lasciarsi alle spalle un passato poco felice per ridare fiducia al futuro -insieme-.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo I

Quella mattina l’umore di Lys rispecchiava la bella giornata di primavera. Sin da piccola quella era decisamente la sua stagione preferita e tornare a piedi nel suo modesto appartamento non le pesava come d’inverno, quando la temperatura si avvicinava pericolosamente allo zero e rendeva meno piacevole muoversi a piedi, ma in fondo preferiva così, non amava molto i mezzi pubblici.
Ogni giorno lo stesso tragitto, dall’università a casa, che sarebbe stata capace di ripercorrere ad occhi chiusi. Le domeniche era quasi strano non uscire ed evadere dalla routine. I volti che incontrava per strada erano sempre gli stessi e questa familiarità le dava un certo conforto.
Appena svoltato l’angolo della facoltà c’era la ferramenta più fornita della città e il proprietario aveva sempre in mano qualche arnese del mestiere mentre spiegava animatamente ai suoi clienti come usarlo, poi era la volta della panetteria. Il profumo del pane si sentiva da metri di distanza e, di solito, quando lei passava intorno all’ora di pranzo per rientrare a casa c’era sempre qualcuno intento a comprare il pane. Pochi metri dopo si estendeva la vetrina della parrucchiera del quartiere.
Lys senza spiegarsi il perché sorrideva nel vedere tutte quelle signore concentratissime sulle loro riviste con degli enormi caschi per la piega sul capo, e i capelli intrecciati in dozzine di bigodini. Infine poco prima di raggiungere il suo appartamento, sempre al solito posto era parcheggiata una bella Camaro Chevrolet nera tirata a lucido.
Il proprietario era un ragazzo più o meno della sua età, che puntualmente si metteva al volante proprio quando passava la ragazza. Era inevitabile non notarlo, emanava sicurezza nel portamento, ma quello che non poteva sfuggire erano i suoi occhi. Inverosimilmente blu, di una tonalità uniforme e perfetta, che andava scurendosi verso l’interno. Poteva giurare di non aver mai visto occhi più blu, erano elettrici e intesi come se fossero un’unica distesa di colore. I capelli scuri, tagliati corti, e le sopracciglia nere aumentavano quel particolare contrasto. Era magnetico.
Quando lo vedeva Lys si sentiva il suo opposto e le calava addosso uno strato di malinconia, in questi casi si nascondeva dietro i suoi lunghi capelli castani. Lei era insicura e impacciata, tuttavia amava sentirsi indipendente. Era una piccola conquista essere riuscita ad andare all’università con i suoi risparmi e aver scelto una nuova città in cui vivere, riuscendo a fare tutto con le sue forze.
Cape May le era piaciuta sin dall’inizio, era una cittadina tranquilla ma abbastanza popolosa e la facoltà di Arte l’aveva sempre attirata. Aveva ventidue anni e le mancavano pochi esami e la tesi per laurearsi, era il dopo che la spaventava, o più che altro non sapere cosa fare.
Ad ogni modo, il tragitto dall’università al suo appartamento, che condivideva con sua zia di qualche anno più grande di lei, la distraeva dalle sue inquietudini. Era confortante avere una routine, ma ciò che più la rendeva tranquilla era in realtà l’incontro di pochi secondi con quel ragazzo misterioso.
La prima volta che l’aveva visto ne era subito rimasta colpita, per i suoi modi sicuri che potevano sembrare spavaldi ad un osservatore poco attento, ma soprattutto per i suoi occhi.
Orami era scesa a compromessi con se stessa ed aveva ammesso di aspettare spesso con ansia quel fugace incontro. Lo avrebbe incontrato anche quel giorno? Lui si sarebbe accorto di lei? Lys attribuiva tanta trepidazione alla sua scarsa vita sociale e al lontano ricordo del suo ultimo fidanzato del liceo.
Anche quella mattina mentre rincasava con la borsa piena di libri, lo vide. Erano a diversi metri di distanza ma le sembrò che i suoi occhi la stessero comunque scrutando intensamente e lei per una volta non abbassò lo sguardo. Proprio mentre sembrava che i due avessero stabilito finalmente un contatto, le squillò il cellulare.
Lys si morse un labbro e si tuffò a cercare l’apparecchio nella borsa facendone però rovesciare tutto il contenuto per terra e i suoi voluminosi libri le sfuggirono dalla sua presa poco salda. Imprecò sottovoce e rispose al telefono sbuffando.
- Ciao studentessa modello, hai finito? Quando torni? – una voce femminile strillò dall’altro capo della cornetta, sua zia.
April aveva una decina di anni più di lei eppure ne dimostrava quindici. Sorella di suo padre era un concentrato di energia ed irresponsabilità. A volte si chiedeva chi era la piccola di casa. Era sbadata, irrequieta, sempre allegra ma infondo non poteva chiedere di meglio. A volte era un po’ troppo per lei vivere con qualcuno con carattere così diverso dal suo, eppure era la sorella che non aveva mai avuto.
- Sono quasi arrivata, ovviamente ho fatto danno per strada rendendomi ridicola – disse scoraggiata Lys riferendosi ai libri. Sentì sua zia ridacchiare e salutarla dicendole che la stava aspettando a casa, poi una volta chiusa la conversazione si passò una mano sugli occhi sospirando.
Appena li riaprì dovette sbattere le palpebre per la sorpresa: il ragazzo che stava guardando prima, quel ragazzo, era davanti a lei e a pochi centimetri di distanza. Aveva rimesso tutte le cose che le erano cadute dalla borsa al suo posto e aveva impilato perfettamente i libri uno sopra l’altro ed ora li stava reggendo con una mano come se non gli costasse nessuno sforzo.
Sorrideva, in un modo ironico, come se trovasse buffa la sua sbadataggine. “Benissimo, ma che bella prima impressione. Come una che non sa neanche fare due cose contemporaneamente” pensò mortificata Lys, di certo aveva immaginato diversamente il loro primo incontro.
- Ecco, ti era caduto tutto – le disse con voce ilare interrompendola dalle sue riflessioni interiori. Solo allora la ragazza si rese conto di essere rimasta impalata e allora prese la sua borsa e poi i libri, facendo attenzione a tenerli ben stretti al petto.
Quel ragazzo l’attraeva e questa cosa la infastidiva perché non aveva senso, non era più un’adolescente con gli ormoni a mille e la passione per i ragazzi tenebrosi, era ormai una donna e tutto quel fantasticare non l’avrebbe portata da nessuna parte.
- Grazie, tu.. ecco io sono un po’ maldestra – rispose incerta
- Figurati, immagino che sarai semplicemente stanca dopo le lezioni – disse adocchiando i libri.
- In realtà non mi è mai pesato andare a scuola, ma mi mancano pochi esami e sono un po’ stressata suppongo – era così facile parlare con lui, come se si conoscessero da sempre, e lei si sentiva così spigliata nonostante la brutta figura.
- Cosa studi? – le chiese lui con un mezzo sorriso
- Arte, io dipingo.. insomma vorrei farlo a livello professionale. Mi piacerebbe aprire una galleria qui in città e.. – si accorse che stava parlando a vanvera di cose che probabilmente non gli interessavano e si ritrovò ad abbassare lo sguardo e arrossire.
Dopo pochi attimi di silenzio lui si presentò – Mi chiamo Sebastian, comunque -
- Lys – rispose lei semplicemente.
- Lys? Mai sentito, ma mi piace – quel commentò favorì solo a farla arrossire ancora di più.
- E’ norvegese, vuol dire luce -
Lui chinò la testa da un lato e strizzò gli occhi per osservarla meglio alla luce del sole. Le mise un certo nervosismo essere guardata in quel modo. Si sentiva lontana anni luce da come funzionassero i rapporti con i ragazzi, per non parlare del flirtare.
Non era mai stata sfrontata e non era il tipo da fare la prima mossa. Le sue insicurezze l’avevano spinta sempre più dentro il suo guscio e non l’aiutava il fatto di credere che fosse fisicamente molto anonima. Insomma, una ragazza con i capelli castani con gli occhi marroni e non troppo alta. Una come tante.
- Ti posso dare un passaggio a casa? – oh, era fin troppo gentile e non le sembrava vero.
- Ti ringrazio, ma abito proprio qui vicino -
- Allora temo proprio che dovrò trovare un altro modo per farti vedere la mia Camaro – ridacchiò - Ciao Luce. Ci vediamo! – le sorrise per salutarla e si avviò verso la sua macchina.
Si limitò a salutarlo con una mano troppo sconvolta per ciò che era appena successo.
“Oddio, gli piace il mio nome. Si, il nome appunto, calma!” fu la prima cosa che riuscì a pensare non appena Sebastian, era una conquista sapere il suo nome, salì in macchina.
Riprese a camminare per la sua strada con passo leggero e gli ultimi metri che la separavano da casa li fece quasi saltellando.

- Oh finalmente! Stavo morendo di fame, con che pranziamo? – fu così che l’accolse sua zia April non appena Lys varcò la soglia di casa. Lei non sentì praticamente la domanda e buttò con noncuranza la borsa sul divano.
- Santo cielo ragazza, sembra che ti sei imbattuta in Gesù per strada e che ha avuto un’illuminazione. Hai una faccia! -
Lys lo sapeva di avere un’aria spensierata che non era solita avere da mesi e onestamente anche lei era ancora scossa da quello che era appena successo. Non aveva incontrato Gesù, solo Sebastian. Sebastian.
Si rese conto che stava esagerando, lui probabilmente non stava macchinando come lei sul loro breve incontro e le sembrò incredibilmente immaturo fantasticare su un ragazzo che nemmeno conosceva e con cui aveva scambiato due parole. Magari lui aveva una ragazza, o semplicemente non era interessato a lei e Lys non poteva permettersi delusioni, soprattutto amorose.
Tuttavia non poté fare a meno di pensarci, “Solo per oggi, se domani lui non mi saluta o non mostra interesse la pianto subito” si ripromise.
Era consapevole del fatto che Sebastian era un ragazzo attraente, ma c’era qualcosa di più profondo il lui, ne era sicura. Lys era fatta così cercava sempre di leggere le persone, in più era ostinata e testarda, quindi se si fissava con Sebastian non avrebbe poi ceduto facilmente.
E in Sebastian lei vedeva un ragazzo che usava la sua sicurezza per evitare anche solo di rivelare chi era veramente. In un certo senso si sentiva simile a lui, fragile e costretta a nasconderlo, motivo in più che la spingeva ad avvicinarglisi. Lei però aveva intravisto qualcosa, ed ora voleva assolutamente scoprire cosa.
- Allora Bella Addormentata, mi dici che succede? O devo veramente pensare che hai incontrato Gesù – sua zia ridacchiò della sua stessa battuta e le si avvicinò punzecchiandola con dei pizzicotti sui fianchi.
- Non era Gesù, era Sebastian – si lasciò scappare con voce assente. Si accorse troppo tardi che quella era un’occasione perfetta per April di ficcanasare.
- Mmh Sebstian, ed è figo? -
Sapeva che non poteva sfuggirle ora che si era incuriosita, e si rassegnò al fatto che doveva andare fino in fondo a questa storia o quantomeno raccontare abbastanza in modo che la sua zia-adolescente potesse placarsi.
- Si, ovvio – ammise tra le risate.
Lys approfittò di quella confessione per scappare in cucina ed iniziare a preparare il pranzo, anche se mangiare al momento era l’ultimo dei suoi pensieri.
- Andiamo Lys, devi assolutamente darmi dei dettagli. Non ti vedo così raggiante da non so quanto tempo -
Si rese conto che quelle parole erano vere. Da quando non era così spensierata? Non era normale aveva solo ventidue anni e non le piaceva sentirsi sempre oppressa. Forse non era veramente felice da quando suo padre non l’aveva chiamata l’ultima volta, o forse da quando aveva ricevuto la lettera d’ammissione all’università. O forse prima, dai primi anni del liceo, prima che la sua vita andasse a rotoli. Si rese anche conto di ciò che aveva fuggito ed evitato per tanto tempo, ossia lasciare che qualcuno potesse provare a renderla felice… e poi triste.
Negli ultimi anni si affidava solo a se stessa, ma indipendentemente che fosse Sebastian o chiunque altro, era piacevole per un po’ lasciare che fossero gli altri a condurre il gioco.
- Non mi hai ancora risposto – la canzonò sua zia.
- Oh andiamo April, non è niente di che. Mi sono solo imbattuta in un ragazzo per strada – disse sminuendo l’incontro agitando una mano al vento
- Sia benedetta la tua sbadataggine, ragazza – sua zia non indagò oltre e Lys poté tirare un sospiro di sollievo e rilassarsi durante il pranzo e per il resto della giornata.

Il cuore le batteva già molto forte già da quando Lys mise piede fuori dalla facoltà. Fece il solito percorso un po’ più in fretta del solito, e a pochi minuti da casa iniziò a sentirsi agitata. Già solo quella bastò per turbarla.
Anche quel giorno svoltato l’angolo vide Sebastian, aveva un borsone da palestra buttato con nonchalance su una spalla. Le sorrise da lontano sfilandosi gli occhiali. Quando furono a pochi metri di distanza Lys si lasciò sfuggire un saluto troppo entusiasta – CIAO… Sebastian - Quella che era iniziata come un’esclamazione di saluto, a voce persino troppo alta, finì in un sussurro. Il ragazzo si limitò a farle un mezzo cenno con il capo e un quarto di sorriso per poi raggiungere la sua auto.
Stupida.
Aveva rovinato anche il loro secondo giorno.
Tuttavia quando stava ormai per superare la macchina con Sebastian al volante, si girò e lo guardò. Lui era seduto al posto di guida e la salutò agitando una mano e mimò con le labbra – A domani Luce -.
Il corpo di Lys si rilassò improvvisamente quando realizzò che alla fine la sua uscita non era stata un totale disastro. Si chiese se sorrideva così a tutti e si scoprì improvvisamente punta nel vivo, pensando che quel piccolo gesto che condividevano dovesse essere esclusivo. Non era niente di che analizzando la situazione, si sorridevano e si salutavano semplicemente, però lui le aveva dato un nomignolo, “Luce”, un’abitudine che le sembrava intima da poter condividere con un estraneo qualunque.
Tornò a casa con la testa nuovamente piena di pensieri e trovò a malapena la voglia per finire di scrivere un saggio breve che avrebbe dovuto consegnare il giorno seguente.
Si affrettò a fare una doccia alla fine del pomeriggio e una cena veloce prima di infilarsi nel letto. Sua zia non era ancora rincasata, lo faceva spesso senza avvisarla, quindi Lys si crogiolò nella calma e nel silenzio della casa.
Dopo un pomeriggio passato tra i libri si concesse di pensare a Sebastian prima di addormentarsi. Voleva che il suo ultimo ricordo della giornata fossero gli occhi e il sorriso del ragazzo. Le venne da ridere prima di scivolare nel mondo dei sogni: non sapeva assolutamente nulla di lui, era irrazionale eppure per un po’ non le importò nulla. Si addormentò, quindi, con il sorriso sulle labbra.



I commenti di Margo:
salve a tutti, pochi o tanti, i lettori della mia nuova storia. Dopo diversi anni ho deciso di rimettermi in gioco su EFP. Inizialmente questa storia è nata così per caso, in seguito ad un evento che mi ha ispirata (ebbene si, il ragazzo dagli occhi blu esiste davvero). Per ora la storia procede bene, ma se devo essere onesta in alcuni periodi dovrò rallentare il ritmo, abbiate pazienza cari. Allora fino ad ora che vi sembra? Fatemi sapere, alla prossima :)
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MargoRothSpiegelman