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Autore: cremomoni    03/04/2014    1 recensioni
"Era seduta sul letto che fino a pochi minuti fa occupavano entrambi. E guardava fuori dalla ampia finestra, scrutando i nuvoloni che si stavano addensando all’orizzonte. A quanto pare anche il tempo era dalla sua parte. Si sdraiò e tocco il lato del letto che quella notte aveva ospitato il suo corpo. E si sentì improvvisamente sola. "
Sono passati 9 anni dall'ultima volta che si sono visti, Veronica ha nuovamente scagionato Logan per qualcosa che non ha commesso. Anche questa volta dovranno separarsi. Ma Veronica sa bene perchè questa volta è diversa da tutte le altre...
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dick Casablanca, Eli Weevil Navarros, Keith Mars, Logan Echolls, Veronica Mars
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 2
Veronica stava ricordando quegli ultimi giorni prima dello stage in Virginia. Era ritornata diverse volte sul pensiero di Logan. Si sentiva in colpa per la sua espulsione. Diverse volte, quando si trovava sola in camera, aveva pensato di chiamarlo, di chiedergli come stesse, quali fossero le sue intenzioni. Ma puntualmente il pensiero di Piz irrompeva nella sua testa, la sua coscienza che parlava con la voce de suo ragazzo che le ripeteva “cosa te ne importa Veronica?!?! Lui non fa parte del tuo presente, lascialo nel passato. Concentrati sul futuro. Hai una nuova avventura alle porte. Lascialo al destino che si è costruito!”
Una volta sola aveva cercato di chiamarlo. La segreteria telefonica del rampollo degli Echolls si era attaccata dopo il secondo squillo “Segreteria di Logan Echolls. Se volete, parlate.”
“Conciso” aveva pensato Veronica, “quasi quasi preferivo le frasi del giorno!”.

“Chissà dove sta andando… ma cosa stai dicendo, Veronica. Dove sta andando lo sai bene: in una terra pericolosa a fare il suo dovere”. Si chiedeva cosa lo avesse spinto ad intraprendere quella strada. Gliel’aveva chiesto diverse volte in quelle due settimane. Lui le aveva sempre risposto con un sorriso allusivo: “Tu”. Lei sapeva cosa intendesse con quella risposta, ma ogni volta desiderava che lui pronunciasse le parole che voleva sentirsi dire: “Quando mi hanno espulso, tu sei partita, Dick è partito, io…. Io ero solo… potevo andare con Dick, in fondo il Messico è favoloso per il surf, lo sai! Ma lui ci sarebbe andato portandosi dietro la ragazza che frequentava da due giorni e che due giorni dopo avrebbe comunque scaricato, non avevo voglia di avere intorno persone che anche solo fingessero di essere innamorate. Ho deciso che la nuova situazione mi poneva di fronte ad un bivio. Okay, non l’ho deciso, l’espulsione mi aveva aperto gli occhi su ciò che stavo vivendo in quel momento; avevo due possibilità: iniziare ad amministrare sapientemente il mio immenso patrimonio e magari farlo fruttare ancora di più, oppure sperperare tutto vivendo come un dissennato. Ho optato per la prima. Mi sono recato dai miei amministratori, ho visitato città che più per pigrizia che per necessità non avevo mai neanche avvicinato, New York, Washington, Boston, Chicago, Seattle per cercare il modo migliore per investire, per conoscere il mondo nel quale mi stavo avventurando. Ed un bel giorno, mentre attraversavo New Orleans l’ho visto, era il cartellone pubblicitario che invitava i ragazzi ad arruolarsi nelle forze armate. Sono rimasto una buona mezz’ora lì sotto, a fissare il ragazzo e la ragazza nella foto, ed ho realizzato una cosa che fino a quel momento mi era sfuggita: le mie giornate sarebbero comunque state vuote. Lì sotto ho capito come potevo dare un nuovo scopo alle mie giornate. Come quel ragazzo, definito spesso come un egoista viziato, potesse diventare un uomo che sarebbe servito ad uno scopo. Inutile dirti che il pomeriggio di quel giorno ero al centro reclutamento a chiedere informazioni.”
 
Era ora. Stava per salire in macchina e partire. Suo padre avrebbe voluto accompagnarla, ma lei sapeva benissimo che quel tragitto faceva parte del viaggio che stava intraprendendo. Sapeva che i chilometri che la separavano dallo stage le sarebbero servite per prepararsi all’inizio di quell’esperienza che tanto bramava e che in quel momento era davvero reale. A salutarla c’erano Mac, Wallace, Piz e suo padre.
Aveva predisposto tutto al secondo, in modo da poter dedicare qualche minuto alle persone che, davanti alla macchina, attendevano per salutarla.
«Ciao Mac, riguardati e divertiti in campeggio!» disse abbracciando stretta la ragazza che pochi giorni prima l’aveva aiutata a ricattare il signor Kane. «Mi raccomando Veronica, non ci saremo noi ad aiutarti se ti caccerai nei guai…» si sorrisero. Non erano persone dalle vistose smancerie, quelle poche parole avevano più significato di molte altre.
«Ciao Wallace, buono stage» disse abbracciando anche lui. E sciogliendosi dall’abbraccio continuò «voglio sentire il tuo nome a tutti i notiziari sportivi!! La nuova stella del basket!!! Papà, per quando torno mi devi far trovare pronti dei pon pon!! Wu-A-elLe-elLe-A-Ci-E!!!! yuuuuuuuuu!!!» esclamò Veronica imitando le cheerleader, facendo scoppiare tutti in una fragorosa risata.
«Ciao Veronica» disse Piz, con il sorriso sulle labbra ma lo sguardo triste «torna presto, okay? Mi trovi qui!» Veronica sorrise. Piz non voleva essere melodrammatico, ma avvertiva il peso che quei mesi gli avrebbero portato. «Lo so, ed il tempo volerà così veloce, che non avrai il tempo di girarti dall’altra parte che sarò già di ritorno!» gli disse Veronica abbracciandolo stretto con un sorriso incoraggiante.
«Ora tocca a me abbracciare la mia bambina!! Largo ai giovani, prego!!» scherzò Keith Mars. «Ciao papà!! Mi mancherai da morire!! Come farai senza di me? Chi ti nutrirà? Chi ti laverà i panni? Chi seguirà mariti adulteri in sordide stanze d’albergo e…» «Non credere di essermi così indispensabile, figliola! Al tuo ritorno ti dimostrerò come se la cava il grande e magnifico signor Mars!!» la interruppe lui, mimando un body-bielder, tra le risate dei presenti.
Veronica si avvicinò alla macchina, aprì la portiera e si girò a guardarli tutti con un sorriso malinconico sulle labbra. Salì in macchina ed agitando la mano partì urlando «Tranquilli!! 90 giorni e sono di nuovo qui!! Cosa volete che siano 90 giorni???»

Una frase simile a quella pronunciata da Logan poco prima. 180 giorni. 6 mesi. Voleranno. Ma saranno anche eterni. 9 anni di lontananza, due settimane di quelle che pensi di vedere solo nei film. E poi? Un nuovo distacco, l’ennesimo. Ma c’era qualcosa di diverso in quell’ultima separazione. E Veronica sorrise, cogliendo quale. 

Era arrivata alla meta in poche ore. Era stravolta, ma doveva presentarsi e ritirare i documenti necessari affinché le fosse assegnata una camera nella quale trascorrere le poche ore che la separavano alla mattina seguente. Uno squillo del telefono, le era arrivato un messaggio “Grazie per avermi avvisato del tuo arrivo, mi sembra che tu sia via da giorni. Wallace trascorrerà con me qualche giorno a casa dei miei. Poi partirò con loro per l’Europa. Farei di tutto per averti qui. Ti amo”. Sorrise. “Ti amo anche io. A domani.” Digitò, poi si fermò. Una strana sensazione le aveva attraversato lo stomaco nel digitare quel “ti amo”. Un viso le apparve nella mente, due occhi tristi ma dolci, nei quali aveva visto passare rabbia, tristezza, orgoglio, delusione, tenerezza, passione e amore. “Ti sembra questo il momento di pensare a Logan, Veronica?”, cancellò quella frase dal messaggio, e la sostituì con un’emoticon “:) a domani”.

Veronica ricordava con un sorriso lo stage all’FBI. Grazie a quell’esperienza, comunque costruttiva, aveva deciso che avrebbe provato ad entrare all’accademia una volta laureata. Immaginava che sarebbe diventata un vero agente dell’FBI. Si ritrovò a chiedersi a che punto fosse in quel momento, in quel letto. Aveva perso l’occasione di un importantissimo lavoro presso un prestigioso studio legale. Aveva portato Piz all’esasperazione per qualcuno e qualcosa che credeva giusto. Per questi due motivi la Grande Mela non le riservava più niente di accattivante. Inoltre suo padre ci avrebbe messo un po’ a ristabilirsi dall’incidente. Senza parlare del brutto guaio in cui si trovava Weevil…

«Allora, dai, raccontami!!!» le aveva chiesto Logan una sera a cena. «So solo che sei un promettente avvocato che a causa del sottoscritto si ritrova ad essere rifiutata da uno straordinario studio legale di New York! Ma per il resto? Cosa ti è accaduto in questi 9 anni?» Sorrideva. Sapeva che non era solo a causa sua se lei era ancora lì. Veronica non solo sapeva che quello che stava occupando di fronte a lui non era il posto che si era costruita in quegli anni, ma soprattutto sapeva con certezza che quello era il momento che lei voleva vivere.
«Vediamo, da dove comincio….»
  
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