Crossover
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Autore: Crybaby    05/04/2014    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutti Insieme Alla Resa Dei Conti

Udito il trillare della campanella posta dietro la porta d’ingresso, il gestore del piccolo motel mise da parte la rivista che stava leggendo e rivolse la sua attenzione alla nuova cliente arrivata.
-Ho bisogno di una camera- esordì quella.
-L’avevo immaginato. Mi dia le chiavi della sua macchina, provvederò a parcheggiargliela in un box.
-Ecco… non ho chiavi al momento, le va bene questo come anticipo?
La ragazza scaricò sulla scrivania del gestore una portiera bianca completamente ammaccata.
-Mi… mi prende per il culo? FUORI DI QUI!
-No no, aspetti! Mi lasci spiegare!- la ragazza sembrò quasi scoppiare in lacrime -la verità è che io e il mio fidanzato siamo nei guai fino al collo! Quell’idiota per far colpo su di me ha voluto portarmi fuori con l’auto di suo padre, solo che… A un certo punto ha voluto far retromarcia con la portiera ancora aperta… ci siamo scontrati con una macchina parcheggiata dietro di noi e…
-Ho capito, la portiera si è divelta. Ma il suo fidanzato dov’è?
-Sta valutando i danni col proprietario dell’altra macchina, prima di salutarmi mi ha chiesto di venir qui a prendere una camera per due. Sarà qui fra poco, glielo giuro!
-E non avete pensato invece di parlarne col padre di lui…
-No, NO!
La ragazza afferrò le mani dell’uomo, in un gesto disperato.
-Se viene a sapere cos’è successo alla sua macchina ci ammazza entrambi! Abbiamo bisogno di stare alla larga da lui per un bel po’, capisce?
Convinto, con fare paterno il gestore picchiettò sulle mani della cliente, per poi accompagnarla ad una camera doppia ancora libera.
-Ecco qua. Se ha bisogno di qualcosa non esiti a chiederla. Se per favore può dirmi come riconoscerò la macchina del suo ragazzo quando arriv… Giusto, è quella senza una portiera, che sciocco. Beh, cerchi di rilassarsi.
-Lo farò! Grazie, grazie ancora!
Il gestore salutò la cliente con un sorriso e se ne andò.

La ragazza accostò l’orecchio alla porta: sicura che l’uomo fosse ormai lontano, si abbandonò ad una piccola risata…
-Eudial, regina dell’inganno. Cavolo, all’accademia Mugen avrei dovuto studiare recitazioneeee…
…per poi, totalmente distrutta dalla stanchezza, lasciarsi cadere a peso morto sul lettone, affondare la faccia sui cuscini e levarsi le scarpe.
-Basta, non ne posso più di camminare… i piedi mi stanno uccidendo… Cristallo di Naruto, fa’ il tuo dovere…
Cercando a tentoni nella borsa che aveva lasciato cadere vicino al letto, Eudial trovò e svitò il tappo del contenitore. Subito per tutta la stanza si diffuse l’energia calda e rilassante del cristallo: la strega dai capelli rossi inspirò profondamente e si assopì, cullata da quella sensazione di benessere.
Una ventina di minuti dopo, risvegliatasi dalla pennichella, Eudial afferrò distrattamente il telecomando dal comodino, si girò sulla schiena, si mise a sedere e accese il piccolo televisore della camera.
-Yawn… Ci fosse almeno un quiz a quest’ora, così posso divertirmi dell’ignoranza dei concorrenti… E questo?
Nel frenetico zapping, Eudial si fermò su un canale che trasmetteva un notiziario. Ad attirarla fu l’immagine di Trunks Brief ritratta in un angolo dello schermo.
-Staranno parlando di come anche Trunks sia stato trovato in coma, immagin…
<< …aumentano i sospetti della colpevolezza di Trunks Brief che poche ore fa si è addirittura abbassato a costringere la povera signora Chichi a testimoniare per lui, facendole raccontare davanti alle nostre telecamere la farsa di una fantomatica strega spacciatasi come sua fidata segretaria… >>
-…oh.
Come colpita da un’improvvisa scossa Eudial spense il televisore. Non poteva credere a quello che aveva appena sentito.
“No… no… Ma no, di che mi preoccupo? Anche se Viluy si è fatta scoprire, sicuramente avrà fatto in tempo a prendere i cristalli delle sailor… spero… E se non ci fosse riuscita, cosa può essere successo di peggio?”
Sorridendo, non tanto convinta, Eudial riaccese l’apparecchio.
<< …segretaria che, stando alle testimonianze di un testimone oculare, sia stata… sia stata uccisa brutalmente dallo stesso Trunks… >>
Come colpita da un fulmine Eudial spense di nuovo e iniziò a girarsi i pollici nervosamente.
“Sii ottimista, Eudial. Sii ottimista! È stata uccisa da Trunks, non dalle sailor. Quindi avrà fatto in tempo a sconfiggere le sailor e inviare i loro cristalli al laboratorio! Brava Viluy, è così che volevo che morissi: utilmente! Sì sì, non c’è nulla da preoccuparsi. Nulla. Assolutamente nulla. Assolutament…”
In un lampo la strega si era fiondata sul telefono della camera e aveva già iniziato a comporre il numero della base.

Ma prima che potesse inoltrare la chiamata, uno strano senso di spossatezza la pervase.
Pervase lei e tutti gli altri abitanti della Terra, che caddero in uno strano sonno tormentato da un incubo purtroppo reale.

“Sì… Sì. Sì, vi sento. Vi percepisco. Voi non potete nemmeno immaginare in che modo. Siete… ecco, paragonati a me in questo momento non siete altro che sette insignificanti miliardi di granelli di polvere! Ahahahahaha!!!”
Un viso emerse dall’oscurità dell’incubo: il viso di una ridanciana e perversa ragazza.
“Avrete già sentito parlare di me, scommetto. I più sfortunati di voi mi avranno anche incontrata di persona… è arrivato dunque il momento di presentarmi. Il mio nome è Petirol. P-E-T-I-R-O-L. Vi pregherei di marchiarvelo a fuoco nelle vostre stupide menti, grazie. Sapete, ci sono tante, tantissime cose a proposito di me di cui vorrei parlarvi, ma purtroppo al momento c’è una questione più importante da risolvere. Pertanto, se non vi riconoscete fra queste persone, potete pure ignorare il resto del messaggio.”
Il viso di Petirol svanì, cedendo il posto alle sue mani intente a mescolare un mazzo di carte che poi sparpagliò su di un tavolino. Su ogni carta era raffigurato il volto di una persona.
Ami. Rei. Trunks. Ub. Makoto. Minako. Ino. Rock Lee. Haruka. Michiru. Setsuna.
“Non mi ripeterò, quindi prestatemi tutta la vostra attenzione. Abbiamo già i cristalli del cuore puro dei vostri amichetti, ma non sono abbastanza. Ci servono anche i vostri. Perciò ecco le mie condizioni: presentatevi, entro un’ora a partire da adesso, al parco divertimenti chiamato Star Park sulla baia di Tokyo. È lì che risolveremo le nostre divergenze una volta per tutte.”
Una mano della strega passò sulle carte, facendole svanire.
“Oh, giusto! Immagino vogliate sapere cosa succederà se non vi presenterete in tempo, vero? Ve lo spiego così.”
Sul tavolino Petirol fece cadere una bambola distrutta e smembrata, a cui poi diede fuoco con una scintilla.
“Per ogni minuto che tarderete, un abitante a caso del mondo farà più o meno la fine di questa bambolina. Credetemi, sono una donna di parola. A più tardi!!!”

-…oh oh. Oh oh oh! È meraviglioso!
Nella caverna segreta Petirol riaprì gli occhi, interrompendo così il contatto mentale con il resto del mondo. La strega si ritrovava a svolazzare beata intorno alla bolla contenente i cristalli catturati, totalmente inebriata dall’energia che essi sprigionavano.
-Non mi sono mai sentita così potente! È come… come avere l’intero pianeta Terra nel palmo delle mie mani! Aaaah… Se penso che questa è solo una piccola parte del potere che mi aspetta! Non vedo l’ora di possederlo tutto!
-Mi fa piacere vederti così fremente, ma cerca di contenerti. Da questo momento in poi non possiamo permetterci alcun errore.
Petirol si calmò e scese delicatamente sulla piattaforma sottostante, dove accanto all’altare su cui giaceva il professor Tomoe la sua alleata Kaolinite stava assaporando una bevanda scura come l’inchiostro da un calice.
-Magus Kaolinite, stai… stai meglio?
La strega più anziana sgolò il contenuto del calice tutto d’un fiato. Petirol deglutì disgustata, quando realizzò che la “bevanda” era in realtà le lacrime piante dalla stessa Kaolinite poco prima.
-…adesso sì. Ammetto di essere andata nel panico troppo presto.
-Che intendi dire?
-Semplice. Quando avrò ottenuto il potere di tutti i cristalli restituirò a Soichi i ricordi perduti, e tutto ritornerà come prima. Non ho assolutamente nulla di cui preoccuparmi.
-Capisco… perdona la domanda, ma se ho contato bene, oltre ai cristalli delle persone che ho mostrato prima ne mancano ancora…
-Quattro, lo so. In questo momento il mio fido Oratanah si sta occupando di Vegeta e Bulma, mentre un altro daimon dovrebbe portarmi al più presto il cristallo di Naruto rubato da Eudial. Per quanto riguarda l’ultimo… quello di Hotaru… Lei sarà la nostra ultima vittima. Sola. Impotente. Incapace di contrastare tutto il dolore che le infliggerò. Dovrai essere paziente, Petirol, perché voglio far soffrire quella piccola mocciosa fino a quando non mi implorerà di graziarla. E allora…
-Allora la farai soffrire ancora di più, giusto?
-Giustissimo, Petirol. Solo quando sarà in fin di vita mi impadronirò del suo cristallo, e la mia vendetta sarà completa!!!
Con uno scatto che spaventò pure Petirol, Kaolinite lanciò lontano il calice e lo fece esplodere con un’occhiata. Quindi si calmò.
-Io vado a preparare la giusta accoglienza per i nostri ospiti. Petirol, non muoverti da qui e non fare nulla fino al mio ritorno.
Senza attendere risposta, la strega si smaterializzò.
-Come vuoi… Kaolinite.

Com’era pronosticabile, l’ultimatum lanciato da Petirol non tardò a scatenare le reazioni dei diretti interessati.
Mentre Ub, aiutato da Lee, Bu e Minako, tentava per quanto possibile di rassicurare la sua gente, il resto del gruppo cercò di fare il punto sulla loro difficile situazione.
-E dunque… cosa dovremmo fare?- si domandò Michiru.
-Che domande sono? Accettiamo le sue condizioni, ovviamente!- proruppe Ino -vuoi davvero lasciarle uccidere degli innocenti senza muovere un dito?
-Non è così semplice- la interruppe Makoto -ragiona! Prima ci abbandona sul fondo dell’oceano, e ora ci vuole rivedere vivi. Prima va in giro a uccidere la gente indiscriminatamente, e ora si mette a dettare precise condizioni. Non è sospetto, questo cambio di atteggiamento?
-Concordo- aggiunse Haruka -secondo me, vuole solo attirarci in un posto a caso e avere campo libero per continuare la sua opera di distruzione! Già mi immagino la scena: noi che la aspettiamo come poveri idioti a quello stupido parco giochi, mentre lei indisturbata uccide senza pietà la gente di questo villaggio!…
-Non… non credo che lo Star Park sia un posto scelto a caso…
Fu Mimete, rannicchiata in disparte, ad aver parlato.
-Cos’hai detto?
-Io? No no, nient… Ahia!
La mano salda di Chichi strinse Mimete per un braccio, glielo piegò dietro la schiena e la obbligò ad alzarsi.
-Non fare la finta tonta, ragazzina! Dicci tutto quello che sai, ora!
-Ahia, ahiaaaa!!! E va bene, parlo! Lo Star Park è il luogo in cui io e il resto delle Witches 5 siamo apparse quando siamo state riportate in vita!
-Chi vi ha riportato in vita?
-Non lo so! Abbiamo solo trovato un biglietto con scritte le istruzioni che dovevamo seguire, poi un passaggio che ci ha condotte al nostro nuovo laboratorio già bell’e pronto, poi ancora altre istruzioni per ricreare Viluy… E poi basta, davvero! Non so altro! Non sapevo nemmeno che Cyprine avesse una gemella se è per questo!
-E tu speri che noi ti crediamo?
Haruka fece per mollare un ceffone a Mimete, quando lo squillo di un telefono proveniente dal furgone volante lasciato da Trunks attirò l’attenzione di tutti.
-Aaah, salvata dalla campanellAHIO!
Assestata ugualmente la sberla, Haruka con le altre si fiondò nel veicolo per rispondere.
-Trunks, sei tu?
<< Indovinato. Siete già partiti? >>
-Ovviamente no! Come facciamo a essere certi che Petirol mantenga la parola? Secondo Mimete è probabile che lo faccia, ma sappiamo tutti quanto la sua opinione valga ben poco…
-Ehi! Vi sento!
<< Beh, io sono già in viaggio. Più che altro sto volando dietro all’uomo che ho scelto per contrastare Petirol, non appena ha sentito il suo ultimatum è partito a razzo… Vi aspetto là! >>
Trunks chiuse la comunicazione. Le ragazze uscirono dal furgone e si ricongiunsero con gli altri.
-Allora, quando si va?- domandò Rock Lee, che tutto eccitato si era messo a correre sul posto.
-Eeeeh… subito, immagino- rispose Makoto per tutti -agire è pur sempre meglio che non fare nulla, a questo punto. Anche a costo di lasciare il villaggio incustodito. È un rischio che dobbiamo correre, purtroppo…
-Non ci sarà questo rischio, mi è venuta un’idea!
Così parlò Majin Bu, dandosi una fiera manata sul petto come per dire “lasciate fare a me!”. Il paffuto demone rosa inspirò profondamente, molto profondamente, quindi soffiò: dalla sua bocca uscirono decine, centinaia, migliaia di creature gelatinose completamente bianche e identiche al loro creatore, ad eccezione delle gambe sostituite da una coda fatta di fumo.
-Fantasmi Kamikaze, ascoltatemi!- gridò Bu -dovete sparpagliarvi per il mondo, perlustrare ogni angolo di cielo, senza concedervi alcuna pausa! Se avvistate la strega Petirol, attaccatela senza pietà, non lasciatela scappare! E mi raccomando, non dovete toccare niente e nessun’altro!
-Agli ordini, capo!
L’esercito obbedì al comando, lasciando le sailor, i ninja e tutti gli altri con gli occhi al cielo e le bocche spalancate.
-Wo-wow… Bu, sei fenomenale…- si complimentò Rock Lee senza fiato.
-Grazie, grazie! In realtà questa tecnica non è proprio mia, l’ho imparata da…
-Ci sarà tutto il tempo di spettegolare un’altra volta! Nel cerchio, presto!- sbraitò Haruka, già pronta per il teletrasporto.
-Hai ragione- ammise Ub, che poi si rivolse alla sua gente mentre gli altri si preparavano -allora… avete sentito, il dovere ci chiama di nuovo. Augurateci buona fortu…
-Fra… fra… Fratellone!!!
L’allievo di Goku provò quasi un tuffo al cuore. Erano passati poco meno di due giorni, ma per lui sembravano un’eternità dall’ultima volta che aveva sentito la voce cristallina del suo più piccolo fratello. Il ragazzo fece un cenno con la testa verso le sailor, come per chieder loro di aspettare ancora un minuto, quindi si inginocchiò, per accogliere un Kirìs trafelato per la breve corsa e permettergli di guardarlo senza dover alzare troppo la testa.
-Kirìs, ciao! Dimmi, la mamma è ancora arrabbiata con me? Se ti ha permesso di venire a salutarmi immagino di no, a meno che tu non sia venuto qui senza dirle nien…
Kirìs saltò sul suo petto, stringendolo forte forte, e scoppiò a piangere. Ub non se l’aspettava.
-Kirìs, cosa… cosa c’è? Dai, dimmi tutto.
-Io… SNIFF… ho visto… una… che voleva farti del male!
-…oh.
Solo in quel momento Ub realizzò che nemmeno i bambini erano stati risparmiati dal vedere le cruente minacce di Petirol. Il ragazzo di colore non riuscì a far altro che coprire Kirìs con entrambe le mani, abbracciandolo più che poté.
-Kirìs, non voglio dirti delle bugie. Quella ragazza vuole me e i miei amici, e io devo andare ad affrontarla. Se non lo faccio, lei potrebbe venire qui e… far del male a te e a tutti gli altri. Io non voglio che questo accada. Perciò devo andare.
Per un attimo indefinito sì sentì solo il singhiozzare del piccolo. Solo dopo un po’ Ub riuscì, a malincuore, a staccare da sé il fratellino e riappoggiarlo a terra.
-Ti prego, Kirìs. Non piangere. Te lo prometto, non mi succederà niente. Vado, sconfiggo la strega e torno. Ce l’hai un po’ di fiducia in me?
Kirìs tirò su col naso. Quindi, annuì vigorosamente. Contento, Ub gli accarezzò la testa e gli rivolse un caldo sorriso, subito ricambiato.
-Sì! Io… io credo in te, Ub! Tu sei il mio eroe!
-Questo è parlare, fratellino!- esclamò un altro loro fratello, il vivace Ajit, inginocchiandosi accanto a Kirìs -Ub non ci ha mai deluso, e non ci deluderà mai! Fa’ vedere le stelle a quella strega, Ub!
-Potete contarci. Allora… allora ciao. Tornerò presto!
Rincuorato, e anche un po’ imbarazzato da tutta quella fiducia, Ub salutò un’ultima volta la sua famiglia e la sua gente ed entrò nel cerchio formato dalle sailor, insieme a Ino e Lee. A loro si unirono anche Mamoru, Majin Bu, Chichi e, trascinata dentro contro la sua volontà, Mimete.
-Sono pronto, possiamo andare. …yu-huu? Ragazze?
Ub sospirò. Come temeva, tutte le sailor si erano perse a fissare il piccolo Kirìs con occhioni luccicanti.
-È… così… carino…- piagnucolò Minako -posso… posso tenerlo in braccio? Solo un secondo?
-Al ritorno vedrò che si può fare. Possiamo partire adesso, per favore?
-Certamente. Hai sentito anche tu, Haruka?
-Ho sentito, ho sentito!
Dopo qualche istante di concentrazione, per visualizzare nelle loro menti la destinazione, le sailor attivarono il teletrasporto.

In un punto imprecisato del pianeta, Vegeta interruppe l’inseguimento del mostro chiamato Oratanah e si fermò per riflettere su quanto appena visto.
“La strega, i cristalli, le sailor… Tutto combacia con quello che hanno raccontato Haruka e Michiru qualche giorno fa. E a quanto pare quel degenerato di Trunks è coinvolto nella faccenda. Star Park, eh? Scommetto che lì avrò tutte le risposte che voglio… Uh?
Vegeta udì un sibilo alle proprie spalle. Lesto si girò, scacciò un raggio d’energia con un braccio e con un pugno a mani giunte colpì Oratanah al collo, facendolo precipitare sul paesaggio innevato sottostante.
-Giusto, prima devo chiudere i conti con quell’essere disgustoso. Non ci metterò molto. …ah, quasi dimenticavo.
Il saiyan tirò fuori da una tasca una capsula oplà, che trasformò in un’auto volante. Quindi si scrollò di dosso l’imbelle Bulma, che fino a quel momento aveva portato in spalla, la fece accomodare nel veicolo, lo ritrasformò in capsula e infilò tutto di nuovo in tasca.
“Così non mi sarà d’intralcio. E ora, al lavoro.”

Hotaru Tomoe era ancora in ginocchio, piangente, sul freddo cemento vicino al lungomare, quando arrivò anche a lei l’ultimatum lanciato da Petirol.
“Petirol… Ho già sentito questo nome, ne sono sicura… Ma certo, Usagi e le altre mi avevano parlato di lei una volta. È una delle Witches 5. Dovrebbe essere morta, proprio come Kaolinite. Non può essere una coincidenza.”
Rabbiosamente, Hotaru si asciugò gli occhi con un braccio.
“Ne sono più che certa. Se trovo Petirol, ritroverò Kaolinite. E mio padre.”
Decisa, la piccola sailor si rimise in piedi aiutandosi con la falce. Poi chiuse gli occhi per concentrarsi.
“Star Park… Baia di Tokyo… Star Park, baia di Tokyo… Star Park, baia di Tokyo. Star Park, baia di Tokyo. Star Park, baia di Tokyo! Star Park, baia di Tokyo!…”
Visualizzata nella mente la destinazione, Hotaru sprigionò tutta la propria rabbia ed energia e cacciò un urlo.
-SAILOR… TELEPORT!!!
In un lampo Sailor Saturn sparì, lasciando come traccia solo un solco profondo nel cemento.

Anche il proprietario del motel si risvegliò dal sogno impostogli da Petirol. Ma non lo prese tanto sul serio, anzi.
-Che… che cos’è stato? Ho un cerchio alla testa tremendo, lo sapevo che non avrei dovuto sbronzarmi con Luis fino a notte fonda… Rosa, vieni a darmi il cambio al bancone! Io mi prendo un po’ d’aria!
Senza aspettare risposta l’uomo uscì dall’atrio e stancamente fece il giro dell’edificio per raggiungere la propria automobile.
Trovandola già occupata.
-EHI!!!
Rannicchiata sotto il volante c’era Eudial, intenta ad armeggiare con dei fili elettrici per accendere la batteria del motore.
-E io che mi ero bevuto la sua favoletta! Ho capito tutto, sa? Altro che fidanzato nei guai, lei ha sfasciato la sua macchina e ora vuole rimpiazzarla rubando la mia! Se ne vada, prima che la denunci! FUORI DI QUI!
Dopo qualche secondo di silenzio, Eudial fece capolino…
-Come vuole.
…diede gas, inserì la quinta marcia e sgommò, lontano dal motel e dal suo povero proprietario.

-Star Park baia di Tokyo Star Park baia di Tokyo Star Park baia di Tokyo… Oddio, ho combinato davvero un gran macello!

Quando gli eroi si materializzarono davanti al luogo dell’appuntamento, sulla città era ormai scesa la notte.
Ino e Rock Lee, che mai erano stati in un posto simile in vita loro, rimasero totalmente spaesati e disorientati da ciò che videro: un immenso arco, su cui era dipinto l’allegro faccione di un clown con due stelle al posto degli occhi che sovrastava i cancelli d’ingresso ancora aperti, oltre i quali un sentiero di cemento rosa si snodava per tutto il famigerato Star Park e le sue colorate e rumorose attrazioni, tra le quali spiccavano le vorticose montagne russe e l’altissima ruota panoramica.
Senza perdere altro tempo, entrarono.
-È… inquietante, pensare che un parco di divertimenti destinato a portare gioia a bambini e adulti sia stato scelto da quell’assassina come teatro del nostro incontro- sussurrò Michiru, esprimendo il pensiero di tutti.
-Dobbiamo subito farlo evacuare- aggiunse Makoto guardandosi intorno -c’è ancora troppa gente, bisogna portarla al sicuro prima che Petirol si faccia viva!…
-Ho informato la polizia. L’ordine di evacuazione è già stato dato, spetta ai visitatori seguirlo o meno. Se volete dare una mano a scortarli fuori siete comunque i benvenuti.
Il gruppo si fermò. Colui che aveva parlato, appoggiato con la schiena ad un albero canterino meccanico, era un ragazzo alto, vestito in maniera trasandata e dall’aria ribelle. Ub lo riconobbe immediatamente.
-S-Super… C 17… non è possibile…
-Ub, lo conosci?- domandò Lee.
-Sì, e non è un tipo con cui dovete avere a che fare! Andatevene, subito! Io cercherò di tenerlo a bada! …uh?
Ub si girò verso i compagni, scoprendo che metà del gruppo era sparita. Si girò di nuovo, e trovò Rei, Makoto, Minako, Ino e pure Mimete accerchiate intorno al cyborg (o come nel caso di Mimete, avvinghiate a una sua gamba) per fargli delle avances.
-Ra-ragazze- tentò di richiamarle Ub poco convinto -no, n-non capite, lui non è dei nostri…
-Invece lo è, Ub!
In quel momento, dall’alto atterrò in mezzo a loro Trunks.
-Quando le sailor mi hanno spiegato di cosa è capace Petirol, ho subito pensato a lui- spiegò il saiyan -con qualche fatica l’ho convinto a collaborare con noi. È l’avversario giusto per quella strega, fidatevi! E state tranquilli, non ci farà nessun tiro mancino, lo ha giurato alla sorella C 18!
-Quindi noi… non dovremo fare nulla?
-Non se Super C 17 venisse sconfitto, cosa di cui dubito!
-Ah… okay.
Facendosi mesto di colpo, Ub voltò la schiena agli amici e iniziò ad allontanarsi lentamente.
-Ub, c’è qualcosa che non va?
-No, Trunks. Ti ho detto che è tutto a posto…
-Ci sei rimasto male perché con quello spilungone in giro non potrai sconfiggere tu la strega come hai fatto credere ai tuoi fratelli, giusto?- ipotizzò Haruka ad alta voce. Come segno che aveva indovinato, Ub abbassò la testa sempre più depresso. E come premio Haruka ricevette una gomitata in pieno stomaco da parte di Michiru.
-Insomma, puoi essere un po’ meno manesca?
-Ha parlato la regina del tatto!
Mentre le due compagne cominciavano a punzecchiarsi Trunks fece per avvicinarsi a Ub ma venne fermato da Lee, che si affiancò all’amico e gli posò una mano sulla spalla.
-Ehi, ehi! Ci vuole davvero così poco per deprimerti?
-Beh… Li hai visti anche tu com’erano entusiasti. Cosa dovrei dirgli, che sono rimasto a guardare la sconfitta di Petirol come uno spettatore fra tanti?
-Non con questi termini, ovviamente! Credimi, anche a me secca dover restare in disparte, ma alla fine è non rimetterci la pelle la cosa che più conta. Non è per te, e solo per te, che il tuo fratellino si è preoccupato?
Ub rimase un attimo a pensarci, e si sentì uno stupido per non essersene ricordato da solo.
-È vero. Sono proprio un idiota… Grazie Lee, ora mi sento più tranquillo.
-Ma figurati!…
-Ragazzi, venite a vedere cosa ho scoperto!
I due ragazzi, seguiti da Trunks e le outer, raggiunsero Ami che li aveva chiamati. Seduta su una panchina, Sailor Mercury aveva appena finito di armeggiare col suo computer portatile.
-Ho capito perché le streghe sono legate a questo posto! Haruka, Michiru, vi ricordate cosa sorgeva qui pochi anni fa, prima che venisse costruito lo Star Park?
-Aspetta, ce l’ho sulla punta della lingua…
-Ma certo!- esclamò Haruka -l’accademia Mugen!
-Esatto! Petirol deve aver rinvenuto parte del laboratorio del dottor Tomoe quando ancora era posseduto dal Germatoide, almeno credo. Per questo ha preteso che ci incontrassimo qui, lei sa di essere in un terreno familiare!
-Un attimo Ami, scusami se ti interrompo- si inserì Ub -se ho capito bene, prima qui esisteva una scuola?
-Sì, è così. È stata distrutta quando…
-E, invece di ricostruirla, hanno creato questo Star Park.
-Beh, sì, ma non è questo il punt…
Ub iniziò a fremere, d’ira.
-Mi stai dicendo… che hanno sostituito una scuola… con uno stupido parco giochi?!?
Temendo già il peggio tutti gli altri andarono a ripararsi dietro alla panchina.
-Ub, amico, fai un bel respiro, ti prego! Non avevi appena detto di essere più tranquillo?
-Io mi faccio in quattro nei vari tornei di arti marziali per vincere il denaro necessario a sfamare la mia gente, e questa città butta via i suoi soldi per una robaccia inutile come questa?!?
In quella la panchina si fece incandescente, quasi sul punto d’esplodere.
-Adesso basta, Ub!
-Ma… io non sto… Che cosa?!
Invece, si trasformò pian piano in un mostro: per la precisione in una creatura femminile.
-Finalmente, è ora di entrare in scena! Buonasera a tutti, il mio nome è…
Senza darle la possibilità di presentarsi, con un calcio Ub tranciò in due la creatura. Morta, riprese l’aspetto della panchina ormai distrutta, e dai suoi resti fuoriuscì un piccolo guscio che ruppe, liberando un orrendo spirito urlante.
-O-ottimi riflessi, Ub!
-Grazie… Voi avete idea di che cos’era?
-Sì. Si chiama daimon, ed è…
Altre grida si udirono in quel momento.
-Le spiegazioni a dopo, andiamo!
Cavallucci delle giostre, macchine dell’autoscontro, distributori di caramelle, peluches… Diversi altri oggetti avevano preso vita e stavano seminando il caos per tutto il parco. Facendosi largo tra la terrorizzata folla in fuga gli eroi entrarono finalmente in azione, e con colpi energetici e tecniche di arti marziali respinsero con poca fatica l’assalto dei daimon. Solo Super C 17 (con Mimete ancora incollatagli addosso) sembrava non aver alcuna intenzione di muovere un dito per aiutare.
-Che gran bel sostegno ci stai dando, tu!- lo rimbeccò Haruka, mentre mutilava due daimon con un colpo della sua spada.
-A me interessa solo Petirol- rispose il cyborg -e comunque il mio aiuto è superfluo a quanto vedo.
In effetti, in pochi minuti la minaccia dei daimon fu già debellata.
-Come riscaldamento non è stato male- esultò Makoto -ma adesso basta! Petirol, fatti vedere, ora!
L’attesa però sembrava destinata a durare ancora. Dopo qualche secondo di calma altri gusci di daimon piovvero dal cielo e presero possesso dei resti dei compagni caduti.
-La strega vuole portarci allo sfinimento, è chiaro…
-Se lo può scordare!
Parandosi davanti ai compagni Majin Bu mosse il codino verso i nuovi daimon e li trasformò tutti in cioccolatini. Cosa che però non bastò a fermarli: sotto gli occhi sbarrati del demone, i daimon ora fatti di cioccolato crebbero fino a tornare alle dimensioni originarie e tornarono all’attacco.
-No, non è possibile…
-Non è il momento di stupirsi, Majin Bu! SPACE SWORD BLASTER!!!
Un solo fendente di Sailor Uranus tranciò a metà l’intera squadra di nemici. Che purtroppo non morirono ancora, anzi. I singoli pezzi amputati dai mostri divennero essi stessi dei mostri, così da raddoppiare e triplicare le loro fila fino a diventare un centinaio.
-Cosa?!?
-Ma certo, il raggio di Majin Bu deve aver mutato la struttura molecolare dei daimon che… Ah!
Sailor Mercury non poté nemmeno concludere la spiegazione. Così potenziati i nemici non diedero più un attimo di respiro agli eroi, finendo per accerchiarli.
Da lontano, Super C 17 aveva osservato la scena con un pizzico di disgusto.
-Patetici, davvero patetici. A quanto pare non ho scelta, devo salvargli la pellaccia. Mh?
In quell’istante, ogni singolo daimon si bloccò come congelato. O come se qualcuno avesse congelato il tempo intorno a loro.
-DEAD SCREAM!!!
Una potente sfera d’energia investì poi l’orda di mostri, che immobilizzati non poterono impedire di essere polverizzati senza possibilità di rinascere. I combattenti volsero lo sguardo in direzione dell’ingresso del parco, dove avvistarono la loro salvatrice Sailor Pluto appena scesa da un’automobile volante della Capsule Corporation, pilotata da Bra.
-State tutti bene?
-Ora sì, grazie!- rispose Minako per tutti -ma… Setsuna, se tu sei qui, chi sta sorvegliando Telulu in questo momento?
-Nessuno. D'altronde, non ce n’è bisogno.
E proprio la strega dagli occhi verdi uscì dall’automobile. Gli eroi si misero subito sulla difensiva, Ub in particolare, ma la ragazza avanzò verso di loro senza paura.
-Telulu! Ma allora non ti hanno uccisa!- strillò Mimete indicandola.
-Posso dire lo stesso di te, purtroppo. E voi altri abbassate i pugni, non ho voglia di combattervi. Non potrei neanche volendo, grazie alle carte bomba gentilmente regalatemi da Tenten anche la sola intenzione di far del male a qualcuno mi farebbe saltare in aria come un kamikaze. Come voi, sono qui per incontrare Petirol. Sempre che non ci abbia ingannati tutti con quel messaggio…

-Proprio tu, Telulu, osi mettere in dubbio la parola di una strega?

Uno schiocco di dita riecheggiò.
Una saetta, rossa come il sangue. precipitò sull’albero meccanico accanto a Super C 17, incendiandolo e trasformando la canzoncina prodotta dalle casse acustiche all’interno in una versione distorta e disturbante. Un brivido corse lungo la schiena di molti dei presenti. Alzando lo sguardo, ne scoprirono la causa: in alto, nel cielo notturno, fluttuava a braccia incrociate Kaolinite.
-Bene, adesso ci siete proprio tutti.
Le guerriere sailor la riconobbero immediatamente, così come Telulu e Mimete, ma non per questo erano meno confuse di tutti gli altri.
-Non mi sembra Petirol- affermò Super C 17 -chi è?
-Quella è… è la Prof, Prof Kaori- provò a spiegare Mimete balbettando -è lei che ci ha insegnato la magi…
-IO PER TE SONO MAGUS KAOLINITE! UN TITOLO CHE TU NON POTRAI MAI AVERE, STUPIDA SGUALDRINA RITARDATA!
Improvvisamente adirata la donna si materializzò davanti a Mimete e la frustò con i suoi lunghi capelli, scagliandola lontano. Più vicino di tutti, Mamoru si chinò sulla giovane strega per soccorrerla, ma come la sfiorò appena rimase quasi ustionato.
-Mio dio… è diventata febbricitante di colpo…
-È la punizione che merita.
Kaolinite si riportò a diversi metri da terra e tornò a squadrare tutti con un ghigno.
-Dovreste vedervi allo specchio. Le vostre facce smarrite e sconvolte sono impagabili! Volete delle risposte, vero? Le avrete… ma solo se riuscirete vincere il gioco che ho preparato apposta per voi.
La donna schioccò entrambe le dita. La grande fontana che decorava la piazza al centro dello Star Park esplose fragorosamente, sollevando un gran polverone. Quando si fu diradato, gli eroi trovarono una grossa voragine circolare, apparentemente senza fondo.
-Questo è l’ingresso del Labirinto Della Follia. Trovate l’uscita, e troverete i cristalli dei vostri cari amici. Insieme alla mia preziosa alleata che li sorveglia, Petirol…
-Finalmente, è giusto quello che volevo sapere!
Senza aspettare altri avvertimenti, Super C 17 corse verso la voragine e ci saltò dentro.
-Ehi! Aspetta!
Trunks fece per inseguirlo, ma Kaolinite si teletrasportò di fronte a lui e lo intrappolò nei suoi capelli allungati a dismisura. Al saiyan fu sufficiente sprigionare l’aura per liberarsi.
-Non così in fretta, bambocci. Ho in serbo altre sorprese per voi.
-Kaolinite, hai detto di chiamarti? Tu sei solo una nemica in più, di te non abbiamo paura!
-E di far del male a un amico, invece?
La strega fece apparire sul terreno un buco nero da cui emerse una cabina trasparente, con al suo interno un volto conosciuto.
-GAARA!- lo riconobbe Rock Lee.
-No… non lui… non di nuovo…- balbettò Telulu mordendosi le unghie per il terrore.
-Ma allora… è tutto chiaro! Gaara non è scomparso- esclamò Ino, puntando il dito contro Kaolinite -è stato rapito! TU lo hai rapito!
-Rapito, che brutto termine. Gli ho fatto una proposta, e il demone che vive dentro di lui l’ha accettata. Shukaku, è arrivato il tuo momento! Massacra queste nullità! Riducili in fin di vita, così che possa prendere i loro cristalli!
-Con piacere!
Gli eroi si misero subito in posizione difensiva, non sapendo bene cosa aspettarsi. Con un pugno simile a un artiglio il ninja sfondò la porta della cabina. Fatto un solo passo, però, Gaara si bloccò e portò entrambe le mani alle tempie, dolorante.
-Shukaku! Che cosa ti succede proprio adesso?
-Questo… ARGH! Questo moccioso, Gaara… oppone ancora resistenza!!! Perché?!?
-I-incredibile- sussurrò Lee -pur senza cristallo, la volontà di Gaara è ancora fortissima…
-Se volete star qui tutta la sera ad ammirarlo fate pure. Io so solo che la via è libera!
Ciò detto, anche Telulu scattò e saltò nell’ingresso del Labirinto.
-Mi secca doverle dare ragione, ma è la verità! Andiamo!
In pochi secondi l’esempio di Telulu fu imitato in rapida successione da Ino, Haruka, Michiru, Setsuna, Chichi, Bra, Majin Bu e Mamoru (quest’ultimo portandosi in spalla l’ormai imbelle Mimete). Gli altri invece, coordinati da Trunks, si attardarono per aiutare Gaara.
-Tenetelo fermo, così! Non c’è altro modo, dobbiamo rinchiuderlo in… Ma dov’è?
Il saiyan si frugò in tutte le tasche in preda al panico.
-Stai forse cercando questa?
La capsula Oplà con la bara contenente Neji era nelle mani di Kaolinite.
-NO!
-Oh sì. Te l’ho fregata pochi istanti fa, con i miei capelli. Grazie alla tua sbadataggine ora ho uno schiavo in più nel palmo della mia mano.
La strega strinse forte la capsula nel pugno chiuso, che fu attraversato da piccole scariche elettriche.
-Lo sento, il microchip installato da Cyprine è ancora attivo. Neji, da questo momento sono io la tua nuova padrona! Obbedisci ai miei comandi, distruggi i miei odiati nemici!
Kaolinite lasciò cadere la capsula, che esplose in una nuvola di fumo. Mentre Neji, rinvigorito dalla nuova energia, allontanava tutti da Gaara con una potente onda d’urto, la strega raccolse i due cristalli del cuore custoditi nella bara insieme al ninja. Dopodiché si librò di nuovo nell’aria e si smaterializzò, lanciando un ultimo monito.
-Neji, e anche tu Shukaku, è tutto nelle vostre mani. Al mio ritorno voglio trovare un’ecatombe.
-Allora rimarrà delusa! VENUS LOVE ME CHAIN!!!
Minako scagliò la sua catena su Neji per bloccarlo, ma al ninja bastò rotare su sé stesso per spezzarla. Il ragazzo balzò poi verso la sailor, ma all’ultimo secondo il suo pugno venne parato da un calcio di Rock Lee.
-Grazie, Le…
-Non perdete tempo! Andate, tutti! Ci penso io a tenerli impegnati!
-Da… da solo?
Neji fece un salto all’indietro e preparò un altro assalto, che Lee anticipò per poi bloccare l’amico ipnotizzato in una presa al collo.
-Avete capito bene, da solo! Io conosco Neji e Gaara, li ho già affrontati in passato, so come respingere le loro tecniche! Voi mi sareste solo d’intralcio!
Neji sgusciò via dalla presa e assestò una manata a Rock Lee, che attutì riparandosi con le braccia.
-Lee, non puoi chiederci di abbandonarti qui!- gridò Ub -sai benissimo che non lo faremo!
I due ninja diedero inizio a un serratissimo scambio ravvicinato di colpi.
-Sei… sei un ipocrita, amico- rispose Lee, senza voltarsi -poco fa volevi affrontare quel Super C 17 tutto da solo, o ricordo male?
Non visto, intanto, Shukaku riprese parzialmente il controllo del corpo di Gaara e fece qualche passo.
-Questa situazione è diversa!- protestò Ami -saresti in svantaggio numerico!
-Non è un problema per me…
-INVECE DOVRESTI PREOCCUPARTI!!!
Shukaku si avventò su Lee con uno scatto. Senza scomporsi, il pupillo di Maito Gai afferrò Neji per un polso e lo lanciò contro l’avversario in arrivo, scaraventando entrambi contro una bancarella che andò in pezzi.
-E… va bene! Se sei convinto di farcela, buon per te!
Makoto si tuffò nel Labirinto. Rei la seguì. Fu poi il turno di Trunks, seppur titubante.
Parecchio a malincuore, Ub, Ami e Minako fecero per seguirne l’esempio.
-Ragazzi.
Rock Lee li chiamò. Non li guardò in faccia e nemmeno si girò, ma rivolse loro un pollice alzato.
-Buona fortuna.
Rassicurati, i suoi tre amici ricambiarono l’augurio.
-Anche a te.
Ed Ami, Minako e infine Ub, entrarono nel Labirinto.

  
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