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Autore: YOUSHOULDLETMEBE    04/04/2014    1 recensioni
Il mondo di glee trasferito in quello di Hunger games.
La storia d'amore tra Brittana e Santana proiettata nell'arena.
***
Dal testo: «Faremo capire a Capitol City che non possono trattarci come se fossimo loro, noi siamo nostre, e di nessun altro.»
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Oggi c’è la sfilata dei carri.
La prima volta che il pubblico mi vede per davvero.
Mi sveglio presto preoccupata per quello che potrebbe succedere, ma a poco a poco la tranquillità torna ad appartenermi: il peggio del lavoro, oggi, tocca al mio stilista, che non ho ancora incontrato.
Mi faccio una doccia e mi cambio indossando qualcosa di comodo, poi vado in salone, preparandomi per questa giornata piena.
Con mia grande sorpresa trovo la grande sala completamente vuota; non ci sono le grida isteriche di Sue, o le risate eccentriche di Will… o i sorrisi di Sebastian.
Prendo una tazza di tè verde e dei pasticcini; il cibo è l’unica cosa che non mi disgusta di questa città, e non vedo come potrebbe.
Mi siedo a tavola e consumo la colazione più silenziosa che abbia mai avuto la gioia di provare.
Gironzolo per l’appartamento cercando dettagli interessanti, ma trovo solo oggetti inutili dai colori sgargianti o ricoperti di brillantini.
Ad un certo punto sono anche tentata di entrare nella camera di Sebastian ma reprimo l’impulso.
Passo l’ora seguente a sonnecchiare su una poltrona di velluto e a mangiare nuovi piccoli dolci, poi, finalmente, alle dieci e mezzo, Sue attraversa carica di allegria le porte dell’ascensore e mi saluta fin troppo calorosamente.
«Credevo che avremmo iniziato prima.»
Le dico distrattamente, concentrando la mia attenzione sul vassoio pieno di cose colorate appena appoggiato sul tavolo del banchetto.
«Beh e invece iniziamo adesso! Dove sono gli altri?»
«Stanno dormendo…»
Abbasso lo sguardo e mi copro la bocca con una mano per nascondere il sorriso che mi si crea in volto vedendo l’espressione sorpresa e arrabbiata che sta sfoggiando.
Con una camminata rumorosa raggiunge la camera di Sebastian, spalanca la porta, si avvicina al suo letto e tira giù le coperte.
«Su su! Ci aspetta una giornata piena!»
A Will riserva la stessa cura e nel giro di dieci minuti sono entrambi accanto a me, con un’espressione davvero contrariata.
«I vostri stilisti arriveranno a momenti, insieme al vostro staff di preparatori.»
Le sue parole sono ancora libere nell’aria quando l’ascensore emette un suono e le porte si aprono, facendo strada a una decina tra le persone più strane che io abbia mai visto.
«Oh perfetto, perfetto!»
Esulta Sue.
Il gruppo si divide in parti uguali tra me e Sebastian, che adesso ha abbandonato il suo broncio e si dirige verso la sua camera seguito dal suo staff.
«Io sono Shelby Corcoran, la tua stilista.»
Una donna alta e piuttosto normale mi tende la mano, indossa degli abiti semplici dalle tonalità pastello in cui i miei occhi trovano riparo da tutti i colori accesi che mi hanno circondato fino a quel momento.
«Piacere, Santana.»
Le sorrido leggermente e lei ricambia.
«Che ne dici di mostrarci la tua camera?»
«Certo»
Mi giro e vado nella mia stanza, seguita da Shelby e tre giovani donne che sembrano incarnare alla perfezione lo spirito di Capitol City.
I preparatori si affrettano a raggiungere il bagno lasciandomi sola con la mia stilista.
Lei mi squadra allungo sia vestita che non, prende qualche misura e poi mi lascia nelle mani dei preparatori.
Mi coprono il viso di trucco e rendono i miei capelli ricci  facendomi sembrare bella come mai avrei immaginato di poter essere, e dopo ore e ore passate seduta e immobile mi salutano orgogliosi del proprio lavoro.
Nel giro di qualche minuto il mio abito arriva in camera ed io rimango sbalordita nel vederlo.
E’ lungo e leggermente aderente, in una sfumatura che va dal verde al marrone, sarebbe piuttosto semplice se non fosse per l’elaborata scollatura che si estende fino alla schiena sembrando un complesso intreccio di rami, il tutto completato da foglie d’oro tra i capelli, e su un bracciale.
Io e Sebastian aspettiamo davanti ai carri in completo silenzio; lui si guarda intorno, squadrando ogni tributo dalla testa ai piedi, forse immaginando di trovare un qualche punto debole.
Io invece cerco Brittany con lo sguardo e quando la vedo lei sta già salendo sul suo carro.
Il suo abito è azzurro, lungo e con lo strascico che quasi tocca terra anche da sopra al carro.
Mi rivolge uno sguardo e un sorriso prima di scomparire dietro le porte accompagnata da Sam, il ragazzo del suo distretto.
Subito dopo di loro Bree e Hunter, quelli del cinque, li seguono sul loro carro.
Sue spinge me e Sebastian sul carro e poco dopo ci troviamo sul grande stradone al seguito degli altri tributi.
Rimango paralizzata.
Ci sono migliaia e migliaia di persone che ci acclamano ogni centimetro che percorriamo, affascinati dai nostri abiti e dai nostri capelli.
Alzo lo sguardo e vedo i nostri volti proiettati su schermi piazzati praticamente ovunque.
Siamo bellissimi.
Sono bellissima.
Non avrei mai pensato di poter apparire così, questo lato di me non l’avevo mai neanche immaginato.
Raggiungiamo la fine della strada e ci posizioniamo in semicerchio davanti ad un balcone su cui si affaccia il presidente.
Fa un discorso breve a cui non presto attenzione, e poi ci lascia andare, per prepararci alle interviste.
Quelle si terranno tra due ore.
Crdevo che le interviste sarebbero state domani, e invece mi ritrovo circondata da tutto il mio staff che mi strucca e mi ritrucca frenetico.
Tra chi pensa ai capelli e chi al viso sono circondata da persone che lavorano solo alla mia immagine.
Il vestito per sta sera è di un verde molto chiaro con piccoli ghirigori dorati alla base e una scollatura troppo profonda per i miei gusti ma che, per gli standard della città, è fin troppo coprente.
Sue guida me e Sebastian verso il luogo delle interviste insieme a Will e ai nostri stilisti.
Assisto all’intervista di Brittany dagli schermi nel mio camerino, che riporteranno tutto il programma; non dice niente di particolare, in realtà, ma il pubblico resta colpito quando dice che conosceva già Sam, che sono amici da molto e che preferirebbe scontrarsi con chiunque altro, al suo posto.
Le scende anche qualche lacrima, per l’occasione, e sono più che sicura che siano lacrime vere.
Restiamo dietro le quinte fino alla fine dell’intervista di Blaine, il ragazzo del sei, poi tocca a Sebastian.
Non seguo molto la sua intervista perché il nervosismo mi assale; vedo tutte quelle persone sugli spalti e immagino tutta Panem davanti alla propria televisione a guardare proprio noi, proprio me.
Mi sudano le mani e non riesco a parlare, né tanto meno a muovermi, ma quando il presentatore chiama il mio nome sono costretta a farlo, così, tremante, vado verso di lui e mi siedo sulla poltroncina bianca preparata per l’occasione.
«Sei nervosa, Santana?»
Il presentatore mi guarda con aria preoccupata, credo di essere sbiancata del tutto e di apparire dello stesso colore di un foglio di carta.
Annuisco prontamente.
«Non devi esserlo, non preoccuparti.»
Mi sorride e io ricambio, iniziando a sentirmi a mio agio.
«Allora, Santana, cos’è la cosa che ti piace di più, a Capitol City?»
Inizia con domande banali, per permettermi di ambientarmi, ma mi rende comunque nervosa, cerco di nasconderlo.
Pensa Santana, pensa… La cosa che più ti piace di Capitol City… Devo conquistarli, quindi...
«Lo stile!»
Sorrido e poi tutti ridono o applaudono.
«Avevi mai incontrato Sebastian, prima della mietitura?»
I miei pensieri viaggiano per un attimo al ragazzo del mio distretto che adesso starà sfoggiando dietro le quinte il suo solito sorriso agghiacciante, rabbrividisco.
«Credo di averlo incontrato, qualche volta, ma non ci eravamo mai parlati prima di salire sul treno»
A quanto pare questa domanda non appassiona gli spettatori, forse perché sono stata troppo sincera per gli standard di questa città, quindi il presentatore cambia argomento.
«Allora, cosa hai provato quando il tuo nome è stato sorteggiato?»
Non ho più paura di questo palco, adesso fisso il pubblico sicura di me.
«Mi sono bloccata, non riuscivo a muovermi, sono cresciuta temendo questo, era l’unica cosa di cui avevo paura, e adesso la sto vivendo.»
C’è un boato, mi chiedo cosa abbia detto di tanto particolare e poi il pubblico inizia ad applaudite.
«Beh, Santana, mi auguro che tu possa superare la tua paura e tornare a casa per dirlo ai tuoi amici e alla tua famiglia.»
Mi si stringe lo stomaco.
«Già, lo spero anch’io..»
Una campana suona, io mi alzo e torno dietro le quinte, lo show è concluso.
Quando torno in camerino Sue è entusiasta di me e Sebastian, fin troppo direi.
Torniamo nel nostro appartamento e mentre gli altri cenano io vado nella mia camera: sono troppo turbata per godermi una cena.
   
 
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