Che cosa si prova ad amare un Serpente?
Tempo fa me lo domandavo anche io…Si, arriva per tutti il momento in cui ci si domanda “Ma ho mai veramente provato qualcosa che fosse più di un semplice affetto per una persona?”
Qualche anno fa esattamente non avrei potuto dire altro che un si…falso, forse, ma sempre un si…in fondo, credevo veramente di amare Harry. Ma poi mi sono accorta di quanta distanza ci sia tra il pensare di essere innamorati di qualcuno ed esserlo veramente.
Era una fredda giornata di fine novembre quando tutto accadde.
-Harry,
starai scherzando, vero? Non ho nessuna intenzione di venire con te al
campo di
Quidditch a vedere dei pivellini fare a gara per entrare nella squadra!
Fa
freddo, preferisco chiudermi in biblioteca e andare avanti con i
compiti, i
nostri, visto che io mi do da fare anche per te e per Ron!”
il bambino
sopravvissuto la guardò con un sorrisino beffardo sul volto.
La sua ex ragazza,
da poco, ritornata ad essere la sua migliore amica non poteva
comportarsi
diversamente. In tanti anni che aveva avuto modo di conoscerla
ricordava non
fosse cambiata per niente caratterialmente, a parte l’essere
cresciuta e
maturata.
-E
dai, Herm!
Non ti sto chiedendo chissà quale favore! Ron è
in giro con non so chi, e a dir
la verità per adesso non mi interessa visto che stasera mi
racconterà tutti i
dettagli, e io non voglio andare al campo solo con il rischio di dover
incontrare e sorbirmi quella serpe di Malfoy e company!- Hermione Jane
Granger
stava iniziando seriamente a perdere la pazienza e a pensare al modo
più veloce
per svignarsela dal suo migliore amico.
-A
maggior
ragione non voglio venire con te! Prima già non ero ben
disposta, figurati adesso
che ho avuto la splendida notizia che
potremmo incontrare il principino viziato. Ehi, sia chiaro. Non ho
nessuna
intenzione di litigare di nuovo con lui. Mi sono scocciata di questa
storia.-
-E
dai,
Herm! Si tratta di poco, davvero. Non voglio andarci solo. Lo sai che
mi
annoio.- Harry la guardò come fosse l’ultima
richiesta della sua vita. A quello
sguardo la ragazza non potè più sottrarsi.
-D’accordo.
Un’ora.
Un’ora soltanto, hai capito, Harry? Dopo me ne
andrò per fatti miei. E se
vorrai continuare a stare al campo, beh, affari tuoi.-
sbuffò. Quando era
imbronciata, pensò Harry, era anche più bella del
solito. Chissà chi l’avrebbe
sostituito nel suo cuore. Chissà se Hermione sarebbe stata
abbastanza fortunata
da trovare qualcuno che avesse meno problemi di lui e che avesse potuto
amarla
molto più di quanto già lui non avesse fatto.
Sapevo di non dover accompagnare Harry quel giorno. Uno strano sesto senso mi diceva che qualcosa sarebbe cambiato. Sai quando improvvisamente ti si contrae lo stomaco e inizi a capire che di lì a poco, quasi come un avvertimento, qualcosa di bello o brutto accadrà? Beh, io provai la stessa dolorosa sensazione. Ma ormai era tardi. La scusa dello stare male di certo non mi avrebbe sottratto alla parola data al mio migliore amico. Dovevo accompagnarlo al campo. In fondo, cosa c’era di nuovo? Di certo non si trattava della prima volta, ma soprattutto cosa sarebbe mai potuto accadere lì, all’interno delle mura della possente Hogwarts, sotto la vigila attenzione del preside Silente?
-Dai,
Herm,
che in fondo sei contenta anche tu. Stando con me quest’ora,
ti sei allontanata
un po’ dai libri, cosa che ti serve molto devo dire!- Harry
sorrideva a più non
posso. Si stava divertendo e lei non riusciva di certo a sottrarsi alle
risate.
-Harry,
vuoi
smetterla? Vedi che se continui a prendermi in giro da oggi i compiti
li fai
anche tu!- prese la prima cosa a portata di mano e gliela
gettò contro, nella
speranza di fargli almeno un po’ di male, ma ottenendo solo
l’effetto di far
sorridere di più Harry.
-Ok,
mesaggio ricevuto! Inizio a fare il bravo. Ma lo sai, non posso
smetterla!
Adesso che siamo in pace, come faccio a non approfittarne?-
Aveva proprio ragione. Da quando aveva sconfitto Lord Voldemort, il mago meno umano e più temibile degli ultimi cinquanta anni, Harry rideva veramente, libero per una volta dalle mille responsabilità che si era accollato e lei non poteva che esserne felice. Lo avevo aiutato e condivideoa con lui ogni emozione e sensazione. Non eravamo più insieme, ma tra noi era rimasto un forte affetto, lo stesso che con gli anni è andato intensificandosi, lo stesso che ci unisce ancora oggi.
-Harry.-
Hermione aveva smesso improvvisamente di sorridere.
-Guarda
lì.-
aveva puntato il dito in direzione di una scia rossa.
-Herm,
è uno
schiantesimo.- Harry era allarmato. Prese la bacchetta e
iniziò ad avvicinarsi
al campo.
-No,
forse è
più di uno Schiantesimo. Su, andiamo a dare
un’occhiata.- anche la ragazza
impugnò quell’aggeggio che la rendeva a tutti gli
effetti una strega.
In
poco
tempo giounsero al campo di Quidditch, o meglio a quel che restava del
campo.
-Oddio,
Harry.- Hermione si portò le mani in volto. –Non
dirmi che è ricominciata, per
favore. Non dirmelo.- Harry la avvicinò a sé e,
abbracciandola, cercò di
negarle quella verità che era sopraggiunta come un grosso
macigno anche nella
sua testa.
-Sh,
andiamo
a chiamare aiuto.- cercò di portarla via, nella speranza di
poter avvisare al
più presto il preside. Il campo si era ridotto ad un cumulo
di macerie e
sembrava un luogo di battaglia. Il Marchio Nero aleggiava ancora una
volta
sulle loro teste.
Hermione
si
fece trascinare a forza da Harry. Le lacrime scendevano copiose. Gli
occhi
puntati a quel disastro, a quei tanti cadaveri che infestavano quel
campo che
aveva sempre rappresentato un divertimento. Non erano tanti per
fortuna, ma
avevano perso la vita anche loro, anche dopo quella pace per la quale
si era
tanto lottato.
Improvvisamente
notò qualcuno muoversi tra le macerie. Subito si
liberò dalla stretta di Harry
e raggiunse il luogo da dove era provenuta la voce. Qualcuno era ancora
vivo.
-Harry,
vai
a chiamare i professori. Io intanto cerco di vedere di chi si tratta.-
-Herm,
non
ti lascio sola.-
-Vai,
per
favore. Posso benissimo cavarmela sola!- lo esortò anche con
la mano, finchè il
ragazzo non si diresse al castello.
Intanto
Hermione si diede da fare. Cercò di utilizzare tutti gli
incantesimi che
conosceva per poter far spazio tra quelle macerie. Non potè
non notare che a
dimenarsi era una testa bionda. Si avvicinò di
più e liberò quel corpo ancora
vivo, seppur sofferente. Era Draco Malfoy.
Le settimane e poi i mesi trascorsero tranquilli dopo quell’evento. Il preside scoprì che la colpa era stata di vecchi Mangiamorte che con l’aiuto di infiltrati al Ministero erano riusciti ad entrare ad Hogwarts. Draco Malfoy, dei sette ragazzi colpiti a morte, era l’unico sopravvissuto. Tutti lo avevano creduto uno di loro, tutti avevano pensato che combattesse con loro, per loro. Malfoy, invece, per quanto codardo potesse sembrare, aiutava Silente. Era anche lui dalla parte degli Auror.
-Mezzosangue?-
Hermione camminava tranquilla per i corridoi della scuola. Erano gli
ultimi
giorni. Dopo quella volta loro due non si erano più
calcolati. La ragazza aveva
chiesto sempre in giro di come stesse, soprattutto all’amico
Blaise, l’unico “buono”
in quel covo di serpi, ma non aveva mai parlato direttamente con lui.
-Si?-
si
girò, riluttante.
-Io,
beh
volevo ringraziarti. Ma noi non saremo mai amici. Mai.- Hermione
scoppiò in una
risata isterica.
-Cosa
credi,
che volessi questo? Non mi importa nulla, Malfoy. Sia chiaro, ho fatto
quello
che avrei fatto con chiunque altro. Ho fatto il mio dovere. Punto. Fine
della
questione.- fece per andarsene.
-Però
hai
chiesto di me a Blaise.-
-Certo,
volevo assicurarmi di averti salvato la vita.-
-Volevi
che
ti ringraziassi allora.-
-No,
volevo
solo sapere come stessi.-
-Perché
mi
hai salvato, mezzosangue?-
-Perché
non
lascio morire la gente.-
-Perché
hai
salvato proprio me, mezzosangue?-
Perché l’ho fatto? Non lo sapevo neanche io. Ricordo solo di averlo voluto fare. Eppure lo credevo un nemico. Perché non lasciarlo morire? Ma io non sono come i Mangiamorte. Sono un essere umano e come tale credo che tutti abbiano diritto alla vita, buoni o cattivi che siano. E lui all’epoca era un cattivo, convertito al bene.
L’ultimo anno fu il migliore e allo stesso tempo il peggiore dei miei sette anni da studentessa. Ci preoccupammo di annientare del tutto gli ultimi Mangiamorte rimasti. Fu molto difficile, dati gli infiltrati, coloro che come il professor Piton rischiavano ogni giorno e che noi avevamo creduto “cattivi”, e tutti quelli che combattevano per la fine di una lunga epoca di atrocità.
Io, Harry e Ron fummo constretti a collaborare con Malfoy e Blaise. E’ strano come ancora oggi io non riesca a chiamarlo con il suo nome di battesimo, Draco.
-Mezzosangue,
torna dentro. Fa freddo.- Hermione cercava di scaldarsi le mani alla
meglio,
coperta già da un pesante cappotto nonostante fosse ancora
ottobre.
-A
te che
importa, Malfoy?- il ragazzo le si sedette accanto e si accese una
sigaretta
con fare non curante.
-Se
ti
ammali, non lavori. Se non lavori, non uccidiamo Mangiamorte. Se non
uccidiamo
Mangiamorte, non finiamo questa assurda collaborazione nostra con voi,
tu, lo
Sfregiato e Lenticchia.-aspirò una boccata di fumo, prima di
spegnere la
sigaretta per pigrizia.
-Se
ti
facciamo tanto schifo, puoi anche dirlo a Silente. Sicuramente
saprà risolvere
la questione.- il ragazzo la guardò intensamente.
-Ci
fosse, l’avrei
già fatto.- scacciò lontano col piede una
minuscola pietra. La ragazza non lo
degnò di risposta. Rimasero in silenzio per qualche minuto.
-Mi
dici una
cosa?- Hermione si voltò verso di lui. Non rispose, ma le
diede silenziosamente
il permesso di parlare.
-Ma
perché
ce l’hai tanto con noi? Noi non ti abbiamo fatto niente. Ci
insulti dal primo
momento in cui ci hai visti, ci dici di tutto eppure non ti
provochiamo. Di noi
tre rivolgi la parola solo a me, a mala pena anche. Non ti dico che tu
mi debba
essere riconoscente di qualcosa, ma lottiamo per la stessa causa. Non
ti sembra
sia arrivata l’ora di deporre l’ascia di guerra e
iniziare un nuovo capitolo?-
lo sentì ridere istericamente.
-Ma
che
dici, mezzosangue. Questo non potrà mai accadere. Non siamo
fatti per essere
amici, noi. Siamo cresciuti con mentalità diverse, in
famiglie diverse. Sai
perché vi disprezzo tanto? Voi dite di essere
“sfortunati”, ma la realtà è
che
voi siete i più fortunati in questo mondo. Date e ricevete
affetto, sapete
vivere. E mi fate schifo perché state sempre a fare le
vittime quando chi lo è
davvero non lo fa.- fece per andarsene. Aveva parlato anche troppo.
-Tu
sei uno
di quelli, non è vero?- fu la goccia che fece traboccare il
vaso. La guardò
come non aveva mai fatto prima. Lì, con le mani in mezzo
alle gambe e gli occhi
bassi, con le labbra rosse per il freddo, non sembrava la ragazza forte
di
sempre. Sembrava…indifesa. E bella.
Come posso dimenticare? Come? Neanche due giorni dopo accadde l’imprevedibile. In quelle ore era cambiato, me ne ero accorta. Non facevo che trovarmelo da tutte le parti, ovunque andassi, e non faceva che provocarmi.
-Malfoy,
adesso mi sono rotta. Basta. Levati di mezzo, io devo passare.-
Hermione mise
il broncio. Non solo l’aveva pedinata tutto il giorno, ma
adesso non la faceva
neppure avvicinare al suo dormitorio. Questo era davvero troppo.
Contando il
fatto che era Halloween e tutti erano rientrati dalle loro famiglie
eccetto
lei, Harry, Ron e Malfoy e Blaise, beh, la situazione si complicava. In
giro
non c’era davvero nessuno.
-E
se non volessi?-
-Ma
non
importa che vuoi fare. Devo andare a farmi una doccia, quindi, se non
l’hai
ancora capito, togliti!- cercò di passare, invano.
-Non
ci
siamo capiti, tu non scappi.-
-Non
sto
scappando, Malfoy. Ma che vuoi?- lo guardò, quasi a volerlo
sfidare.
-Te.-
una
parola. Bastò una parola perché rimanesse colpita
e…tutto cambiasse.
-Ah
si? E sentiamo,
questo perché non vuoi passare tre giorni di fila in bianco
in attesa che le
tue amiche oche tornino? Ma fammi il piacere.- cercò ancora
una volta di
andarsene, ma lui la bloccò con il braccio.
-Si,
hai
ragione. In fondo, una che è stata con Potter non
può certo stare con me. E poi
perché perder tempo con te, quando posso avere chi voglio?-
-Appunto.-
di nuovo provò a oltrepassarlo. Ma li fu più
rapido. La incastrò tra lui e il
muro. E la baciò. Fu il primo di tanti baci che le avrebbe
concesso da allora.
In fondo non era la prima volta che baciavo un ragazzo. Cosa era cambiato? Mi ero sentita diversa per una volta e lui mi era sembrato non più il Malfoy che tutti conoscevano, ma solo un ragazzo semplice e in realtà solo. Iniziammo a vederci da allora. Di nascosto, certo, ma ben presto capii di non poter fare a meno di lui.
-Stanotte
dormo da te.- Hermione dovette bere un bicchiere d’acqua
prima di affogarsi con
il sandwich che aveva in mano. Quattro parole sussurrate
all’orecchio.
-Stai
scherzando, spero.- cercò di riprendere un contegno. In
fondo era come se non
stessero comunicando tra loro. Lui, a due metri da lei, faceva finta di
studiare, mentre lei si godeva il suo meritato pranzo al tavolo accanto.
-Non
sono
mai stato così serio, mezzosangue.- il suo poco dare
interesse ad ogni cosa la
innervosiva.
-Neanche
io
nel dirti che non se ne parla proprio.-
-Fa
freddo
giù ai dormitori. Tu hai la tua stanza personale ed un
camino grande quanto la
mia stanza.-
-E
tu come
lo sai?-
-Lavanda.-
-L’ammazzo
la prossima volta. Come ammazzo te se ti presenti alla mia porta
stasera.-
-No,
non mi
presento, tranquilla. Mi ci trovi già dentro ad aspettarti.-
Fu davvero così. E fu la nostra prima volta. Non credo ancora sia passato così tanto. Non posso crederci, e forse non voglio. Voglio piuttosto tenermi stretti i miei ricordi, quelli belli davvero. Con lui ho scoperto l’amore, quello vero, quello che leggevo nei libri e che credevo impossibile. Ma ho scoperto anche la difficoltà della separazione, quella che alla fine della scuola avviene spesse volte.
-Dobbiamo
parlare.- Hermione stava parlando con Harry e Ron quando Draco le passo
di
fianco e la trascinò via con sé. Non ebbe nemmeno
il tempo di replicare.
Uscirono fuori in giardino, lì dove la prima volta si erano
rivolti seriamente
la parola.
-Immagino
sia una cosa seria, vero?- Hermione abbassò gli occhi.
-Credo.-
-Te
ne vai,
vero? Mi lasci.- un’affermazione, netta.
-Si.-
una
parola, una sillaba e un mondo crollato in un istante.
-Devo
spiegarti però.- le lacrime faticavano per non scendere. Lei
non ce la faceva
davvero più.
-Non
fa
niente, ho capito tutto.-
-No,
Hermione, non hai capito nulla.- fece per raggiungerla, prendendole la
mano.
Lei si allontanò.
-Non
fa
niente, davvero. Non c’è niente che tu debba
spiegarmi, tranquillo. Addio,
Malfoy.- si voltò di spalle e iniziò ad
andarsene.
-Una
cosa la
devi sapere però.- la raggiunse e la fece voltare. Come
poteva lasciarla, come?
Doveva. Aveva una cosa importante da fare, prima di tornare da lei. La
guardò.
Gli occhi lucidi e la voglia di non far scendere quelle lacrime. Ancora
orgoglio e forza. Quello che lui non aveva. Era un codardo.
-Tornerò.
Vado via per un po’. Devo fare una cosa importante. Ne va di
noi due. Non so
quanto starò via, ma tornerò.-
-Io
non ci
sarò ad aspettarti.- quelle parole lo ferirono
più dell’addio. Hermione riuscì
a liberarsi e a correre via. Quando molti metri erano ormai tra loro,
ebbe la
forza di guardarlo per un ultima volta. E di leggere il suo labiale: le
aveva
detto ti amo, con una mano sul cuore.
Si dice che del passato non si debbano avere né rimpianti né rimorsi. Beh, io uno ce l’ho. Non gli ho mai detto che quel “ti amo” dovevo dirlo io molto tempo prima di lui. Non gli ho mai fatto capire quanto importante fosse davvero per me. E adesso, a più di tre mesi di distanza, non faccio ancora che pensare a lui. Mi sveglio la notte, lo sogno, non passa giorno che aspetto il suo ritorno.
Non l’ho voluto ancoltare quel giorno. E’ andato via per risolvere una questione in sospeso con i suoi. Come biasimarlo? Ma io gli ho detto che non l’avrei aspettato, quando la cosa che vorrei più di tutte adesso è vederlo varcare quella soglia e abbracciarlo.
-Herm, sei pronta?- Harry non è cambiato per niente. La scuola è finita e lui è sempre uguale. Vuole intraprendere la carriera di Auror, proprio come me, mentre Ron è stato preso come portiere in un’importante squadra di Quidditch.
Ah, dimenticavo.
Oggi è il mio compleanno. Compio 19 anni. E per quanto i miei amici abbiamo tentato di tenermelo nascosto, beh, so che mi hanno organizzato una festa a sorpresa. Meno male che ci sono loro. Sono la mia fonte quotidiana. Senza di loro non ce la farei.
-Arrivo. Devo truccarmi.- una linea di matita. Mi guardo allo specchio. Non sono poi così grande ancora.
-Dai, sei bellissima lo stesso. Su, ci aspettano.-
-Come andiamo da Ron?-
-Con la scopa.-lo guardo imbronciata. Lo sa che odio volare, anche se ormai ci ho fatto l’abitudine. Scuoto la testa e lui ride.
Mezz’ora tentando di rimanere in vita e siamo lì. Ci sono proprio tutti oggi a festeggiarmi. Tutti tranne uno. Ormai non spero più in un suo ritorno.
La festa prosegue fino a tardi. Sono le due e mezza e oltre ai miei vecchi amici che sono a dir poco brilli o ubriachi, non trovo più niente di divertente in questa festa. Harry mi si avvicina e mi da’ un bacio sui capelli. Sta andando via. La mattina dopo deve alzarsi presto.
-Grazie. Di tutto.- lo abbraccio. Sa che sono sincera.
-Ti voglio bene. Torna a casa. C’è ancora una sorpresa.- lo guardò stranita. Ho ricevuto i regali di tutti. So che il mi miglior amico è imprevedibile. Saluto tutti e mi Smaterializzo all’ingresso della mia casa. Nessun pericolo, perché ho messo vari incantesimi di protezione. Riesco a trovare le chiavi e ad aprire la borsa. E’ tutto buio, ma una strana luce viene dal soggiorno. Inizio ad avvicinarmi guardinga, con la paura che qualcuno sia entrato a casa mia. Trovo un tavolo apparecchiato e una candela accesa. Faccio qualche passo in più e delle mani mi coprono gli occhi.
Come non riconoscerle? Quelle mani mi conoscono meglio di me. No, è un sogno, mi dico. Non posso e non voglio crederci.
-Auguri di buon compleanno, mezzosangue.- Non capisco più niente. Mi volto e me lo trovo davanti. E’ davvero tornato da me. Non ho parole da dire, non ho pensieri da pensare. Mi lascio abbracciare e lo bacio, forse come non ho mai fatto prima.
-Ehi, che accoglienza. Sono tornato per restare. Pensavo davvero non mi avresti aspettato.-
-Ti aspetterei tutta la vita.-
-Ti amo, te l’ho detto già.-
-Ti amo, io te lo dico solo adesso.-
-L’ho sempre saputo, mezzosangue.-
-Sei presuntuoso, Malfoy. Eppure sei il mio miglior regalo di compleanno.-