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Autore: CastaDiva    29/03/2014    0 recensioni
... Mia madre, rappresentante di classe dalle elementari fino al liceo, fulgido esempio per le sue compagne, una volta finiti brillantemente i suoi studi si era accasata con un giovane e promettente rampollo della società bene d'oltreoceano. Di certo non si sarebbe mai aspettata di avere una figlia come me; voti nella media, aspetto non di certo femminile, poco incline a tutto ciò che ruota intorno alle buone maniere e cose del genere. Per non parlare poi della mia indole ribelle ... Forse furono queste mie caratteristiche ad attirarmi come una calamita verso quella ragazza.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Haruka/Heles, Michiru/Milena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le settimane di pausa erano passate ed ora per tutte le atlete sarebbe toccata la seconda, ed ultima, selezione, Anche questa volta le staffette di atletica erano in contemporanea con quelle di nuoto dunque nè io nè Michiru avremmo potuto assistere alle gare dell'altra. Poco male, rimanevano le prove in singolo. Con l'avvicinarsi della selezione naturalmente gli allenamenti si intensificarono. O meglio, s' intensificarono ulteriormente visto che l'allenatrice della nostra squadra di atletica fin dalla prima selezione ci aveva messo notevolmente sotto torchio. La sconfitta imprevista di Amane l'aveva di certo scossa facendole dubitare il nostro precedentemente certo piazzamento. E tutto per colpa di questa sedicente saetta che aveva appena iniziato a calcare la pista.
“ Coraggio sfaticate, ancora un giro e poi tutte sotto la doccia “ ci urlò soffiando come sempre in quel suo dannatissimo fischietto. Inutile dire che vista la nostra condizione fisica una volta concluso l'ultimo giro ci ritrovammo stramazzate a terra con i muscoli che imploravano pietà.
“ Male, male, questi risultati non sono affatto rassicuranti “ borbottava l'allenatrice girando in tondo.
“ Ma Mikami-sensei, Gray-sempai Yoshida-san e Sasaki-san hanno quasi replicato il loro record personale e anche le altre ragazze sono andate bene. Contando che è da giorni che sia allenano senza riposo direi che è un ottimo risultato “ obbiettò Haruna, la manager del nostro club.
“ Questi numeri potevano andare bene un tempo, quando Fujimoto e Nobumoto erano le nostre uniche rivali pericolose ma ora c'è anche questa Tenou a preoccuparmi. Ho saputo che nonostante sia appena entrata in squadra abbia già surclassato tutte le proprie compagne e il fatto che sia del terzo anno implica che abbia iniziato a correre seriamente solo da poco visto che non si sa nulla di lei  “ spiegò l'allenatrice.
“ Non è detto che sia una profana. Forse come Gray-san ha frequentato le scuole all'estero, per questo era sconosciuta a tutti. “ fece notare, tra un ansimo e l'altro, una mia compagna di squadra.
Minami-sensei prese a marciare in circolo giocherellando nervosamente con il proprio fischietto “ Può essere “ le concesse infine “ Tuttavia questa mancanza di informazioni non fa altro che accrescere la mia ansia. “
“ Perchè non proviamo a spiare i suoi allenamenti allora? “  propose Haruna “ I miei due cugini frequentano la Nagareboshi e mi hanno riferito che in vista delle gare il club di atletica leggera ha indetto un allenamento supplementare la domenica e che può essere visto dagli spalti, ma solo dagli studenti della scuola. Comunque posso chiedere loro se ci possono prestare le loro divise e...  “
“ Haruna-san sei un genio!! “ esclamò festosa l'allenatrice prendendola per le spalle “ Organizzeremo un'operazione sotto copertura “
“ E come avrebbe intenzione di agire Minami-sensei? “ domandai esasperata consapevole di star assistendo alla nascita di una pagliacciata.
“ Due di voi andranno sotto copertura portandosi dietro una macchina fotografica e...  “
“ Prima di accedere al campo bisogna passare un controllo “ la interruppe la nostra manager “ Non è ammesso niente che possa imprimere su pellicola l'immagine degli atleti. “
“ Quei maledetti , trovano una buona atleta ed ecco che fanno subito i misteriosi  “ bofonchiò l'allenatrice staccandosi di malo modo da Haruna.
“ Direi che allora qualunque piano salta “ affermai alzandomi da terra “  Senza un'immagine da farle vedere è inutile per noi andare ad assistere, anche se ammetto che mi stuzzicava l'idea di vedere questo fenomeno all'opera  “
“ Forse l'immagine non deve essere necessariamente reale...  “ mormorò Amane con tono abbastanza alto da farsi sentire dalla sensei.
“ Cosa vuoi dire? “ le chiese questa che pareva volerle provare tutte prima di demordere.
“ Tempo fa Kaiou veniva ogni giorno ad osservare i nostri allenamenti e replicava le nostre pose. Elsa-san ha visto i disegni e a suo dire erano foto-realistici oltre che eseguiti ad una velocità sorprendente “ spiegò Amane.
“  Oh è vero  “ intervenni “  E' incredibile come sia brava, quasi meglio di una macchina foto.... Oh no. “ mi bastò guardare in faccia all'allenatrice per intuire cosa stesse pensando. Decisi allora di correre immediatamente ai ripari “  Però un disegno per quanto realistico è pur sempre inutile no? “
“ Sbagliato, si può capire molto dalla postura di una persona, oppure da come poggia i piedi si può intuire il suo metodo di corsa “ spiegò lei “ E' deciso, Kaiou è dei nostri  “
“ Non le sembra di essere un poco precipitosa? “chiesi io cercando di salvare il salvabile “  Per prima cosa bisognerebbe chiederlo, e non penso che sia propensa ad accettare. “
“ Quisquilie, basterà che sia tu a chiederglielo, non potrà negarsi ad un'amica. “ liquidò la questione Minami-sensei “  E ovviamente in quanto amica sarai tu ad accompagnarla “ Questa sua ultima arringa mi convinse che ormai era inutile tentare di farla desistere dal suo intento. Mi fece capire inoltre come la diceria della presunta amicizia fra me e Michiru si fosse ormai diffusa anche ai piani alti della scuola. E dire che a parte qualche sporadico contatto fossimo molto lontane dalla concezione comune di amicizia ma probabilmente l'estrema ritrosia al contatto di Michiru unita alla divinizzazione che si era fatta su di lei aveva fatto sì che anche una misera conoscenza come la nostra passasse per grande amicizia. 
Fu così che il giorno dopo io e Minami-sensei ci ritrovammo nell'aula di disegno dal vero in ginocchio davanti a Michiru per chiederle di partecipare a quella sciocca idea.
“ Non pensavo che la nostra squadra di atletica fosse così timorosa “ sorrise ironica lei senza levare gli occhi dalla tela “ Minami-sensei, ad essere sincera non approvo molto questi metodi  “
Era incredibile. Incredibile ed affascinante il modo in cui si ponesse ad una donna, un'insegnante per di più, con più del doppio dei suoi anni. Compresi come quel suo atteggiamento la facesse apparire superba agli occhi delle altre ragazze,  persino antipatica viste le maniere referenziali con cui comunque veniva trattata dal corpo insegnanti a dispetto dell'atteggiamento di palesata superiorità che teneva con loro. Eppure non potevo fare a meno di rimanere affascinata. Lì, inginocchiate davanti a lei non sembravamo che due meri sudditi in attesa del giudizio della propria regina e non una pluridecorata insegnante e la stella del club di atletica.
“  In verità non abbiamo mai usato certi espedienti  “ disse Minami-sensei cercando di giustificarsi “ Ma quest'anno è essenziale usare metodi non certo ortodossi  “
” E per quale motivo se è lecito sapere?  “ domandò Michiru con palesata indifferenza.
“ Beh, la Nagareboshi ha trovato questo nuovo talento che in poco tempo sta macinando progressi. Mi brucia dirlo ma se continua così questa Tenou otterrà facilmente il primo posto, tagliandoci di fatto fuori dal podio “ spiegò l'insegnante grave. Fino a quel momento per me era certo il due di picche che ci avrebbe inferto Michiru, e del resto non l'avrei biasimata ( come invece ero certa avrebbero fatto parte delle mie compagne). Quando però Minami-sensei pronunciò il nome Tenou vidi il suo volto cambiare espressione per così pochi secondi che non me ne sarei affatto accorta se non fosse che vedere un accenno di interessamento sul suo viso fosse una cosa così rara da rendere impossibile non notarlo.
“  Accetto di aiutarvi “ acconsentì voltandosi totalmente e, per la prima volta, verso di noi. “  Ditemi solo tutti i dettagli “
“ Non ho parole per ringraziarti, a nome della squadra e di tutta la scuola “ esclamò sollevata Minami-sensei alzandosi in piedi, andandole a stringere le mani tra le proprie. Trovavo questa riverenza decisamente esagerata, manco fosse lei a correre. Il resto del tempo lo trascorremmo a spiegarle quello strambo piano per filo e per segno e per quando tutta la faccenda stesse assumendo l'aspetto tipica di una commedia dell'assurdo la domenica seguente, come da programma, eravamo pronte.
Mi trovavo alla fermata dell'autobus adiacente alla Nagareboshi ; il giorno prima Haruna aveva consegnato a me e Michiru le divise dei suoi cugini spiegandoci con riverenza ( soprattutto verso Michiru) come si fosse premurata di portarle in tintoria e come ora fossero praticamente come nuove. Non che a me desse poi così fastidio indossare gli abiti di un ragazzo, ma del resto questa attenzione non era per impressionare me. Quel giorno il tempo non prometteva per niente bene, cosa anche normale visto che la stagione delle piogge era alle porte e sinceramente per la prima volta mi trovai a pensare che mia madre avesse ragione quando mi suggerì di uscire munita di ombrello.
“ Promette tempesta eh?  “
“ A chi lo dici, ci stavo proprio pensando e...  “ mi voltai di scatto rendendomi finalmente conto del suo arrivo. Ricordo che rimasi leggermente stupita nel vedermela davanti. Indossava in modo impeccabile la divisa, nonostante questa fosse evidentemente troppo grande per lei. Aveva raccolto i capelli in una coda bassa, tra le mani il suo immancabile blocco da disegno. Sebbene in vestiti non di certo consoni alla sua immagine riusciva ad emanare ugualmente la sua innaturale grazia. Forse questo era da imputare alla gestualità, come il suo modo di scostarsi dietro le orecchie due ciocche di capelli che si ostinavano nella propria ribellione contro l'elastico che le costringeva all'ordine.
“  Elsa , stai bene? “ mi chiese probabilmente a causa del mio essere inebetita. Non passò molto tempo dal nostro primo incontro che Michiru prese a chiamarmi senza suffissi. “  Tu non fai forse lo stesso? “ fu la sua obbiezione quando glielo feci notare, detta con lo stesso tono di un bambino quando spiega a qualcun altro qualcosa di talmente ovvio da far apparire incomprensibile alla mente la domanda postatagli.
” S...sì  “ risposi dopo un pò “ E' solo che mi hai sorpreso ecco. Ho sempre pensato che solamente le ragazze androgine come me stessero bene in abiti maschili ma devo dire che sei un ragazzo molto carino. Forse hai giusto un aspetto un pò troppo delicato. “
“ Grazie “ mi sorrise lei avvicinandosi “  Però mi raccomando, evitiamo i commenti come carino, non penso proprio che tra ragazzi si facciano questi complimenti “
“ Vero “ le concessi. C'incamminammo verso alla scuola una affianco all'altra. Vidi chiaramente il suo sguardo sopra di me, e del resto lei non lo dava a nascondere. Penso di non averla mai vista imbarazzata per un proprio comportamento a differenza delle ragazze della nostra età. Spesso a causa del mio aspetto non proprio da giapponese doc. sentivo l'attenzione degli altri su di me, attenzione che veniva immediatamente distolta non appena affrontavo quegli sguardi indiscreti. Michiru invece non fece niente del genere, come se il fatto che io mi fossi accorta del suo fissarmi non fosse altro che un dettaglio di inutile rilevanza.
“ Ti sei levata l'orecchino “ mi disse sfiorandomi il lobo sinistro. Mi fermai sorpresa sia da quel contatto improvviso, sia dal fatto del suo aver notato un dettaglio così marginale.
“ E' un tratto piuttosto caratteristico non trovi? “ le feci notare “ Non di certo adatto alle missioni sotto copertura. “
“  Hai ragione “ convenne lei “ E' un peccato però, ti dona molto “
“  Finalmente qualcuno che è con me “ sorrisi riprendendo a camminare ripensando a quando mia madre venne a sapere del mio colpo di testa, come lo aveva chiamato lei, per poco non era svenuta. Un singolo orecchino ad anello al lobo sinistro, per lei ero diventata una teppista. Di certo invece avrebbe apprezzato la morigeratezza e simmetria dei due piccoli brillanti che adornavano le orecchie di Michiru. 
Michiru... per quanto la sua osservazione mi fece piacere trovai che il suo sguardo a differenza delle parole non fosse rivolto a me. I suoi profondi occhi blu si erano fatti più intensi e grandi, come a voler vedere qualcosa al di là del visibile. E ancora una volta mi ritrovai a pensare quale fosse la reale natura di quella ragazza.

“ Come andiamo col disegno? “. Eravamo finalmente sedute sugli spalti della pista di atletica della Nagareboshi. Poco lontano da noi erano presenti altri studenti della scuola, per lo più ragazze intente a tifare il proprio atleta preferito. Anche se era evidente, oltre che piuttosto divertente, come quelle più vicine a noi ogni tanto si girassero per guardarci. Beh, era innegabile che io e Michiru sembrassimo ai loro occhi come due bei ragazzi.
 Gli allenamenti erano appena iniziati tanto che gli atleti erano ancora agli esercizi di riscaldamento ; nulla d'interessante insomma. Eppure da quando ci eravamo sedute Michiru non aveva posato per un istante la matita, continuando a disegnare ininterrottamente. A quel punto mi chiesi se sarebbe rimasta della carta per poter ritrarre il nostro obbiettivo. Curiosa mi sporsi leggermente sbirciando il contenuto di un foglio che con mia sorpresa trovai pieno di schizzi di occhi.
“  Ho sentito dire che gli occhi sono lo specchio dell'anima, però dubito che a Minami-sensei servano “ affermai.
“  Non ti preoccupare, ho una buona concezione dello spazio, non rimarrò senza carta >> disse lei intuendo i miei precedenti pensieri << E poi anche un artista ha bisogni di riscaldarsi prima di poter dare il massimo, non mi vorrai di certo trovare impreparata nel momento topico. “
“  Non hai tutti i torti “  le concessi prestando ancora più attenzione al foglio “ Ogni volta prima di impegnarti sul disegno principale disegni occhi? “
“ Oh no “ negò lei divertita “ E poi non li ho immaginati, sono i suoi “ mi disse indicando con la matita una ragazza bionda in procinto di concludere una serie di torsioni del busto. Socchiusi gli occhi cercando di metterla a fuoco. Alta, molto alta, fisico asciutto perfetto per la corsa. Tenendo fede alla descrizione fattami da Asami doveva essere lei la famosa Tenou.
“ Altro che sirena, sei un falco!! “ esclamai sorpresa “ Come diavolo sei riuscita a vederle gli occhi, io a mala pena riesco a vederle la testa “
“ Non li ho visti infatti “ replicò lei “ Non dal vivo almeno “
” Eh?Ma allora... ” Michiru interruppe sul nascere la mia domanda poggiando il suo indice sulle mie labbra per poi indicarmi la pista. Con ancora il suo dito sul volto mi girai vedendo che le ragazze della squadra di atletica si erano messe in posizione di partenza.
“ Perfetto, iniziano i giochi “ affermai dopo averle scostato la mano. La mia attenzione venne immediatamente catturata dalla pista. Finalmente avrei visto dal vivo questo sedicente fenomeno. Ad un segno dell'allenatore le ragazze partirono.
 Era evidente come quella fosse solo una corsa preparatoria, le atlete non stavano dando il massimo, limitandosi a scaldare i muscoli eppure per me era evidente già da queste piccole prove chi fossero quelle più meritevoli. E Tenou era tra queste. Sebbene fosse una novellina la sua postura era perfetta, non un passo fuori posto, andamento costante e misurato. E tutto senza dimostrare alcuna fatica.
“ Le basi ci sono, fatico a credere che sia un'esordiente “ mormorai incrociando le dita sotto al mento “  Per qualche minuto vedremo solo corse del genere, al momento non posso dire se sia brava o meno. Il talento però è certo.  “Mi girai leggermente cercando lo sguardo di Michiru che però era fisso sulla pista come in preda ad una visione, le sue mani strette alla matita. Sta forse avendo la crisi mistica degli artisti?Mi chiesi con noncuranza completamente ignara della tempesta che si stava scatenando dentro di lei.
Passò qualche minuto e finalmente si ebbero tutti i segnali che indicavano come l'allenamento fosse arrivato al suo culmine. Finalmente l'avrei potuta vedere, se non al massimo della propria forma, almeno ad un livello vicino. Fatico ad ammetterlo ma ero piuttosto in trepidazione. Continuavo a ritenere le preoccupazioni della sensei infondate, però in cuor mio speravo di poter finalmente incontrare qualcuno da poter ritenere al mio livello.
Ero pronta a giudicare la grande rivelazione dell'anno quando improvvisamente sentì una goccia cadermi sul naso, seguita a breve da altre.
“ Oh merd... “
“ Elsa , meglio andare “mi frenò Michiru mettendomi una mano sulla spalla “ Se arriva un acquazzone non so quanto può reggere la copertina rigida del quaderno.  “
“  Ma proprio ora?! “ mi lamentai, come se lei avesse avuto colpa. “  Non possiamo aspettare un pò? “
“  Sarebbe inutile, le ragazze stanno già rientrando “ mi rispose facendomi notare come le atlete stessero tornando negli spogliatoi. Logicamente direi, quale allenatore farebbe ammalare le proprie ragazze a ridosso di una gara? Malvolenteri mi alzai e la mia irritazione non passò di certo inosservata.
“ Sbaglio o ritenevi questa operazione sotto copertura una buffonata?  “ mi canzonò Michiru. ” Mi sembravi molto coinvolta “
“ Lo ero, ma non per quella stupida idea “ replicai “ Non posso fare a meno di pensare che avrei potuto vedere un'aspirante rivale in azione “ affermai stringendo il pugno. Era inutile, quella breve visione dell'allenamento era servita per accendere in me la foga agonistica, oltre che quella competitiva.
“  Dovrai pazientare per poco, tanto la gara si terrà sabato prossimo “ dichiarò lei che con brevi e misurati passi discese elegantemente la scalinata, forse troppo elegante per una che si spacciava per maschio ma tant'è, ormai la buffonata si poteva dire conclusa. 
“ Hai ragione, ma la pazienza non è mai stata una mia virtù “ confessai facendo spallucce. Ci stavamo dirigendo all'uscita del campo quando davanti a noi si frapposero due ragazze. Una decisamente imponente tanto che da sola ci ostruiva la strada, la seconda, più piccola, si nascondeva dietro alle spalle dell'altra.
“ Siete nuovi studenti? “ chiese la gorillona squadrandoci dall'alto al basso. No, questa decisamente non era tra quelle che ci guardavano ammirate.
“  In un certo senso. “  risposi prontamente “  Siamo due studenti stranieri e stiamo facendo una vacanza studio in Giappone, non ci tratterremo per molto “
“  Parli piuttosto bene il giapponese per essere uno straniero “  ribattè lei incrociando le braccia al petto. Ecco, la mia pazienza limitata ora stava per esaurirsi. La tipa prospettava di farci perdere tempo. Con l'ultimo briciolo cercai nuovamente di ribattere.
“  Siamo mezzi giapponesi e americani, abbiamo imparato la lingua dalle nostre madri “ affermai, dicendo tra l'altro il vero nel mio caso “ Ora se non ti dispiace...  “ mi scostai ricercando l'uscita ma nuovamente la balena mi si parò davanti.
“  Il tuo amico è per caso muto? “ ironizzò indicando Michiru che stringeva con forza il quaderno tra le mani, sul volto un'evidente preoccupazione. Forse la paura di essere scoperta, di certo avremmo passato un bel guaio, ma conoscendola ( per quanto fosse possibile conoscerla ) i suoi timori erano piuttosto da ricercarsi nel non voler bagnare il frutto del proprio lavoro.
“  E' timido ed in genere non è abituato a qualcuno che gli ostruisce la strada. “ spiegai avvicinandomi a Michiru. Agli occhi della tizia eravamo due ragazzi quindi teoricamente non ci avrebbe dovuto creare troppe rogne ma dubitavo che una grossa e prepotente come lei si facesse troppi problemi a prendersela anche con i ragazzi più piccoli ed indifesi, cosa che Michiru dava l'impressione di essere.
“ Sei proprio carino sai? Non trovi anche tu Mika-chan? “ domandò sua immensità alla ragazza più piccola. Questa annuì senza proferir parola arrossendo nell'incontrare lo sguardo di Michiru. Al che mi passò per la mente, non è che queste due ci stanno malamente provando ? A posteriori la cosa mi fa solamente ridere ma in quel momento la tensione dell'essere scoperte, unita alla pioggia che non accennava a smettere non creava la situazione ideale per una risata in compagnia.
“ Mi...koto andiamo “ esclamai salvandomi all'ultimo prendendo Michiru per un braccio con la ferma convinzione di riuscire ad andarsene di lì anche se ciò voleva dire fare a pugni con mamma orsa e il suo cucciolo. Non ero un asso nelle arti marziali ma avevo visto tutti i film di Rocky 3 e gliel'avrei fatta vedere a quella.
“ Mikoto-kun...ti si addice “ proruppe il bisonte “  E che cosa trasporti di bello? “ con una velocità che trovavo impensabile per la sua stazza prese il quaderno dalle mani di Michiru aprendolo malamente facendo così cadere per terra numerosi fogli. Immediatamente mi piegai per raccoglierli, fortunatamente il terreno non era ancora completamente bagnato ma non sarebbero durati per molto senza copertura.
“ Ridammelo  “
L'ordine impartito da Michiru, la sua prima parola da quando ci eravamo cacciate in quella situazione, mi fecero accapponare la pelle più delle gocce d'acqua , ora sempre più numerose, che sferzavano il mio volto.
“ Oh ma allora parli “ rise l'altra sfogliando il blocco “ Ma guarda un pò che abbiamo qui, Tenou eh? Quel maschiaccio ha fatto girare la testa a parecchi del club di atletica. Tsk, vedono due gambe più lunghe del normale e quelli vanno in visibilio. Mi dispiace informarti però che quella non pare essere molto interessata ai ragazzi, se capisci ciò che intendo “
“ Non siamo qui per sentire degli stupidi pettegolezzi, restituiscigli  il quaderno “ le intimai il più minacciosamente possibile. 
“  E se non volessi? “ Quelle furono le ultime parole ( comprensibili almeno) che sentì dalla bocca di quella ragazza. Michiru infatti inaspettatamente le tirò una ginocchiata in pancia, e doveva pure essere piuttosto forte visto che nonostante la massa grassa che sicuramente aveva attutito il colpo la tizia si piegò su se stessa, quel tanto che bastava per ricevere un altro calcio, questa volta diretto al volto, che la fece definitivamente crollare a terra. All'istante la sua amica tirò un urlo che definire assordante è dir poco. Non ricordo poi molto di ciò che accadde dopo, fatto sta che io e Michiru ci ritrovammo a correre a per di fiato fuori dalla scuola incuranti dell'asfalto bagnato e scivoloso sotto ai nostri piedi. Avevamo corso con così tanta foga da saltare la fermata dell'autobus, oltre che a perdere la strada, ritrovandoci così sperdute e ansimanti ad un incrocio.
“ A... accidenti, potevi andarci piano karate-kid “ sbuffai una volta ferma mentre cercavo di riprendere fiato. La pioggia ora aveva pure aumentato d'intensità, dovevamo assolutamente trovare un riparo. Peccato che non avevo proprio idea di dove fossimo! “  Senti tu per caso... Accidenti ma come sei conciata ?! “ strillai una volta resomi conto delle sue condizioni. Si era tolta la giacca della divisa piegandola attorno al blocco di disegno al fine di proteggerlo, questo però a discapito del proprio corpo completamente fradicio tanto che ormai le forme erano facilmente visibili attraverso la camicia zuppa. Mi levai immediatamente la mia giacca posandogliela sulle spalle cercando al contempo di non soffermarmi troppo sul suo corpo “ A giorni avrai una gara, non puoi rischiare di ammalarti. “ l'ammonì severa.
“ Non è lo stesso per te Elsa ? “ mi sorrise stringendosi nell'indumento.
“ Esatto, quindi è meglio cercare un riparo “ affermai guardandomi intorno. Era inutile, non avevo proprio idea su come orientarmi.
“ So io dove andare “ disse all'improvviso alzando lo sguardo su di me “ E' un posto poco lontano da qui, potremmo rimanerci fintanto che non smette di piovere, e se continua possiamo comunque chiamare qualcuno per venirci a prendere “
“ Perfetto, fammi strada “ esclamai staccandomi. Come mi disse camminammo relativamente poco, qualche centinaio di metri direi prima di trovarci di fronte ad un edificio. Michiru avanzò verso la porta facendomi segno di entrare. Estrasse dalla tasca dei pantaloni un agglomerato di chiavi, trovando immediatamente quella esatta. Entrammo e dopo aver acceso le luci in quello che sembrava un lungo corridoio, Michiru mi disse di precederla mentre lei sarebbe andata a cercare qualcosa di asciutto con cui coprirci. Obbedì arrivando alla fine del corridoio ed entrando nell'ultima porta. Qui si mostrò ai miei occhi una grande stanza con ampie vetrate. Col bel tempo doveva essere molto luminosa, ma quel giorno solo la luce artificiale del neon la rischiarò. Appoggiate alle pareti vi erano diverse tele coperte, mentre al centro della stanza numerosi cavalletti erano situati in diverse angolazioni.
“ Questo è un centro ricreativo per bambini. “ spiegò Michiru dopo aver chiuso la porta dietro di sè. Mi consegnò un lungo grembiule ricoperto da molte macchie di diversa consistenza. Non proprio il mio genere di abito ma meglio che niente. “  Il proprietario mi hanno fornito una stanza privata a patto che tre volte al mese io tenga delle lezioni di pittura ai bambini. Questi grembiuli provengono dalle loro aule, li utilizzano le maestre per evitare di sporcarsi. “
“ Non ti facevo così disponibile “ affermai, incurante di sembrare troppo brusca. Tanto ormai avevo capito che con lei la schiettezza era apprezzabile.
“ Non lo sono infatti “ rise lei indossando un grembiule simile al mio adornato però da diverse impronte infantili “ Però mi serviva uno spazio in cui lasciare le tele, prima le tenevo in casa ma ho constatato che l'odore della pittura alla lunga non sia molto gradevole. Inoltre il proprietario del centro ha fornito ogni stanza di un termovalorizzatore autonomo, così posso regolare la temperatura ideale per mantenere le mie tele al meglio senza che nel resto dell'edificio abbiano problemi. “
“ Però, alta tecnologia per un semplice centro per l'infanzia “ proruppi mentre vagavo per la stanza osservando le tele rimaste scoperte.
“ Il proprietario è un anziano industriale in pensione che non avendo famiglia ha deciso di finanziare le attività dei giovani “ spiegò “ Generalmente è più indirizzato verso le esigenze degli universitari ma parte del proprio denaro lo utilizza anche per i più piccoli “
“ George “  mormorai.
“ Prego? “ domandò Michiru.
“ Oh, niente mi sembrava di aver sentito da mio padre di un mecenate del genere, un inglese mi pare, un certo George qualcosa “ risposi prontamente io grattandomi il capo “  Inutile dire non ha avuto buone parole per quello che lui considera uno scialacquatore di patrimonio. “
“ Sei della sua stessa opinione? “ mi chiese sedendosi su di un sgabello, lo sguardo fisso su di me tanto che mi sentii piuttosto a disagio. Generalmente sono una che se ne frega altamente dell'opinione altrui ma nel suo caso non volevo deluderla, non volevo che avesse una cattiva opinione di me. Impiegai dunque un pò di tempo per risponderle mentre nella mia mente cercavo le parole adatte.
“ Sinceramente... “ esordì infine poggiandomi delicatamente ad un cavalletto “ Non mi è mai interessato più di tanto. Insomma, ho appena quattordici anni, non posseggo nulla di propriamente mio dunque non ho ben chiaro il giusto utilizzo delle cose “
“  Possiedi la tua vita, le tue ambizioni, i tuoi sogni “ replicò lei “  Non è abbastanza? “
“ I sogni e le ambizioni sono ancora troppo lontani perchè io riesca a raggiungerli, e poi non annovererei queste cose tra i patrimoni. “ risposi “  Insomma, sono cose intangibili e irreali, di lieve importanza “ aggiunsi.
“  Una volta che però li hai persi ti rendi conto della loro importanza, e del loro valore “ replicò cupa abbassando lo sguardo. Rimasi in silenzio non sapendo cosa dire. Da quando la conoscevo avevo scoperto molti lati della sua personalità sconosciuti ai più. Era una persona che si perdeva facilmente nel suo mondo, era ironica, canzonatoria e schietta verso gli altri ma anche misteriosa come quando se ne usciva con quelle frasi sibilline dal contenuto strambo sebbene dette da lei suonassero come immense verità. Avevo scoperto da poco anche il suo lato pericoloso, ero certa che quella ragazza della Nagareboshi avrebbe smesso di comportarsi impunemente con gli sconosciuti. Eppure di una cosa non ero ancora venuta a capo; l'origine di quella sua malinconia che troppo spesso le adombrava gli occhi. Cosa mai poteva andare storto nella vita di quella meravigliosa ragazza?
“ Che ne dici di posare per un ritratto? “ mi chiese Michiru tutta sorridente cogliendomi alla sprovvista, scuotendomi dal limbo dei miei pensieri << Come ringraziamento per avermi permesso di assistere a quella gara, ed inoltre passeremo un pò il tempo. “ continuò lei.
“ Non penso di essere il migliore dei soggetti . Non vorrei mai infangare la tua reputazione artistica.  “ scherzai per dissimulare il mio imbarazzo sorto a causa della proposta inaspettata.
“  Se ci sarà qualche macchia nel mio curriculum sarà da imputare solamente alla mia incapacità nel non averti raffigurato adeguatamente “  affermò sicura lei “ Allora Elsa, ti vuoi accomodare sullo sgabello? “
Seppur con titubanza mi sedetti. Michiru mi disse di non fare nessuna posa, di essere naturale cosa che però non mi riusciva granchè bene, ero tesa come le corde di un violino sapendo di essere minuziosamente osservata da lei sebbene fossi anche ansiosa di vederla all'opera.
“  Non usi i colori? “ le chiesi notando che sebbene accanto a sè avesse la pittura ad olio stava prendendo una matita.
“  Potrei farlo ma così verrebbe un ritratto molto delicato mentre ritengo che per la tua personalità sia più adatto un contorno vivido, cosa che sarebbe impossibile se utilizzassi solamente la pittura. “ mi spiegò. Accettai di buon grado ciò che mi disse. Del resto come avrei potuto ribattere visto che ero completamente ignorante in materia?
 Fui sorpresa dalla loquacità che Michiru dimostrò durante il dipinto. Certo, avevo già avuto modo di parlarle, durante la gara automobilistica per esempio, o anche pochi minuti fa ma mai in modo così confidenziale e personale. Tralasciando l'aura di mistero e fascino che la differenziava da tutte le altre mi resi conto di come fosse una ragazza normale con i propri sogni, i propri dubbi e incertezze. Credevo che con la sua moltitudine di talenti non avesse alcun problema pensando al futuro invece era proprio l'opposto, in quanto mi disse essere indecisa tra la carriera di pittrice e violinista sebbene ammise di avere una leggera predilezione per la musica.
“ Ancora più del dipingere suonare mi consente di esprimere appieno le mie emozioni più profonde “ furono le sue testuali parole. Sarà, ma io è proprio grazie a un quadro che mi accorsi di quanto l'aspetto etereo e serafico di Michiru non fosse altro che una mera facciata che nascondeva qualcosa di molto più profondo...e oscuro. Successe sempre quel giorno. Dopo un'ora d'immobilità la pregai di fermarsi nonostante le sue obbiezioni.
“ Ti giuro che adesso crollo “ esclamai esausta.
“  Va bene, vorrà dire che finiremo un altro giorno “  si arrese lei guardando l'orologio appeso alla parete per poi coprire la tela su cui stava lavorando ” Effettivamente non avrei neanche il tempo per continuare. “ detto ciò si alzo per sistemare gli utensili mentre io mi sgranchì le gambe ripercorrendo nuovamente il perimetro della stanza. 
 E proprio in quel momento un quadro mi attirò, forse per il fatto che come dimensione fosse notevolmente superiore a tutti gli altri, così le chiesi gentilmente di poterlo vedere. Michiru sembrò essere colta di sorpresa dalla mia richiesta ma senza alcun problema scostò il velo che ricopriva il dipinto. Non sono mai stata un'amante dell'arte e ogni volta che mia madre mi portava a qualche mostra trovavo ridicoli tutti quei sedicenti intenditori che blateravano di emozioni fatte nascere da un qualche accostamento di colore, di prospettive ricercate e altre baggianate del genere. Ma vedendo il suo quadro dovetti ricredermi. Rappresentava uno scenario apocalittico, enormi onde alte quanto un palazzo stavano per scagliarsi contro una città già quasi sommersa e distrutta dalle acque. Il titolo scritto sulla cornice poi non lasciava dubbi all'interpretazione " La fine del mondo". A differenza dei colori tenui e delicati usati solitamente da Michiru quel dipinto era caratterizzato da toni cupi e pennellate violente. Non mi reputo una critica d'arte ma quel genere di pennellate le avevo già viste in una qualche mostra.
“  Impressionisti  “ disse a un certo punto Michiru.
“  Come? “  chiesi voltandomi verso di lei.
“  Non ti stavi forse chiedendo dove avessi già visto questo genere di pittura ? “ indovinò ancora una volta tanto che ormai non mi sorprendevo neanche più del suo intuito eccezionale.
“ Sì “ confermai io.
“ E' una corrente artistica nata in Francia a fine '800 “ esordì lei toccando leggermente la cornice del dipinto “ Mette la soggettività e le emozioni del pittore davanti alla rappresentazione realistica del soggetto, il colore così come le pennellate sono date attraverso un processo che vede chi dipinge mettere su tela tutto ciò che ha dentro. Il risultato non sarà strettamente realistico, ma è molto più personale. “
“ E dire che ti facevo più una pittrice classica. Sai, di quelle che riproducono minuziosamente ciò che vedono “ feci io.
“ Non sarei diversa da una comune macchina fotografica “ esclamò “ Non voglio ritrarre una realtà apparente e rarefatta, non voglio fermarmi alla superficie. “
“ Quindi è questo ciò che vedi sotto la superficie? “ le chiesi. “  Non mi pare una bella prospettiva “
“ Anche nella peggiore delle disgrazie è presente una luce “  affermò lei “ E io sono alla disperata ricerca della luce che mi aiuterà a rischiarare il presagio ritratto in questo quadro “
Presagio eh? Ripetei mentalmente guardando il dipinto. Se queste parole non fossero uscite dalla bocca di Michiru avrei pensato che fossero solamente le stupide fantasie di una ragazzina fissata con l'occulto, la morte e la fine del mondo  ma sentendole pronunciate da lei non potei fare a meno di sentire un brivido percorrermi lungo la schiena.
“ Guarda, ha finalmente smesso di piovere. “  gioì Michiru aprendo una vetrata. “ Direi che possiamo andarcene. “
“ Non vedo l'ora di farmi una bella doccia “ sbuffai levandomi il grembiule per poi consegnarglielo “ Se non mi ammalo ho proprio degli anticorpi eccezionali. “
“ Non dirlo neanche per scherzo, sei indispensabile per la nostra squadra “ mi ammonì lei prendendo in consegna l'indumento, levandoselo a sua volta. Sebbene rispetto a prima la camicia fosse in condizioni migliori era ancora saldamente appiccicata alla sua pelle. A differenza di prima persi decisamente più tempo ad osservarla. Aveva un seno voluminoso rispetto ad un corpo all'apparenza fragile. Non avevo mai avuto occasione di rendermene conto, le divise scolastiche coprono bene le forme e anche i costumi integrali di nuoto ad eccezione delle gambe non è che consentissero di mostrare niente .
“ Elsa , hai forse perso la concezione dello spazio? “ mi chiese divertita Michiru alzandomi il mento “  I miei occhi sono qui. “
“ Facevo solo delle osservazioni tecniche!! “ cercai di difendermi colta sul fallo “ Sai, come atleta presto molta attenzione al corpo altrui quando mi capita. Deformazione professionale diciamo “
“ Va bene “ chiuse la questione lei mostrandomi però una faccia che diceva esplicitamente " questa di certo non me la bevo". Dopo aver ricoperto nuovamente quel grande quadro ci recammo nella sala insegnanti dove vi era l'unico telefono dell'edificio. Mentre io chiamavo casa Michiru andò a prendere la giacca della propria divisa, lasciata accanto al blocco di disegno vicino ad una stufa accesa nella speranza di limitare i danni causati dall'acqua. A malincuore dovetti chiamare mia madre chiedendole di venirci a prendere, il temporale era cessato ma fuori era buio ed inoltre non sapevamo quando sarebbe ripreso a piovere. La limousine della mia famiglia non impiegò molto ad arrivare così come la puntuale ramanzina di mia madre che non riusciva a spiegarsi come io abbia potuto permettere alla figlia dei Kaiou di indossare una così orribile divisa.
“  A proposito, questo è meglio che lo tenga tu “ mi disse Michiru dandomi il quaderno “  Sarai in grado di darlo a Minami-sensei sin da domani mattina. Riguardo alla divisa domani la porterò in lavanderia così che a giorni potrò restituirla “
“  Non hai bisogno di lavarla, suo cugino sarà felice di sapere che una così bella ragazza ha indossato la sua divisa, secondo me se glielo chiedi ti implorerà di dargliela così com'è “ ribattei.
“ Elsa!! “ strillò mia madre così forte da avermi quasi sicuramente lesionato il padiglione auricolare “ Non accetto un linguaggio così scurrile “
“ Tecnicamente il mio è un linguaggio allusivo. “ la corressi io.
“ In ogni caso è inappropriato “ affermò lei severa rivolgendosi poi a Michiru “ Ti prego di perdonare la sconsideratezza di mia figlia. “
“ Non si preoccupi, la franchezza di Elsa è una delle sue migliori caratteristiche “ mi difese inaspettatamente lei. Non impiegammo troppo tempo per arrivare sotto il suo appartamento, sebbene per me ogni minuto passato con mia madre sembrasse un'ora. 
“ Che brava ragazza, sono felice che siate diventate amiche “ mi disse mia madre una volta sole”  L'avevo detto a tuo padre che era un'ottima idea iscriverti alla mia vecchia scuola. Ottimo insegnamento ed eccellenti frequentazioni, di questo avevi bisogno. Se poi la smettessi con questo tuo hobby sarebbe perfetto. “
“ Mamma il mio non è un semplice hobby!! “ scattai subito all'attacco sentendo le sue parole sebbene ormai fossi abituata alle sue continue invettive contro la corsa.
“ Quando decidesti di iscriverti ad un club atletico avevo accolto bene questa tua scelta. Del resto una signorina di buona famiglia deve tenersi in forma, anche io ai miei tempi m'intrattenevo col tiro con l'arco. Però adesso ti stai dedicando decisamente troppo allo sport. Quale ragazzo per bene s'interesserebbe mai ad una ragazza con più muscoli di lui? “ continuò imperterrita.
“  Non sei un pò troppo precipitosa? Ho solo quattordici anni “ le feci presente sebbene io stessa fossi conscia che già dalla nascita aveva iniziato i progetti per il mio futuro. “  E poi non è indispensabile avere un uomo al proprio fianco “
Mia madre mi guardò come se avessi detto la più grande oscenità che la mente umana abbia mai potuto pensare “ Elsa, non dire sciocchezze!! “ mi ammonì “  Quando finirai le scuole sarà fisiologico trovare un marito adatto per guidare l'azienda di tuo padre, non puoi certo pensare che possa lavorare fino alla fine dei suoi giorni “
Come mio solito piuttosto che continuare quel discorso insensato preferii mettere il broncio e passare il tempo restante del tragitto guardando fuori dal finestrino. Per quanto con il resto del mondo non esito a mantenere la mia posizione con mia madre è sempre stato il contrario. Forse perchè abbiamo entrambe lo stesso carattere chissà.
Il giorno dopo come programmato consegnai i disegni di Michiru all'allenatrice che ne fu decisamente entusiasta tanto che indisse immediatamente diverse " riunioni strategiche ". Praticamente una lunga serie di allenamenti extra che si protrassero fino al giorno prima della gara. Io e le mie compagne eravamo completamente esauste tanto che la scuola ci aveva lasciato l'intero giorno libero da qualunque lezione. Giorno che io utilizzai per poltrire ad oltranza. Inutile dunque dire che l'eccitazione per la gara imminente, unita al fatto di aver dormito di giorno mi fece rimanere alzata la notte. Piuttosto che restare rintanata nella mia camera a girare in tondo preferì uscire andando sul tetto del dormitorio. Quella notte non vi era una sola nube in cielo e il fatto che il dormitorio, così come la scuola, fosse piuttosto lontano dalle luci cittadine faceva sì che queste non interferissero impedendomi di guardare la luminosità delle stelle. Sin da bambina quando ero agitata, o comunque avevo qualche problema, guardare il manto stellato mi tranquillizzava. Forse perchè  rispetto all'immensità  del cielo mi sembrava che i miei problemi non fossero che piccole cose. 
“ Pesci, capricorno, toro... “
“  Non immaginavo fossi un'amante dell'astronomia “
Voltai lo sguardo cercando quella voce che ormai mi era familiare.
“ Cosa ci fai qui? “ chiesi a Michiru. Indossava una leggera camicia da notte, fin troppo leggera visto che ci trovavamo nel periodo delle piogge e l'escursione termica non ci dava pace. Per non parlare del fatto che quell'abbigliamento non lasciava niente all'immaginazione e sebbene ci trovassimo in un dormitorio femminile era raccomandabile coprirsi per bene, anche perchè del resto a controllarci c'era un manipolo di suore.
“  Il club di arte organizzerà una piccola mostra con i dipinti delle iscritte. Visto che sono il presidente ho dovuto occuparmi di tutta la parte burocratica e organizzativa. Ho praticamente passato tutto il giorno dietro a questa cosa e una volta concluso era già buio. Fortunatamente mi ero già concordata con la scuola che in questo caso mi avrebbe fornito una stanza nel dormitorio “ spiegò, sedendosi accanto a me. “  E comunque ho solo questo tipo di abbigliamento per la notte, non ho niente di più coprente “ aggiunse sorniona.
“ C...chi ha detto niente “ mormorai voltando il capo, presa decisamente alla sprovvista. Ora il suo intuito assumeva veramente dei connotati paranormali.
“ C'è un bel cielo oggi “ constatò.
“ Sì, infatti lo stavo appunto scrutando “ esclamai alzando gli occhi al cielo. “ Oggi le costellazioni sono perfettamente visibili, pensa, pure i pianeti. ”
“ Ah, pure i pianeti sono visibili? “ mi domandò curiosa.
“  Non tutti insieme però in linea generale sì. Questo mese si può vedere bene Giove, Venere e Mercurio mentre Saturno sta cominciando a perdere visibilità. “ spiegai “ Ah, e ovviamente la Luna, quando il cielo è libero si vede sempre “
“ La Luna però è un satellite, non un pianeta “ fece presente lei in un tono che pareva una presa in giro.
“  Lo so, lo so. Però sai, l'umanità ha sempre considerato i pianeti come protettori delle persone e tra questi annoveravano anche la Luna non avendo ancora la concezione di satellite. E visto che la Luna è la protettrice del mio segno tendo a catalogarla in questo modo ” spiegai grattandomi il capo imbarazzata, non volevo che pensasse che io fossi una di quelle invasate fissate con l'astrologia.
“ Cancro  “
“ Come? “ esclamai non essendo riuscita ad udire bene.
“ La Luna è la protettrice di chi è nato sotto il segno del cancro ” disse lei guardandomi negli occhi “ Sei una ragazza estiva Elsa, lo sospettavo “
“  Non  t’ immaginavo un’amante  dell'astrologia occidentale “ affermai facendole il verso . “ Tu invece? “
“ Pesci, sono nata il sei marzo “ mi rispose.
“ Pesci... “ mormorai mentre cercavo di recuperare recondite informazioni dalla mia mente “ Nettuno, il tuo pianeta protettore è Nettuno. Un segno d’acqua, ti si addice “
Per qualche secondo un sorrisetto divertito si mostrò sul suo volto, per poi tornare all'imperscrutabilità di sempre.
“ E' un vero peccato, Nettuno è l'unico pianeta del sistema solare ad essere invisibile ad occhio nudo “ mormorai.
“ Un vero peccato “ ripetè lei raccogliendosi sulle proprie ginocchia, segno che cominciava a sentire il freddo. “ Ma penso che a Nettuno questo non interessi, che preferisca essere ammirato da un solo pianeta “.
“ Già, solo Urano può vederlo “ affermai chissà per quale motivo per dare una spiegazione scientifica e logica alla sua ennesima uscita bizzarra “ Pensa che la scoperta di Nettuno è avvenuta perchè si erano rivelate delle anomalie nel sistema gravitazionale di Urano spiegabili unicamente con un altro pianeta che ne influenzasse la orbita. A causa di questa loro connessione vengono chiamati pianeti gemelli “
“ Sembra proprio che il loro destino sia irrimediabilmente connesso “  disse “ E' una cosa romantica “
“ Romantico non è proprio l'aggettivo che mi viene in mente quando penso a due pianeti “ ammisi grattandomi la nuca.
“ Questo perchè non vedi al di là dell'astronomia “ affermò lei alzandosi “ Meglio rientrare no? La gara è domani ed è ora che ti riposi 
“ Lo stesso vale per te “ ribattei alzandomi a mia volta, non comprendendo, nuovamente, la natura delle parole dette poch'anzi. Arrivata a quel punto avrei dovuto semplicemente arrendermi dal volerla capire ma chissà, forse a causa della mia natura che aborriva la sconfitta, forse a causa del fatto che fossi profondamente attratta da lei, ad ogni suo nuovo mistero cresceva in me il desiderio di comprendere sempre di più quella misteriosa creatura chiamata Michiru Kaiou.
“ Voglio sentirti suonare “ esclamai all'improvviso, la figura di Michiru che si stava già dirigendo all'interno dell'edificio.
“ Prego? “ mi domandò lei presa alla sprovvista voltandosi verso di me.
“ Quando hai tempo mi piacerebbe ascoltare la tua musica “ spiegai. Quel desiderio mi era nato all'improvviso, un vero e proprio fulmine a ciel sereno. “ Sei strana, ma hai detto che più della pittura è con la musica che ti esprimi meglio. Forse chissà, ascoltandoti potrei capirti di più. Anche se sono completamente ignorante in materia di musica classica “
Inaspettatamente alla mia richiesta Michiru si mise a ridere, cercando di trattenersi coprendosi la bocca con la mano “ Mi chiedi un favore dicendomi che sono strana? “ mi chiese retoricamente al che mi accorsi di non aver fatto una delle mie migliori uscite. Fortunatamente lei sembrava non essersela presa.
“ Va bene, un giorno di questi ti farò ascoltare qualcosa “ mi concesse “ Ora andiamo? “
Annuendo la seguì chiudendomi poi la porta alle spalle.

La gara quel giorno arrivò presto, troppo presto.Anche questa volta le staffette di atletica erano in contemporanea con quelle di nuoto dunque nè io nè Michiru avremmo potuto assistere alle gare dell'altra. Poco male, rimanevano le prove in singolo. E fu proprio riguardo queste che lei mi chiese il secondo favore da quando ci conoscevamo. Stavo uscendo dagli spogliatoi per sostenere la mia gara quando la trovai fuori ad attendermi, quaderno da disegno alla mano. Incuriosita le chiesi cosa ci facesse lì nonostante la sua presenza a bordo campo non mi dispiacesse affatto. Quando seppi il motivo della sua presenza mi sorpresi non poco. Presentarla a una mia avversaria? La grande Michiru Kaiou ha bisogno di uno chaperon?
“ E dimmi, chi sarebbe la fortunata che vuoi conoscere? “ le domandai.
“ Haruka Tenou “ rispose prontamente lei.
“ Tenou eh? “ ripetei. La ragazza veloce come il vento, colei che mi ha obbligato con la sua esistenza a sottostare alla ridicola idea dell’allenatrice.
“  Proprio lei “ confermò Michiru “  Lo farai? “
“  Non ti preoccupare, del resto ti devo un favore “ la rassicurai “ Ci vediamo a gara finita “ detto ciò la lasciai indietro per entrare nel campo. Mi diressi immediatamente nella mia corsia e scrutai le mie avversarie alla ricerca di Tenou. Fui sorpresa quando constatai che si trovava proprio accanto a me. Il nome scritto sulla tuta non poteva mentire, quella stangona bionda era proprio Haruka Tenou. Trovandosi vicino a me,al centro della pista,doveva aver ottenuto un ottimo tempo di qualificazione, niente male per una novellina. L'avvicinai per parlarle trovandola completamente estraniata da tutto e quando decise di tornare nel mondo reale le parlai.
“  Ho sentito dire che vai forte “
La bionda si voltò verso di me guardandomi con noncuranza.
“  Ce la farai a battermi? “ le chiesi con aria di sfida. Che finalmente avessi trovato una degna avversaria? Anche questa volta nessuna risposta da parte sua. Le cose erano due, o era una timida cronica ( cosa di cui dubitavo ) o semplicemente e volutamente mi ignorava.
Dagli auto-parlanti ci dissero di prendere posizione. Bene, finalmente avrei visto personalmente di che stoffa era fatta quella ragazza. Al suono del via scattai il più forte possibile. Nei primi metri le ero affiancata ma mano a mano che la corsa proseguiva più lei si distanziava da me, portandosi dietro una forte folata di vento. Non volevo crederci,stavo per essere battuta!! Corsi al massimo delle mie possibilità sputando sangue eppure non riuscì ad avvicinarmi neanche lontanamente a Tenou che pareva di un’altra categoria. Arrivai stremata alla linea di fine e nonostante la mia sconfitta essendo arrivata seconda riuscì a piazzarmi comunque per la prossima gara. Le mie compagne di squadra vennero tutte da me, meravigliate del fatto che quella ragazza mi avesse battuta, ma non avevo tempo per perdermi in chiacchiere con loro. Dopo essermi messa la giacca della tuta andai da Tenou per adempiere alla mia " missione". Feci segno a Michiru, seduta sulle gradinate di scendere e nel mentre del suo arrivo mi avvicinai alla bionda.
“  Volevo farti i miei complimenti, le voci che ho sentito erano vere, nessuno era mai riuscito a battermi “ le dissi, cercando di attirare la sua attenzione. Vedendo di esserci finalmente riuscita andai dritta al punto “ Vorrei presentarti una ragazza, vieni pure avanti Michiru “
Sentendosi chiamare questa si mosse e io continuai a parlare.
“  Ti presento la mia amica Michiru, è una pittrice con del talento e soprattutto una ragazza in gamba, mi ha detto che voleva conoscerti. “ devo ammettere che ero davvero brava come chaperon.
“ Non hai l'aria molto affaticata, questo significa che non hai corso al massimo delle tue possibilità “ disse Michiru avanzando davanti alla bionda che sentendola parve molto divertita. Allora a quanto pare riusciva a dimostrare qualche emozione, pensai.
“  E come fai a saperlo? “ ribattè Tenou.
“  Scommetto che anche tu percepisci i messaggi che ti porta il vento “ affermò con voce suadente Michiru. E brava ragazza, è così che si fa. Anche se non capivo cosa cavolo stesse succedendo e dubitavo che un’uscita così criptica avrebbe fatto effetto. Inutile dire che sbagliai su tutta la linea, difatti dopo le parole di Michiru la bionda sgranò gli occhi ed entrambe stettero per alcuni minuti immobili a guardarsi.
Non ho mai creduto ai colpi di fulmine a differenza di gran parte delle mie coetanee. Quel giorno dovetti ricredermi. Appena si erano viste quelle due si erano rintanate nel loro mondo, mancavano solo delle rose svolazzanti con contorno di odi e violini per completare il loro quadretto. Quadretto che fu interrotto da Tenou che prese la sua sacca dalla panchina.
“  Tsk, che sciocchezze “ disse con fare leggermente infastidito. “ Spiegami piuttosto come mai volevi conoscermi. “
“  Vorrei che tu posassi per un mio quadro “ disse  sorridente Michiru.
“ No grazie, non credo di essere un soggetto molto interessante “ si negò Tenou voltandosi per poi andarsene per la sua strada.
Non so se ero più stupita del fatto che qualcuno si fosse negato a Michiru o di quello che vidi di lì a poco.  Avevo già notato il suo repentino cambio d'umore causato dal rifiuto della bionda ma solo quando eravamo rimaste sole nello spogliatoio appresi quanto la cosa fosse grave. Inaspettatamente infatti Michiru scoppiò a piangere arrivando a rannicchiarsi contro il muro. La cosa mi prese completamente impreparata e dopo un primo tentennamento le andai incontro cercando di consolarla. Ma come fare? Non sapevo neanche l'esatto motivo del suo sfogo.  Era per il suo orgoglio ferito? Effettivamente per una a cui era concesso tutto questo poteva essere stato un duro colpo. Oppure la causa era proprio da ricercarsi nella persona che l'aveva rifiutata?
In ogni caso non avevo avuto il tempo di chiederlo visto che Michiru si alzò repentinamente in piedi, prese il suo quaderno tra le mani e dopo avermi salutata se ne andò dallo spogliatoio.
Quella fu la prima occasione in cui effettivamente mi accorsi di essere stata testimone dell’inizio di qualcosa di grande.

Finalmente è arrivato il secondo capitolo!! Primo frutto della mia nuova conoscenza di word ( era ora) ho modificato leggermente la resa grafica ( abbandonate le virgolette del discorso diretto .) Personalmente non amo troppo questo capitolo, lo salvo giusto perchè è quello di transizione, sperando che il prossimo sia meglio. Ah, il dialogo tra Haruka e Michiru è preso pari pari dai sottotitoli dei dvd Dynit della terza serie. Il mecenate George è anch'esso un personaggio presente nella terza serie, episodio 19 quando Usagi si prende la sua prima sbronza XD Alla prossima!!
   
 
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