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Autore: telesette    07/04/2014    6 recensioni
Posso immaginare come ti senti, Oscar.
Posso avvertire quello stesso brivido su di me, come una spina di ghiaccio profondamente conficcata nel petto, e non posso neanche avvicinarmi a te come vorrei.
Non posso stringerti, né abbracciarti, né consumare la mia stessa vita per riscaldarti.
Mi dispiace, Oscar!
Dio sa quanto vorrei poterti risparmiare questo dolore: rinunciare a me stesso, essere la persona che tu desideri avere al tuo fianco, e trasformare così le tue lacrime di tristezza in quelle di gioia...
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.  
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...  
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.  
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.  
Ciao Gina!

***

 

 

Un brivido di freddo
immagini tratte da internet

 

Fa freddo!
Fa molto freddo, specie quando indosso questa uniforme.
Mi piacerebbe pensare che sia un freddo normale, niente che una buona coperta o un sorso di qualcosa di forte non possano aiutarmi a scacciare via.
Ma non credo si tratti di questo.
E' una sensazione che provo da parecchio tempo, ormai.
Non si tratta del tempo, né di una leggerezza nel vestire, è piuttosto un gelo che avverto dentro... anche se non so spiegarmelo completamente.
Ci sono molte cose che mi sfuggono, sin da quando mia madre ha avuto la sfortuna di mettermi al mondo.
Tante domande.
Nessuna risposta.
L'unica luce che ho avuto modo di vedere, nella nebbia dei miei pensieri, è tuttora lo scintillìo della lama in combattimento.
Ricordo che, quando avevo freddo da piccola, mio padre non aveva alcun calore per me. 
"Smettila di tremare", mi diceva, "sii forte!"
Anche se avevo le labbra blu, e gli spasmi di una febbre molto alta, non potevo neanche permettermi il lusso di restarmene a letto malata.
Non ho mai ricevuto una carezza o un gesto rassicurante.
E anche se sono passati molti anni, anche se sono cresciuta, questo freddo non vuole proprio smetterla di tormentarmi.
Eppure sono sicura che, se solo il conte di Fersen mostrasse almeno un gesto di affetto nei miei confronti, non sentirei più alcun freddo.

- Oscar, sei qui, stai bene?

Mi ero dimenticata.
Credevo di essere sola in casa oggi.

- Che cosa c'è, André?
- Scusami, non volevo disturbarti...
- Non ti preoccupare, sono solo molto stanca, non mi hai disturbata!

Lui mi guarda dubbioso.
Evidentemente non gli è sfuggito il mio stringermi ancor più addosso la giacca.

- Hai freddo, vuoi che accenda il camino?
- No, ti ringrazio, non ce n'è bisogno - sorrido. - Oggi è la tua giornata di libertà, dovresti accompagnare tua nonna a fare spese!
- Beh, sai com'è fatta: non vuole nipoti impiccioni tra i piedi, quando si tratta di cose da donne!
- Capisco - osservo io con una smorfia. - Fersen è ancora a Parigi, oppure è già tornato in Svezia?
- A dire il vero, è ripartito questa mattina - risponde André. - Mi ha anche pregato di salutarti e di ringraziarti...

Per un attimo, sento il mio freddo sparire completamente.
E' come se un improvviso calore di gioia mi fosse appena salito in petto, riscaldandomi le membra e facendomi sentire così bene.
Ma non appena André finisce la frase, è ancora peggio di prima.

- ... Dice che sei un amico prezioso, soprattutto per Sua Maestà la Regina, e che spera di poter ripagare la tua amicizia un giorno!
- Ha... detto veramente questo?

Lui annuisce.
Per me, è come se qualcuno mi avesse appena passato una gelida lama di coltello lungo la schiena.

- Oscar - esclama André preoccupato. - Ho detto qualcosa che non va? Improvvisamente sei diventata più pallida!
- No... No, sto bene, solo che...
- Solo che?
- Niente - concludo. - Scusami, ho bisogno di stare da sola un momento!

Ciò detto, mi butto alla meglio la giacca sopra le spalle ed esco dalla stanza per non dover guardare André negli occhi.
Mi chiederebbe delle spiegazioni che non posso dargli.
Non me la sento di affrontare la verità con lui, non voglio che mi veda piangere.
E' troppo umiliante per me.

- Oscar...

Ti prego, scusami André.
So che sei preoccupato, ma proprio non me la sento di parlarti in questo momento.
Cerca di perdonarmi, se puoi.
Sono già abbastanza amareggiata, anche se non è certo colpa tua, e non voglio umiliarmi più di così in tua presenza.
Non posso!
Anche se l'unica cosa che voglio è mettermi a gridare, per poter sfogare tutta la mia rabbia.
La rabbia per me stessa, per ciò che sono e ciò che non potrò mai essere.
Ma non credo tu possa capire.
A volte ti invidio, André, ti invidio veramente.
Tu non hai motivo di disprezzare te stesso, o di sforzarti per nascondere il tuo corpo, e non devi neppure soffrire per la natura dei tuoi desideri...
Perché tu sei un uomo, André.
Tu sei consapevole di quello che sei.
Io, invece, non so più neanche come definirmi.

- "Un amico prezioso" - singhiozzo. - Per Fersen, non sono altro che questo... un amico!

Che cosa sono io, dunque?
Un uomo?
Una donna?
Oppure un abominio, come dice la Chiesa, la cui colpa più grande è proprio quella di esistere?
Non posso amare un uomo, perché vengo vista come un uomo a mia volta, né posso amare una donna... perché il mio corpo appartiene al sesso femminile.
Ma allora che cosa sono ?!?
Il mio freddo è dunque la solitudine?
Il brivido che sento, viene forse dal fatto che nessuno mi abbraccerà mai, né come uomo né come donna?
E' così, non ci posso fare niente.
Probabilmente non sarei dovuta neanche nascere.
Mio padre non mi ha mai voluta, me lo ha fatto capire molto chiaramente.
Perché, Signore?
Perché sono venuta al mondo, se il mio destino è quello di rimanere da sola?
Ognuna delle Tue creature, anche la più umile, non chiede che un po' di affetto che possa scaldarle il cuore. Tutti siamo destinati a morire, prima o poi, ma farlo da soli è come non essere mai esistiti...
E allora perché, mi domando, perché mi è stato dato vivere senza neanche sapere chi sono?

- PERCHEEE' ?!?

***

Oh, Oscar!
Anche se non vuoi che veda il tuo pianto, posso sentire chiaramente la tua disperazione.
Vorrei poterti dire che ti sbagli, che non sei sola, e che esiste l'amore per te a questo mondo...
Ma non posso.
Qualunque cosa io ti dicessi, adesso, non è quello che vuoi sentire.
Perché tu ami Fersen, lo so, l'ho capito da tempo.
Anche se speravo di sbagliarmi.
Rinuncerei al mio cuore, se ciò servisse a lenìre il dolore del tuo, ma non è così che funziona.
Vedere e non poter fare nulla, quando la persona che si ama soffre, è come moltiplicare il dolore per il numero delle sue lacrime.
Posso immaginare come ti senti, Oscar.
Posso avvertire quello stesso brivido su di me, come una spina di ghiaccio profondamente conficcata nel petto, e non posso neanche avvicinarmi a te come vorrei.
Non posso stringerti, né abbracciarti, né consumare la mia stessa vita per riscaldarti.
Mi dispiace, Oscar!
Dio sa quanto vorrei poterti risparmiare questo dolore: rinunciare a me stesso, essere la persona che tu desideri avere al tuo fianco, e trasformare così le tue lacrime di tristezza in quelle di gioia...
Ma non mi è concesso, purtroppo.
Posso solamente soffrire per te, in silenzio, anche se tu non lo sai.
Non puoi saperlo, Oscar, e nessuno potrà mai anche solo immaginarlo... quanto io ti amo! 

 

FINE

   
 
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