Titolo:
Imparerai
Autore:
Slayer87
Beta:
Nikeforos,
Rating:
Pg13 (per sicurezza)
Note:
Per il compleanno di Fanny. Allora stella, quando riesco a venire da te, che
voglio replicare la visita? Spero che queste poche righe che ho scritto per te
ti piacciano. Alle altre consiglio di leggersi la storia sentendosi "Il
mare calmo della Sera" di Andrea Bocelli. Alcune frasi sono prese proprio
da questa canzone, perchè ogni volta che la sento penso a Draco. Non so come
mai, ma penso che parli di lui.
Se
poi vorrete lasciarmi due righe di commento, sarei ancora più felice. ;-)
Slayer87
Non
so cosa sia la fedeltà.
Te lo
dissi Harry, fin dalla prima volta.
Tu
sorridesti, sussurrandomi in un orecchio: "Imparerai Draco."
Io
allora mi intestardii, per dimostrarti che avevi torto.
Nei
mesi successivi fui quanto di più lontano si avvicina alla fedeltà, ma tu non
ti arrabbiavi mai.
Per
me eri un mistero. Non riuscivo a capire come una persona così possessiva a
letto, riuscisse poi a sopportare di vedermi con altri. Normalmente ero
alquanto discreto con le mie numerose storie, ma volevo provocarti, come
sempre, e facevo tutto platealmente: per ferirti, pensavo.
Poi
visto che non ottenevo risultati, cercavo di starti distante.
Evitavo
di addormentarmi, dopo... perchè sapevo che non sarei riuscito a resistere, a
dirti di no.
Un
giorno mi spaventai a morte, quando tu mi mormorasti: "Ecco, lo vedi che
stai imparando."
Io
non capivo cosa volessi dire, non avevo cambiato abitudini, e sopratutto non
avevo smesso di intrattenermi con altri.
In
quei giorni devo essere stato peggio di un assatanato: non li guardavo nemmeno
in faccia, mi bastava che ci fosse qualcuno a alleviare il senso di vuoto
profondo che mi colmava lo stomaco.
Non
mangiavo, preso com'ero dal compito di smentirti.
Cambiavo
strada nei corridoi, per non vederti, pensando che ormai avevo raggiunto il
limite con te.
L'ultima
volta che ci eravamo visti, ti avevo detto Addio nella maniera più crudele
possibile, e poi non mi ero nemmeno voltato indietro.
Tu mi
sorprendesti come sempre, sorridendomi quando eravamo a tavola o a Pozioni, ma
senza dirmi una parola.
Avevo
quotidianamente la testa in fiamme, in quei giorni.
Non
capivo cosa ci fosse che non quadrava.
Eppure
tutti i miei sensi capivano che c'era qualcosa di profondamente sbagliato.
Come
un'agitazione sotto pelle, che sbilanciava la mia visione del mondo.
E per
non sentirla, per non ascoltare quella voce, arrivai a perdermi in altre
braccia.
Ma
non riuscivo mai a zittirla del tutto.
Era
questo che mi preoccupava.
Ma io
ancora non lo sapevo.
Fosti
sempre tu a rivelarmi la verità.
Ancora
adesso non so se lo facesti con quell'intenzione, ma non mi importa.
Forse
un giorno te lo chiederò.
Al
momento non mi interessa saperlo.
La
rivelazione, se così si può chiamare, arrivò il giorno che ti vidi con un
altro.
In
realtà non stavi facendo nulla, stavi solo flirtando, e nemmeno in maniera
esplicita.
Ma il
mio stomaco la pensava in maniera differente.
Mi
catapultai sul malcapitato, che si ritrovò sospeso a mezz'aria.
Mi
ricordo solo che dissi: "Se ti azzardi un'altra volta a guardarlo, giuro
che ti ritroverai a pregare per la salvezza, ci siamo capiti?!"
Tu mi
guardasti saputo, e anche in quell'occasione, non facesti nulla, lasciandomi li
a chiedere a me stesso cosa mi avesse spinto a quell'azione.
Io
scivolai sul muro, totalmente sconvolto.
Lo
spasmo allo stomaco era scomparso, vero... ma questo non significava quello che
una parte del mio cervello pensava.
Era
solo una normale reazione, nulla di preoccupante, mi convinsi.
Dopo
pochi giorni, ecco che il solito tizio si era di nuovo convinto di poter
sostituirmi.
Immediatamente
lo scaraventai lontano dalla portata di Potter.
Mi
sorpresi a urlargli addosso: "Lui è mio. Solo mio."
Poi
resomi conto di quello che avevo detto, feci la cosa più sensata, a mio avviso.
Scappai.
Corsi
fino a perdere il respiro, e mi rifugiai nel mio posto preferito.
Una
classe abbandonata nei sotterranei, dove facevo i miei esperimenti di Pozioni.
Scivolai
sul banco, e con la testa fra le gambe provai a razionalizzare quello che era
successo.
Inutile
dire quanto fu infruttuosa quella ricerca disperata di una risposta.
Oltretutto
la risposta già ce l'avevo, solo che volevo a tutti i costi un'alternativa.
Ascoltare
me stesso non portò a nulla.
La
mia mente, di solito limpida e trasparente, era attraversata da un uragano
feroce.
Ero
confuso, come minimo.
Eppure
il mio cuore sapeva benissimo cosa fare.
Venisti
tu a salvarmi.
Forse
ti sentivi in dovere di starmi vicino.
Non
so nemmeno questo.
So
solo che tu mi trovasti, allora non sapevo nemmeno come, e come se fosse la
cosa più naturale del mondo, mi abbracciasti da dietro.
Io mi
scostai rapidamente, non volevo vedere nessuno. E men che meno tu.
Non
ti lasciasti intimorire da me, per fortuna.
Mi
chiedesti solo: "Allora che effetto fa?"
Io ti
guardai basito, prima di chiederti. "Che effetto fa cosa?"
Tu
inarcasti un sopracciglio. "Non fare il finto tonto. Non ti si addice,
sai?"
Fu
allora che le mie precarie difese crollarono miseramente.
Cominciai
a singhiozzare, piano piano all'inizio,poi sempre più forte, mentre tu mi
abbracciavi stretto stretto, e mi sussurravi cose incomprensibili all'orecchio.
Cercai
ancora di divincolarmi, non volendo accettare quella realtà che a te pareva
essere così chiara.
Ma
fosti fermo nell'impormi la tua presenza. Per fortuna.
Sollevai
lo sguardo per trovare il tuo, completamente perso nei miei occhi.
Con
quello arrivò la verità.
Arrivò
con una forza micidiale.
Come
un pugno nello sterno.
Restai
paralizzato dalla forza della rivelazione.
Fu
solo dopo due minuti buoni che ebbi nuovamente la forza di guardarti.
Mi
ricordo che dicesti solo: "Finalmente."
Adesso
so che quello che dicevi sulla fedeltà era vero.
Non è
una questione di forza o volontà.
Non è
nemmeno questione di possessione o cose simili.
La
sola cosa che c'entra è la paura.
Avevo
una paura incredibile di... non so nemmeno io cosa.
Avevo
paura, forse solo questo è sufficiente.
Tu lo
hai sempre saputo, e hai fatto di tutto per farmi superare questa dannata
paura, nell'unica maniera possibile: affrontandola.
Harry...
non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto per me.
Perfino
adesso, mentre dormi di fianco a me, dopo che ci siamo donati l'anima e il
corpo a vicenda, rimango sveglio per ringraziarti.
Soffio
un "Grazie" nel tuo orecchio, prima di scivolare anch'io nel sonno.
Senza
paura.
The
End