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Autore: Wholockedhead    07/04/2014    0 recensioni
"Tu non esisti!"
"Ne sei proprio sicura?"
*
"Che cosa sono?"
"Sei una ragazza qualunque.Non illuderti di essere speciale"
*
"Non puoi fermarmi"
"Lo so."
*
"Non rimanere sorpresa quando le persone ti pugnalano alle spalle, è così che funziona il mondo."
"Forse il tuo mondo, ma non il mio."
"Basta. Rassegnati. Il mio mondo e il tuo mondo sono la stessa cosa, non c'è nulla di speciale in te. Piantala di vivere nei sogni e affronta la cruda realtà."
"Tu non sai nulla della realtà."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
 
 
 
 
Nessuno, girava mai per le strade a quell’ora, forse era per questo che l’uomo incappucciato amava camminare per i vicoli bui e isolati, la notte. Era un uomo cupo e solitario, sulla trentina – forse, ormai, più vicino ai quaranta che ai trenta. Aveva appena finito di piovere e la vecchia strada di ciottoli sembrava un pezzo di formaggio bucherellato: pieno di buche e di pozzanghere di pioggia torbida. Gli stivali di pelle, ormai parecchio logori dell’ uomo, affondavano con non curanza nell’ acqua inquinata, producendo un rumore disgustoso, ma nessuno era nelle vicinanze per poter sentire il rintocco dei suoi passi regolari.
La testa china e le mani in tasca, chiunque l’ avrebbe scambiato per un adolescente in cerca di guai, se non avesse avuto la possibilità di guardarlo in faccia e di vedere le occhiaie buie che li contornavano, senza contare i lineamenti rigidi del viso ornato qua e la di piccole tracce di rughe emergenti e i suoi grandi occhi stanchi color ghiaccio. I primi segni di vecchiaia lo stavano raggiungendo prima del previsto, ma ciò non lo sorprendeva, aveva vissuto da sempre una vita intensa, aveva bruciato le tappe troppo in fretta.
Un ombra scura attraversò la sua strada, forse un gatto, e l’uomo si fermò di colpo, ma non era stato l’animale ad attirare la sua irraggiungibile attenzione, oh no. Qualcosa l’aveva pervaso, come un vento gelido che ti investe in piena estate quando sei sdraiato a prendere il sole sulla spiaggia, era una sensazione intensa e definita, e lui sapeva di cosa si trattava. Quell’emozione si fece più forte e sempre più insistente, una voce gli martellava nella mente, le tempie pulsavano imbestialite.  Le sue ginocchia cedettero, le sue gambe si fecero di gelatina, lui odiava quando succedevano queste cose, ma dopo tutto era il suo lavoro, il suo scopo, eppure mai era stato messo a terra da uno di quegli episodi, forse era davvero diventato troppo vecchio. Un dolore tagliente gli attraversò il cranio da parte a parte, come un sottilissimo ago affilato, e così cedette, sollevò la testa e chiuse gli occhi. Subito le immagini iniziarono a mostrarsi confuse all’interno delle sue palpebre, come i fotogrammi di un nastro che non scorre, si accavallavano tutte una sull’altra. Ci volle qualche secondo perché riuscisse a controllarle, dopo di che tutto si fece scuro.
 
 
Esperia chiuse gli occhi, era esausta, e sotto il tepore delle coperte, non le ci volle molto per addormentarsi, e sognare.
Era stata una giornata mediocre, forse era per questo che si aspettava un sonno tranquillo, eppure eccolo lì, quel fastidioso ,quanto familiare, formicolio alla bocca dello stomaco, che avvolgeva tutto il suo corpo con una lentezza straziante, trascinandola nelle viscere più profonde della sua mente per poi catapultarla in quella stanza. La conosceva bene, era il suo sogno ricorrente. In realtà era da tempo che non sognava più l’uomo, era sempre stato il suo incubo infantile, ma era anche uno dei sogni più belli che faceva.
Lui era lì, come sempre, di fronte a lei, nella stanza vuota mezza illuminata a giorno e mezza immersa in una profonda oscurità, era al centro, dove il chiaro si fermava e iniziavano le tenebre, metà alla luce metà al buio. Stava camminando eppure non si spostava di un centimetro. Nella parte in ombra era inquietante e tenebroso, come un assassino pronto a spezzarti le ossa una per una con le sue stesse mani, solo per il piacere di sentirne il rumore secco mentre si sgretolano sotto la pressione delle sue dita. La parte alla luce del suo corpo era chiaramente distinguibile, nitida e perfetta, aveva qualcosa di caldo e rassicurante, sembrava il cavaliere delle favole che leggeva da bambina, un impavido guerriero che l’avrebbe protetta a costo della vita. La ragazza notò che l’uomo sembrava più vecchio da quando l’aveva sognato l’ultima volta, le spalle si erano ingobbite e il suo passo era meno deciso, come se ogni volta che il piede poggiava a terra, questa avrebbe potuto franare sotto il suo peso, ed in fatti tutt’un tratto, l’uomo cadde.  Le sue ginocchia toccarono il pavimento con un tonfo profondo, che rimbombò per tutta la stanza. Mai era capitato che un rumore infrangesse il silenzio di quel luogo. L’eco del rumore era straziante, quando raggiunse le orecchie di Esperia un brivido gelido passò attraverso la sua spina dorsale. L’uomo aveva sempre portato un cappuccio, e aveva sempre tenuto la testa china, ma ora si contorceva dal dolore e la sua testa scattò verso l’alto, nella direzione della ragazza, che per una frazione di secondo prima che li chiudesse riuscì a vederli, per la prima volta, vide i suoi occhi, i suoi scintillanti, gelidi occhi color del ghiaccio.
 
Esperia gridò. Un grido acuto e fortissimo, che si dissolse subito, soffocato dalla pressione delle lacrime. La porta della sua camera si aprì di colpo:- Tesoro? Cos’hai?-
-MAMMA!Mamma… è tornato… ho sognato ancora…l’ho sognato di nuovo…l’uomo…la stanza a metà…-
Ma le sua parole si stavano gia spegnendo sotto le carezze morbide della madre. Le palpebre crollarono e la riportarono a dormire, ma questa volta fu un sonno irrequieto e senza sogni.



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Buongiorno a tutti, questa è la mia seconda storia che scrivo, so che sarà un po' più difficile per certi aspetti dato che è un originale, ma io mi butto e ci provo lo stesso. Spero davvero molto che questa storia venga apprezzata quanto la precedente che tra parentesi, non aggiorno da un po' perchè mi sono dedicata maggiormente a questa,e  che è possibile non andrà avanti per un po'. In ogni caso non so ancora con quale coraggio ho pubblicato questa storia, spero solo che non sia tanto terribile. Vorrei davvero che mi informaste dei problemi che potrebbero esserci in futuro o già nel prologo, che so non essere una gran cosa, ma il primo capitolo è gia pronto e lo pubblicherò se non domani mercoledì. Grazie ancora se state leggendo, spero vi possa piacere almeno un pocchino. Ah per chi avesse letto anche l'altra storia noterà che la protagonista è circa la stesso e vorrei giustificarmi dicendo che Esperia è un nome che amo anzi vorrei che fosse il mio, e che questa ragazza è diciamo, la ragazza che vorrei essere io ecco, per questo la rendo protagonista di tutte le mie storie, perchè sentirmi dentro la storia mi coinvolge un sacco e mi aiuta a scrivere, spero questa cosa non vi turbi.E ora.. 3...2...1 SI PUBBLICA!
  
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