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Autore: Sherlokette    06/04/2014    2 recensioni
Tratto dal testo:
Era il 2002 quando mio nonno finì in manicomio. Avevo 10 anni.
Oggi di anni ne ho 21, e per tutto questo tempo non mi è stato mai permesso di andarlo a trovare. Come se la follia fosse contagiosa.
Solo adesso mi rendo conto che non è pazzo.
Cosa succede quando i miti racchiudono un fondo di verità?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fu qualcuno che, pungolandomi sul viso con un dito, riuscì a svegliarmi dal mio pesante sonno: - Mystery? Sei sveglia? Mystery. Sorgi e splendi... - mi canzonò una voce.

-Loki, piantala, sono stanca... - borbottai, girandomi dall'altra parte.

-Ma non dovresti andare a lavorare? -

-E' presto... -

-Veramente sono le sette e mezza, a quest'ora dovresti essere già vestita e... -

Non lo feci finire. Ero già schizzata verso il bagno, e sbattendomi la porta dietro le spalle mi spogliai e mi lavai in tutta fretta. - Vai in cucina per favore, e preparami qualcosa! - dissi al dio.

-Ho già provveduto. Ti aspetto di là. -

Corsi di nuovo in camera e infilai i primi vestiti che mi capitarono a tiro, ovvero quelli di ieri, e mi pettinai velocemente. Infilandomi le scarpe, notai l'orologio sul mio comodino.

Mi bloccai: segnava le sette e cinque.

Lentamente, terminai di allacciarmi le stringhe, e una volta in cucina borbottai: - Ti detesto. E tanto. -

-Ce ne hai messo di tempo per accorgertene! - sorrise Loki, sornione, da dietro la sua tazza di caffè fumante.

Mi sedetti di fronte a lui, fulminandolo con lo sguardo: - Mi hai fatto battere tutti i record mondiali, lo sai? -

-In effetti ci hai impiegato solo cinque minuti. -

-Perchè mi hai svegliata così presto e mi hai detto che ero in ritardo? -

-Volevo parlarti di questa. - Mi porse il foglio bianco ripiegato a mo' di lettera che era all'interno della busta spacciata per raccomandata.

-Si è trattato di uno scherzo, niente di più... -

-Sei sicura? -

Mi incupii: - Credi che... Sia stata lei? -

-Non lo so. Non ho trovato nulla di strano in questo foglio. -

-Allora non possiamo saperlo. - Presi il mio caffè e continuai: - Senti, finché si limita a guardarci da lontano non facciamoci problemi, ma se si avvicina troppo allora chiameremo la polizia. Non preoccuparti, ok? -

-Odio questa situazione... -

Lo vidi sfiorare la benda sul braccio. - Ti fa male? -

-I punti tirano un po', ma passerà presto. Hai fatto un buon lavoro; dove hai imparato? -

-Corso avanzato al St Bart. E tanto cucito dalla nonna. -

Ci mettemmo a ridere entrambi, poi presi un sorso di caffè: - Oggi hai intenzione di farti un'altra passeggiatina? -

-Perchè? -

-Tanto per non farmi venire un altro attacco di cuore nel notare la tua assenza, e per sapere se devo usare il nostro contatto telepatico o no. -

-Allora puoi stare tranquilla, non ho intenzione di andare da nessuna parte oggi. -

Mi alzai, sempre con la tazza di caffè in mano, e mi avvicinai alla finestra. Mormorai, guardando fuori: - E' già mercoledì... Il tempo vola davvero. -

-Noi dobbiamo andare dai tuoi genitori... -

-Venerdì. Ci aspettano per pranzo. E ti prego, chiariamo subito la faccenda del nostro rapporto, perchè mia madre ci farà una testa così con un sacco di domande tutto il tempo, lo so già. -

-E tuo padre? -

-E' il classico padre che “prima-lo-scannerizzo-e-poi-vediamo-se-va-bene”, per questo non ho mai avuto un ragazzo. -

-Mai stata fidanzata? -

Sorrisi: - Fidanzata no. Ho avuto i miei flirt, ma... Innamorata seriamente di qualcuno? Non che mi ricordi. - Presi un altro sorso di caffè.

-Deve essere per questo che sei ancora una innocente fanciulla. -

Quasi mi andò di traverso quello che avevo appena bevuto: - Come, scusa? -

-Ho detto innocente fanciulla, ma se preferisci altri termini posso dirti che sei illibata, immacolata... Vergine? -

-Ma come... Ah, certo. Hai spiato nella mia mente, vero? -

-Un po'. Ma di certo non ci vuole un genio ad intuire l'ovvio. Di sicuro, se non sei mai stata fidanzata, non credo tu ti sia lasciata andare a certi divertimenti. -

-Oh, adoro quando usi queste frasi per spiegare le cose più semplici. Ti danno quel modo di fare così raffinato! - scherzai, terminando il caffè e lasciando la tazza nel lavello.

Loki mi guardò, sorpreso: - Io parlo così normalmente. -

Gli passai accanto, ridendo, e andai ad infilarmi il cappotto: - Mi raccomando, per qualsiasi emergenza... - Mi picchiettai un dito sulla tempia.

-Non ce ne sarà bisogno mia cara. -

 

 

 

Catherine mi disse che Mr White era stato messo al corrente dell'accaduto di ieri notte, ma che voleva aspettare il mio consenso prima di sporgere denuncia.

-Cat, ti avevo detto... -

-Lo so, ok? Solo ha visto Lawrence ferito e mi ha fatto delle domande alle quali ho dovuto rispondere. Vai a cambiarti, adesso, il tuo turno inizia fra poco. - Dato che era impegnata a lavare alcuni bicchieri mi prestò poca attenzione, così non potei far altro che obbedire.

Ma ben presto la mattinata si rivelò monotona, così provai a mandare un pensiero a Loki:

“Ci sei?”

“Mystery? Che succede?”

“Niente, volevo solo parlare un po'. Qui c'è troppa calma.”

“Ti capisco. Anche qui è tutto stranamente tranquillo.”

Sorrisi fra me e me: “Facciamo un gioco. Uno di noi dice una parola, l'altro risponde con la prima cosa che associa a quella parola e così via. Ti andrebbe?”

La risposta tardò ad arrivare, ma fu positiva: “Perchè no?”

“Però ti avverto, chi non risponde entro dieci secondi dovrà far ripartire il gioco.”

“Ci sto. Comincia tu.”

“Allora... Se dico... Chiocciola.”

“Scala.”

“Bambola?”

“Bambina.”

“Barile.”

“Vino.”

Andammo avanti così per un bel po', e un paio di volte le risposte del dio rischiarono di farmi scoppiare a ridere, ma riuscii a trattenermi, e a Catherine che mi domandava se stessi bene rispondevo che avevo starnutito.

La mattinata fu segnata da questo gioco fino alla fine del mio turno, ma quando mi avviai al portone principale Mr White mi fermò: - Signorina Lysle? -

-Sì? -

Con il bancone della reception fra di noi, il mio capo mi guardò, con un'espressione fra il dispiaciuto e il severo: - Devo dirle una cosa. -

 

 

 

 

Entrai in casa sbattendo violentemente la porta, facendo sobbalzare il dio degli inganni che si era accomodato sul divano, sdraiato, a leggere un libro, e al suo sguardo sorpreso risposi con un rabbioso: - Mi hanno fatta licenziare, quei bastardi!! - Corsi in camera mia, gettando la mia borsa e il mio cappotto sul pavimento, lasciandoli indietro, entrai e mi sbattei la porta alle spalle. Mi passai una mano fra i capelli e mi appoggiai alla porta, scivolando lentamente verso il parquet, fino a sedermi e a raggomitolarmi su me stessa. Appoggiai la fronte sulle ginocchia, feci due o tre respiri profondi e provai a calmarmi.

-Mystery? - Loki mi chiamò dall'esterno, bussando.

-Lasciami in pace, per favore. -

-Mystery, vuoi spiegarmi cosa è successo esattamente? -

Mi alzai in piedi, aprii di scatto la porta ed esclamai: - Quei quattro che avevi sistemato sono corsi a piangere dai loro genitori, che hanno pensato bene di formare una specie di alleanza, e con una dannata telefonata hanno intimato al mio caro ex capo di buttarmi fuori, o avrebbero fatto in modo di rovinarlo! E cosa ha fatto lui?!? -

-Beh... -

-Ha dato retta a loro!! Ho provato a spiegargli cosa era davvero successo, ma figurati se quel cretino mi ha dato ascolto! Tu sei fortunato, evidentemente hanno avuto troppa paura di te per farti licenziare, ma io dovevo andarmene! Ah, ma mi sono sfogata, gli ho fatto una scenata che si ricorderà per un bel pezzo!! -

Calde e pesanti lacrime di rabbia iniziarono a scendermi dagli occhi, e cercai di asciugarle in fretta.

-Mystery... -

-Sono così furiosa... Lo sapevo che finiva così. Non che mi sia mai importato di quel lavoro, ma è una questione di principio. Mi hanno cacciata con una sola, stupida, maledetta telefonata. Dov'è la giustizia in tutto questo?!? -

-Mystery! - Loki mi costrinse a guardarlo negli occhi, prendendomi per le braccia: - Adesso devi fermarti, sei arrabbiata, e si vede, ma... Hey! -

Lo abbracciai. Non ci pensai su due volte. Sentivo che avevo bisogno di sfogarmi, e lasciai che la mia frustrazione si trasformasse in un pianto silenzioso, lì, contro il suo petto.

-Loki... Tutto questo non è giusto... - mormorai ad un certo punto.

Lui non rispose all'abbraccio, si limitò a parlarmi: - Lo so. Ma piangere non serve a nulla. Troverai un altro impiego, che ti importa? Adesso lasciami, per favore. -

Metabolizzai l'accaduto, e in imbarazzo mi separai dal dio: - Scusa, io... -

-Capisco le tue ragioni. Ma non cercare conforto da me, non saprei dartene. Quando si cade, bisogna subito rialzarsi, perciò ti suggerisco di prenderti una giornata di riposo e valutare un nuovo impiego domani al più presto. -

Rimasi a guardarlo un attimo, poi incrociai le braccia: - Mpf. Sei così razionale... Come ci riesci? -

-Questione di autocontrollo, credo. -

Scossi la testa: - Scusa se ti ho abbracciato, ma... Eri l'unico essere vivente nel raggio di un metro. -

-Sei emotiva. Capisco il tuo slancio. Ma non farlo mai più. -

Alzai le mani: - Sì, lo so, non ti piace essere toccato, vedrò di ricordamelo. -

Mi diressi in salotto, per poi accasciarmi scompostamente su una poltrona: - Lavoravo lì da sei mesi. Credevo che avessero un po' più di riguardo per me. -

-Forse non era destino che tu continuassi a lavorare in quel club. Magari adesso hai l'occasione di trovare di meglio. - Loki si accomodò sul divano, per rimettersi sdraiato a leggere.

Sorrisi: - Suonava come un tentativo di consolarmi. -

-Sono realista. -

-E ottimista. Ma sì... Seguirò il tuo consiglio: oggi pausa, domani a caccia di un lavoro. -

-Domani sera allora sarò al club tutto solo. E se ci fosse un'altra festa come quella di ieri? Tremo al solo pensiero di quelle mani lunghe! -

Mi misi a ridere: - Come ho già detto, sei uno schianto. Le ragazze non possono farne a meno! -

-Tu ne fai a meno. -

-Che c'entra, noi siamo amici. Anche se ti trovo attraente ciò non significa che ti debba mettere le mani addosso, ti pare? -

-Attraente, eh? -

Gli puntai l'indice contro: - Non cominciare. -

 

 

 

Per dare un senso alla giornata, decisi di dare una bella ripulita alla casa. Non che fosse disordinata o polverosa, ma volevo tenermi occupata. Lavai i piatti, feci il bucato, spostai le poltrone e il divano per vedere cosa stava meglio dove... In tutto questo Loki non intervenì, si limitò ad osservarmi a fare avanti e indietro come un'ape operaia. Ma non mi lamentavo, anzi, il suo stare in disparte mi dava più spazio per fare come volevo.

Ad un certo punto, nel tardo pomeriggio, andai in camera mia a prendere un mazzo di carte da poker, e proposi al dio di fare una partita.

-Poker? -

-E' un gioco che si fa con le carte... Mai provato? -

-Una volta. E ho anche vinto. Ma mi accusarono di imbrogliare, così si è scatenata una rissa e ci ho quasi rimesso la pelle. -

-Ma dai, sul serio? -

-Ma riuscii a portarmi via abbastanza soldi da poter mangiare bene quella sera. Era la seconda settimana dalla mia liberazione. Brutto periodo. -

Ci accomodammo sul tappeto del salotto, libero dal tavolino, e a gambe incrociate iniziai a dare le carte. - Cosa puntiamo? - domandò ancora lui.

-Possiamo usare le noci, lo facevo sempre con mia madre. Vado a prenderle in cucina. E aggiungerei due stuzzichini, che non ci stanno mai male. -

All'inizio fu divertente, perchè quando io vincevo Loki si arrabbiava e faceva quella buffa espressione imbronciata, ma poi iniziò a vincere lui, e quella ad arrabbiarsi fui io perchè mi resi conto che alcune carte erano state rese riconoscibili.

-Hai usato la magia! -

-Un trucchetto facile. -

-Allora è vero che bari! - Con le gambe un po' addormentate, provai a raggiungerlo per strangolarlo, ma lui fu più svelto di me e si dileguò dietro al divano letto, finito per mio capriccio vicino al muro di confine con la cucina.

-Non scappare! -

Buttai all'aria le carte nel gettarmi all'inseguimento del dio, che ignorando il mio avvertimento andò a rifugiarsi nella mia stanza. Quando provai ad aprire la porta, mi accorsi che l'aveva chiusa a chiave.

-Apri! -

-Scordatelo! -

Provai a smuovere l'uscio, ma non ottenni niente. Accostai l'orecchio alla serratura, per capire cosa stesse combinando l'altro, ma non sentivo nulla.

-Loki, vuoi uscire? -

-No. -

-Va bene... - Mi allontanai dalla porta: - Allora non ti dispiacerà se io dormo nel tuo letto, stanotte. -

-Fai pure, io mi sono stancato di quel trabiccolo! -

Sbuffai: - Almeno potrei avere il mio pigiama? -

-Fammici pensare... no. -

-Ah, lasciamo perdere! Sono troppo stanca adesso per discuterne. -

Andai in salotto, aprii il divano letto e mi preparai per la notte. Con mia sorpresa, vidi Loki apparire sulla soglia della cucina, e buttai lì: - Che c'è? -

-So di essere dispettoso, ma è un mio diletto stuzzicarti. Sei ancora arrabbiata con me? -

-No. Ma devi ridarmi la mia camera. -

Si avvicinò:- Certo che sì. Buonanotte. -

Gli passai accanto: - Buonanotte. E spero che domani sia una giornata più gradevole di questa, o giuro che mi butto nel Tamigi. -

  
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