Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Evaney Alelyade Eve    10/04/2014    3 recensioni
Una mattina di Gennaio, la più fredda del mese, gli Alfa tornano e Derek li affronta, mentre Stiles non può nulla se non ascoltare con il cuore in gola quella che sembra a tutti gli effetti una lotta.
Derek sparisce, e anche se tutti lo reputano morto, Stiles sa che quello stupido sourwolf è lì, da qualche parte..
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fandom: Teen Wolf
Pairing/Personaggi: Derek Hale/Stiles Stilinski, un po' tutti, Nuovo Personaggio, Alpha Pack, lieve accenno Peter Hale/Chris Argent, Scott McCall/Isaac Lahey,
Rating: Giallo.
Chapter: 24/?
Genere: Angst, mistery (è stato il maggiordomo, signor Detective!), introspettivo, sentimentale, Dark.
Warning: Slash, sequel di Breathe your life into me, I can feel you.
Note: Il titolo è una strofa di "The Calendar" – Panic!AtTheDisco.
Il rapporto di Peter e Chris, è descritto quì, per chi se la fosse persa: I found a note with your name and a picture of us
DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla ç_ç

 

 

 

 

 

 

Put another ‘x’ on the calendar.
Winters’s on its deathbed.

 

 

 

 

Chap XXIV


 

 

 

 

Derek si era appena inoltrato nel bosco che fu costretto a fermarsi.
Il vento portava con sè odore di sangue e non di una sola persona, non solo di Scott ma dell'intero branco.
Ad uno ad uno i volti di Isaac, Erica, Boyd, Jackson e Scott sfilarono nella parte Alpha della sua mente, mentre l'altra metà traeva un sospiro di sollievo nel sentire che non c'era alcuna traccia di Stiles. Da lontano il tuonare rabbioso del cielo preannunciava l'arrivo dell'ormai imminente tempesta.
Devo muovermi, pensò, riprendendo a correre nel fitto degli alberi, o la pioggia cancellerà ogni traccia.
Mentre si spostava rapido fra gli alberi si chiedeva come diavolo avessero fatto gli altri Alpha ad arrivare prima di lui... si era incamminato ore prima che Deucalion decidesse di ritornare a Beacon Hills, quindi-
Potrebbe essere stato un cacciatore?
Ma quale cacciatore avrebbe osato invadere il territorio degli Argent?
Se fossero stati loro?
Il suo istinto gli diceva che non era così, che sotto ci doveva essere qualcosa di molto più pericoloso che si aggirava per Beacon Hills, qualcosa che aveva messo in allarme persino il grande Deucalion.
Cosa?
Era giunto a quasi un chilometro da casa quando arrestò la sua corsa, proprio nel punto dove l'odore di sangue misto a fango diventava quasi insopportabile. Avanzò ancora di cinque metri, seguendone il fetore ferruginoso... Derek Hale nella sua vista ne aveva viste tante, davvero, tante ma quello spettacolo era quanto di più terribile e sconcertante avesse mai visto. Probabilmente dipendeva dal fatto che penzolante da cinque alberi differenti, c'era il suo branco. I suoi amici. La sua famiglia.
Rimase immobile, il sangue gelato nelle vene, ad osservare quella composizione macabra, incapace di pensare o anche solo di osare respirare come se il soffio leggero della sua vita potesse, in qualche modo, spezzare il filo che li teneva ad un'altezza poco rassicurante dal terreno. Un osso del collo spezzato era difficile da guarire, persino per un licantropo giovane, e deboli com'erano...
"Derek!" una voce femminile lo colse totalmente alla sprovvista, facendolo sussultare: senza rendersene conto ringhiò contro la nuova venuta, un muto avvertimento di morte atroce ed istantanea se solo avesse osato avvicinarsi ancora di più al suo branco.
La ragazza, dagli occhi rossi e i lunghi capelli mogano, si fermò esattamente dov'era, i lineamenti del viso contorti in una pura espressione di sorpresa e terrore mentre osservava lo spettacolo alle sue spalle.
"Che diavolo...?" soffiò, senza riuscire a staccare gli occhi da quella scena, il naso arricciato con disgusto al fetore del sangue e di qualcos'altro, vagamente familiare...
"E' stato lui!" ringhiò rabbioso Derek, le zanne in mostra, gli occhi accesi di furia "Dovevi lasciarmelo uccidere quando ne avevo l'occasione!"
"Davvero?" replicò l a ragazza, concentrando la sua attenzione su di lui "E come? Sai meglio di me che ti avrebbe fatto a pezzi."
"Lo ucciderò." rispose solo l'altro, avvicinandosi poi al primo albero, dove si trovava Erica.
Cora lo osservava, pensierosa: quello spettacolino era stato allestito apposta da chiunque li aveva ridotti in quello stato. Era architettato ad opera d'arte per colpire chiunque si fosse ritrovato nel bosco. Chiunque li avesse trovati. Poteva essere anche un messaggio particolare per una persona in particolare.
Riuscirono a depositare i cinque ragazzi sul terreno: le ferite non erano ancora guarite e chiunque li aveva ridotti in quel modo era stato brutale, persino crudele.
Erica aveva parte del viso cereo ricoperto di rosso, così come i capelli biondi; Boyd non era messo meglio e Isaac presentava la stessa, identica ferita alla testa. Derek gli scostò con delicatezza una ciocca sporca di sangue dal viso e il suo cuore sussultò di pietà: sembrava un fantasma.
I due messi malissimo erano Jackson e Scott: il viso del primo era irriconoscibile, gonfio e livido com'era, ma nulla in confronto alle ferite che aveva Scott.
Chiunque li aveva assaliti non si era limitato solo a colpirlo in testa ma aveva sfogato su di lui la propria rabbia. Non c'era un angolo della sua pelle che non fosse macchiato di sangue e ricoperto di tagli. Quello che Derek non riusciva a spiegarsi era perchè le ferite non fossero ancora guarite: non c'era odore di strozzalupo, nè qualsiasi altra cosa a lui conosciuta che potesse impedire ad un lupo di guarire.
Frugò nelle tasche, alla ricerca di un telefono. L'uomo rispose dopo appena il primo squillo.
"Sono io, ho bisogno di aiuto."

 

***



Deaton fece quanto più spazio possibile per accogliere i cinque corpi svenuti più i due Alpha nell'angusta saletta operatoria creata per accogliere solo animali di piccola taglia. Non aveva spiccicato parola da quando il ragazzo l'aveva chiamato ma si era concentrato soprattutto nel tenere in vita i giovani, pulire le ferite e medicarle come meglio poteva.
Era passato molto tempo da quando si era ritrovato davanti una scena simile, mai avrebbe creduto che potesse succedere ancora.
"Allora?" sbottò impaziente Derek, rompendo finalmente il silenzio carico di tensione ch aveva regnato sovrano, nella saletta, fino a quel momento.
Alan si prese ancora un attimo prima di affrontare il giovane.
"Se la caveranno."
"Perchè non guariscono?"
"Credo dipenda dall'importante perdita di sangue che hanno subito: il corpo ha prima di tutto sopperito alla mancanza di questo e poi si dedicherà alle ferite."
"Non capisco" replicò Derek, avvicinandosi di un passo "non è mai stato così! La prima cosa che avviene durante la guarigione è la chiusura delle ferite... invece qui sembra che qualcosa impedisca a queste di chiudersi."
Deaton fece un piccolo sospiro: non era sicuro della verità o della portata che questa potesse avere nella vita di tutti loro; doveva parlarne con Yuhele, avere conferma dei propri dubbi e poi stabilire insieme il modo migliore di comportarsi in quella situazione.
Se la sua supposizione era vera, se l'oscurità che aveva toccato quei cuccioli era – non voleva nemmeno pensarci – quel che temeva... erano tutti in pericolo. In gravissimo pericolo.
"Non sono sicuro delle cause, Derek. Posso solo tirare ad indovinare. Farò ricerche accurate e cercherò una soluzione, per adesso non possiamo fare molto."
Derek strinse le labbra in una dura e sottile linea pallida ma non aggiunse altro, fissava solo i corpi esanimi del suo branco, la rabbia che come fuoco divampava e distruggeva qualsiasi cosa dentro di lui. Tranne una cosa. Una sola immagine, la sua ancora. Stiles.
"Derek." Cora parlò per la prima volta da quando avevano trovato i corpi; con delicatezza poggiò una mano sul braccio del ragazzo e strinse. Un semplice gesto di solidarietà che sembrò aiutarlo nel riprendere il controllo.
Così è questa la nipote di Yuhele, pensò l'uomo, osservando in silenzio l'intera scena.
La sua espressione era molto simile a quella della parente ma c'era anche qualcos'altro, forse il taglio duro degli occhi, un piccolo particolare che sembrava collegarla ad una figura ben più oscura e feroce della sua maestra. Adesso che ci pensava di Yuhele, della sua vita, sapeva davvero poco. Quasi nulla a parte l'inconfondibile velo di tenebra che ricopriva i suoi occhi. Una maledizione destinata a non estinguersi mai. Che cos'aveva mai fatto per meritarsi una punizione simile?
"Dobbiamo andare." fu nuovamente Derek a rompere il silenzio e a riscuotere l'uomo dai suoi pensieri.
"Andrai da Stiles?"
Derek sembrò soppesare l'idea accuratamente e Alan vide il desiderio di dire far fremere i suoi occhi chiari, poi questo si spense, l'unico segno evidente della sua lotta interiore era il tono rigido con cui disse di no.
"Non è ancora tempo. Prenditi cura di lui e del branco." e poi i due Alpha sparirono nell'oscurità della notte.
Deaton era dispiaciuto per i due ragazzi: presto avrebbero affrontato una prova durissima, qualcosa che avrebbe potuto sconvolgere l'ordine di ogni cosa. Una prova che avrebbe potuto spezzarli dentro, ancora di più... temeva il momento in cui si sarebbero sgretolati come una statua di sabbia senza riuscire più a ricomporsi.
Presto sarebbe scoppiata un'antica guerra fra bene e male e quei due si sarebbero ritrovati proprio al centro dell'occhio del ciclone.
"Yuhele." invocò sottovoce e poi attese.

 

***


"Ti puoi fidare di quell'uomo?" gli chiese Cora, quando furono di nuovo ritornati al limitare del bosco, lì dove Derek aveva avvertito l'uggiolio di Scott.
"Non lo so." Derek era seduto su una roccia ed osservava il cielo senza Luna e stelle: la notte più buia che avesse mai visto. Sembrava che un velo di oscurità avesse stretto nel proprio pugno Beacon hills e tutti coloro che amava. Quando ripensava a quello che aveva visto... chi mai avrebbe potuto fare una cosa del genere a cinque lupi mannari? Adolescenti o meno erano comunque lupi ed erano più forti di qualsiasi essere umano.
Di conseguenza c'era più di un essere sovrannaturale che si aggirava fra i boschi. Ripensò a Deucalion e alla ferocia nel suoi occhi mentre colpiva prima Stiles e poi lui; ripensò all'incubo in cui aveva ucciso Stiles macchiandosi del suo sangue.

Stiles.

Era presnete dentro di lui ma ogni volta che cercava di figurarsi la sua immagine gli sembrava di vederla attraverso un fitto velo nero, una strana nebbia oscura che lo avvolgeva e gli rendeva impossibile raggiungerlo. Aveva collegato quel tipo di sensazione ala decisione di Deucalion di ritornare Beacon, un modo in cui il suo istinto gli diceva che erano in pericolo ma cominciava a dubitarne.
O forse erano due cose insieme? Deucalion e qualsiasi altra cosa si aggirasse per Beacon Hills.
Che cosa devo fare? Si chiese con disperazione, come se qualcuno potesse rispondergli.
Anche se stai attraversando l'inferno, gli sussurrò Stiles, continua ad andare avanti.
"Che cosa facciamo?" gli chiese Cora.
"Continua ad andare avanti." citò Derek e riprese a muoversi nella direzione opposta, quella che lo portava lontano da Stiles e dalla sua famiglia, ignorando l'espressione perplessa della ragazza.


***

"Che cos'è?" chiese Deaton, fissando in attesa Yuhele mentre questa finiva di esaminare le ferite sul corpo dei ragazzi.

"Il tempo sta scadendo, Alan." mormorò la donna, gli occhi grigi che rilucevano metallici nella penombra della lampada mentre segnava strani simboli sulla pelle di ciascun licantropo, cercando un modo per spazzare via l'oscurità che scavava nelle ferite e ne consumava la carne, prosciugava il sangue e segava le ossa, cercando di strisciare nelle profondità del loro corpo e raggiungere il cuore per fermarlo.
Quel tipo di maledizione lo aveva visto una volta, tanto tempo fa sulle ferite che ricoprivano il corpo di Thula.
"Che intendi dire?"
"Che la Luna di Sangue è ancor più vicina di quanto immaginassi." poi chiuse gli occhi e cercò di ripescare le parole che il Grande Bianco una volta le aveva detto. Una profezia che era incisa nella pietra delle montagne nella sua terra natia.
"Cinquecento sono passati, Nero e Bianco sono andati.
Si sveglia in fretta, nel cuore, l'oscurità.
Nessuna bussola tra le tue mani, nel buio siete abbandonati.
Il mostro dal cuore nero è pieno d'avidità.
Leggi i segni e non li perdere!

Cinquecento sono passati e i pianeti sono allineati.
Nè Bianco nè Nero, ma Rosso sarà
il tempo che verrà!
Rossa la terra, Rosso il sangue e nero il cielo.
Guardati attorno, ascolta il vento, scosta il velo!
Cinquecento sono passati e nel tempo si sono segnati
La Vittima diventa Carnefice, un Tributo di Sangue e poi il Cielo Nero,
nella notte più buia trova la Luna avvolta nel mistero
e salva color che nel sangue sono stati battezzati.

Cinquecento sono passati e nel tempo si sono approssimati
,
gli spiriti si sono risvegliati
di coloro che a morte furono condannati
e nella memoria confinati.

Cinquecento sono passati e i passi vengono affrettati
i sogni saranno coronati
e gli incubi avverati
non scordare quello che fu
anche se adesso hai un compito in più."

Quando Yuhele riaprì gli occhi ci mise qualche istante a mettere a fuoco la stanza: era ancora lì, accanto al Grande Bianco, ragazzina e non più bambina, che ascoltava una profezia di cui tuttora non conosceva appieno il significato. Qualcosa le sfuggiva.
"Loro sono un tributo di sangue." mormorò, fissando i ragazzi.
Loro erano il Tributo dedicato al Cielo nero dal Carnefice.
Chi era il Carnefice?
"Che vuol dire trova la Luna avvolta nel mistero?" chiese Alan, fissando a sua volta i volti esanimi dei cinque ragazzi.
"Non lo so." ammise lei, sconfitta.
"Coloro che nel sangue sono stati battezzati..."
"Non so se si riferisca a questi cinque o a Derek e Cora o a Deucalion stesso!" sbottò frustrata.
I segni. Quei tre segni si erano relizzati senza che lei potesse fare alcunchè ma c'era ancora qualcosa che mancava, un quarto segno che era celato nella profezia e che lei non riusciva ad individuare. Vedeva le parole fluttuare nella sua mente e poi diventavano sfocate e si confondevano come se fosse all'improvviso diventata dislessica, incapace di leggere il messaggio cifrato.
Qual'era la Luna nascosta? Chi erano i battezzati? Chi era il Carnefice?
Deucalion non poteva essere, ne avrebbe avvertito la presenza.
Adesso hai un compito in più.
Questo era abbastanza chiaro così come non avrebbe mai dimenticato quello che fu
Perchè quello fu tutta colpa sua. Una tragedia che ancora adesso riviveva nei propri sogni.
I sogni saranno coronati. Gl'incubi avverati.
"Alan." la voce le usciva a fatica dalla bocca mentre la consapevolezza di quello che stava per chiedere pesava sullo stomaco come un masso.
"D'accordo." non ci fu bisogno che continuasse, lui aveva già capito cosa voleva fare.
Era per quel tipo di accordo muto che riuscivano a stipulare solo guardandosi negli occhi che Yuhele aveva deciso di accettarlo come allievo. Era difficile trovare anime che viaggiassero sulla "tua stessa lunghezza d'onda". Le era successo solo tre volte in vita sua: Alan, Meddie e Stiles.
Soprattutto con Meredith. La sua Meddie.

Un'Evocazione non era una faccenda da prendere alla leggera: non era solo una questione di conoscere l'incantesimo di Rito, bisognava essere pronti ad accettere le conseguenze delle proprie azioni ma soprattutto bisognava rispettare l'Ordine delle Cose.
Non dimenticare quello che fu.
No, Yuhele non avrebbe mai dimenticato quello che aveva fatto: il suo peccato era inciso sulla pelle come un marchio, un tatuaggio che le ricordasse in eterno che cos'aveva comportato il voler interferire nell'Ordine. Un tatuaggio che le ricordasse soprattutto le conseguenze delle sue azioni.
"Sei pronta?" le chiese Alan quando ebbe finito di sistemare le candele nel cerchio che avevano creato sul retro della clinica.
Yuhele prese un profondo respiro, poi annuì.
Perdonami Bianco, pensò, ma se gli spiriti confinati nella memoria si sono risvegliati...
Si sedette al centro del cerchio.
Chiuse per un attimo gli occhi, poi iniziò a cantare.

"Tunkishila, atewaje
Nama hon yelo
Iyechetu gnuni
piri hanepi

naku neun okini
a de nala caku de tipi yokine"

A questo punto si fermò, versando polvere di ossa di animale in una ciotola.

"Usi elh ut wokicanze
wa tuwe ya
naku wapazo ocaku"

Versò il proprio sangue nella ciotola insieme ad una foglia che Alan non riuscì a riconoscere. Iniziò a mescolare e a pestare, senza mai interrompere il canto. La fronte brillava di perle, stava sudando. Si sorprese nel vedere che lente lacrime rotolavano giù dalle sue guance. Le lasciò cadere nella ciotola e un violento sbuffo di vento le sollevò i capelli.
Alan Deaton aveva sempre saputo che la donna che gli aveva insegnato tutto aveva un qualcosa di misterioso, sovrannaturale, persino misterioso... quella notte ne ebbe conferma.
Yuhele riluceva come fosse la luna che mancava nel cielo. La pelle era argentea e quando aprì gli occhi erano più luminosi del fuoco delle candele.
I capelli diventarono anch'essi argentei. Per la prima volta potè osservare le vere sembianze della donna che credeva di conoscere.
Una luna celata nel velo dell'umanità. La luna avvolta nel mistero.
Allora capì: l'Evocazione serviva ad evocare quello che mancava per creare un plenilunio.
Una parte di se stessa era morta con Merehe, non Thula.

"Yuha ah yuhele miteka ki Merehe
winyan naku yuha
Mikaj wayila caje
eh slolye mikaj anahme"

Il canto divenne sempre più alto, una nenia che sembrava nascere dalle profondità di una montagna: l'aria venne saturata di un'odore dolceacro, il vento smuoveva gli alberi come se volesse sradicarli e lei continuava a cantare sempre più brillante...

"Tunkishila, atewaje!
Nama Hon Yelo!"

...Poi la notte esplose e Alan dovette coprirsi gli occhi per non diventare cieco; quando fu abbastanza sicuro che Yuhele aveva smesso di emanare luce, allontanò il braccio dal viso.
Dinanzi a lei, come se non fosse mai morta c'era una donna dai lunghi capelli castani, un sorriso dolce e un delicato naso all'insù.
Prima che Yuhele ne dicesse il nome, Deaton l'aveva già riconosciuta per via degli occhi:grandi e chiari, lunghe ciglia un'espressione intelligente e curiosa.

Gli stessi occhi di suo figlio.
"Mereh." sussurrò Yuhele, contemplandola come si contempla un Dio. "Meredith. Meddie."

 

 

 

 

 

 

 

 



Dizionario Della Lingua Lakota:

 

Grande Spirito, Padre mio,
ascoltami!
Sono persa nella notte
non riesco a ritrovare la strada di casa.


Invoco, dal tuo regno,una Guida.
Che illumini il mio cammino.
Porta a me mia Sorella
Colei che ha il mio stesso nome
e conosce i Segreti.

Grande Spirito, Padre mio,
ascolta!

Anime affini,
sorelle di sangue,
nate nello stesso giorno.

Anime simili,
legami di sangue,
morte nello stesso giorno!


Ci tengo a precisare che sia la Profezia che quest'Evocazione sono state da me sudate, ecco perchè ho lasciato passare del tempo dall'ultima pubblicazione.
Non sono brava a comporre rime, e non, ma credo che questo sia abbastanza evidente!

X°D

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Evaney Alelyade Eve