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Autore: OfeliaMontgomery    29/03/2014    1 recensioni
Cos'hanno in comune Ofelia Montgomery, Rebekah Warner, Arlene Douglas, Georgia Adams, Delia Morton e Nora Day? Il corpo.
Dal primo capitolo:
Il signor Nicholas Hudson, il guardiano del cimitero restò stupito nel vedere Ofelia Montgomery camminare per le strade della città, di notte e da sola.
– Signorina Ofelia che ci fa qui da sola? E per giunta così? – chiese l’uomo indicando l’abbigliamento strano della ragazza, portava ancora la camicia da notte ed era scalza.
– Non so chi sai questa Ofelia, il mio nome è Georgia Adams e sono venuta a trovare il mio defunto marito – parlò la ragazza con voce quasi metallica facendo qualche passo verso l’entrata del cimitero.
Genere: Dark, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo circa venti minuti arrivarono davanti al ristorante Red Moon. Ofelia parcheggiò l’auto nell’unico posto libero nel parcheggio poi uscì dalla macchina insieme ad Evan ed entrarono nel ristorante. Il ristorante era un locale con arredamento moderno. I colori predominanti erano il nero, il bianco e il rosso. Le poltrone erano in pelle rossa e i tavoli invece erano bianchi e neri e se visti dall’altro sembravano formare una scacchiera. Sul lato destro del locale c’era una parete trasparente piena di cristalli. Le posate erano in argento e i bicchieri erano di cristallo.
Come sotto fondo nel locale c’era una musica rilassante. Molta gente era già seduta ai loro tavoli e mentre chiacchieravano, mangiavano tranquilli.
Una cameriera dai lunghi capelli ramati e dal vestito leggermente troppo corto si avvicinò a loro e sorrise.
– Avete una prenotazione? – chiese la cameriera squadrando da capo a piedi Ofelia e guardando con adorazione Evan.
– Si, Allen – rispose Evan scoccandole un sorriso, prima di seguirla insieme ad Ofelia al loro tavolo. Il tavolo in cui stavano loro era vicino alla parete di cristalli, Ofelia ne rimase esterrefatta – E’ bellissimo. Abito qui da sempre e non sono mai venuta in questo ristorante – confessò la ragazza arrossendo un po’ prima di sedersi aiutata da Evan che le spostò la sedia.
– Grazie – disse la ragazza dolcemente. Lui annuì sorridendole poi andò a sedersi davanti a lei.
Ofelia aveva il cuore in gola, tremava e sudava dall'emozione. Era il suo primo appuntamento dopo tanto tempo. Non ne aveva uno dai tempi del liceo.
– Sono davvero emozionata – disse la ragazza scuotendo i suoi lunghi capelli.
– Anche io – rispose lui sorridendole poi le appoggiò una mano su quella di lei.
La cameriera tornò e chiese se avevano scelto cosa ordinare, ma la verità era che non avevano nemmeno dato un’occhiata al listino. La cameriera disse che sarebbe tornata dopo e se ne andò, lasciando i due ragazzi da soli nel loro imbarazzo.
Ofelia prese un listino e diede un’occhiata al cibo e alle bevande. Evan fece lo stesso e come la ragazza scelsero la pasta alla carbonara come primo per il secondo la bistecca fiorentina con un po’ d’insalata come contorno. Il ristorante era italiano ed era gestito da italiani e da inglesi.
La cameriera era tornata e prese le ordinazioni e se ne’andò, lasciando un cesto di pane. Stettero zitti per un po’ poi Evan ruppe il silenzio – Da quanto tempo lavori nella bottega? – chiese il ragazzo cercando di smorzare l’imbarazzo.
– Da quando ho diciotto anni. Prima era di mia madre poi è passata a me – rispose Ofelia sorridendo.
– Bello. Io sono qui perché sono scappato dalla mia famiglia – spiegò lui spezzando un pezzo di pane e portandoselo alla bocca.
– Perché? Volevano che facessi qualcosa che non ti andava? – domandò Ofelia curiosa mangiando anche lei un pezzo di pane.
– Esatto. La mia famiglia non ha un passato non molto felice. E’ molto macabro il passato della mia famiglia e io non voglio avere a che fare con quello. Se ti dicessi quello che facevano non mi crederesti mai –
– Oh ti posso assicurare che anche la mia famiglia è strana e abbiamo anche noi un passato non molto felice e bello. Quindi racconta – la incitò la ragazza mentre la loro cena arrivava.
La cameriera gli servì poi li lasciò da soli ed Evan sospirando continuò il suo racconto.
– I miei genitori sono dei cacciatori di persone sovrannaturali –
– Persone sovrannaturali? –
– Sì, non ci crederai, ma esistono persone che possono rinascere e risorgere – spiegò Evan sospirando.
Ofelia si alzò di scatto scioccata e scappò dal ristorante, lasciando Evan sconvolto e da solo nel locale.
Il ragazzo sbattendo un pugno sul tavolo lasciò un paio di banconote lì e poi alzandosi corse verso l’uscita del ristorante. Ofelia stava per entrare in macchina ma fu fermata da Evan che la prese per un braccio, facendola girare verso di lui – Fermati. Cos’ho detto di male? – chiese sconvolto.
La ragazza scoppiò a piangere e gli tirò due pugni sul petto – Stammi alla larga oppure voi uccidere anche me? E’ per questo che ti sei avvicinato a me? – chiese la ragazza singhiozzando.
– Sei una di loro? Sei una rinata? – chiese a sua volta Evan scioccato.
– Sì –.

 
  
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