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Autore: Yoan Seiyryu    30/03/2014    1 recensioni
[ Loki/Sigyn + accenni alla Thor/Sif]
Il Regno di Álfheimr è afflitto dai soprusi dei Giganti di Ghiaccio che per anni si sono abbattuti con violenza sul Popolo dell'Alta Foresta. Odino stringerà un'alleanza con Álfheimr sancita attraverso le nozze combinate tra suo figlio Thor, legittimo erede al trono di Asgard e Sigyn, figlia del Lord di Alta Foresta. Lady Sigyn si troverà ad affrontare una nuova vita alla corte di Asgard, fin quando non comprenderà che il suo futuro sposo è in realtà innamorato di un'altra donna, la guerriera Sif. Nel contempo stringerà amicizia con Loki, il quale la userà a proprio piacimento per far decadere il fratello ed appropriarsi del trono. Su Sigyn cadrà una maledizione che scatenerà una nuova battaglia tra i Giganti ed Asgard.
Le vicende partono dal precedente esilio di Thor al ritorno di Loki dopo aver tentato di asservire la Terra.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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V - Water 

 
LokI
 

Era trascorsa più di una settimana da quando intravidi Lady Sigyn nei giardini interni del Palazzo. La sua immagine non mi aveva sfiorato nemmeno per un attimo durante tutto quel tempo e nemmeno mi ero posto domande riguardo al fatto che fosse totalmente svanita alla mia vista. Ciò che mi fece ricadere nel ricordo di lei fu il rivedere la sua dama di compagnia, la giovane fanciulla dai capelli di fuoco, ridere in compagnia di Fandral.
Entrambi sostavano nella sala comune e lei teneva la schiena agganciata ad una delle alte colonne di marmo, mentre lo spadaccino la attorniava con uno dei suoi sorrisi melensi. Mi sentii quasi inorridire di fronte ad una tale visione e non era mia intenzione rimanere a spiare ciò a cui avrebbero portato i loro sussurri. Distorsi le labbra in una smorfia e preferii rivolgere la mia attenzione verso il corridoio che mi avrebbe condotto alla biblioteca. Non avevo alcuna lezione con mia madre per quel giorno e non avevo nemmeno voglia di recarmi sul ponte Ygsdrar [1] ad allenarmi insieme a mio fratello e ai Tre Guerrieri.
Una volta varcata la soglia dell’unico luogo in cui mi sentivo davvero al sicuro dal mondo intero, perché lì non dovevo sottopormi ad alcuna dimostrazione, mi affrettai a ritrovare il volume che avevo lasciato giorni prima per continuare la lettura.
Constatai solo un istante dopo di non essere solo nel momento in cui mi accorsi della spiacevole presenza di una figura evanescente come quella di Lady Sigyn. Stante, con un libro tra le mani, dava le spalle all’alta finestra da cui entrava la luce del primo mattino.
Non riuscivo a sciogliere l’espressione enigmatica del suo viso adombrato dai lunghi capelli biondi lasciati ricadere su una spalla, solo le labbra erano visibili in quel profilo etereo e notai una lieve  increspatura.
- Non vi piace ciò che state leggendo? Sembrate contraddetta – decisi di rompere il silenzio e far notare la mia presenza.
Portai le mani dietro la schiena e rimasi in attesa di una sua reazione. Come sempre riuscii a coglierla di sorpresa poiché si voltò quasi disincantata e chiuse il volume in gran fretta, cosa a cui diedi una certa importanza.
- Sussultate ogni volta che udite la mia voce. E’ così terrificante? – affilai il sorriso. Pungerla poteva dimostrarsi divertente.
Lady Sigyn ne approfittò per raccogliere qualche respiro più concitato e si limitò a scuotere la testa, lasciandomi finalmente intravedere gli occhi chiari sollevati verso i miei. Difficilmente avrei dimenticato uno sguardo simile. Iridi cristalline in cui si rischiava di essere risucchiati.
Lady Sigyn era come l’acqua. Una superficie acquatica senza suono, così trasparente che se anche si prova a guardarla ci si riflette solo la propria immagine e non si riesce a conoscere l’essenza dell’altra persona. Anche se dovrebbe essere di fronte ai tuoi occhi si prova la fastidiosa sensazione che non ci sia nessuno. [2]
Questa era la sensazione che provavo quando tentavo di comprenderla. Non che avessi interesse a scavare dentro la sua anima, ma avevo bisogno di capire chi fosse. Nessuno era mai sfuggito al mio sguardo.
- No, affatto. Ma il modo in cui pretende, la vostra voce, di farsi notare rischia di cogliere alla sprovvista – rispose in modo affettato e senza darvi il giusto peso. Lasciò cadere le mani dietro la schiena insieme al libro che poco prima aveva chiuso con una fretta inspiegabile.
- Posso dire lo stesso, visto che non mi aspettavo di trovarvi qui.
- E quali sarebbero state le vostre aspettative?
- Vedervi trascorrere del tempo col vostro futuro sposo, ad esempio – non mancai di farle pesare quella affermazione.
Lady Sigyn non era altro che una pallida novità nella vita abitudinaria di corte. Un lampo di amarezza comparve nei suoi occhi e ciò le diede modo di arrendersi e sedersi sul davanzale della finestra, come a ricercare il bisogno di un sostegno per l’eccesivo peso di cui era stata gravata.
- Al momento temo che si stia confrontando con i propri compagni d’arme. Il Torneo dei Nove Guerrieri pare essere un grande richiamo per tutti loro – sorrise forzatamente di quel sorriso intriso di arrendevolezza.
Non essere in grado di governare la vita a proprio piacimento, era un’espressione che riuscivo quasi a comprendere. Avrei potuto compatirla, se la compassione avesse fatto parte della mia natura.
- Per voi invece non lo è. Ricordo come vi prodigaste quel giorno ad Alta Foresta, per convincere il vostro pupillo a rinunciare all’idea della battaglia. Vi avrei ascoltato con interesse, se avessimo avuto il tempo di fermarci – così mi avvicinai verso di lei e appoggiai la schiena alla parete, senza alcuna intenzione di accostarmi alla finestra, la cui luce investiva la sua figura.
- Non lo avreste fatto in ogni caso, perdonatemi la franchezza. Usare il vostro tempo per ascoltare le idee stravaganti di una donna qualunque? Se anche aveste conosciuto i miei titoli non sarebbe stato diverso.
Aggrottai lentamente le sopracciglia. Quegli occhi così chiari, cosa nascondevano? Perché non riuscivo a vedere altro se non la mia immagine? Lady Sigyn era sfuggente, ma non mentiva poiché non era in grado di farlo.
- Siete pretenziosa se credete di potermi comprendere – lanciai uno sguardo verso le mani che continuava a tenere dietro la schiena – ad ogni modo, quale lettura ha colto la vostra attenzione?
Probabilmente la mia insistenza non faceva altro che torturarla, un passatempo che trovavo dilettevole. A quella domanda Lady Sigyn si adombrò e non mancai di osservare un lieve rossore sfiorarle le guance. Strinse istintivamente il volume che teneva serrato tra le dita ed iniziò a sussurrare spiegazioni incomprensibili.
Non ero affatto incline ad attendere lo sciogliersi di quelle difficoltà linguistiche e dunque afferrai di mio pugno il libro, strappandolo dalla sua presa.
- Gli Jotun? – biascicai tra me e me prima di rivolgerle uno sguardo incuriosito – perché mai ve ne siete interessata? Non saranno che un pallido ricordo quando mio padre deciderà di affrontarli una volta per tutti. Il vostro Regno non soffrirà più gli Inverni Eterni.
- Conoscere il proprio nemico è fondamentale – disse lei con voce flebile.
- Non sarete certo voi ad affrontare i Giganti di Ghiaccio. Lasciate tutto questo a chi ne avrà le competenze – la rimproverai.
Con un movimento veloce andò a riafferrare il libro che le avevo rubato e lo ricondusse al petto per poi alzarsi dal davanzale e dirigersi verso gli alti scaffali.
- Dovrei forse rimanere a guardare senza fare nulla? Non dimenticherò il mio popolo e non lascerò a vostro fratello l’incombenza di occuparsene da solo.
Mi allontanai per seguirla.
- Nascondete qualcosa, ne sono ormai piuttosto certo. Scacciata la nostalgia, la tristezza dai vostri occhi rimane ancora un turbamento che non riesco proprio a comprendere – dichiarai con immediatezza.
Si voltò per mostrarmi un’espressione infastidita in cui le sopracciglia si arcuarono e le labbra si incurvarono in una smorfia carica di disappunto. Poi restituì il volume alla sua dimora.
- Non ho nulla da nascondere.
- So riconoscere un bugiardo quando lo vedo e voi non siete in grado di raccontare menzogne. La vostra voce e il vostro sguardo remano contro di voi e se non imparerete a recitare non riuscirete a sopravvivere nemmeno un giorno a corte – fu un rimprovero che sentii terribilmente personale.
Era a lei che stavo parlando o a me stesso?
- Come dimenticare: La Tana dei Lupi – abbozzò ad un mezzo sorriso – ad ogni modo questo non si rivelerà un problema. Il destino è scritto per ognuno di noi.
Vi era risentimento in quelle parole, come se ella stessa fosse a conoscenza di qualcosa che riguardasse il proprio futuro. Non ne ero del tutto certo ma vidi balenare un certo rancore sul suo viso. Fintamente annoiato mi affrettai ad afferrare il volume che aveva riposizionato al suo posto e lo rivoltai lentamente tra le mani.
- Ascolto noiose teorie sul destino da più o meno tutta una vita. Viene utilizzato come scusa da chi non riesce a superare i propri limiti. E’ più promettente l’assumersi le proprie responsabilità, anziché lambiccarsi sull’impossibilità di superare questo cosiddetto destino.
In cambio ricevetti perplessità.
- Non riesco a comprendere, perdonatemi – prese a sfiorare il bordo di legno degli scaffali, camminando di nuovo lungo di essi alla ricerca di qualcosa, quando in realtà la sua attenzione era completamente rivolta verso di me.
La seguii senza pormi problemi.
- Quando ci troviamo di fronte ad una complicazione rimandiamo la causa al Fato. Siamo soggiogati dal suo potere a tal punto che ci dichiariamo impotenti. E se invece, ciò che definiti amo tale, non fosse altro che la conseguenza di determinate scelte prodotte dalla volontà di ognuno di noi?
Lady Sigyn a quel punto arrestò il passo e si voltò dalla mia parte.
- Il Fato dunque è l’incontro di più volontà che generano la casualità degli eventi? – mi domandò con una certa curiosità.
- Non trovo che gli eventi siano casuali. Questa mattina, anziché seguire il vostro futuro sposo, avete deciso di raggiungere la Biblioteca. Io non avevo altro da fare se non trascorrere il mio tempo qui. Il nostro incontro non ha nulla di casuale, siamo stati noi a scegliere volontariamente di agire in questo modo, nient’altro ci ha imposto di essere qui.
Sorrise appena e scosse lievemente la testa.
- Se il Fato non esiste dunque e tutto dipende dalla volontà che abbiamo, allora alcuni di noi non possono ribellarsi ad  essa. Le azioni hanno pur sempre delle ripercussioni.
Non volle spiegarmi nulla a riguardo, non volle darmi nessuna delucidazione. Semplicemente chinò la testa rispettosamente e si dileguò dalla biblioteca. Rimasi ad osservare il suo incedere elegante e leggero che si muoveva fino a svanire, lasciandomi solo in compagnia del solo volume con cui ancora stavo giocando.
Solo casualmente mi accorsi del segno che Lady Sigyn aveva lasciato tra le pagine e quando andai ad aprire, scorsi a prima vista il disegno di un fiore di ghiaccio. Feci schioccare la lingua e mi decisi a intraprendere quella lettura. Prima o poi avrei sciolto l’enigma che quella donna portava dentro di sé.
 
 


 
 
SigyN
 

Mi ero persa, ancora una volta. Non avevo imparato a distinguere i corridoi che suddividevano le ali differenti del Palazzo di Odino, muovermi con naturalezza sembrava del tutto impossibile. Desideravo semplicemente pormi al riparo, nelle mie stanze, per non essere osservata da nessuno. Soprattutto dal Principe Loki. Ciò di cui parlammo nella biblioteca mi lasciò una certa agitazione e fuggire fu l’unica soluzione che mi venne in mente per arrestare discorsi che non avevo intenzione di intraprendere. Il segreto che portavo con me era troppo grande e avevo promesso a mio padre di custodirlo, per il bene di Alta Foresta. Non ero in grado di mentire? Loki errava in questo suo giudizio. Il turbamento mi scombussolava e silenziare un elemento così importante al mio futuro sposo mi faceva sciogliere le gambe fino a farmi ad appesantire ogni passo che compievo.
In più le mie ricerche sui Giganti di Ghiaccio erano state interrotte ed io non riuscivo a pensare ad altro. Avevo bisogno di trovare una soluzione, dovevo in qualche modo aggirare il destino che mi si prospettava davanti, ma nessuno avrebbe potuto aiutarmi.
Crebbi con l’idea che la mia giovinezza si sarebbe fermata all’improvvisa, che sarei vissuta in un sonno eterno che mi avrebbe trasformato nell’elisir grazie a cui ero sopravvissuta. Ero il frutto di un inganno, un inganno che difficilmente sarei riuscita a sciogliere. Sarei mai stata in grado di sovvertire le leggi del mondo? 








Note: 

[1] Luogo originale nominato anche nella mini-long ‘Bleeding out for you’
[2] Cit. Pandora Hearts 







NdA: 

Salve a tutti! 
Prima di ogni cosa chiedo perdono per la pubblicazione così attardata, spero di riprendere il ritmo e scrivere in maniera più serrata. Chi ha già letto in precedenza ha potuto notare un cambiamento di rotta: ho inserito i due punti di vista dei personaggi, dividendo quindi la narrazione. Ho modificato anche gli altri capitoli, ma non è cambiato nulla degli accadimenti quindi non c'è bisogno di tornare indietro. 
In più ho deciso di trasformare la long in una raccolta di one-shot, al momento una long è troppo impegnativa e preferisco concentrarmi su one-shot collegate tra loro che spiegheranno comunque ogni fatto, la storia sarà assolutamente lineare. 
Ne approfitto per ringraziare Mania che ha creato il meraviglioso banner della storia e che mi ha sostenuta per continuare. In più ringrazio chi ha recensito l'ultimo capitolo e chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate. 
Al prossimo capitolo! 
 
   
 
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