Dieci aprile: Quid pro quo.
E c’è la magia delle costellazioni un po’ ovunque,
in queste notti buie eppure così luminose e sonanti;
i brividi freddi di una serata
ritrovata ed furiosamente amata
- prima dell’eclissi totale.
Tra le placide fronde del malinconico salice afono
Tintinnano i sorrisi innocenti e sornioni
dipinti con immensa maestria dall’artista
sulle tue, sulle mie, labbra rosee e primaverili.
Manca ancora troppo all’alba;
abbiamo ancora troppo poco tempo
per parlare e parlare e parlare di nuovo;
perché tu parli e io parlo; tu domandi e io rispondo;
io percepisco e tu non vedi nulla comunque.
È un dare per ricevere;
è un ricevere per donare di nuovo.
E intanto le stelle sono le stesse,
alte nel cielo sfumato e slabbrato.
E intanto rintoccano le ore, una dopo l’altra,
inesorabili, ritmiche.
E intanto la musica aleggia soffusa
Insinuandosi tra la pelle e i cuori.
*
Note:
E siamo al centesimo capitolo di questa raccolta, ci credete? Io no. Ma proprio per niente; mi stupisco ogni giorno di essere ancora in grado di aggiornare più o meno – ultimamente meno, purtroppo, ma recupererò la mia puntualità, promesso – in principio pensavo di annoiarmi e di stancarmi dopo un mese… ma sono ancora qui dopo cento giorni. E ne sono felice, davvero.
Quindi credo che un grazie sia doveroso; grazie a tutti quanti, a chi legge, a chi commenta, a chi segue, a chi l’inserisce tra le ricordate e le preferite, a chi m’ispira e a chi mi supporta in un modo o nell’altro; grazie di cuore, davvero.
Bè c’è una citazione/riferimento così e n o r m e nel titolo che non lo scrivo nemmeno perché tanto lo capireste comunque. Vero? <3
hiccup