Capitolo 5:D’accordo, combattiamo!
I presenti nel cortile della scuola,
confusi da quanto stesse succedendo, si guardarono intorno quando sentirono
delle risate nell’aria.
In un primo momento pensarono che le risa provenissero
dalle casse dell’audio poste in cima a diversi pali posizionati attorno al
campo sportivo, ma dovettero ricredersi quando dal nulla, apparve una figura.
Altri non era che Kayoko,
la servitrice del nemico misterioso. Ella tornava a creare scompiglio e questa
volta i problemi non erano pochi per le guerriere, se avessero dovuto trasformarsi
per difendersi.
Non sapevano però, se la donna avesse
attaccato lì per pura coincidenza o perché fosse a conoscenza delle loro
identità.
Sperarono vivamente la prima, ma la scelta
del luogo e del momento, non le fecero illudere troppo.
Istintivamente le guerriere, si disposero
davanti a Usagi con fare protettivo.
Kayoko le guardava divertita e fu allora che
compresero che ella sapeva esattamente chi erano.
Ma le sorprese non erano finite. Infatti,
poco dopo, accanto a lei apparve un’altra figura.
Anch’essa donna, con un abito nero lungo a
dolce vita senza maniche e con una
spaccatura a lato che cominciava dalla coscia. Il tessuto dell’abito
doveva essere di un materiale molto leggero a giudicare dalla facilità con cui
si muoveva al vento. Il colore scuro del vestito faceva spiccare maggiormente
la sua carnagione candida, i lunghi capelli bianchi e gli occhi color ghiaccio.
Diversamente da quello di Kayoko, sul suo viso non si leggeva divertimento. Era
tremendamente seria e con rabbia guardava colei che stava cercando.
“Finalmente ci incontriamo Serenity!” disse, sebbene l’interpellata non potesse
rispondere.
La gente cominciò a mormorare su chi
fossero quelle donne, da dove provenissero e che cosa volessero, ma nessuno
sapeva trovare risposta a queste domande.
“Chi sei tu?” chiese Rei, lanciando
un’occhiata di fuoco alla nuova nemica. Non le piaceva come si stavano mettendo
le cose, ma giurò di proteggere Usagi con tutta sé
stessa e dalle occhiate che si era scambiata con le sue compagne, seppe dire
con certezza che loro erano pronte a fare la stessa cosa.
Avrebbero evitato di trasformarsi però,
almeno fin quando non si sarebbe ritenuto davvero necessario, perché nascondere
le loro identità si era sempre dimostrato una delle loro priorità.
“Il mio nome è Kendra,
sovrana di un pianeta remoto del sistema solare e presto conquisterò la luna e
tutto ciò che essa dovrebbe controllare. Compreso questo stupido pianeta
abitato da esseri insignificanti. Vi conviene inchinarvi tutti al mio cospetto,
se volete avere una minima possibilità di sopravvivere!” disse con cattiveria,
ma non staccando gli occhi dalle guerriere. Sapeva infatti, che senza di loro
non avrebbe avuto difficoltà a sottomente il genere umano, ma le Sailor Senshi potevano renderle
più noioso l’attuazione del suo piano.
Il panico si diffuse tra la folla. Alcuni
tentarono di scappare, ma con un gesto della mano, la nuova nemica bloccò tutte
le uscite disponibili di quell’edificio.
“Non riuscirete a sottrarvi al mio dominio
sciocchi umani, ma potremmo trovare un accordo!” disse Kendra,
per poi fare un cenno col capo a Kayoko, orinandole
di continuare.
“Vedete, io e la mia padrona stiamo
cercando di catturare Sailor Moon
e di impossessarci del suo cristallo d’argento, ma…bhe
sembra che quella ragazzina sia piuttosto sfuggevole!” cominciò la donna,
guardando le guerriere “Ammetto che fino
ad ora non mi sono impegnata più di tanto ad acciuffarla, dato la soddisfazione
che provavamo a torturarla, ma…la mia adorata signora si è stufata di giocare.
Potremmo prendercela tranquillamente senza problemi e distruggervi, ma abbiamo
deciso di essere magnanime. Vi daremo la possibilità di decidere di
consegnarcela di vostra spontanea volontà, così da conquistarvi la simpatia
della mia padrona, che potrebbe anche decidere di risparmiarvi!” finì Kayoko, spostando il suo sguardo sulla gente che sembrava
confusa, oltre che spaventata.
Era una situazione spassosa per lei. Si
sentiva potente a incutere tutto quel timore a quelle piccole formiche che dal
basso la guardavano con occhi che la supplicavano di non far loro del male.
“Allora, cosa volete fare?” chiese dopo un
attimo di silenzio.
“Ma Sailor Moon non è qui!” disse un uomo ad alta voce.
“Non sappiamo dove sia!” disse un’altra
donna, sperando di vederle andare via, non trovando ciò che stavano cercando.
“Silenzio miseri mortali. So bene che
nessuno di voi conosce l’identità di colei che rischia ogni giorno la vita per
voi e che da qualche mese ha protetto la terra dall’essere sommersa dalle acque
dei vostri oceani!” disse Kendra infastidita.
Sailor Moon era colei
che doveva avere il controllo sulla terra e sul sistema solare e il fatto che
dovesse nascondersi, le sembrava una cosa inaccettabile per una principessa.
“Di cosa stai parlando?” chiesero diverse
persone.
“Diverse parti del mondo sono state
sommerse in questi ultimi giorni!” disse la professoressa Haruna
“E nessuno può essere in grado di fermare una catastrofe naturale, nemmeno Sailor Moon!”
Kendra lanciò un’occhiata alla donna e disse
“Vedo che avete molta fiducia nella vostra super eroina. Mi stupisco anche del
fatto che una professoressa che trascorre tanto tempo con i suoi allievi, non
si sia mai accorta di avere Sailor Moon nella sua classe!” disse, facendo sussultare la
professoressa Haruna, la quale rimase di stucco, non
riuscendo proprio a immaginare chi potesse essere.
“Per non parlare dei suoi genitori
terrestri!” disse infine la donna.
Le guerriere Sailor
strinsero i pugni. La donna stava andando troppo vicino a smascherare le loro
identità.
Kendra allargò le braccia e si rivolse nuovamente
alle persone presenti “Guardate cosa sta succedendo. È una cosa normale che la
luna sia così vicina? No, poveri idioti! Sono io che controllo il vostro amato
satellite e ci sto giocando come voglio, distruggendo così l’equilibrio
naturale. Gli oceani alla vicinanza della luna avrebbero dovuto alzarsi a
dismisura e sommergere le terre emerse, le terre su cui voi costruite le vostre
case, già instabili in condizioni normali, dovrebbero subire slittamenti mai registrati
fino ad oggi e la gravità della luna avrebbe già dovuto farvi imparare a
volare, ma niente di tutto questo è accaduto. Voi non vi siete accorti più di
tanto di questi eventi perché la custode della luna, Sailor
Moon, ha usato i suoi poteri per proteggere la terra
dai cataclismi!”
Le persone cominciarono a mormorare tra di
loro. In effetti, a tutti era sembrato strano che la luna non avesse comportato
i danni elencati dalla donna, infondo gli scienziati avevano predetto
praticamente la fine del mondo.
“Adesso consegnatemi Sailor
Moon o per voi è la fine!” urlò Kendra,
azzittendo tutti.
Le ragazze non sapevano se era la scelta
giusta o meno, ma loro mani erano già posate sulle loro penne della
trasformazione. Però tre voci a loro conosciute, le fecero desistere dal loro
intento di entrare in azione.
“Meteorite di Plutone!”
“Maremoto di Nettuno.
“Bomba di Urano, azione!”
Tre potenti attacchi provenienti dal nulla,
andarono verso le nemiche, le quali però, non si spostarono. Mantennero
compostamente la loro posizione, aspettando che le nuove arrivate, scoprissero
che i loro colpi sarebbero stati vani.
Infatti essi si scontrarono contro una
barriera invisibile, che vanificò i loro attacchi senza problemi.
Le quattro guerriere del sistema solare
esterno, Sailor Urano, Sailor
Nettuno, Sailor Pluto e Sailor Saturn, comparvero con un
balzo davanti alle Sailor del sistema solare interno,
pronte a intervenire in loro soccorso.
“Wow, sono arrivate le guerriere Sailor, siamo salvi!” disse Shingo
felice.
Era entusiasta all’idea di vedere le Sailor in azione, ma soprattutto, sebbene non lo avrebbe
mai ammesso, sperava che tutto si sistemasse per il meglio, per portare sua
sorella da un dottore.
Chi li vedeva dall’esterno, avrebbe detto
che tra lui e Usagi non scorreva buon sangue. Infatti
loro due litigavano spesso e si stuzzicavano, ma non per questo voleva dire che
non si volessero bene.
“Non esserne troppo sicuro ragazzino!”
Rispose Sailor Saturn, non
staccando gli occhi dalla nemica e rinforzando la presa sulla sua falce.
“Come avete fatto ad entrare? Ho sigillato
tutte le uscite!” disse Kayoko confusa.
“Per questo può essere utile saper guidare
un elicottero!” Rispose la guerriera di urano, per poi rivolersi a colei che
l’aveva resa una guerriera “Come facciamo ad abbattere la barriera che le
protegge?”
“Il mio specchio non riesce a rivelare
nessun punto debole!” disse Sailor Nettuno abbassando
lentamente il talismano, ma nell’istante in cui compì l’azione, si accorse che
qualcosa non andava. Si sentì improvvisamente più leggera e capì di stare
volteggiando in aria.
Diverse urla si diffusero nel cortile della
scuola, quando alcune persone e oggetti cominciarono a staccarsi da terra.
“Cosa sta succedendo?” chiese Kenji, che insieme a Mamoru,
cercava di tenere Ikuko
e sua figlia a terra, per impedire che quest’ultima
si facesse ulteriormente male.
“Accidenti! La forza gravitazionale della
luna, ci sta attirando a sè!” disse Sailor Pluto, stringendo il suo
scettro con forza.
“Sailor Moon abbiamo bisogno di te!” gridò la guerriera del tempo,
sperando che la sua principessa riprendesse i sensi.
Di fatto avvenne. Usagi
sentendo il richiamo di aiuto di una delle sue compagne, aprì leggermente gli
occhi.
Si sentiva stordita e indolenzita e ci mise
qualche istante a mettere a fuoco le cose e a comprendere cosa stesse
succedendo.
Appena possibile riacquistò il controllo
sul cristallo d’argento, facendo sì che la gravità tornasse lentamente alla
normalità.
Kayoko sorrise divertita “E brava Sailor Moon. Cerchi ancora di
rimettere le cose a posto eh? Peccato che non ti sia accorta che la perdita di
concentrazione sul tuo cristallino magico, ha portato a conseguenze maggiori
che a una semplice mancanza di gravità!”
Usagi sgranò gli occhi, spaventata all’idea di
cosa volessero dire quelle parole. “C-cosa vuoi dire?”
chiese debolmente, cercando di mettersi a sedere, una volta che il dolore aveva
cominciato a scemare.
“Usagi? Cosa ti
prende?” chiese Ikuko, vedendo la reazione della
figlia a quella frase. “Tranquilla, vedrai che si sistemerà tutto e ti
porteremo in ospedale a controllare le tue condizioni!” disse la madre,
accarezzandole i capelli.
La donna si preoccupò quando vide la
serietà della figlia e il suo continuo fissare quelle strane donne, che
minacciavano di ucciderli tutti.
Le sembrò quasi che sua figlia sapesse
qualcosa di quella faccenda.
Mamoru strinse i pugni, avendo una vaga idea a cosa
si riferisse la donna e Ami, avendo cominciato a caricare sul suo computer i
dati per accertarsi sulla condizione attuale terrestre, lo avrebbe scoperto da
li a poco, se non fosse stata distratta da quanto avvenne dopo.
“Arrendetevi
guerriere Sailor, non avete modo di sconfiggermi. Lo
ripeto per l’ultima volta consegnatemi Sailor Moon e il cristallo d’argento e forse consentirò a tutti
voi di sopravvivere!” disse Kendra.
“Fossi in voi accetterei questa offerta
generosa!” disse Kayoko divertita.
“Non ti consegneremo mai la nostra
principessa!” disse Sailor Saturn
agguerrita e appoggiata dalle altre Outher Senshi, che con i loro sguardi fecero comprendere a Kendra che loro quattro, non si sarebbero mosse da lì fin
quando Usagi non sarebbe stata al sicuro.
“Io farei scegliere cosa fare agli altri
esseri insignificanti che ci sono qui. So bene che voi vi fareste uccidere
piuttosto che consegnarmi la vostra amica!”Cominciò Kendra,
per poi aumentare il tono di voce “Allora gente, voi per cosa avete deciso?”
Chiese la donna, guardando la folla impaurita.
La gente cominciò a mormorare tra loro. Kendra era sicura del risultato del verdetto. Aveva spiato
gli umani per così tanto tempo, sperando di trovare prima o poi la reincarnazione
di Serenity, che aveva appreso molte cose su di loro.
La maggior parte delle informazioni ottenute erano irrilevanti, ma sapeva di
poter puntare sull’egoismo dell’umano per vincere quella partita. Voleva distruggere
Sailor Moon non solo
fisicamente, ma anche psicologicamente e l’egoismo umano avrebbe potuto fare a caso
suo. Nessuno si sarebbe sacrificato per proteggere qualcuno che non lo meritava
e, a parer suo, Sailor Moon
non era da meno.
“Anche se decidessimo di consegnartela, il
problema rimane. Non sappiamo chi sia Sailor Moon!” disse un uomo della folla, che era stato scelto tra
la gente per fare il porta voce di tutti.
Kayoko sorrise soddisfatta e disse “In questo
posso io. Sailor Moon è
molto più vicino a voi di quanto pensate!”.
La gente cominciò a guardarsi intorno per
vedere se scorgevano qualche traccia della paladina vestita alla marinara.
Alcuni gridarono alla guerriera di consegnarsi di sua spontanea volontà, ma non
trovando niente, aspettarono il verdetto della donna.
Kayoko fissò il suo sguardo su Usagi, la quale la guardava con preoccupazione, perché
sapeva che sarebbe stata smascherata da li a poco.
Kendra per la prima volta accennò a un sorriso a
vedere che le cose si stavano mettendo bene per lei e disse “Allora Sailor Moon, il popolo ha scelto.
Sarai contenta di vedere come gli umani ti voltano le spalle pur di salvarsi,
nonostante tu passi la tua adolescenza a sacrificare te stessa per garantire
loro la sopravvivenza. Allora che mi dici? Ti consegni a me o no…Usagi!”
I genitori dell’interpellata spalancarono
gli occhi e un profondo terrore si impossessò di loro. Sentirono come se l’aria
venisse estirpata dai loro polmoni e il loro cuore prese a battere talmente
veloce che per un attimo sembrò che potesse sfondare la loro cassa toracica.
Ripresasi dallo shock Ikuko
urlò “Cosa? No… ti stai sbagliando, mia figlia non è Sailor
Moon! Non è possibile” disse stringendo la sua
bambina “Diglielo Usagi!”.
Ikuko guardò la ragazza negli occhi, sperando
che smentisse quanto quella donna avesse affermato. Lei però non disse niente.
“Se mia sorella fosse Sailor
Moon, a quest’ora il mondo
sarebbe davvero stato distrutto e ancora prima del tuo arrivo!” disse Shingo.
Il ragazzino sapeva molte cose su Sailor Moon. Conosceva il suo
valore e il suo coraggio e la sua determinazione. Erano tutti lati che Usagi al contrario non aveva. Sua sorella era sempre stata
una fifona, piagnucola e goffa, un’immagine ben diversa dalla paladina della
giustizia.
“Povera Sailor Moon, mi fai solo pena. Nemmeno i tuoi familiari si sono
accorti di quanto hai sofferto in questi anni. Loro pensavano solo ai tuoi voti
scolastici. Non so tu, ma io mi sarei sentita a pezzi a sentire mio padre dirmi
che sono una delusione per lui!” disse Kayoko
divertita, cercando di girare il dito nella piaga.
Usagi abbassò la testa a quelle parole.
Kenji invece sussultò. Si sentì tirato in causa
e provò una grande vergogna.
Si era pentito subito di quanto detto quel
giorno a tavola e aveva cercato di parlare con la ragazza per chiarire. Ma ogni
volta che lui e Usagi incrociavano gli occhi, la sua
bambina abbassava il capo e se poteva, cercava di nascondersi al suo sguardo.
Sapeva di averla ferita, ma non sapeva come
porre rimedio al suo errore.
“Ti ho osservato da quando ho scoperto la
tua vera identità Sailor Moon
e non immagini quanto tu sia patetica. Combattere per questi esseri…Tsè…provo solo disgusto. Al tuo posto non starei li ferma a
farmi sgridare e insultare, al contrario userei il grande potere in tuo
possesso per distruggere la vita sull’intero pianeta!” disse Kendra, incrociando le braccia al petto e con una smorfia
disgustata sul volto.
Usagi si stancò presto di quella presunzione e
si alzò lentamente in piedi con l’aiuto di Mamoru, il
quale le impediva di crollare a terra. Sua madre le era sempre accanto e terrorizzata,
non sembrava voler lasciare la presa sul braccio della figlia.
“Usagi, ti prego
dimmi…dimmi che tutto questo è un equivoco!” disse Kenji
con voce tremante, ma la ragazza non rispose a lui, si rivolse direttamente
alle nemica, dandogli comunque all’uomo la risposta che cercava.
“Non importa quello che la gente pensa o
dice di me. So di avere mille difetti e per la maggior parte delle volte so che
hanno ragione. Sono sbadata, fifona, pigra, con la testa tra le nuvole e tutto
il resto. I miei genitori fanno bene a rimproverarmi quando non faccio il mio
dovere e se lo fanno, è perché mi vogliono bene. Poco mi importa se non
capiscono del perché di certi miei comportamenti e di come possa sentirmi io ad
udire certe cose. Niente e nessuno mi potrà dire o fare qualcosa che mi farà
desiderare vendetta verso questo magnifico pianeta e gli esseri umani!” disse Usagi, liberandosi dalla presa della madre e afferrando la
sua spilla.
“Usagi!” disse la
madre spaventata da cosa volesse dire quel gesto.
“Usagi, ne sei
sicura?” chiese Rei avvicinandosi a lei.
“Ormai mi hanno scoperto! Che senso ha
continuare a fingere che questa non sia la verità? Ci sono troppe vite in
gioco!” disse Usagi, guardando seriamente la
guerriera di marte.
“Non mi riferivo a quello, ma… Usagi, sei troppo debole per combattere!” cominciò Rei
preoccupata.
“Al momento non credo che la mia salute sia
la priorità!” Rispose Usagi all’amica, la quale,
arrendendosi, tirò fuori la penna che le avrebbe donato i poteri di marte.
Ikuko guardava sua figlia preoccupata. La vedeva
pallida e respirare ancora con affanno.
“Usagi, non so
cosa quelle donne stanno cercando di fare, né so perché ce l’abbiano con te, ma
ti prego non entrare in questa faccenda!” la implorò.
Kenji appoggiò la moglie e afferrando un bastone
disse “Tua madre ha ragione. Ci penserò io a proteggerti figliola!”
L’uomo era pronto a tutto pur di impedire
che a sua figlia venisse fatto del male. Aveva capito che con un bastone non
avrebbe potuto fare molto a delle donne che potevano creare barriere, muovere
la luna e volare, ma ci avrebbe tentato lo stesso.
L'intervento di Mamoru
gli impedì di fare sciocchezze, il quale fissandolo gli disse "Abbia un po' di fiducia in Usagi"
“Allora Sailor Moon, sto aspettando!” disse Kendra.
Usagi fece un respiro profondo per prendere
coscienza di se stessa e quando sentì Chibiusa
stringerle la mano, si sentì pronta e urlò“Potere dei petali di stelle, vieni a
me!”
“Potere del prisma di luna, vieni a me!”
disse Chibiusa appoggiandola nella sua decisione.
Le due ragazze si trasformarono sotto lo
sguardo stupito di tutti, che nonostante quello che i loro occhi vedevano,
coloro che conoscevano Usagi, non riuscivano ancora a
credere che proprio lei fosse Sailor Moon.
Shingo soprattutto. Era rimasto a bocca aperta e
gli occhi spalancati. Quasi non riusciva a respirare quanto fosse grande la
sorpresa.
“Ehi, non vorrai lasciarci indietro!”
dissero all’unisono le altre guerriere.
Tutte si trasformarono, Mamoru
compreso, riunendo così l’intero gruppo Sailor.
“Ma sono tutte…” cominciò Ikuko incredula, portandosi una mano alla bocca.
“…Guerriere Sailor!”
finì l’insegnante Haruna sconvolta. Conosceva alcune
di quelle ragazze da anni ormai e non avrebbe mai pensato che potessero
nascondere un tale segreto.
“Finalmente! Ho aspettato a lungo il
momento della vendetta. Ora dimmi, che
hai intenzione di fare?” chiese Kendra,
guardando la guerriera della luna.
“Se io mi consegno a te, hai davvero
intenzione di lasciare stare gli abitanti della terra?” chiese Usagi determinata
“Usagi, no!”
disse Kenji facendo un passo verso di lei.
“Oh ma certamente! Osi mettere in dubbio la
parola della mia padrona?” chiese Kayoko con un
sorriso, un sorriso che non lasciava molto sperare.
“No, tu non farai una stupidaggine del
genere!” disse Sailor Urano, avvicinandosi alla sua
principessa e prendendola per un braccio.
Si era immaginata che Sailor
Moon avrebbe tentato di trattare col nemico, pur di
salvare vite umane. Era il suo modo di essere. Aveva troppa fiducia nel
prossimo, anche quando era palese che era mal riposta e lei si era ripromessa
ti farle aprire gli occhi, quando la sua natura buona cercava troppo di
prevalere.
“Sailor Uranus ha ragione. Non ti permetteremo di fare questa sciocchezza!”
disse Sailor Venus fissando
Usagi.
“Il futuro del pianeta dipende da te,
principessa!” Disse Sailor Saturn.
Sailor Moon abbassò la
testa “Non posso stare qui e condannare a morte queste persone e l’intero pianeta,
lo capite?”
“Andiamo, non sarai così ingenua da credere
che quella arpia sta dicendo la verità? Dopo che ti avrà catturato, ci ucciderà
comunque. Quindi usa il tuo potere e annientala!” disse Shingo
prendendo a pugni l’aria.
“Io sono d’accordo con Shingo,
Usako!” disse Mamoru,
regalandole un sorriso di incoraggiamento.
“Anch’io!” disse Chibiusa.
“Tutte siamo d’accordo con questo!” dissero
le altre Sailor.
Usagi sorrise e guardando l’enorme luna, disse
“D’accordo, combattiamo!”