Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: OfeliaMontgomery    05/04/2014    1 recensioni
Cos'hanno in comune Ofelia Montgomery, Rebekah Warner, Arlene Douglas, Georgia Adams, Delia Morton e Nora Day? Il corpo.
Dal primo capitolo:
Il signor Nicholas Hudson, il guardiano del cimitero restò stupito nel vedere Ofelia Montgomery camminare per le strade della città, di notte e da sola.
– Signorina Ofelia che ci fa qui da sola? E per giunta così? – chiese l’uomo indicando l’abbigliamento strano della ragazza, portava ancora la camicia da notte ed era scalza.
– Non so chi sai questa Ofelia, il mio nome è Georgia Adams e sono venuta a trovare il mio defunto marito – parlò la ragazza con voce quasi metallica facendo qualche passo verso l’entrata del cimitero.
Genere: Dark, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic


La mattina seguente Ofelia si svegliò con un forte mal di testa e un senso di vomito che la portò ad alzarsi e correre in bagno a rimettere. Cosa non lo sapeva nemmeno lei. Dato che ieri sera non aveva neanche mangiato. Si sciacquò il viso e poi tornò in camera, dove Evan dormiva ancora. Era così bello e tenero mentre dormiva. Con quella faccia da cucciolo.
Ofelia tornò nel letto e coprendosi con le coperte si girò su un fianco e chiuse gli occhi per poi riaddormentarsi.
Evan si svegliò e girandosi verso Ofelia sorrise nel vederla ancora lì. Dormiva beatamente, per fortuna, dato che non aveva fatto altro che girarsi e rigirarsi quella notte.
Il ragazzo si alzò dal letto, muovendosi lentamente per non svegliare Ofelia. Quando fu sceso dal letto, si diresse verso il bagno e si fece una bella doccia calda.
Ofelia si svegliò poco dopo sentendo il rumore della scrosciare dell’acqua della doccia. Si alzò dal letto e dirigendosi verso il bagno, bussò sul vetro della doccia.
– Ne hai ancora per molto? Vorrei fare una doccia anche io, così poi posso andare a lavoro – chiese gentilmente Ofelia da fuori.
Evan spense l’acqua e aprendo di poco la porta scorrevole tirò fuori la testa – Cinque minuti e poi sarà tutta tua – rispose il ragazzo bagnando il pavimento perché l’acqua gli sgocciolava dalla testa.
Ofelia annuì poi uscì dal bagno, si diresse nel soggiorno e si guardò in giro. Sulla parete sinistra si trovava un divano letto da una piazza e mezza di pelle nera, dove la sera prima Evan l’aveva adagiata e dove era apparsa Rebekah. C’era un tavolo bianco dove consumare i pasti ed un mobile dispensa di legno dove riporre le provviste. C’era anche un piccolo mobiletto che Evan aveva utilizzato come scarpiera. L'angolo cucina conteneva il lavandino, il piano cottura, il frigorifero e la lavatrice. Era ancora spoglia. E a quella stanza serviva proprio una bella ripassata di pittura. Evan uscì dal bagno con indosso solamente un asciugamano alla vita e si diresse in camera a vestirsi.
Ofelia corse in bagno e togliendosi i vestiti entrò nella doccia. L’acqua calda le bagnò la pelle facendole venire i brividi. Si lavò velocemente poi quando uscì dalla doccia si avvolse in un accappatoio. Notò che appoggiato sul lavandino di vetro verde c’erano dei vestiti puliti. Ringraziò mentalmente Evan per averglieli portati.
Indossò la maglia di Evan. Le stava molto grande e le arrivava a metà coscia. Non provò nemmeno ad indossare i pantaloni perché sapeva già che le sarebbero stati larghissimi. Uscì dal bagno con indosso solamente la maglia e un paio dei boxer larghi di Evan.
Evan era intento a preparare la colazione mentre canticchiava qualcosa. Appena notò Ofelia le sorrise – Ti stanno molto larghi? – indicò i vestiti tornando poi a cucinare il bacon e le uova.
– Si, un po’ – rispose Ofelia ridendo leggermente poi si andò a sedere a tavola dove c’era già una brocca di succo d’arancia, due bicchieri e due piatti con coltello e forchette.
La ragazza si verso in un bicchiere il succo d’arancia e poi ne bevve un sorso – Mi dispiace per quello che è successo ieri. Non riuscivo a controllarla. Voleva davvero uscire – si scusò Ofelia scuotendo la testa.
Evan rise – No, mi ha fatto capire molte cose. La prima è sicuramente di non fidarmi più della mia famiglia. Mi hanno mentito per così tanto tempo. Hanno ucciso così tante rinate e risorti. Non riesco a sopportarlo, non ci sono mai riuscito. E’ per questo che me ne sono andato – spiegò il ragazzo servendo ad Ofelia la colazione.
– Non capisco perché ci debbano uccidere. Cosa facciamo di male? – chiese Ofelia inforchettando un pezzo di bacon e portandoselo alla bocca.
Evan si servì da solo poi andò ad appoggiare la pentola nel lavandino e infine si sedette di fronte ad Ofelia e le sorrise – Secondo loro siete dei mostri che devono essere uccisi. Dal primo all’ultimo – rispose sospirando.
– Non siamo noi i mostri! Io sono morta cinque volte. Per la più delle volte sono stata uccisa, solamente una volta mi sono suicidata perché avevo ucciso mio marito – esclamò Ofelia – Oddio è così strano dirlo. Ero io, ma non ero io – continuò mangiando un pezzo di uovo.
Evan rise scuotendo la testa – E’ davvero strano. So di voi rinate, ma come funziona con i risorti? Sono come voi? – chiese mangiando anche lui. Ofelia scosse la testa – I risorti possono risorgere solamente una volta nella loro vita. Se muoiono, uhm…all’età di trenta anni per esempio, quando risorgono, risorgono con quell’età. Invece noi rinate, rinasciamo di nuovo, da capo. Nasciamo dalle nostre madri rimaste immortali e non più rinate. E’ strano eh? – spiegò la ragazza lentamente.
Evan annuì – E’ molto strano. Ma è vero che esistono anche le veggenti? Ho sentito parlare mio padre con mio nonno di questa cosa –.
– Si è vero. Ma c’è ne sono molte poche. Le hanno uccise quasi tutte –
– Capisco – Evan guardò l’orologio – Devo andare a cercare lavoro, se vuoi rimanere, stai pure – disse alzandosi da tavola per poi andare a svuotare il piatto nella spazzatura e metterlo nel lavandino.
– Tranquillo, devo andare anche io. Devo ancora andare a casa a cambiarmi e prepararmi – spiegò la ragazza alzandosi anche lei da tavolo, andò a prendere i suoi vestiti e salutando Evan uscì dal suo appartamento, lasciando il ragazzo da solo.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: OfeliaMontgomery