Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Kiri94    30/03/2014    1 recensioni
AVVISO: la storia è stata completamente revisionata e riscritta in un modo più gradevole: per qualsiasi feedback vi invito a mandarmi un messaggio personale!
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Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Introductive Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto la saga precedente.
Nel cuore della notte diverse figure si muovono nell'ombra: il loro piano di vendetta darà vita ad una grande battaglia nella città di Namimori che vedrà coinvolti i Guardiani dei Vongola che vi risiedono ed alcuni nuovi personaggi!
Chi sono i misteriosi Drago? E per quale motivo odiano così tanto la famiglia Vongola?
La storia finalmente inizia ad entrare nel vivo, con colpi di scena ed intrighi a fare di sfondo ad alcune fra le più grandi battaglie mai combattute!
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chrome Dokuro, Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Iarim lanciò un'occhiataccia al sorridente Martin, squadrandolo coi propri occhi rosso sangue mentre le catene attorno a lei si dimenavano come serpenti.

Poi, improvvisamente, una vampata di Nebbia-0 per un attimo le avvolse le mani, lasciando poi alla sua scomparsa dei guanti di ferro dall'aspetto molto pesante e solido segno che era pronta a prendere l'iniziativa di attaccare in qualunque momento.

La tensione dell'aria era quasi tangibile, ma per qualche ragione il volto di Martin era sorridente e rilassato, come se tutto ciò fosse per lui solo un piacevole passatempo: non ci fu quindi niente da stupirsi quando Martin la provocò con un irritantissimo – Prima le signore – pronunciato con una tale sicurezza e calma che fece perdere completamente le staffe a Iarim – Te ne pentirai, biondino del cazzo! – ringhiò ferocemente prima di indirizzare con un gesto delle mani le catene addosso a Martin, il quale si limitò pigramente a tagliarle di netto con un fendente talmente rapido che lei non ebbe nemmeno il tempo di vederlo estrarre la spada.

Iarim osservò la scena con una freddezza mista a stupore – Uh? Niente male, stronzetto. Ma non cantare vittoria così facilmente! – urlò sferrando un pugno al terreno mentre Martin osservava rilassato la scena qualche metro più in là.

Evidentemente aveva però ancora tutti i sensi bene all'erta, e lo dimostrò il fatto che evitò indenne una massa di catene affilate come rasoi spuntate improvvisamente sotto i suoi piedi, ma per sua sfortuna Iarim aveva previsto quest'evenienza: immediatamente evocò un'altra catena che usò come frusta per sferzare l'aria e colpire le gambe di Martin, che per la prima volta dall'inizio dello scontro si ritrovò nell'impossibilità di reazione, a mezz'aria: l'unica cosa che poté fare fu afferrare al volo la catena, ferendosi lievemente al palmo della mano nel tentativo per poi spezzarla facilmente con un calcio poderoso, atterrando infine in piedi con un largo sorriso – Oh? Bella mossa, ragazzina. Ma ti chiedo di metterci tutta te stessa: più tempo mi intratterrai, più a lungo vivrai – disse con semplicità.

 

Iarim si ritrovò, suo malgrado, sinceramente stupita per la prima volta nella sua esistenza: poteva capire che una spada potesse tranciare le sue catene, ma addirittura a mani nude! Doveva cambiare tattica – Oh? Sei parecchio arrogante, biondino. Chissà se questo lato del tuo carattere resterà anche quando sarai diventato uno spezzatino! – lo provocò, cercando di guadagnare tempo prezioso mentre la sua mente lavorava frenetica ad una strategia.

ùMartin scoppiò a ridere fragorosamente – Ahahahahahah! Sei fantastica, ragazzina! Dovresti fare la cabarettista! Peccato che sei stata sfortunata: ho propria voglia di divertirmi un po', quindi non credo che ti concederò una morte rapida e indolore... mi dispiace, davvero. Ma spero che questo non ti impedisca di fare del tuo meglio come mio giocattolino... ok? – e le fece l'occhiolino, finendo con il mandarla su tutte le furie facendole dimenticare la paura – Tu... stronzo... – tremava dalla rabbia – SMETTILA DI PRENDERMI PER IL CULO! – urlò mentre il terreno attorno a lei si frantumava facendo scaturire migliaia di catene.

Martin osservò la scena sbadigliando – … ma sai solo basare i tuoi attacchi sulle catene? Che noooia. Pensavo che voi portatori di attributo Nebbia foste più divertenti... Mad lo è! – mormorò annoiato ed impassibile mentre un vero e proprio Tsunami formato da catene si abbatteva su di lui.

 

Rimase immobile fino all'ultimo istante, venendo seppellito da quel mare di anelli d'acciaio: poi, di colpo, fu come se tutto fosse attraversato da un fascio di luce orizzontale, senza rumore, ed un secondo dopo Martin emerse dal centro delle due metà, volgendo lo sguardo deluso a Iarim – Tutto qui quello che sai fare, ragazzina? – sbuffò dandosi qualche pacca sulla propria veste impolverata ignorando lo sguardo spaventato di Iarim – Io... io... non è possibile... erano circa diecimila catene affilate come rasoi... come puoi... esserne uscito indenne? Non sei umano! – mormorò quasi in un sussurro.

Per la prima volta, Iarim provava una sensazione tutta nuova: l'impotenza.

Martin si passò una mano nei capelli – Io non ti capisco proprio... disponi di un potere al di là di ogni immaginazione, eppure limiti te stessa in questo modo vergognoso. Ma perché? Hai un qualche motivo, come una promessa da rispettare o qualcosa del genere? – domandò, d'un tratto serio.

Questa domanda lasciò interdetta Iarim: poco a poco, i suoi occhi iniziarono a divenire sempre meno scarlatti – … eh? – riuscì a malapena a mormorare, disorientata.

Martin continuò ad avvicinarsi inesorabile, con passo lento e rilassato – Stammi a sentire, signorina. Il mio obiettivo è vendicare i miei cari ed i miei compagni estirpando il cancro dei Vongola dal mondo. Ma... non voglio farlo in modo vigliacco: io voglio eliminare ogni persona o animale sia correlata ad essi mentre sono al massimo della loro forza. Voglio che mi combattano giocando tutte le loro possibilità, non mi accontento di vederli morire e basta. Sai... sarò pure accecato dalla vendetta, ma non dimentico mai l'onore. Non posso finire qualcuno che non ha fatto sul serio, non con le mie mani. Io rispetto il tuo potere: anche ora che ti stai trattenendo inconsciamente, lo sento fluire nelle tue vene, ed è... qualcosa di maestoso, senza limiti e superbo. Ma è proprio questo che non riesco a capire... non sai come usarlo? O lo temi? – e nel dirlo la guardò con un improvviso sguardo di ghiaccio, facendo rabbrividire Iarim che restò in silenzio.

Martin fece un sospiro, poi continuò – Sarò onesto con te: ora come ora, le tue possibilità di vittoria sono inferiori allo 0%. Se non ti deciderai a combattere al massimo del tuo potenziale, non ne potrai uscire viva se non con un miracolo. In altre parole, hai due possibilità: morire da codarda... o morire da eroe. Cosa scegli, ragazzina? – mormorò con un sorrisetto divertito, avvicinandosi.

 

Iarim chinò il capo, guardando il vuoto: rilasciare il suo vero potere? Che diamine significava?

 

Ormai definitivamente in crisi, Iarim mormorò come in trance – Io... io non ho combattuto al mio massimo fin'ora...? Com'è possibile? Il... il mio vero potere ha detto... qualcosa di così potente e senza limiti da risultare maestoso. Ma... cosa intendeva...? Cos'ha visto che io non ho? – l'ansia e il terrore la stavano lentamente divorando, dissetandosi delle sue lacrime – Io... io... – sussurrò, ma non riuscì a finire la frase. Martin era ormai davanti a lei – Capisco... scegli la morte da codarda, dunque? Che delusione... un potenziale del genere... sprecato così. E sia: ho di meglio da fare, mi è passata la voglia di giocare – e pronunciando tali parole si preparò a colpire – Addio! – urlò colpendola con un fendente laterale che l'attraversò da parte a parte.

 

Ma successe qualcosa di imprevisto.

 

– Ma cosa...? – sussurrò Martin alzando un sopracciglio: non aveva avvertito alcun impatto.

Iarim era ancora lì, immobile e integra, sorridente e con le guance gonfie e rosse nel tentativo di trattenere il respiro: non appena la lama l'ebbe attraversata, riprese subito a respirare normalmente, ed un ciuffo di capelli cadde a coprirle gli occhi – Sai... dici cose veramente senza senso. O forse, sono io che non ti capisco. Non capisco di quale potere tu stia parlando, non penso di avere racchiusa in me una forza del genere... eppure... di una cosa sono certa... – disse sicura di sé alzando la testa: il suo occhio sinistro era ritornato azzurro, segno che Iarim se n'era andata, ma il destro era completamente diverso, coperto dalla Lente dei Sei Sentieri – … se devo morire, scelgo la morte da eroe – mormorò poi seria mentre il Kanji sul suo occhio passava a 1.

 

Martin sorrise nuovamente – Hai fatto la scelta giusta, ragazzina... benissimo! Mostrami quello che sai fare, allora! – disse in tutta semplicità, guardandola negli occhi.

Mirai sorrise, cercando di seppellire la propria paura sotto uno spesso strato di coraggio, mentre chiudeva gli occhi – Iarim... dammi forza! – pensò intensamente mentre evocava una lancia simile a quella di sua madre, ma dai colori invertiti – E' ora di smettere di frignare! – urlò roteandola e colpendo con forza il terreno: immediatamente, tutta l'area attorno a lei esplose in un vero e proprio oceano di fuoco e fiamme blu, mentre frammenti di roccia venivano proiettati in alto dalla forza d'urto della deflagrazione.

Martin sgranò gli occhi evitando poi di essere investito dal calore delle colonne di lava che si sprigionavano attorno alla ragazza portandosi a distanza di sicurezza con un salto. Guardò l'orlo della sua giacca: era carbonizzato.

– Queste non sono illusioni... questa è... la realtà – mormorò Martin a sé stesso, e le sue labbra passarono da un'espressione stupita ad una divertita – Maledetta... racchiudevi una forza così incredibile in te. Peccato solo non sia sufficiente! – urlò l'ultima parte della frase, mentre appoggiava una mano a terra – Come posso generare gravità attrattiva posso anche crearne una che respinga! – e a conferma delle sue parole fu come se un'onda d'urto sotterranea si fosse propagata in circolo attorno a lui, spazzando via tutto quello che travolgeva come un terremoto controllato, arrivando a seppellire, infine, anche le colonne di fuoco.

Mirai riaprì gli occhi stringendo la Lancia, per poi lanciarsi improvvisamente contro Martin, che reagì prontamente sguainando la spada – Corpo a corpo, eh? Non esaltarti troppo, ragazzina! – urlò cercando di colpirla con un fendente, ma Mirai trattenne il respiro per sfruttare la Modalità Fantasma in modo da passargli attraverso per poi colpirlo forte sulle ginocchia una volta arrivata alle sue spalle, eseguendo infine una spazzata che però non andò a segno: Martin fu abbastanza veloce da respingerla con la stessa tecnica di prima. Mirai venne scaraventata via con forza, ruzzolando malamente sull'asfalto finché non riuscì ad alzarsi in piedi con un agile movimento, ma Martin era già davanti a lei pronto a colpire.

D'istinto, frappose fra lei e la lama del nemico la lancia, che riuscì ad assorbire efficacemente l'impatto, quindi tentò di contrattaccare venendo però preceduta ancora una volta da Martin: il calcio la colpì in pieno diaframma, mozzandole il fiato mentre volava per inerzia contro una roccia nelle vicinanze.

Il colpo la stordì e le ruppe come minimo una costola, ma nonostante ciò si rialzò praticamente subito: non poteva permettersi di perdere.

Roteò e batté nuovamente la lancia sul terreno, scatenando un vero e proprio finimondo: il terreno sotto i loro piedi iniziò a sgretolarsi, rivelando un vortice di pura oscurità e fiamme che formavano una sorta di grottesco ed etereo teschio dalle fauci spalancate.

Martin reagì freddamente seppellendo la voragine con uno strato di Terra e al contempo scaraventando in aria Mirai con un – Impulso Terrestre! – per poi scattare in direzione di lei, sguainando la spada.

 

Nonostante la situazione sembrasse disperata, in quel momento Iarim prese improvvisamente il suo posto, sfruttando la propria capacità di freddezza e valutazione per parare con la Lancia il fendente subendo così il minimo dei danni: nuovamente a terra, Mirai, tornata in gioco subito dopo la parata, cercò di rialzarsi subito, ma un calcio alla gola la ributtò a terra.

Sentì il sapore ferroso del sangue farsi strada in bocca mentre ricadeva di schiena al suolo, ritrovandosi la faccia di Martin che la guardava sorridendo dall'alto – Molto brava, ragazzina. Se solo tu non fossi stata una Vongola ti avrei chiesto di entrare a far parte della mia Famiglia, come potenza sei poco sotto un Guardiano credo... beh, pazienza. Anche se ammetto che è un peccato sprecare un talento come il tuo... mi sono divertito molto più del previsto, e pertanto ho deciso di non farti soffrire – mormorò tenendola sotto tiro puntandole la lama al collo – Voglio concederti una morte istantanea, nemmeno te ne accorgerai. Per quanto ai tuoi occhi potrebbe sembrare un pensiero malato, è il mio regalo d'addio in rispetto di una giovane guerriera come te – continuò con tono inaspettatamente esitante.

In quel momento, Mirai, nonostante pensasse "è finita", ebbe abbastanza lucidità da notare gli occhi di Martin spegnersi mentre due perlacee lacrime scendevano a bagnare il suo volto.

Mirai chiuse gli occhi, ormai troppo malridotta per tentare di scappare – Kurai-nii... spero... che almeno tu stia bene. Almeno tu... salvati. Kurai-nii... Kurai-nii... quanto vorrei rivederti... giocare con te... sei il mio adorato fratellone... se mi senti... se la mia voce potrà in qualche modo raggiungerti... ti prego... almeno tu... salvati – sussurrò con le sue ultime forze.

Martin si preparò a colpire – Buon riposo... principessa... te lo sei proprio guadagnato – mormorò dolcemente appena prima di affondare la spada.

Eppure, con sorpresa di Mirai, il dolore non arrivò.

– ... Uh...? E' già... finita? – si disse mentalmente Mirai, mantenendo gli occhi ben chiusi dalla paura.

Ma non poteva essere così, si disse con fermezza: sentiva ancora chiaramente il dolore delle fratture, ed avvertiva voci distorte, segno che era inequivocabilmente viva.

Lentamente si fece coraggio e riaprì gli occhi... e ciò che vide la rese felice come mai era stata in tutta la sua vita – Kurai... nii... – mormorò debolmente con la vista offuscata.

Kurai era in piedi davanti a lei come uno scudo umano, e scrutava il volto di Martin con sguardo furioso, il quale era a terra qualche metro più avanti.

Eppure, Mirai percepì inspiegabilmente anche un'altra presenza con lui, come se ci fossero due persone davanti a lei: eppure, a parte la strana aura nera come la notte che lo avvolgeva e che sembrava dotata di vita propria, Mirai non notò nessun altro.

Nel frattempo, l'uomo si era rialzato con tranquillità, e stava osservando il nuovo arrivato con curiosità – E tu saresti... ah, sì. Kurai Rokudo, figlio di Mukuro Rokudo e Chrome Dokuro. Dico bene? – disse con calma: poi, lo sguardo gli cadde sul corpo martoriato di Mirai – Ciò significa che probabilmente sei venuto a dare il cambio di turno a tuo sorella, giusto? Ottimo, sei arrivato giusto in tempo a ravvivare la festa! – e sorrise, con l'evidente intenzione di provocarlo... ma l'espressione di Kurai non cambio – Tu... hai fatto questo a mia sorella, vero? – domandò serio.

Martin sospirò – Perché poni domande di cui conosci già la risposta? – domandò in risposta.

Kurai evocò le due Kirislayer all'istante – Non si sa mai, non gradirei ammazzare un innocente per un semplice disguido – rispose con fermezza, rivelando al contempo un bracciale dall'aspetto incompleto.

Questo causò un'espressione estremamente stupita sul volto di Martin per qualche istante, quindi tornò a sua volta a ricambiare lo sguardo più serio che mai – Capisco... e così Mad ci ha traditi, uh? Pazienza. Mostrami cosa sai fare, ragazzino – intimò.

Kurai lo guardò con uno sguardo ricolmo di furia celata da un falso velo di calma apparente, quindi rispose – Non hai molta fiducia nei tuoi sottoposti, uh? Chi ti dice che non gliel'ho preso con la forza dopo averlo sconfitto? – per poi esclamare con decisione – Proto-Gear... rilascio! – causando l'attivazione del braccialetto.

Nello stesso istante, una fitta nebbia calò attorno a lui nascondendolo alla vista: quando riemerse, la sua divisa era mutata rendendola una veste tradizionale ottimizzata per non rallentare i movimenti, come del resto le due Kirislayer, ora molto più grandi e leggere oltreché più lunghe, in modo da aumentarne gittata e velocità.

La lama e l'impugnatura erano completamente cambiate, lasciando al loro posto quella che all'apparenza era un'arma incompleta, seppur già temibile: Martin osservò il tutto con un fischio di ammirazione – Niente male... qualunque sia la verità, bisogna ammettere Mad ha fatto proprio un bel lavoro. Sai che ti dico? Forse con te potrò scatenarmi, non vedo l'ora! – sorridendo freddamente.

Kurai serrò la stretta sulle impugnature, non riuscendo a controllarsi abbastanza da ricambiare al sorriso provocatorio – Lo spero. Non c'è alcun gusto ad ammazzare un codardo che sceglie di morire senza sfruttare tutta la propria forza – mormorò tetro.

Martin scoppiò a ridere, mentre si preparava a sferrare il primo attacco – Divertente, ho quasi la sensazione di trovarmi davanti ad uno specchio! – commentò assumendo una posizione di guardia.

   
 
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