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Autore: Smeralda Elesar    05/04/2014    6 recensioni
Saga ha da poco preso il posto di Sion come Gran Sacerdote.
In un momento di solitudine, al Tredicesimo Tempio, rilette su come servirsi del potere che si è conquistato.
Dal testo:
"Saga sorride soddisfatto dietro la maschera del Pontefice, mentre osserva dalla terrazza del Tredicesimo Tempio gli ultimi bagliori del tramonto che si spengono dietro le aspre montagne dell’Attica.
Un altro giorno è passato senza che il suo gioco sia stato scoperto.
E a mano a mano che i giorni si avvicendano, Saga si sente più sicuro del proprio potere."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Saga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei sapere il giusto che cos’è

Se di giustizia al mondo non ce n’è.

E perché la gente chiede libertà

Se sta bene solo quando non ce l’ha.

 

(Tosca – amore disperato; Ti ammazzo, ti uccido)

                                                                                          

 

È sera in Grecia, ed Espero brilla alto sull’orizzonte ad ovest.

Presto anche Orione sorgerà, ad est dal mare, accompagnato da Sirio brillante.

Saga sorride soddisfatto dietro la maschera del Pontefice, mentre osserva dalla terrazza del Tredicesimo Tempio gli ultimi bagliori del tramonto che si spengono dietro le aspre montagne dell’Attica.

Un altro giorno è passato senza che il suo gioco sia stato scoperto.

E a mano a mano che i giorni si avvicendano, Saga si sente più sicuro del proprio potere.

Niente di strano in fondo, se si sente a proprio agio nella tunica e negli ornamenti sacri del Gran Sacerdote; Saga si è semplicemente preso quello che gli spettava di diritto.

Se guarda in alto non c’è niente sopra di lui, solo l’immensità del cielo con i fuochi delle stelle; se invece guarda in basso, ai suoi piedi c’è tutto il Santuario su cui strisciano lente ma inesorabili le dita d’ombra della sera.

Il Grande Tempio sarà il centro da cui il suo potere si irradierà in tutto il mondo.

È giusto che sia così.

Non sarebbe stato difficile piegarli uno ad uno, stato dopo stato: le nazioni degli uomini sono deboli, ed anche un solo Silver Saint potrebbe bastare a sconfiggere un intero esercito.

Era finito il tempo in cui il Santuario sarebbe rimasto a vegliare nell’ombra per proteggere un’umanità ingrata.

Altrimenti, il suo ruolo sarebbe stato quello della bambinaia che cerca costantemente di tenere fuori dai guai un bambino viziato ed irritante, che non si rende conto dei pericoli in cui si caccia e sa solo fare i capricci perché si vede sottrarre il coltello con cui stava giocando.

È stato concesso agli uomini il libero arbitrio e loro lo hanno usato per uccidersi l’un l’altro e per distruggere la terra su cui vivono, creando armi in grado di devastare e usandole con noncuranza.

Non immaginano neanche che, ad esempio, Shura del Capricorno può fare con una sola mano ciò che loro potrebbero fare solo se avessero un esercito di cento spade.

Gli uomini sono deboli ma si credono forti, e sono diventati arroganti.

Serve qualcuno che li rimetta al loro posto.

Hanno bisogno di un dio che li tenga sotto il giogo.

Lui sarebbe stato quel dio.    

Avrebbe riportato l’ordine nel mondo, anche se l’ordine non avesse dovuto coincidere con la pace e la giustizia tanto amate da Athena.

Pace e giustizia sono valori che gli uomini non sanno apprezzare e la storia lo aveva dimostrato più di una volta.

La stessa Grecia, la terra della dea Athena era stata per secoli in schiavitù, fino alla Seconda Guerra Mondiale, e quando il paese aveva finito di riprendersi  dalle ferite dei bombardamenti, ecco sorgere una nuova dittatura a rendere di nuovo gli uomini schiavi.

Saga li ricordava, il colonnello Papadopulos ed il capo della polizia segreta Ioannidis, e ricordava che più volte l’anno prima, nel 1973, aveva chiesto a Sion il permesso di intervenire per aiutare gli studenti del politecnico di Atene nella loro protesta.

 

-Il Santuario non deve mischiarsi con la politica degli stati, Saga, lo sai bene. I Saint di Athena esistono per difendere la terra dalle minacce soprannaturali.-

 

-E gli uomini? Che senso ha proteggere gli uomini se loro si massacrano?-

 

-Ognuno deve poter fare le sue scelte, è questo il libero arbitrio, Saga.-

 

Saga non era mai stato d’accordo, ma non aveva potuto disobbedire agli ordini del pontefice.

Poco importa ormai. Il tempo del libero arbitrio è finito.

Lasciati a se stessi gli uomini continuerebbero a scatenare guerre, sterminandosi a vicenda; meglio, allora, che fosse lui a condurre una sola, grande guerra, al termine della quale i sopravvissuti avrebbero trovato l’ordine di cui il mondo aveva bisogno.

Lui avrebbe riportato l’ordine sulla Terra con la sua armata di angeli d’oro,  d’argento e di bronzo.

Lo sguardo di Saga percorre a ritroso la salita delle Dodici Case.

 

Pisces.

 

Aquarius.

 

Quasi ognuno di quei templi ha un guardiano adesso, ed ogni armatura d’oro ha il suo custode.

 

Capricorn.

 

Sagittarius.

 

E tutti loro devono obbedienza al Sacerdote.

Saga non teme di essere smascherato da uno di loro: i giovani Gold Saint hanno passato lunghi periodi in isolamento ed alcuni non sono ancora tornati ad Atene, e soprattutto hanno visto il Sacerdote solo poche volte, abbastanza da non notare le differenze che ci sono tra lui e Sion.

 

Scorpio.

 

Saga sorride.

Sì, sarà facile plasmarli, non dovrà fare altro che aumentare sempre più le distanze ed abituarli a considerarlo un essere divino al pari della stessa Athena.

In fondo quella è la prima generazione di Gold Saint dopo duecentocinquanta anni, e per di più si è appena formata, quindi nessuno di loro ha un’idea esatta di come comportarsi.

 

Libra.

 

Virgo.

 

Glielo insegnerà lui.

Insegnerà loro che la sua parola è legge.

Oseranno appena posare gli occhi sulla superficie di smalto blu scuro della maschera e sugli occhi rossi di granato, ne saranno intimoriti ed chineranno la testa davanti a lui.

Avrà la miglior casta di guerrieri della Terra pronti ad obbedirgli.

 

Leo.

 

L’espressione di Saga si irrigidisce quando arriva alla Quinta Casa.

Quello che gli procura qualche dubbio tra i Gold Saint è forse Aioria.

Lui somiglia così tanto a suo fratello Aioros che Saga ha la tentazione di negargli la Cloth d’oro del Leone.

Sì, sarebbe una bella vendetta cancellare Aioros dai ricordi di tutti e condannarlo alla damnatio memoriae scacciando dal Santuario la persona che più gli somiglia.

Ma Saga sa di non poter indulgere in simili sciocchezze infantili.

Ragionando a mente fredda, Aioria ha praticamente completato il suo addestramento, il che vuol dire che anche se ancora non ha ricevuto l’investitura ufficiale di fatto ha le capacità di un Gold Saint.

Perché rinunciare ad una preziosa pedina della sua scacchiera?

E poi, Aioria è devoto ad Athena come Aioros, ma la sua devozione al Sacerdote è ancora tutta da costruire.

Scacciarlo dal Santuario non è una mossa saggia.

Una persona con i poteri di un Gold Saint che non sia sotto il controllo del Santuario è una potenziale minaccia, e Saga lo sa bene, lo ha imparato da Kanon.

No, meglio tenere Aioria vicino a sé e plasmarlo come gli altri.

Saga sa di poter volgere in suo favore l’affetto di Aioria per il fratello maggiore.

Giocherà con quel sentimento come con un filo di fumo, lo deformerà a suo piacimento perché trasformerà quel grande amore in senso di colpa.

Immagina già cosa dirà al giovane Aioria.

Tu non sei un traditore come tuo fratello e voglio darti la possibilità di dimostrarlo.

Sarai tu il custode del Leone d’oro, così potrai lavare via il disonore che Aioros ha portato al Santuario.

Non deludere di nuovo la tua dea, Aioria.

Non deludere me.

Dimostrami che sei migliore di tuo fratello.         

Sì, giocherà nell’ombra anche con il pizzico di vanità che si annida nel cuore di ogni uomo.

Sa che l’ammirazione di Aioria per il fratello maggiore potrebbe nascondere una punta di invidia, e lui sarà pronto a sfruttare anche quella piccola debolezza.

Prenderà Aioria sotto la sua protezione e così potrà controllarlo, lo rassicurerà ed allo stesso tempo lo tormenterà con i sensi di colpa, non mancherà di lodarlo per ogni successo ed in quelle stesse lodi gli farà sentire la minaccia di una punizione indefinita e terribile in caso di fallimento.

E legherà a se il giovane Leone con la gratitudine verso il Sacerdote che gli dimostra fiducia e gli permette di rimanere tra i Saint della dea Athena.

Sciolto quel nodo, Saga scende ancora con lo sguardo.

 

Cancer.

 

Gemini.

 

Di nuovo si sofferma, alla Terza Casa.

Per un attimo accarezza l’idea, la speranza, di cercare Kanon e di farlo spacciare per se stesso come custode della Terza Casa.

Forse Sounion non si è preso la sua vita, forse Kanon ha trovato il modo di resistere alla forza del mare.

Scuote la testa per scacciare quel pensiero.

No, impossibile.

Ed anche se Kanon fosse vivo, per lui sarebbe più un intralcio che un alleato, perché, sì, Kanon potrebbe accettare di dividere il potere con lui, ma lui non può dividere il potere con nessuno.

In tempo di guerra non è possibile perdere tempo in discussioni o a cercare accordi interni neanche con il proprio fratello, ci vuole un’unica persona che prenda le decisioni.

Un dictator, come insegnavano i Romani dei tempi della Repubblica.

 

Taurus.

 

Aries.

 

Gli ultimi due Templi, poi il tèmenos ed al di là di quello la Grecia ed il mondo.

Saga posa le mani sul marmo della balconata e guarda in alto.

Nessuno più in alto, solo l’immensità del cielo con i fuochi delle stelle.

Guarda di nuovo in basso e ad i suoi piedi c’è tutto il Santuario, ora ammantato dalle ombre della notte.

 

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Cantuccio dell’Autore

 

Per prima cosa un desclaimer: l’idea di Saga che cerca di plagiare le menti dei giovani Gold Saint è di Francine, che mi ha gentilmente dato il permesso di svilupparla ulteriormente.

E che mi ha anche fatto da beta reader.

Le storie a cui mi riferisco sono “Quando sorge Venere” e “Notte di sangue” andate a leggerle perché meritano.

 

Come seconda cosa c’è Aioria. Era o non era già Gold Saint di Leo all’epoca della notte degli inganni? Dal manga risulta di sì, dall’anime invece fa capire che ancora non lo era, e siccome a me serviva questa versione mi sono attenuta all’anime.

 

Ora passiamo a qualche chiarimento perché in questa storia c’è un po’ di tutto:

-Francine con la sua “Quando sorge Venere” all’inizio, con Espero e nell’idea di Saga che cerca di plagiare i giovani Gold.

-L’Innominato di Manzoni (“non aveva nessuno sopra di sé né più in alto”)

-Reminiscenze dei miei studi di liceo classico (damnatio memoriae, il nome della regione in cui si trova Atene, l’Attica)

-Suggerimenti da Valerio Massimo Manfredi (la protesta del politecnico di Atene nel 1973 è l’inizio di “L’oracolo”)

-I miei attuali studi da naturalista nella classificazione delle pietre della maschera del Sacerdote. Per me sono granati, per la precisione la varietà almandino o piropo.

-Retaggi delle puntate di Geo&Geo (la maschera del sacerdote è blu perché è smaltata come la ceramica raku, che io ho visto in quel programma)

-Riferimenti all’Apocalisse (gli angeli che portano la guerra)

-La filosofia di Agostino da Ippona, Tommaso d’Aquino, Erasmo da Rotterdam, Martin Lutero nel discorso sul libero arbitrio. No, non pensate che io sappia molto di filosofia: me li ha ricordati sempre Francine.

-Elrond, l’elfo de “Il signore degli anelli”. Vi ricordate “Gli uomini? Gli uomini sono deboli”?

 

E forse altre cose che neanche io riesco a focalizzare, per cui va bene, per ora vi lascio andare =)

 

Grazie per aver letto

 

Makoto

 

   
 
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