???
L’esplosione causata dalla
freccia è così forte che Kate vola letteralmente all’indietro fra le braccia di
Clint che finisce seduto a terra sotto al suo peso. Si tirano a sedere assieme
mentre Soldato giace in un mucchio, fumando dalla spalla sinistra come un fuoco
da campeggio su cui hanno versato dell’acqua sopra.
Clint spinge una mano sulla schiena di Kate -Andiamo.- cerca di farla alzare facendo forza sui
reni per
mettersi in piedi assieme a lei – Era il braccio meccanico, non gli ho
fatto nulla.-
Infatti la testa scura di Soldato si alza e il
suo viso si sporge oltre la spalla sinistra, Kate ne ha visti di sguardi
incazzati, ma quello che l’uomo a terra le rivolge potrebbe anche ghiacciare un
tizzone dell’inferno.
Risalgono la scarpata da cui è venuto Clint tenendosi per mano per essere
sicuri di non lasciarsi indietro a vicenda -Si può sapere chi diavolo è questo
tizio?- chiede Kate con il poco fiato che la corsa e le costole sbriciolate le
lascia a disposizione.
-Lo chiamano il Soldato d’Inverno.- le spiega Clint più o meno nelle sue
condizioni - E’ un agente HYDRA.- si guarda attorno
alla ricerca di una direzione da prendere. Kate si sistema per bene lo scudo
sulla schiena, Clint infila il braccio fra la corda e il corpo dell’arco per metterselo in spalla.
-A destra.-
-Come fai a conoscerlo?-
Clint intreccia le dita per fare da
scaletta e Kate punta il piede appoggiandogli le mani alle spalle - Perché
c’ero quando Coulson ha speronato la sua auto e l’ha
buttato in un burrone di trenta metri.-
-Se l’è legata al dito.- ansima Kate mentre cerca di
issarsi a forza di reni sul ramo a cui si è aggrappata.
-Più di quanto m’aspettassi da una spia assassina.-
In realtà Soldato d’Inverno ha
dimenticato il volo che Coulson l’ha costretto a
fare, ma non lo scudo che Kate porta sulla schiena.
Un vetro nel bel mezzo
della foresta, Natasha usando le mani capire quando
sia largo mentre Bruce, appoggiato ad un albero, cerca di riprendere fiato e un
battito cardiaco decente. Dopo aver sganciato la bomba Natasha
ha iniziato a correre e Bruce ha dovuto dare fondo a tutte le sue energie per
non perderla di vita.
-Natasha.- ansima - Non faremmo prima a tornare
indietro e provare a fare il giro lungo?-
Natasha non si gira, non sembra sentirlo.
-Natasha.- ripete Bruce -Natasha.-
Natasha finalmente si gira -COSA!?- scatta avvicinandosi
ad ampie falcate al dottore che alza gli occhi verso l’alto con un sorriso
quasi divertito -Guarda su.- Natasha
corruga la fronte e Bruce è costretto a prenderla per le spalle per farla girare.
Kate e Clint sono appollaiati a circa dieci metri d’altezza sull’albero subito
dopo il vetro che ha sbarrato loro la strada.
-Oh.- esclama la donna mentre Clint la saluta con una
mano .
La calma non dura che pochi minuti e Clint sente tutto l’albero tremargli sotto
i piedi ad ogni colpo che Soldato mena al tronco. Lancia uno sguardo a Kate accanto a lui che cerca di prendere la mira per piantargli
una freccia in testa e quando fallisce le rivolge un espressione comprensiva.
Anche lui ha fallito in passato un colpo del genere.
- Cerca di atterrare con i piedi, rotola e riprendi a correre.-
-Non possiamo correre per sempre.-
-Lo so, cercherò di trattenerlo per bene
stavolta. Tu nasconditi.-
Kate gli rivolge uno sguardo allarmato e Clint scrolla la testa - E’ un ordine
Agente.-
-Non puoi più darmi ordini.-
Clint le rivolge un sorriso accattivante -No, ma posso lanciarti da qui.-
Kate non fa a tempo nemmeno a gridare che il suo corpo reagisce per lei.
Atterra di piedi, si butta in avanti e grazie allo scudo, non si fa male a
finire di schiena con tutto il peso del corpo. Si tira su e dopo uno sguardo all’albero inclinato
riprende a correre.
Clint ancora sul ramo sospira sollevato
mentre Soldato sembra deciso a rincorrere Kate.
-Sono io il tuo avversario bello.-
Ancora vetro e Natasha è quasi tentata di urlare per i nervi mentre Bruce
si ferma - Dottore non mi dire che sei ancora stanco!- esclama voltandosi verso
di lui. Bruce le indica qualcosa alla loro destra e quando Natasha
si volta riesce solo a vedere l’albero cadere in un polverone e uccelli che s’involano
spaventati.
-Clint.-
Torna indietro a rompicollo, scivolando
e cadendo e quando ritrova il punto dove ha visto Kate e Clint
sull’albero trova il tronco abbattuto e il compagno di squadra impegnato a
combattere non tanto per la sua vita, ma per impedire al nemico di raggiungere la sottoposta.
Tipico di Clint Barton rischiare la vita per i
pivelli.
-CLINT!- urla Natasha scagliandosi contro il vetro.
Clint alza gli occhi blu verso di lei nella pausa che precede un nuovo attacco
da parte di Soldato che non bada a lei. Natasha ne
segue i movimenti sentendo il cuore contrarsi ad ogni pulsazione.
Non sembra minimamente ricordarsi di lei.
-James!-
Clint ha la sensazione di
avere ogni osso del corpo ormai in briciole quando Soldato, dopo averlo
sollevato da terra per il collo lo sbatte per terra con tutta la forza di cui è
capace. Inarca la schiena per riflesso in cerca d’aria e finalmente riesce a
capire cosa Natasha sta gridando dall’altra parte del
vetro che li separa.
Sta chiamando lui e - James?- fa eco.
-JAMES! JAMES SONO IO, SONO NATALIA! JAMES!-
Soldato si ferma per qualche istante, lo sguardo verso Natasha
con entrambe le mani premute sul vetro e lo sguardo così addolorato da non
sembrare quasi più lei.
-Chi è James?-
Kate riprende fiato seduta
fra le radici di un albero, le mani poggiate al fianco sinistro e il viso
arricciato in un espressione di dolore. Non ha mai avuto trappa resistenza alla
corsa e le costole che quello stronzo le ha frantumato non la stanno
sicuramente aiutando.
Usando la bocca per prendere più aria tenta di riprendere un ritmo respiratorio
decente, me il dolore che le riempie le viscere di fiele ad ogni fiato non l’aiuta
per nulla a calmare il respiro.
Si volta sporgendosi oltre il tronco dell’albero contro cui si è lasciata
cadere e probabilmente è grazie all’adrenalina che le viaggia nelle vene se
riesce ancora a sentire i rumori dello scontro fra Clint e Soldato.
-Coulson.- ansima - Devi trovarci. Per favore, sbrigati.-
THE BUS
Phil ha quasi l’istinto di
accarezzare lo schermo dove Kate respira dalla bocca con la testa reclinata all’indietro
e gli occhi chiusi -Sto facendo del mio meglio Kate.-
mormora solamente mentre, alle sue
spalle, i suoi sottoposti stanno cercando di analizzare fotogramma per
fotogramma la flora dell’isola.
-Saranno tutti morti prima che avremo finito.-
-Hai altre idee Ward?-
Phil si volta a guardare sopra una
spalla i due ragazzi della squadra fronteggiarsi come due galli in un pollaio. Simmons cerca di tirare verso di sé il compagno di
laboratorio mentre May fa altrettanto con Ward
strattonandolo per un gomito senza la
grazia tipica di Jemma nei modi di fare -Smettetela
tutti e due!-
I quattro si voltano verso di lui assieme mentre Skye
arricciata sul portatile borbotta a bassa voce e come sempre, quando è
concentrata, fa spuntare un pezzetto di lingua dalle labbra. Phil la guarda perplesso - Skye?-
-Coulson indovina chi ha ordinato nel corso di cinque
mesi quasi due chilometri di pannelli di vetro.- gli occhi nocciola della
ragazza brillano deliziati mentre alza lo sguardo verso il superiore che arrotonda
entrambe le sopracciglia dando al viso un espressione confusa.
-Chi?-
-Ian Quin.-
Phil spalanca gli occhi memore dell’ultima riunione. Quin
è un nuovo affiliato di quello scampolo dell’HYDRA sopravvissuta alla morte di
Teschio Rosso, perché diavolo non c’ha pensato prima?
-Quin ha un isola privata.- riflette May ad alta
voce.
-Ultima posizione?- chiede Ward a Skye.
-Grattacielo Quin a Manhattan secondo le ultime
notizie.-
Coulson digrigna i denti - Andiamo a prendere quel
bastardo.-
???
Tony afferra il paracadute
che plana dolcemente verso di lui e speranzoso lo apre. Magari qualcuno l’ha
visto bestemmiare dietro la serratura
della cella che trattiene Steve e
ha deciso di telefonare per dargli una mano.
Srotola il pacchetto e socchiude le
labbra sorpreso - E con questa che ci dovrei fare?- sbotta.
Steve socchiude gli occhi sull’uomo seduto sulla sommità della sua cella - Cos’è?-
gli chiede e Tony infilando una mano
attraverso le sbarre gli porge una siringa ipodermica.
-E’ una siringa.- mormora Steve girandosela fra le mani.
-Grazie Capitano , non ci sarei mai arrivato da solo.-
Steve ignora la frecciatina e dopo un momento alza la manica della felpa e
scopre l’avambraccio. Apre e chiude il pugno un paio di volte, stringe e tende nella
speranza di rendere visibile qualche vena - Che stai facendo Rogers?- gli chiede Tony .
-Una prova.-
Steve si pianta l’ago nella carne facendo rabbrividire Tony, profondamente
avverso alle siringhe fin da bambino, e
tirando su lo stantuffo preleva il sangue necessario per riempire tutta
la fialetta. Sfila l’ago e avvicinandosi alla porta della cella, infila la mano
fra le sbarre e cerca di spingere la siringa fino a metà corpo nel buco della
serratura che Tony ha definito il più strano mai visto .
Stark vede tutto il sangue prelevato da Steve
defluire all’interno della serratura, spalanca gli occhi sempre di più fino a
che questa non scatta facendolo sussultare - Non ci sarei mai arrivato.-
Steve si chiude nelle
spalle -Il mio sangue è parecchio importante.-
???
-Perché ti rifiuti di
cedere?-
-Perché la ragazzina con cui ti sei fissato è la MIA ragazzina.-
Lo sguardo di soldato non ha il minimo guizzo mentre Clint torna in piedi
per l’ennesima volta. Benche una parte di lui ammiri
la tenacia del suo avversario a tornare in piedi dopo ogni colpo come se il
dolore fosse solo una parte infinitesimale dello scontro, un’altra si sta chiedendo come fare per eliminare
la seccatura una volta per tutte.
Clint si asciuga la bocca con il dorso della mano mentre oltre il vetro Natasha cerca ancora di
attirare l’attenzione di Soldato, ma più di uno sguardo non riesce ad
ottenere.
-E’ tua?-
Clint annuisce. Ricorda ancora quello scricciolo insanguinato fra la neve, le
mani premute sul ventre per cercare di trattenere con le mani gli intestini. L’attentato
alla famiglia del noto industriale Bishop che è
costato la vita alla signora e che ha lasciato Kate con un metro di intestino
in meno è stato uno degli eventi più sanguinosi a cui è trovato ad essistere.
-Quando per la prima volta salvi la vita a qualcuno quel qualcuno diventa tuo e
continuare a proteggerlo diventa quasi una missione!-
Soldato indietreggia di un passo, Clint
lo guarda aggrottare la fronte e poi portare una mano ad un lato della
testa. Nonostante i capelli lunghi riesce a vedere l’espressione di dolore che
gli passa per il viso.
-Non avresti dovuto prendere le mie
difese.-
Steve arrotola fra le mani una garza e con attenzione gli la spinge nella narice con attenzione, Bucky cerca di tirarsi indietro, ma la mano poggiata sulla
sua testa gli impedisce di allontanarsi -Stavolta erano troppi anche per te.-
E’sempre così, dopo le botte, è Steve a prendersi cura delle sue ferite come
mai nessuno ha fatto da quando i suoi genitori sono morti.
-Figuriamoci per te, allora.-
Steve si chiude nelle spalle mentre prepara il secondo tampone - Ormai ci sono
abituato.-
-Io non credo che mi abituerò mai a vederti pestare Steve.-
-Che ti prende?-
Lo sguardo che Soldato rivolge a Clint è qualcosa di indescrivibile, un misto
fra terrore e rimpianto che non può passare inosservato. Clint abbassa l’arco mentre
il suo avversario barcolla all’indietro tenendosi la testa fra le mani -Ehi.- lo richiama Clint - Amico, che hai?- No, non pensa a
dargli il colpo di grazia, è abbastanza onesto da non abbattere un nemico in
difficoltà.
- Chi diavolo è Steve?-
Ian Quin è fermo davanti al grattacielo che porta il suo nome
quando la squadra di Coulson fa irruzione. Tranquillo
porta una mano al cellulare infilato nella tasca interna della giacca e preme il tasto uno sulla tastiera touch - Il secondo
esperimento sta arrivando signore.-
FINE CAPITOLO.