08/07/2008
2 recensioniCapitolo 4
Il magico posto
Kagome era ancora per terra… non capiva più niente.
Prima lei regina, poi Inuyasha scompare… e lei ritorna giovane… tutto era così… senza senso… eppure si accorgeva che più passava il tempo e più tutto diventava irreale… così… magico… eppure, anche se lui l’aveva rapita, lei continuava a piangere…
Poi però le venne un’altra visione.
***
La porta dell’armadio si apriva e usciva del vento. Lei che entrava e della luce fortissima che l’avvolgeva.
***
Era vero! Lei si era completamente dimenticata dell’armadio.
In un attimo si alzò e si guardò in giro. L’armadio era li, infondo alla stanza, tutto perfettamente intagliato come nell’antichità. Tutto così maledettamente perfetto.
Si avvicinò al mobile e quando vi fu davanti per poco non svenne. L’intagliatura era ancora più splendida vista in quel modo. E al centro c’era una spada che assomigliava ad un artiglio e … un arco e delle frecce… e al centro … la profezia…
Kagome, come spinta da una forza maligna o benigna, chissà, aprì l’anta dell’armadio e entrò.
Era tutto buio dentro e ebbe paura che fosse stata tutta immaginazione.
Ma era così…
- kagoomee…
cos’era? Quella voce così… vecchia
le mise i brividi, ma non si accorse che una piccola luce stava infondo all’armadio.
Allungò la mano per prendere quella cosa luminosa e invece non prese niente tranne che l’aria.
Si girò delusa e fece per uscire dall’armadio, ma… la maniglia era sparita?
Cominciò a tastare il fondo dove prima stava l’entrata, ma niente. Era tutto sigillato, come se fosse stato sempre chiuso.
Si agitò un po’. Poi però ricomparve quella luce.
La guardò meglio. Era una piccola… FESSURA!
Ci guardò dentro e per poco non le venne un infarto.
Al di fuori stava… l’anta dell’armadio si aprì e lei cadde in avanti.
La sua faccia finì contro qualcosa di freddo e di bagnato. Alzò la testa, e il viso sembrava più la testa di un pupazzo di neve. Completamente bianco.
Si alzò e si ripulì.
Fece per sfregarsi con le mani le braccia, ma non lo fece perché uno strano calore sembrava che la stesse avvolgendo e così come questo aveva presa il sopravvento, così poi la lasciò di nuovo al freddo e lei cominciò a sentirlo più pungente di prima.
Per riscaldarsi cominciò a correre in quel luogo così maledettamente fantastico.
C’erano solo alberi. Alberi pieni di neve che si piegavano sotto il peso di quest’ultima.
Dopo poco tempo sentì però le gambe, o meglio i polpacci dolerle e così si fermò.
La nuvoletta che partiva dalla sua bocca, ora sembrava più grande che mai… respirava affannosamente, ma almeno aveva raggiunto il suo obbiettivo.
Ora era calda abbastanza.
Cominciò a camminare lentamente, così da tenere costante il ritmo.
Non sapeva ancora perché ma quel posto… l’attirava… però…
***
La vecchia aprì nuovamente gli occhi, erano bianchi e Kagome tremò. La porta dell’armadio si era spalancata e Kagome vide a terra… neve rossa… impura… piena di sangue, un sangue che a poco a poco diventava nera.
***
Kagome sobbalzò e scosse velocemente la testa.
Doveva assolutamente ritrovarlo o almeno trovare il signore… anche se era il mandante di quella operazione, forse avrebbe potuto chiedergli come tornare a casa…
Il bosco l’aspettava.
Una pietra… strano le pietre non si muovono, eppure siamo nella mia fantasia ragazzi, e io voglio che la pietra si muova…
Tutte le pietre a poco a poco si misero in… fila, formando un sentiero. Così kagome non si sarebbe sbagliata…
Vi incuriosisce?
Ringrazio chi ha commentato, perché senza commenti, no mi vengono idee…^.*