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Autore: Iamtheincr0wd    30/03/2014    1 recensioni
"Ragazzi comuni. Ragazzi diversi. Siamo adolescenti, vuoi incolparci della nostra generazione?" urlò Jack. "Crediamo di essere pazzi anche se siamo totalmente sani, questo ci rende pazzi. Amiamo la musica, le feste, divertirci, l'alcol, la droga, il sesso, amiamo commettere errori, perche siamo adolescenti! siamo morti e vivi allo stesso tempo, siamo il futuro che noi vediamo brillante e voi vedete a pezzi! Siamo tutto cio che decidiamo di essere, questa è la nostra storia...lunga vita ai sognatori senza speranza!". [Featuring: ATL/PTV/OM&M/SWS/AA/WATIC/Skins characters and more...]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Furry, Triangolo, Violenza
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Austin non si sentiva affatto a suo agio ad aver cacciato Marina dalla sua vita, in effetti, anche se poteva contare su Vic e Kellin, che dopo quella storia erano diventati suoi amici, e poi raramente anche su Danny, quasi non sentiva più nemmeno il bisogno di parlarle, ma lo faceva sentire in colpa sapere di averla ferita.
“Ragazzi, devo annunciarvi una cosa che di certo vi piacerà” annunciò il professore di storia, a tutta la classe. I ragazzi si misero più ritti nelle loro posizioni. “Faremo una bella gita, prima di Natale”. I ragazzi cominciarono ad urlare, scambiarsi sorrisi e battersi il cinque. “E dove si va, prof?” chiese Rian. “in qualche meta noiosa ed educativa” rispose cantilenate Ben. “No in effetti, ve l’abbiamo risparmiato sta volta, andremo tre giorni sulla neve, prima che inizino le vacanze, non chiedetemi lo scopo perché non lo so, qui non si fa altro che perder tempo” rispose scocciato il professore, mentre gli alunni festeggiavano.
“Ahh non vedo l’ora di andare in gita! Mancano solo due settimane! E’ grandioso, anche se non so se amo sciare ma chissene importa, passo tre giorni che le mie amiche” disse con esuberanza Tay, abbracciando le altre ragazze. “E’ divertente perché  le ragazze dormano con le ragazze e i ragazzi con i ragazzi, come è giusto, ma non per noi” disse Emily poi rise. “Non sospettano l’insospettabile” rispose Naomi, che la teneva abbracciata da dietro. “Approposito ragazze, contegno” intervenne Marina. “Non credo sarebbe molto piacevole trovare voi due..ehm”. le due fidanzate si limitarono a ridere. “Uhh-uhh chissà cos’avranno in mente Jack e Alex”disse poi Tay. “Non credo che Zack e Rian glielo permetteranno” rispose Marina. “Immagino di no, ma ci sono sempre momenti in cui si può tornare all’albergo, per emergenza” disse Emily, guardando complice Naomi.
“Ehi ragazze, avete idea se andremo con qualche altra classe in gita?” domandò Amy, che si era avvicinata in quel momento con un grosso panino. “Immagino da soli, perché?” Amy fece spallucce. “Solo per sapere”. “Beh siamo onorate della tua presenza qui oggi, Amy, che succede, Josh lo hai lasciato a casa?” chiese Emily, forse troppo poco gentilmente. Amy rispose imbarazzata, ma cercando di fingere una risata. “Si..a casa..certo”. Una risposta che poteva sembrare credibile, ma in effetti quell’ “a casa” doveva essere omesso, per raccontare la verità.
Per Austin il ritorno a casa era la parte migliore della giornata. Amava avere la sicurezza che aprendo la porta la madre lo aspettava sorridendo, con il cibo già in tavola. Anche se il padre non c’era, se la cavavano molto bene da soli. Lui e la madre avevano un legame speciale, molto raro per un adolescente. Quando era più piccolo questo lo sottoponeva a prese in giro, perché lui voleva solo stare con lei e diceva che era la sua migliore amica, naturalmente questo le faceva piacere, ma per il suo bene, voleva che si facesse degli amici e che uscisse. Quando la madre conobbe quella di Danny i due amici divennero amici e le cose migliorarono per Austin, cominciò ad uscire e a conoscere gente senza prese in giro, ma il legame madre-figlio rimase sempre lo stesso.
“Ciao mamma” la salutò lui, con un bacio sulla guancia. Doveva abbassarsi perché era diventato altissimo. “Ciao tesoro, come è andata a scuola?”chiese lei, sempre dolce con una voce armoniosa. “Benone, tra due settimane abbiamo una gita in montagne, starò via tre giorni.” Lo sguardo della donna diventò scuro. Due settimane. Tre giorni. “Sono contenta che ti diverta tre giorni con i tuoi amici, naturalmente mi mancherai, ma scommetto che starai bene”. Austin le sorrise tra un boccone e un altro, mentre lei gli accarezzava i capelli. “io vado a riposare, tu finisci qui e poi studia ok?” Austin annuì. La donna lo guardò, come se il ragazzo gli facesse pena. “Ti voglio bene, figliolo”. E poi salì le scale, scoppiando a piangere solo nel momento in cui sapeva che non l’avrebbe sentita.
Amy e Tay erano andate al centro commerciale a comprare le cose per la gita della settimana dopo, perché in montagna faceva freddo e dopo quel sabato non avrebbero più avuto tempo. Per ora erano solo loro due, ma aspettavano anche Emily, Naomi e Marina. Poi arrivò un messaggio a Tay. “Oh è Emily, dice che non può uscire, a quanto pare sua madre non vuole, non so cosa le prenda ultimamente non può muoversi di casa.” Amy fece spallucce. “E Naomi ha detto che ha un impegno che non può rimandare, quindi aspettiamo solo Marina”. Amy annuì, sorseggiando il suo milkshake.
Quando poi arrivò Marina, le tre fecero compere per le tre giornate sulla neve. Marina dava consigli a Tay, e l’altra si faceva influenzare dalle sue scelte, mente Amy si limitava a prendere le cose per se e a pagarle, senza nemmeno farle vedere alle altre. Sembrava silenziosa, e non divertirsi quanto le altre due, le seguiva con lo sguardo perso mentre loro saltellavano da un negozio all’altro. Alla fine uscirono piene di buste. Tay fu la prima ad andarsene e rimasero sole Amy e Marina, che aveva capito che qualcosa non andava. “Cosa succede Amy?” le chiese. L’altra fece spallucce. “Riguarda Josh?” “Non solo”. Non poteva essere solo una litigata, era una settimana che Amy passava la ricreazione con loro, cosa che quando stava con Josh non faceva quasi mai.  “Mi dispiace tanto”. Amy fece di nuovo spallucce.
Naomi parcheggiò l’auto nell’enorme parcheggio in mezzo al verde, nel posto che gli aveva indicato Zack. Sembrava un bel posto, per essere una casa di cura, forse la tranquillità aiutava i pazienti ad essere meno...pazzi. Entro e si avvicinò alla segretaria. Era vestita di bianco come tutti li dentro, tranne i pazienti ovviamente, il posto era di un colore monotono però era tappezzato di quadri e opere d’arte. Per certi aspetti poteva sembrare più una villa che una casa di cura. “E’ l’orario di visita giusto?”. La ragazza, non doveva avere più di venticinque anni, le rispose gentilmente. “Si, sono nel giardino sul retro, le visite terminano tra un’ora”. “Più che sufficiente” rispose Naomi. “Grazie.”
Il giardino era un ampio spazio dove giravano persone come anime in pena, per quanto sembrasse un posto sereno, nessuno sembrava impegnato in attività normali. C’era chi disponeva sassi con simmetria quasi perfetta mormorando formule matematiche. Chi seguiva gatti urlando “Torna qui amore mio, siamo sposati ormai”. E chi girava sulle altalene, rotolando la corda che le legava al loro appoggio. Isabelle invece era su una panca sola, a leggere. Naomi si sedette vicino a lei. Isabelle le sorrise dolcemente. “Ciao” le disse. “Ciao” rispose Naomi.
“Sei l’ultima persona che mi aspettavo di vedere qui” disse ridendo Isabelle.
“Anche io, ma volevo parlarti, anche solo una volta”
“Ti ascolto”
“Volevo solo dirti che, so come ti senti, insomma, non sono arrabbiata con te, ti capisco.”
Isabelle continuò a guardarla interessata, ma non rispose.
“Emily mi ha parlato di te, di quello che ha passato e di tutto. Insomma è stata la stessa cosa per me in pratica. E’ stato un periodo di merda prima del liceo, e anche i primi anni, ma poi ho conosciuto lei e tutte le cazzate non contavano più nulla contava solo lei. Mi faceva stare bene, mi faceva ridere, mi faceva tanti complimenti quasi a farmi credere che forse qualcosa di buono in me c’era. E per quanto lei faccia credere il contrario è così dolce e gentile e fa tutte quelle cose e ti fa sentire…”
“Amata” Isabelle concluse la frase al posto suo. Naomi annuì.
“Già. Non posso prendermela con te se la volevi tutta per te, ed è quello che voglio anche io. Chi non vorrebbe una persona che ti fa sentire speciale? Tutti hanno bisogno di un qualcuno che ci faccia sentire speciali”
“Tanto sapevo che era troppo tardi, sapevo che ormai voleva te e nessun altro. E anche se avessi saputo di lei, sapevo che tu non l’avresti mai lasciata, anzi, le avresti fatto capire che la ami nonostante tutto. E infatti glielo detto, sono molto contenta per lei, e per voi, sei molto fortunata, ma forse anche io ho trovato una persona speciale”.
Naomi le sorrise. “Sono contenta per te”.  “Anche io, speriamo che sia lo stesso per lui”. “Sono certa che è così, adesso devo andare, è stato un piacere Isabelle”. Le due si strinsero la mano. “Buona fortuna” le disse infine Naomi. “Anche a te” rispose Isabelle.
Il parlare della relazione di Amy fece tornare in mente Austin a Marina, cosa che le fece venire in mente Kellin e Vic e tutto quello che aveva fatto e le venne solo una gran voglia di bere e dimenticare tutto. Era in un bar che brulicava di brutti ceffi che facevano risatine indicandola, forse per fare a gara a chi se la sarebbe fatta prima. Andava avanti già da un po, i suoi vestiti erano diventati squallidi, non c’era da meravigliarsi se credevano che fosse una facile. Uscì da quel bar ed entrò in una specie di club. Girava roba pesante e lei se ne approfittò anche. Aveva perso i freni inibitori. Si ricordava solo di averci provato con qualche decina di ragazzi, o che loro ci avessero provato con lei, ma non ricordava il continuo, ne perché era stata sbattuta fuori dal club poco dopo. Ora era sul marciapiede, con un aspetto orribile: capelli spettinati, trucco scuro ormai mezzo sciolto, vestiti strappati e sudati e dell’alcol in mano.
Iniziò a ridere isterica. “Adesso sei contenta?” urlò al nulla. “Non lo so, dimmelo tu” rispose una voce maschile dietro di lei. Era Denny. Vestito molto elegante, al solito. Con le braccia incrociate, la guardava scuotendo la testa. “Non mi sarei mai aspettato di vedere te così, complimenti” ora applaudiva, poi le porse una mano. “Vieni con me, ti porto in un posto divertente” disse con un sorriso malizioso. “Sarebbe?”. “Scendiamo all’Inferno mia cara, il mio paradiso.”
  
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