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Autore: Inathia Len    04/04/2014    2 recensioni
Sono passati cinque anni dalla creazione degli Hunger Games, quando il giovane John Watson viene selezionato alla Mietitura del suo Distretto.
Dalla storia:"-Hai ragione tu, sono i Favoriti quelli da eliminare, che ci potrebbero causare più problemi. Sally e Anderson hanno avuto fortuna, ma senza le tue bombe non sarebbero andati da nessuna parte. E poi, se non gli diamo subito la caccia, si sentiranno al sicuro e magari saranno loro a fare un passo falso.-
-Questo sì che si chiama pensare- commenta Sherlock.
-Quindi è deciso. Dove pensi si siano nascosti?-
-Dove ti rifugeresti tu, se fossi un Favorito e la altre due alleanze si stessero scontrando nei vicoli?-
-Lontano dai vicoli- mormoro, arrivandoci dopo. –In piazza, alla Cornucopia- rispondo poi e a Sherlock brillano gli occhi."
Mio primo cross-over, quindi siate clementi. Anche se le recensioni fanno sempre piacere e aiutano a migliorarsi :-)
Genere: Avventura, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO10

 

Il resto della giornata è un qualcosa di confuso, una successione di eventi privi di interesse. Abbiamo preso direzioni diverse proprio per non incontrarci nemmeno per sbaglio, ma già la sua presenza mi manca. Anche se la maggior parte del tempo la passava in silenzio o a borbottare piani e strategie, era comunque una presenza amica che mi confortava. Adesso, invece, cammino alla cieca senza avere la minima idea di dove sto andando, con nel caricatore solo due colpi e nello zaino nessuna provvista, a parte qualche dito d’acqua. Opto quindi per la Cornucopia e la piazza dove, al massimo, o ruberò qualcosa dalle scorte che non sono saltate in aria, o recupererò dell’acqua, o me ne andrò in grande stile. Per questo il mio passo è strascicato. Se non dovessi trovare del cibo e dell’acqua, sarò morto entro breve anche se non incontrassi nessuno sul mio cammino.

Mi chiedo che cosa stia facendo Sherlock. Molto probabilmente è già sulle tracce di qualcuno, anche se i cannoni tacciono.

Cammino tutta la mattinata e arrivo in piazza che è primo pomeriggio e il mio stomaco brontola da un bel po’. La Cornucopia non è molto diversa da come l’avevo lasciata, ormai quasi una settimana fa, l’unica differenza è che le provviste non ci sono più. Fortunatamente, però, non c’è alcuna traccia nemmeno degli altri cinque tributi. Mi dirigo a passo spedito verso la fontana e bevo avidamente, considerandomi fortunato per aver trovato almeno quella. Do un’occhiata in giro, ma non è rimasto davvero nulla. Nemmeno armi o briciole. Mary e Molly avevano fatto davvero saltare tutto. Sto per voltarmi verso Sherlock per dirgli che il suo piano ha funzionato ma, ovviamente, lui non c’è. Chiudo gli occhi e li stringo forte. Devo smetterla di pensare a lui. La nostra alleanza è finita, l’amicizia, o altro, forse non è mai nemmeno cominciata, ma i giochi continuano.

Mi siedo per terra, la schiena appoggiata alla Cornucopia, e sto per lasciarmi andare, vinto dalla stanchezza e dalla fame, quando questa comincia a tremare. Sembrerebbe un terremoto, ma solo lei a oscillare. Mi alzo di scatto e vedo migliaia di scorpioni uscire dalla Cornucopia e correre per tutta la piazza. Dopo il primo attimo di sorpresa, mi metto a correre anche io, infilandomi nell’unica strada che, proprio casualmente, hanno deciso di non prendere. Chissà chi mi aspetta alla fine della strada, da quale tributo mi stanno guidando. Spero solo che non sia Sherlock. Capisco che farebbe un sacco di audience, ma non potrei mai ucciderlo…

Continuo a muovermi e nel frattempo tiro fuori il walkie-talkie. Non saremo più alleati, ma non voglio che lo prendano gli scorpioni.

-Sherlock, sono io, John. Mi ricevi?- chiedo, saltando una roccia.

-Che ti è successo?- mi risponde dopo un attimo la sua voce, affannata quasi quanto la mia. –Sei ferito?-

-No, sto bene. Tutto ok. Per adesso.-

-Per adesso? Che vuoi dire? Ti sento male, John… dove sei?-

-Ero alla Cornucopia, poi ha cominciato a tremare tutto…-

-Eh? Non capisco, John, il segnale è disturbato. Ci stanno oscurando le comunicazioni.-

-Scorpioni!- grido, voltandomi indietro e rendendomi conto che qualcuna di quelle adorabili bestioline sta inseguendo anche me. –Ci sono degli scorpioni in tutta l’Arena. Stai attento!- dico, prima di perdere il segnale del tutto. La radiolina torna muta e io la fisso come un cretino. Per un attimo, eravamo stati di nuovo insieme, avevamo corso insieme… ma non è il momento di fare la femminuccia sentimentale.

Mi caccio il walkie-talkie in tasca e ricomincio a correre, tirando sassi agli scorpioni che mi inseguono. Spero solo che Sherlock abbia capito. Ne colpisco qualcuno e poi, improvvisamente, così come sono comparsi, spariscono. Mi piego in due per prendere fiato, una mano sulla milza e un ginocchio a terra. Uno colpo di cannone in lontananza mi fa sobbalzare. Una vittima degli scorpioni, uno scontro tra tributi?

Mi guardo intorno e vedo una figura avanzare nella nebbia che si è sollevata a causa della corsa mia e di quei mostriciattoli. La prima cosa che scorgo chiaramente è una pistola e, d’stinto, tiro fuori la mia. Due colpi non mi salveranno la vita, ma so sparare. Almeno lo/la ferirò.

-Un altro scherzo del tuo fidanzatino freak*?- chiede la voce, tremando.

Sally.

Il mio cuore perde un battito e tolgo la sicura dalla pistola. Questo è per te, Mary, dico mentalmente, mentre sto per prendere la mira.

-Sherlock non centra nulla- mi ritrovo a risponderle.

-E io dovrei crederci? Anderson è morto ed è colpa vostra- singhiozza.

Anderson.

Il cannone ha sparato per Anderson.

Mi trattengo dal ridere, dal saltare dalla gioia.

Sherlock è vivo.

-Sono usciti dalla Cornucopia…-

-E ci hanno aggrediti perché, secondo te?-

Perché eravate ancora insieme anche se le alleanze sono state dichiarate proibite questa mattina, dovrei risponderle, ma non me la sento. Hanno attaccato anche me per lo stesso motivo, perché mi sono attardato con Sherlock anziché sparargli alle spalle per far salire l’audience e garantirmi il ritorno a casa. Poi l’ho avvertito degli scorpioni, ed ecco spuntare Sally con una pistola in mano, pronta a farmi secca. La gente crede davvero che esista il caso, in questo gioco?

-Adesso muori, John Watson- sibila Sally, ma il mio colpo arriva prima e la colpisce al ventre, proprio dove era stata colpita Mary. Lei cade in ginocchio, la bocca spalancata per la sorpresa. Ma questa volta non provo alcuna emozione per il sangue che le sgorga dalla ferita. Tutto quello che voglio, è che ne esca ancora, che tutta la terra si macchi del sangue di chi ha ucciso Mary.

Mi avvicino piano, sempre tenendola sotto tiro. Calcio lontano la sua pistola, che ha sparato il suo ultimo colpo mentre il mio proiettile la colpiva.

-Sei stata tu a sparare a Mary Morstan?- chiedo, la voce di ghiaccio.

Sally mi fissa terrorizzata, gli occhi sgranati.

-No, io non volevo. È stato Anderson. Anche le bombe… era il suo il piano. Io non ho fatto niente- mormora. Poi lo ripete più convinta, credendo di fare presa sulla mia coscienza. -Io non ho fatto niente.-

-Esatto Sally, tu non hai fatto niente. Nemmeno per fermarlo. Se la incontri, dì a Mary che ti mando io. Lei saprà cosa fare- e faccio fuoco.

Sally si accascia a terra e subito il cannone spara e l’hovercraft scende a recuperarla.

Meno due, conto mentalmente. Ora che Mary, Molly e Greg sono stati vendicati mi sento svuotato. So che dovrei cercare Irene e Moriarty, ma mi sembra di aver perso lo scopo. Se non temessi che potessero fare del male a Sherlock, rimarrei qui per sempre, ad aspettare il mio cannone e il mio hovercraft. Ho fame, tanta fame. L’ultimo pasto che ho fatto è stato quasi un giorno fa e una pagnotta non si può definire una vera cena. Da allora, solo acqua.

-John…- gracchia la mia radiolina e quasi scoppio a piangere dalla felicità quando sento la voce di Sherlock. –John, ci sei? Mi senti?-

La tiro fuori dalla tasca e rido mentre rispondo. Non so perché le comunicazioni siano di nuovo attive, ma mi va benissimo.

-Sì, ci sono. Tutto a posto.-

-Ho sentito i due cannoni…-

-Anderson e Sally. Morti. Uno se lo sono preso gli scorpioni, all’altra ci ho pensato io- dico e quasi riesco a vederlo sorridere.

-Ottimo, davvero ottimo. Io stavo inseguendo la Adler. È veloce quella ragazza, diavolo se lo è. Ma…-

-Ti stai divertendo?- lo interrompo, ridendo.

-È come Natale, John. Una meraviglia- mi risponde.

-Hai idea di dove possa essere?- gli chiedo, ma non faccio in tempo a sentire la sua risposta che qualcosa mi colpisce alla spalla, facendomi cadere la radiolina. Mi rannicchio dietro una roccia e premo sulla ferita, estraendo un dardo. Ci metto un po’ a vedere il walkie-talkie, dato che tutto sembra essersi sdoppiato. Una freccetta avvelenata, intuisco.

-Cerchi questa?- mi chiede una voce, porgendomi la ricetrasmittente.

Irene Adler mi ha trovato.

  
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