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Autore: dreamey    10/04/2014    9 recensioni
Quando la vita sembra prendersi gioco di te; quando sai perfettamente quanto sia importante quel minuto; quando ti rendi conto che ti accade proprio quello che non avresti mai creduto possibile; quando la persona che non avresti mai assolutamente pensato, diventa l'amore della tua vita.
Quando un litigio tra perfette estranee per un taxi,si trasforma in un'inaspettata storia d'amore.
E' quando accade tutto questo, che scopri che la vita ti ha regalato i momenti più preziosi della tua esistenza.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Scusate il ritardo ed eventuali errori di battitura!
Vi auguro una buona lettura :)
Un grazie a chi continua a seguire la mia storia :)
 
capitolo 6

Ferme in mezzo alla stanza, a qualche centimetro l'una dall'altra.  Arizona che stringeva saldamente la mano di Callie. Per qualche strano motivo, non voleva lasciarla andare. La divorava con gli occhi, la desiderava con lo sguardo. Non riusciva ad allontanarsi da lei.
Callie ,in piedi, di fronte a lei, la sua mano stretta nella morsa di Arizona. Non accennava a fare nessun movimento. Non voleva staccarsi. Non poteva. C'era quella strana sensazione che le stava torturando lo stomaco,  quel strano e inaspettato bisogno che la  comandava a non fare niente, nessun movimento. Quel maledetto bisogno, di non perdere il contatto con quella donna.
Sentiva la mano di Arizona tremare leggermente. Aumentò anche lei la presa. Sentì la bionda, intrecciare le dita con le sue. E ancora, non fece niente, non si staccava, non si allontanava. Se ne stava ferma, quasi ad aspettare impazientemente, di essere investita da quel treno, che le stava correndo addosso.
Sentì l'altra  avvicinarsi di qualche passo, poi due, poi tre. Quella mano che non accennava a staccarsi, quel corpo ad un millimetro dal suo, quegli occhi che quasi l'abbagliavano. E lei non accennava a spostarsi.
Era bloccata. Lo stomaco cominciò a tremarle, sentì il respiro mancare, la forza e la volontà per potersi staccare che erano sempre più deboli.
Tornò a guardarla. La bellezza senza fine di Arizona, i suoi occhi immensi, quel sorriso che le si stava accennando sul suo splendido viso, quella bellissima donna a pochi millimetri da lei, che le si stava avvicinando ancora di più, le fecero quasi perdere il contatto con la realtà.
Non capiva. Non riusciva a capire, perchè se ne stava ferma, a non fare niente, con la mano di quella donna, stretta nella sua. Non riusciva a capire, perche stava lasciando che quella donna, si avvicinasse così tanto a lei.
 Non riusciva a capire, perchè quella donna, le stava facendo tremare lo stomaco, bloccare il respiro, accelerare i battiti del cuore.
Era un medico, fisiologicamente, sapeva darsi una spiegazione di quello che stava succedendo al suo corpo. Ma non riusciva a capire, come mai quella donna, avesse quel potere di farle tutto ciò.
La sua mente era bloccata. Il suo corpo si era staccato dal suo cervello. Il suo corpo, stava reagendo alla vicinanza di quella donna, come non avrebbe dovuto.
Lo stomaco, il cuore, il respiro. Non riusciva più a controllarli. Le sue gambe, non riusciva a comandarle.
Semplicemente, non riusciva a staccarsi da quella donna.
Arizona tremava, si avvicinava esitando. Un passo, due. Si era bloccata a guardarla. Poi un altro passo. Era la distanza giusta per poggiare l'altra sua mano, sul fianco della bellissima donna che semplicemente stando ferma, di fronte a lei a non fare niente, le stava facendo perdere il controllo.
Era la sua bellezza, erano quei suoi occhi grandi, era quel suo sguardo penetrante, quel corpo perfetto a farle perdere il controllo.
Erano state le sue mani calde, delicate, sulla sua pelle nuda, a farle perdere il controllo.
Con qualsiasi altra donna, in qualsiasi altra situazione, Arizona Robbins, non avrebbe mai perso il controllo.
Ma Callie Torres, ci era sempre riuscita. Nel bene e nel male.
 Ma mai in quel modo. Mai avrebbe pensato, che Callie Torres, riuscisse a farle perdere il controllo in quel modo. A farle quell'effetto incontrollabile.
Ci era completamente dentro. Tremava, esitava. Ma voleva quel contatto con lei. Lo desiderava.
Non riusciva a controllare il suo corpo. Non riusciva ad imporsi di fermarsi.
Era ormai troppo vicina. L'altra, non stava ancora mollando la presa. Non si era spostata. Non si era mossa. Non si era allontanata.
Ma non riusciva a capire come mai la stava aspettando. A Callie Torres le donne non piacevano.
Ma era ormai lì, il cervello sconnesso, che non riusciva a darle delle risposte.
Non riusciva a pensare. Voleva solo agire. Finchè l'altra non l'avesse fermata.
Non la stava fermando. Era immobile, ma non aveva allentato la presa, non si era scostata dalla sua mano poggiata sul suo fianco.
Continuò ad avvicinarsi. Altro passo. Erano irrimediabilmente vicine.
Arizona accennò appena un sorriso. Un sorriso dolce. Uno dei sorrisi più belli, che avesse mai rivolto a qualcuno. Quel sorriso, quasi a voler rassicurare l'altra.
Callie, era bloccata a guardarla, i suoi occhi immersi in quel sorriso, i suoi sensi immersi nel profumo di quella donna, nel suo respiro che cominciava a sentire addosso.
Stava per essere investita. Non si sarebbe spostata.
Erano sole, vicine, in una piccola stanza in penombra. In un momento in cui l'attrazione stava superando l'odio irrefrenabile che ognuna provava nei confronti dell'altra. O era l'attrazione ad essere irrefrenabile in quel momento. Era quella perfezione, che ognuna leggeva nell'altra, ad attrarle in quel modo.
Ci erano in mezzo e  nessuna sapeva cosa aspettarsi dall'altra.
Odio, Attrazione.
Esitazione, Confusione.
 Perfezione.
Aleggiava tutto quanto in quell'aria ormai elettrica.
In quel silenzio condiviso.
Il suono improvviso di un cercarpersone, in un attimo riempì quel momento quasi magico. Invase con prepotenza quel campo magnetico, ruppe quell'elettricità.
Quel suono, inaspettato e, forse non voluto, le fece sobbalzare, entrambe, nello stesso momento. Le fece allontanare insieme.
Si staccarono, velocemente, l'una dall'altra, come colpite da una scarica elettrica.
 Si scambiarono uno sguardo incerto, veloce, carico di confusione ed imbarazzo.
Erano ormai lontane. E non solo fisicamente. Non si scambiarono nessuna parola.
La mora, abbassò velocemente il suo sguardo sul cercapersone, poi, altri due, tre passi indietro, fu vicina alla porta. Cercò avidamente la maniglia, la aprì e in un attimo fu fuori.
Arizona, era rimasta ad osservarla fuggire via. Era rimasta in silenzio. Immobile, sola in quella stanza che ormai le sembrava più vuota del solito.
 
- Ehi Torres, hai sentito della festa di stasera a casa Shepherd?
Udì il suono di quella voce, ma non fece caso alle parole. I suoi pensieri erano fermi a quella mattina.
Era pomeriggio inoltrato, si stava godendo la sua prima pausa di quel giorno. Era stata bloccata al pronto soccorso e poi in sala operatoria per tutto il tempo. Non aveva più pensato a lei ed Arizona, così vicine in quella stanza.
Ma ora era sola, seduta al bar, con un bicchiere di thè in mano e  il solo pensiero che le affollava la mente, era lei. Non riusciva a non pensare ad Arizona. Ai suoi occhi, al suo sorriso, al suo corpo così vicino.
Il tocco, non proprio leggero di una mano, che le stava scuotendo il braccio, la fece ritornare alla realtà.
- Callie? Ci sei? Da mezz'ora che ti parlo e ancora non mi hai degnata di uno sguardo-
Si girò in direzione della voce, incrociò l'espressione confusa di Addison che la guardava stranita.
Le abbozzò un sorriso incerto, prima di risponderle.
- Ehi, scusa. Cosa mi stavi dicendo?-
- Torres, sicura che vada tutto bene? Sei strana. Molto. E stai bevendo the.-
-  Si, va tutto bene. Sono solo stanca.-
-  Non ti credo. Callie, stai bevendo the. Tu lo odi il the. Lo prendi solo quando sei nei casini e vorresti un caffè, ma non lo prendi perchè ti agiterebbe ancora di più.-
- Mi andava il the.-
- Mi vuoi prendere in giro? Ma davvero? Dopo tutti questi anni, Torres?. Non dimenticarti che ti conosco. Sono la tua migliore amica, ci sarà un motivo.-
Ignorando il piccolo monologo dell'amica, Callie cercò di evitare le sue domande, dirottando la loro conversazione su un argomento più innocuo.
- Ho sentito che hai nominato, una festa. Non ne so niente.-
Continuava a sorseggiare il suo the, nascondendo il suo volto nel bicchiere, eludendo lo sguardo della rossa.
- Stai bypassando l'argomento. Sei strana. Stai cercando di evitare il mio sguardo. Non ti interessa niente della festa, Torres.-
- Allora? Che dicevi della festa?-  Sbuffando, continuò ad evitare l'argomento.
- Hanno organizzato una festa a casa di Derek, ci saranno tutti gli strutturati. Si festeggia la promozione di Owen, e dobb...-
- Mi sono quasi fatta investire da un treno. Ero ferma e, semplicemente, aspettavo che mi finisse addosso.-
- Callie? Sei impazzita? Non prendi il treno per venire a lavoro.-
"Tutti gli strutturati", la mente della mora, si era fermata a quelle parole. Non aveva ascoltato oltre. La sua mente ritornò in un attimo a lei.
Arizona. Ferma in piedi ad un passo da lei.
Arizona. La sua mano intrecciata nella sua.
Arizona. Il suo sorriso che l'aveva abbagliata.
Arizona. Ci sarebbe stata anche lei.
- Non posso incontrarla. Ci sarà anche lei.-
- Callie, vorresti spiegarmi, per favore? Non riesco a seguirti. Stai blaterando.-
Si avvicinò alla mora, posando la sua mano sulla fronte dell'amica e continuò.
- Tesoro, hai la febbre? Ti senti bene?-
-No che non sto bene, Addison. Cioè si, mi sento bene. Non lo so.-
Aveva posato sul tavolo la bevanda, si era girata completamente verso l'amica, pronta a confidarsi con lei.
- Stavo bene, fino a questa mattina. Ora, ora non so più nemmeno chi sono, cosa voglio.-
- Callie, magari dovresti partire dall'inizio. Chi non vorresti incontrare alla festa?-
- Arizona.-
- La Robbins? O mio dio, avete litigato di nuovo?-
- Peggio. Eravamo sole, nella stanza del medico di guardia. Era caduta su quei cosi con le rotelle, la stavo visitando..-
- Finalmente, una volta in cui non avete litigato.-
- Lasciami finire,  Addison. Stavo per uscire, mi ha afferrato la mano. E mi guardava. Con quegli occhi. Poi mi ha sorriso. Ha intrecciato la sua mano nella mia. E sorrideva e si avvicinava e..-
- E vi siete baciate- La interruppe Addison, abbozzando un sorriso.
Riusciva a percepire la confusione dell'amica, la sua agitazione, ma non riusciva a trattenere quel sorriso.
Era una cosa che non si sarebbe mai aspettata, dato l'odio risaputo che aleggiava tra le due, ed era proprio per questo, che trovava quella situazione così strana e che la faceva sorridere.
Aveva imparato a conoscere il chirurgo pediatrico. Arizona le era simpatica, e la trovava una donna estremamente affascinante. Aveva quella bellezza, quel fascino, che riusciva ad ammaliare tutti.
Non le fu difficile,  capire come, anche la sua amica, fosse stata vittima del suo fascino.
Era risaputo da tutti, quando Arizona Robbins voleva qualcosa, riusciva sempre ad ottenerla.
- No, Addison. Non ci siamo baciate.- Si fermò per un attimo, come a dare spazio e a misurare le parole che stava per dire, subito dopo - Ma avrei voluto che lo facesse. Desideravo quel bacio, Addison. Ed è strano. Non so nemmeno io il perchè. Insomma, Addison. A me sono sempre piaciuti gli uomini. No ho mai guardato nessuna donna in quel modo. Ma quegli occhi, quel sorriso, mi fanno un effetto strano. E' lei che mi fa un effetto strano. Arizona, capisci?-
- Sei attratta da lei, Torres. E' semplice.-
- Non posso essere attratta da lei. L'ho sempre odiata. E' una donna accidenti.-
- E' una donna Callie. E quindi? Sei attratta anche dalle donne. Non c'è niente di male.-
- Ma lei?-
- Si dice che l'odio sia ad un passo dall'amore.-
- Ma smettila. Non è niente di tutto questo. Io sogno una famiglia, dei figli, un uomo al mio fianco.-
- Ma è arrivata lei, come un treno, ti ha investita con una velocità pazzesca. Arizona, una donna. Callie, non ti ho mai vista in questo stato, nemmeno per un uomo.-
- Sono solo confusa, Addison.-
- Lei ti piace, Callie. Lo devi ammettere a te stessa.-
- Non sono pronta, per questo, Addison. E' stato un abbaglio. Ne sono sicura.-
- Passo dal tuo reparto quando finisco il turno, andiamo insieme alla festa.
- Non credo sia un buona idea, Addison. Non sono pronta per incontrarla.-
- Torres? Lavorate nello stesso ospedale. Vi vedrete sicuramente.-
- Sono brava a nascondermi.-
- Ma non puoi fuggire dalla realtà.-
- Ma posso fuggire da lei.-
- Torres, sembri una bambina. La Robbins, ti ha mandata fuori di testa, accidenti.-
- Perchè ad un tratto, la trovo così talmente bella, Addison?
- Perchè finalmente, hai realizzato che ti piace, Callie.-
 
 
- Teddy! Meno male che ti ho trovata-
- Sono nel mio reparto, Arizona, ovvio che mi hai trovata.-
Si fermò per un attimo, a guardare l'amica che aveva un'espressione che molto raramente leggeva sul suo volto.
Panico.
- Arizona, che c'è? Sembri sconvolta.-
- Ho combinato uno dei miei casini.-
- Ci risiamo. Allora, chi è questa che non riesci a scrollarti di dosso? Ma non dicevi che la regola del sedurre e poi abbandonare subito dopo, funzionasse alla grande?-
Ignorando i tentativi dell'altra bionda, di interromperla, Teddy continuò a colpire scherzosamente l'amica.
- Guarda, che stavolta non fingerò di essere la tua fidanzata, come mi hai costretta a fare mesi fa.-
- Ehi, ti ho ripagata a buon prezzo per quel piccolissimo favore. Ti ho sostituita per due settimane al pronto soccorso.-
- Una. Arizona. Alla seconda, ti sei categoricamente rifiutata. Perciò, niente favori di questo genere stavolta. Allora, di chi si tratta?-
- Callie Torres.- Rispose secca.
Visibilmente preoccupata, la bionda con gli occhi verdi, prese subito parola.
- Non è possibile. Avete litigato di nuovo. E sei sconvolta. Se non ti conoscessi bene, direi che è agitazione, quello che leggo sul tuo volto.-
- Ho provato a baciarla.-
Alzò gli occhi, ed incontrò lo sguardo carico di stupore dell'altra.
- Eravamo sole, nella stanza del medico di guardia. Mi ha visitata perchè stamattina, sono caduta e..-
- Sei caduta? In ospedale?-
- Si. Ma non è questo il punto, Teddy. Ho provato a baciarla. Ero attratta da lei, da Callie, capisci?-
- Si, cioè no, Arizona. Tu la odi. Da sempre. E lei è etero, Arizona.-
- E' questo il punto, Teddy. A lei le donne non piacciono. Ma era lì, in piedi di fronte a me, così bella e ho perso il controllo. Improvvisamente ero attratta da lei. Avanzavo verso di lei e non riuscivo a fermarmi. Volevo baciarla. E lei stava ferma. Non faceva nulla, capisci?-
- Sinceramente? No, Arizona. Voi due mi confondete. Insomma, per cinque anni vi ho dovute sopportare perchè vi odiavate, non potevate stare per più di cinque minuti nello stesso posto.-
- La odio ancora, credo-
- Oh, tu non la odi. Per niente. Ho visto come le tratti le altre. Non ti agiti, non vai nel panico. Le scarichi, senza problemi. Guardati ora. Non fai altro che ripetermi quanto lei sia bella e che volevi baciarla.-
- E ora, perchè ridi, Teddy?-
- Perchè sei buffa, Arizona. Sei qui, ad arrovellarti per una donna. E non è da te. Callie Torres, ti piace sul serio, accidenti.-
- Oh, ma smettila. Mi attrae, come mi potrebbe attrarre qualsiasi altra donna, alta e mora. Ma lei non mi piace. Non in quel senso.-
 - E cos'è allora che ti preoccupa, Arizona?-
- Finalmente, siamo arrivate al punto. Devi aiutarmi ad evitarla.-
- Perchè? Lei non ti piace, in quel senso- si soffermò sulla frase appena citata dall'amica, rimarcandola sorridendo, quasi a prenderla in giro. Continuò subito dopo - E Callie è etero. Non corri pericolo.-
- Ho provato a baciarla, Teddy, una donna etero.-
- Non è la prima donna etero che seduci,Arizona.-
- Oh, puoi ascoltarmi senza dovermi interrompere ogni volta?. Non è una donna etero qualunque. E' Callie Torres.  Ci devo lavorare, insieme. Io la odio, noi ci odiamo, è così che deve andare tra noi.-
- Non ti seguo. Qual'è il problema? Mi sembra di aver capito che non vi siete baciate, no? Vi siete fermate, tutte e due.-
- Il cercapersone. Si è messo a suonare, ed è fuggita via.-
- Meglio così, allora. Ti ha risolto già lei il problema. Non volevi questo? E' la prima donna che fugge da te.-
- Smettila di scherzare, Teddy. Il problema, è che mi sono dimostrata debole, proprio con lei.-
- Ti piace, lo hai appena ammesso.-
- Ok, ok. Mi piace, accidenti. Callie Torres, mi piace. Ed è questo che non deve mai venire a sapere.-
- Sbaglio, o stamattina, glielo hai appena dimostrato?-
- Ho proprio combinato un bel casino, Teddy.-
- Cosa hai intenzione di fare?-
- Devo evitarla. Insomma, non sarà facile lavorare con lei. Non lo è mai stato, per via dell'odio. Ma almeno non c'era imbarazzo.-
- E non puoi rischiare di innamorarti proprio di lei, Arizona. A Callie piacciono gli uomini.-
- Io non mi innamoro, Teddy. Ci sarà un motivo, se mi chiamano la gelida rubacuori.-
Si era appena girata per andare via, non vide lo sguardo perplesso e del tutto scettico che l'amica le rivolse, a quell'affermazione.
E questo la diceva lunga. Molto.
 
Tintinnio di bicchieri, risate e voci sparse qua e la, stavano caratterizzando quella serata tra medici del Seattle Grace, per festeggiare la promozione a capo di chirurgia di Owen Hunt.
C'erano proprio tutti, o quasi.
- Torres, sei più affascinante del solito, questa sera!-
La voce seducente di Mark,  la fece voltare di scatto. Era in piedi, in un angolo della stanza con un bicchiere in mano e lo sguardo perso nel vuoto.
Indossava un vestito a tubino, nero, appena sopra al ginocchio, che la fasciava perfettamente. Due tacchi a spillo che la rendevano ancora più alta e slanciata, e una scollatura generosa.
Era così affascinante, che sarebbe stato impossibile non notarla.
Eppure, sembrava non accorgersi dell'effetto che scatenava su metà degli invitati.
Era distratta, tutto ciò che riusciva a fare era starsene in un angolo, a mandare giù bicchierini di alcol con una velocità tale da non riuscire nemmeno a sentirne il sapore.
- Ciao, Mark.-
- Ehi, sta attenta con quella roba.- Le rispose indicando con gli occhi il bicchiere che la mora aveva in mano.
- Tranquillo. Lo reggo bene.-
- Certo, come quella volta in cui hai lanciato il reggiseno sul divano.- Rispose ammiccandole sorridendo.
- Smettila, li avevo davvero esagerato. E stasera mi serve, l'alcol. Mi serve più che mai.-
- Giornata pesante?-
- Più o meno.-
- Secondo me, ti serve un bel ballo.-
Le si era avvicinato ancora di più, cingendole con una mano il fianco destro, e con l'altra cercò di sfilarle il bicchiere di mano.
Callie, indietreggiò appena.
- No, Mark, non ne ho proprio voglia, stasera. Il mio programma per la serata, è quello di starmene qui, in un angolo a bere.-
- Torres, vestita in questo modo, non crederai davvero di potertene restare davvero tutto il tempo in un angolo.  E non puoi rifiutare un ballo con me. C'è la fila di là che aspetta di ballare con me. -
- E allora, faresti meglio ad andare da loro, non voglio farti perdere tempo.-
- Scherzi? Potrei mai lasciare un bocconcino del genere?-
Le sorrise suadente, strappando un sorriso anche alla mora.
Sorriso che svanì all'istante, non appena i suoi occhi si posarono sulla donna che aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza.
La sua bellezza, riuscì ancora una volta a bloccarle il respiro.
Era straordinariamente bella, nel suo vestito azzurro che le risaltava quegli occhi fuori dall'ordinario. La vide salutare gli altri colleghi e sorridere e quelle fossette che le si formarono sul viso, le fecero letteralmente far tremare lo stomaco.
Aveva dei tacchi vertiginosi, e quei capelli mossi, legati fermati appena di lato, che le stavano perfettamente.
Arizona era dannatamente bella. Lo era così tanto, da togliere il fiato.
Continuava ad osservarla, ignorando lo sguardo perplesso di Mark su di lei.
- Torres, sembra che tu abbia appena visto un fantasma.-
Realizzò in quell'istante, di avere le mani dell'uomo ancora piazzate su di lei. Cercò di indietreggiare ancora di qualche passo.
Si voltò nuovamente verso quella donna, che era dall'altro lato della stanza a parlare e sorridere con gli atri colleghi. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
- Torres, ti sei incantata. Appena è entrata. Ti sei incantata a guardarla.-
- Smettila, Mark. Stavo solo guardando per vedere chi fosse arrivato.-
- Torres sono un espero in questo campo. Te la stavi divorando con gli occhi. Avevo ragione qualche giorno fà. Non sbaglio mai su queste cose.-
L'espressione e il tono convinto del bel collega, strapparono un sorriso alla bella mora.
Arizona, non l'aveva ancora notata.
Ma improvvisamente, avvertendo quella strana sensazione di dover guardare dall'altro lato della stanza, si voltò in direzione della mora.
La vide. Rimase per un attimo senza fiato. Callie era bellissima.
 Ma era con Mark.
Notò subito le mani dell'uomo addosso ai suoi fianchi. Vide Callie accennargli un sorriso.
Sentì la gelosia salirle e colpirla in pieno stomaco.
La fissava parlare e sorridere con quell'uomo. Divorata dalla gelosia, serrò la mascella e cominciò ad  a deglutire a vuoto.
All'improvviso, si paralizzò. La saliva che stava per mandare giù, le si bloccò in piena gola.
I suoi occhi, si ritrovarono in un attimo in quelli nocciola della mora.
 Si era voltata anche lei nella direzione della bionda. Di nuovo.
Incrociò il suo sguardo, i suoi occhi e sentì il proprio cuore mancare un battito.
Era perfetta. Era la perfezione così evidente di quella donna, ad attrarla in quel modo.
Vide la bionda accennarle appena un sorriso, poi la vide sparire verso il bancone delle bevande.
Si allontanò da Mark, raggiungendo la porta d'ingresso secondaria che dava sul giardino.
Aveva bisogno di aria.  Si portò davanti agli occhi, la mano sinistra.  Quella mano che Arizona le aveva stretto quella mattina, che aveva intrecciato alla sua. Chiuse gli occhi, il vento leggero le scompigliò i capelli, le accarezzò il volto.  L'immagine di Arizona entrò prepotente nella sua mente.
No. Non era possibile che stesse reagendo in quel modo. Che quella donna la mandasse in confusione.
Restò ancora fuori un altro pò per godere di quella brezza leggera.  Ma in un attimo i pensieri tornarono ad affollarle la mente. Pensieri di lei ed Arizona. Decise di rientrare. Aveva bisogno di un altro pò di alcol.
Appena varcò la soglia, i suoi occhi la trovarono immediatamente.
Non era sola.  Era seduta sul divano a bere in compagnia di una donna. Le ci volle qualche secondo per mettere  a fuoco chi fosse. Era una degli strutturati di chirurgia generale.  Una donna affascinante, magra e mora che stava spudoratamente flirtando con Arizona.
Vedeva la bionda ridere alle sue battute, non la vide scostarsi dalla mano dell'altra che si poggiò sulla sua gamba ad altezza del ginocchio. Parlavano e ridevano e, la mora, non accennava a staccare le sua mano dalla gamba di Arizona.
Provò gelosia, forse anche delusione. In fondo, c'era da aspettarselo da una come Arizona.
Si avvicinò in tutta fretta al tavolo degli alcolici.
Si stava versando della tequila nel bicchiere. Una voce che pronunciava il suo nome, la fece voltare di scatto. Lo avrebbe sempre riconosciuto, il modo in cui quella donna pronunciava il suo nome.
- Calliope-
- Arizona-
Si guardarono con imbarazzo. Fu nuovamente la bionda a parlare per prima.
- Tutto ok? Non starai esagerando?-
-  Non sono affari tuoi, mi sembra. Eri impegnata o sbaglio?-
Ad Arizona, non sfuggì il tono duro della mora.
- Cosa vorresti dire, Calliope?-
- Senti, biondina. Non azzardarti a chiamarmi in quel modo. Non lo sopporto.-
- Sei ubriaca, Callie-
- Oh, non così tanto da non notare come stavi flirtando con quella lì.-
- Non c'è niente che mi impedisce di farlo.-
Erano a pochi centimetri di distanza, l'una di fronte all'altra.
- Già. Tipico di te. Sei rimasta la stronza che eri dieci anni fa-
La guardò dritta negli occhi, con uno sguardo che non celava per niente la delusione e il disprezzo che stava provando in quel momento.
Si girò dandole la schiena. Voleva allontanarsi al più presto da quella donna.
- Callie..-
La voce di Arizona le giunse da dietro. La bloccò per un braccio.
- Callie, aspetta un attimo.-
- Arizona, per quanto mi riguarda, non abbiamo più niente da dirci.-
Si strattonò con forza dalla presa dell'altra. Sparì dietro la porta di ingresso, lasciando alle spalle Arizona, rimasta lì ferma ad osservarla andare via.
  
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