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Autore: hiccup    09/04/2014    0 recensioni
“Anno nuovo, vita nuova, giusto?”
“Speriamo siano trecentosessantacinque giorni unici, emozionanti, miei. Non chiedo altro”
“Si inizia oggi; con questo sole aranciato e con questo sguardo stanco, ereditato dal passato.”
[365 poesie per 365 giorni]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nove aprile: in ammollo.

 
 
 
La musica classica è un vizio che ci si concede
quando nulla si collega; quando le fila delle idee e dei pensieri
sfuggono inesorabilmente dalle dita tremule.
 




Le note dolciastre aleggiano,
vibrando sonanti, nell’aria satura
per un istante soltanto – giusto una manciata di secondi:
accarezzano le affannate tempie scompigliate e
si crogiolano nei lineamenti del volto sfumati;
scivolano sulla poi sulla pelle, increspandola di brividi,
circondano le imperfezioni e i segni violacei svettano
con quella maestria quieta che descrive il moto delle stelle;
il corpo è una tavolozza di colori screpolati,
lasciati asciugare senza cura alcuna;
eppure, nonostante tutto, è così prezioso, il corpo.
 
Le note tintinnanti infine precipitano,
gocciolano con un infantile plic, plic, plic:
lacrima dopo lacrima,
risata dopo risata,
melodia dopo melodia;
ogni cosa stilla nell’acqua tiepida
e spumosa della vasca da bagno.
 
Allungo i muscoli rattrappiti della schiena,
li sento cedere e rinnovarsi insieme;
mugolo sommessamente – sono preda debole
di questo tepore così familiare e così melanconico;
le dita sguazzano libertine tra le bolle profumate,
in linee immaginarie, curiose, proibite nella loro impossibilità.
 
E intanto l’incanto dell’orchestra, dell’opera, dell’aria,
mi accompagna verso l’oblio dei sensi;
è una sostanza piacevolmente unta e viscosa
quella che m’imbratta le idee e le sinapsi;
il diaframma trema quando inspiro troppo poco
per poi espirare troppo velocemente.
 
Lo spartito impone pause e rincorse;
fughe e riprese; dona equilibrio, la musica.
 
E qui giaccio, quindi, inerme e immobile;
in ammollo tra sogno e realtà;
improvvisamente estranea ad ogni cosa, a chiunque.
 



 
*


 
  
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