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Autore: Edenya404    07/07/2008    0 recensioni
"Iniziamo adesso a guardarle. Sbarre attorno, sopra, sotto…a noi[...] siamo forse bestie da circo?" Una storia che parla di un amore, un qualsiasi amore che esce dagli schemi della moralità ma nelle cue sbarre è costretto a vivere con fatica. Amanti sotto la pioggia e sotto gli sguardi...dopotutto è solo amore, non trovate?
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bars & rain

 

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Solo io e te, non c’è un perché, non c’è un tempo predefinito. Forse non c’è neppure questo Mondo.
Iniziamo adesso a guardarle. Sbarre attorno, sopra, sotto…a noi.
Ferro traditrice che cinge e soffoca questo amore; siamo forse bestie da circo?
Animali pericolosi da tenere in gabbia, affinché non contaminino gli altri con la loro diversità.
Voglio solo amarti, con tutto il respiro che ho.
Baciare le tue parole e i tuoi occhi, succhiare il tuo dolore e farlo mio.
Tocca queste sbarre con la pioggia che cola sui vestiti, cola e zuppa i nostri sguardi avviluppati.
Inizia adesso a guardarmi dentro. A guardare questa vita che pulsa.
Ti voglio solo amare, ti voglio solo stringere, ti voglio solo. Senza lottare ancora.>
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°**°**°°**°**°

 Il sole scosta lieve il sipario di nuvole e si apre uno spiraglio su questo infinito corridoio di perdizione, dove siedi in un angolo, piccola anima ravvolta su te stessa. Scende col raggio fino al grigio asfalto, fendendo le gocce di pioggia che scrosciano sui miei pensieri, dove le unghie grattano le patina opaca di menzogne tessute. Ti guardo, una volta, due, tre, non sarei mai sazia di te, di ogni cosa che ti appartiene o che hai solamente sfiorato con le punte sottili delle tue dita. Ti guardo e il Mondo inverte rotazione, ci riporta all’infanzia, alle grida dei primi giorni di vita, allo stupore di bambini…e poi di nuovo avanti all’adolescenza, ai sospiri sotto le coperte, alle lacrime incrostate sulle pagine.
Mi guardano, ci guardano, nascosti e visibili, lontani e soffocanti, indici, indici che pungono la carne, ma la pioggia fredda corre a lenire le ferite. E mi alzo, cammino, verso te…tendo le braccia barcollando come una vecchia, oscillando tra il vento e le sferze delle loro parole, veleno che mi striscia attorno senza toccarmi. Non alzi il volto, neppure quando mi accascio in ginocchio sull’asfalto di fronte a te, non scosti le ciocche bagnate che si attaccano come sanguisughe sulla tua morbida pelle lattea; lo farei io se le mie dita non tremassero convulsamente ritorcendosi su se stesse.
Spalanco le palpebre fino allo stremo, per vedere meglio, dirimpetto al muro su cui poggi le spalle, la lunga fila di sbarre nerastre, lunga tanto che non vedo la sua fine, ma posso solo immaginarla o sperarla.

-Saltarle non si puo'-

Tu lo sai quello che c’imprigiona, lo dici. Guardami allora, perché ad amarti più di così non ci riesco e sto affogando nella melassa del mio desiderio, e io non so nuotare. Mi guardi, anima smarrita, dipinta sul muro; corpo che voglio, raro e vicino. Sento la pioggia annientare i nostri abiti, perforare il suolo e colare tra le mie labbra, tra le tue labbra, scendere nella mia bocca e mischiarsi al tuo dolce sapore. La sento questa cascata alleata che ci offusca alla loro vista, anche adesso che ti afferro la mano e corro.
Corro portandoti via con me, corro rasente a queste sbarre finché non troveremo l’uscita…

-E se non finissero mai?-

Correrò con te in eterno, dentro la pioggia, dentro le sbarre, dentro il tuo amore.

 

  
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