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Autore: SilverKiria    12/04/2014    3 recensioni
Ma James non si mise a ridere né fece battute di spirito. Gli indicò una sedia e si accomodò accanto a lui. Chiunque li avesse visti ora sarebbe svenuto dalla sorpresa. I due migliori nemici seduti uno di fronte all’altro, in silenzio, senza risate o offese.
«Ti ricordi quando ti ho detto che avevo molte ragioni per vincere questa partita?»
Il Serpeverde annuì, interessato.
«Beh, non era solo orgoglio Grifondoro e, ovvio, voglia di vedere quel tuo brutto ghigno scomparire» iniziò sorridendo e, suo malgrado, il biondo fece lo stesso.
«L’ho fatto per una promessa. Vedi, qualcuno di molto speciale ha messo qualcosa in questo boccino e, per prenderlo, avrei dovuto vincere. Sai perché?»
Scorpius non rispose ma iniziò a capire.
«I boccini hanno una memoria tattile. Teoricamente quindi avrebbe dovuto aprirsi al mio tocco, ma non l’ha fatto. Quindi…non sono stato io a prenderlo per primo.»
Una Partita di Quidditch. LA Partita di Quidditch.
E l'occasione giusta per un certo Serpeverde di fare la cosa giusta.
Di fare qualcosa per lei.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Molto più di una partita di Quidditch.



Che le partite di Quidditch fossero amate da tutto il corpo studentesco di Hogwarts lo si sapeva bene e altrettanto bene si sapeva quanto una sfida Serpeverde-Grifondoro aizzasse gli studenti e li facesse emozionare ancora prima della discesa verso il campo. In effetti, quando nel fine settimana era prevista la suddetta partita, lo spirito battagliero delle due Case risorgeva come un guerriero da tempo nascosto e animava ogni studente, predisponendolo a battute, scherzi e offese verso gli avversari.
Tutto ciò, ripeto, era perfettamente risaputo.
E se potete immaginare quanta energia vi fosse poco prima di questo fantastico match, allora provate a moltiplicarla per mille, anzi duemila…anche centomila va’. Perché? Perché quell’anno, quel 4 Aprile, non solo si disputava una partita tra le case rivali: si disputava  la partita.
Infatti Grifondoro e Serpeverde erano a pochissimi punti di distanza in classifica e quella, signori, sarebbe stata la vittoria decisiva che avrebbe portato gloria, fama e la Coppa di Quidditch nelle mani di uno dei due Capitani.
Ovviamente, non due capitani a caso.
I Capitani.
Sì, perché Scorpius Hyperion Malfoy e James Sirius Potter erano stati i due pilastri che per tutta la stagione avevano sorretto e animato la propria Casa.
Rivali fin dal primo giorno di scuola, si definivano, o meglio James li definiva, “migliori nemici”. Scorpius preferiva usare epiteti meno carini, ma sorvoliamo.
Ah, non guasta il fatto che fossero entrambi i cercatori della propria squadra.
Squadre che, dopo anni di formazione tattica e studio, avevano finalmente raggiunto l’equilibrio perfetto. Quello che, a sentire i rispettivi Capitani, avrebbe consegnato loro la Coppa.
E quando arrivarono le due di quel fatidico sabato pomeriggio, le tribune erano piene di striscioni, cori e chi più ne ha più ne metta a favore di una o l’altra squadra.
Oceani verde argento brillavano alla luce del sole, opponendosi agli enormi stendardi rosso dorati.
Quindi in definitiva quando James e Scorpius, insieme alla propria squadra, entrarono sul campo, le urla riempirono l’arena e caricarono ancora di più i cuori dei giocatori.
E finalmente Madama Chips fischiò, dando inizio alla partita!
 
 
I Grifondoro schieravano la squadra più forte degli ultimi anni, da quando Eric Baston, figlio dell’ultra famoso (e ultra fanatico come diceva sempre George Weasley) giocatore di Quidditch, si era diplomato.
Scorpius osservò le divise rosso-oro mentre si schieravano in campo.
Roxanne e Fred Jr Weasley osservavano i bolidi, pronti ad intercettarne uno appena possibile: a quanto sembrava i geni del padre avevano prevalso su quelli da cacciatrice della madre.
Kristen Bell, figlia di Katie Bell, un’altra ex-Grifondoro, sfilava veloce davanti ai cerchi. Esatto: per la prima volta da anni Grifondoro aveva un portiere femmina. E che portiere femmina! Kristen compensava la stazza non robusta con un’agilità e dei riflessi straordinari.
Alex e Mark Smith erano invece le due new entry della squadra: fratelli e migliori amici, erano tra i migliori cacciatori in circolazione. Se poi si pensa che fecero il provino per entrare in squadra solo dopo aver perso una scommessa, allora Scorpius riusciva benissimo a dare degli sfacciati fortunati ai suoi avversari.
Ah… poi c’era lei.
Molti dicevano che assomigliasse a sua madre mentre volava, ma Scorpius non ci credeva. Aveva visto Ginny Weasley durante la sua carriera alle Holyhead Harpies ed era pronto ad elencare tutti i modi in cui fossero differenti, se costretto.
Iniziando dall’atteggiamento: mentre Ginny agiva con grazia ed eleganza persino quando volava, lei era un vulcano in eruzione. Zigzava per il campo, compiva piroette e si muoveva senza apparente senso logico. Senso che, come sempre, veniva compreso solo quando quella maledetta pluffa entrava nei cerchi avversari. Già, Lily Luna Potter era un talento naturale. Quando volava sembrava fosse nata per quello: non aveva paura di nulla, si avvicinava così tanto al terreno da sfiorarlo con i piedi, salvo poi alzare la scopa e alzarsi fino a toccare il cielo. E, anche se a malincuore, Scorpius dovette ammettere che era davvero uno spettacolo unico.
«Già stanco Malfoy? Pensavo durassi di più!»
La voce canzonatoria e strafottente del suo “migliore nemico” – Dio quanto odiava quel nome! – lo riportò alla realtà.
James Sirius Potter era un ragazzo sul metro e ottanta, capelli perennemente scompigliati – I geni Potter non mentono – che facevano impazzire le ragazze. Il sorriso arrogante e gli occhi nocciola furbi ricordavano moltissimo il nonno da cui prendeva il nome.
Merlino quanto lo odiava.
Scorpius ghignò in risposta, spostando i capelli biondo cenere che il vento gli scompigliava sulla fronte.
«Affatto. Stavo solo pensando a quanto sarà bello toglierti quel sorrisetto impertinente dal volto.»
James lo sfidò con gli occhi, in quel muto gioco che ormai erano soliti fare.
«Già, immaginalo per bene, perché nella realtà non accadrà mai. Ho più di una buona ragione per batterti oggi e credimi, non mancherò di farlo!»
Scorpius gli sorrise sfacciato ancora una volta, prima di partire per un giro di ricognizione cercando con tutto sé stesso, anche se non l’avrebbe mai ammesso, di non farsi distrarre da quei maledetti capelli rosso rubino che ogni tanto vedeva in lontananza.
 
La partita durava già da quaranta minuti ed era in una posizione di stallo.
Grifondoro conduceva per centoquaranta a centotrenta ma Serpeverde avrebbe rimontato in pochi minuti, come del resto era successo per tutta la partita.
Scorpius urlava di tanto in tanto qualche consiglio ai propri giocatori e cercava quasi disperatamente quel maledetto boccino.
Una volta gli era parso di vederlo, salvo poi perderlo in un batter d’occhio.
Dovettero passare ancora dieci minuti prima che, con sua incredulità, la fatidica pallina gli passasse davanti.
E Scorpius finse di non vederlo, osservando con lo sguardo James dalla parte opposta del Campo.
Si pregustava già l’urlo di Nicole Jordan – la figlia del celeberrimo cronista – quando avrebbe urlato «Serpeverde vince la Coppa!».
Iniziò mentalmente a contare, pronto a scattare non appena fosse stato sicuro.
 
5…
 
«Weasley intercetta un bolide mandandolo contro Montague che riesce a salvarsi per miracolo!»
 
4…
 
«Kristen Bell para una difficilissima pluffa lanciata da Zabini, mentre Lily riparte palla in mano e si dirige verso i cerchi avversari.»
 
3…
 
«Lily passa a Alex Smith che si scontra con Goyle ma riesce a ritornare sulla scopa senza problemi.»
 
2…
 
«Accidenti! Un passaggio tra i due fratelli Smith viene intercettato da Angelica Nott che veloce come una scheggia affronta i bolidi lanciati da Fred. Uno l’ha colpita! Ma hey, nulla di grave: l’ha appena sfiorata e anche se ha perso la pluffa la situazione non sembra grave.»
 
1…
 
«Lily Potter recupera e sfila senza difficoltà in mezzo alla marea Serpeverde, si avvicina agli anelli, sta per lanciare e…»
 
Scorpius partì verso il boccino con una velocità inaudita. Ci vollero pochissimi secondi e alcune piroette, ma finalmente sentì il boccino cozzare contro le sue mani. Eccolo, stava per arrivare.
L’urlo dei Serpeverde, le dimostranze dei Grifondoro.
Oh, il volto di James, quanto gli sarebbe piaciuto!
Però…
Però la Jordan non aveva ancora detto nulla.
Anzi, nessuno aveva parlato.
Cosa succedeva?
Scorpius si girò e vide i giocatori in campo immobili, ammutoliti.
…E una chioma rosso rubino a terra.
«Il bolide di Morrow ha beccato Lily in pieno petto. La professoressa McGranitt prega tutti di ritornare nelle proprie Sale Comuni mentre Madama Chips entra in campo per soccorrere. Cavolo, credo sia svenuta. Ok ragazzi, tutti dentro senza fiatare.»
Le parole gli giungevano vaghe e indistinte.
All’improvviso il peso del boccino sembrò infinitamente più grande, tanto che fece una scelta che avrebbe ricordato per tutto il resto della sua vita.
Scorpius tornò a terra, boccino nascosto nella mano, e si avvicinò al campo dove erano rimasti solo James e la McGranitt per decidere cosa fare.
Il biondo non aveva mai visto il viso del Grifondoro tanto angosciato.
«Credo sia meglio così Potter. Ah, Malfoy. Venga con me, le spiegherò ciò che abbiamo pensato io e il Capitano di Grifondoro per la partita.»
Scorpius annuì e fece per seguirla ma prima, con un agile movimento, portò a termine il suo piano.
«Potter? Cos’hai sotto il Mantello? Sembra che qualcuno ci stia ballando la samba!»
James si tastò la divisa un paio di volte prima di ritrovarsi in mano il Boccino.
La McGranitt lo fissò allibita, prima di sorridere estasiata.
Avvicinò la bacchetta alla gola e, dopo aver pronunciato “Sonorus”, si rivolse alle tribune:
«ATTENZIONE A TUTTI! SEMBRA CHE, SEPPUR INAVVERTITAMENTE, JAMES POTTER ABBIA CATTURATO IL BOCCINO PRIMA DELL’INTERRUZIONE DELLA PARTITA… GRIFONDORO VINCE LA COPPA DI QUIDDITCH!»
Le urla, ora, Scorpius le sentiva.
I ruggiti dei Grifondoro inondarono il campo e perfino James accennò un sorriso, mentre fissava meditabondo il boccino.
Il Serpeverde si chiese a cosa stesse pensando, prima di vederlo uscire dagli spalti, diretto in infermeria.
 
Erano le undici passate e Scorpius guardò un secondo ancora i corridoi, prima di avvicinarsi alla porta.
Merlino, chi me lo fa fare?
Aprì piano ed entrò senza far rumore.
Sono proprio impazzito. Mi sa che quel bolide ha colpito me, non lei!
Si guardò attorno, prima di individuare il suo letto.
Ora me ne vado. Giuro che me ne vado.
Però non se ne andò. Non dopo aver visto i capelli che ricadevano sul cuscino soffice. Gli occhi socchiusi e il corpo pallido coperto solo da una maglia enorme – probabilmente di uno dei fratelli – che le fasciava le timide curve. Non dopo aver notato le piccole efelidi sulle guance, il neo sotto l’orecchio e dannazione, dannazione quanto era bella illuminata dalla luce della luna.
«Ben arrivato. Sapevo ti saresti fatto vivo.»
Ci mancò poco che il biondo avesse un infarto quando, da uno degli altri letti, si alzò James Sirius Potter.
Giocherellava ancora con quel boccino, mentre lo fissava curioso.
«Io… io volevo solo vedere come stava.»
Che cosa stupida da dire. Ovvio che volevo vedere come stava, sennò non sarei qui! Devo proprio essere impazzito!
Ma James non si mise a ridere né fece battute di spirito. Gli indicò una sedia e si accomodò accanto a lui. Chiunque li avesse visti ora sarebbe svenuto dalla sorpresa. I due migliori nemici seduti uno di fronte all’altro, in silenzio, senza risate o offese.
«Ti ricordi quando ti ho detto che avevo molte ragioni per vincere questa partita?»
Il Serpeverde annuì, interessato.
«Beh, non era solo orgoglio Grifondoro e, ovvio, voglia di vedere quel tuo brutto ghigno scomparire» iniziò sorridendo e, suo malgrado, il biondo fece lo stesso.
«L’ho fatto per una promessa. Vedi, qualcuno di molto speciale ha messo qualcosa in questo boccino e, per prenderlo, avrei dovuto vincere. Sai perché?»
Scorpius non rispose ma iniziò a capire.
«I boccini hanno una memoria tattile. Teoricamente quindi avrebbe dovuto aprirsi al mio tocco, ma non l’ha fatto. Quindi…non sono stato io a prenderlo per primo.»
Scorpius distolse lo sguardo, pieno di… cosa?
Vergogna? Paura? Non lo sapeva nemmeno lui.
Però James non aggiunse altro. Gli prese la mano e ci depositò il boccino che, immediatamente, si schiuse, lasciando intravedere un foglio ripiegato.
Il Grifondoro sorrise sornione, si alzò e, prima di uscire, gli disse solo poche parole:
«Grazie. Non lo dirò a nessuno, mai. Scorpius…»
Il ragazzo si voltò, vedendolo sorridere sincero:
«Abbi cura di lei.»
James Potter uscì dall’infermeria, lasciandolo solo con i suoi dubbi e i suoi sentimenti contrastanti.
Sentimenti che se ne andarono solo quando sentì una voce sussurrare divertita:
«Credevo non saresti mai venuto Malfoy. Allora le pluffe ce le hai anche tu.»
Scorpius si avvicinò a quegli occhi color del cioccolato fuso e sorrise sornione.
«Che ne sai tu delle mie pluffe eh? Non sapevo ne fossi così interessata!»
Lily arrossì e gli diede un pugno sulla spalla, divertita.
«Che scemo che sei!»
«Già. Devo esserlo sul serio, dopotutto sono qui.» sussurrò Malfoy, evitando il suo sguardo.
Lily gli afferrò il volto e fece in modo che la guardasse negli occhi.
«Beh, allora ringrazio che tu lo sia. Sono… felice che tu sia qui. Davvero.»
Quella notte nessuno dei due dormì: parlarono, risero, si avvicinarono e si allontanarono. Rivelarono sentimenti e segreti che per troppo tempo erano rimasti dentro di loro.
E quando la luce dell’alba li illuminò, l’unico segreto era rimasto quello del boccino.
Segreto che entrambi avrebbero custodito avidamente.
Segreto che li unì nel profondo.
Da quel giorno Lily e Scorpius amarono il Quidditch ancora di più e mentre lui guardava il sole sorgere illuminandole i capelli, non provò rimpianto per la scelta che aveva fatto.
Quel giorno Scorpius Malfoy vinse molto di più di una Coppa di Quidditch.

 


In questi giorni ho un bisogno quasi patologico di Scorlily. Non chiedemi perché. E quindi ecco questa cosa, nata dopo una nottata di febbre e deliri XD Spero vi piaccia e vi invito caldamente a commentare ^-^ Un bacione! Ps: per chiarire la questione boccino voglio spiegarvi il meccanismo che può non risultare immediato a chi non ha letto i libri o comunque non si ricorda XD Ho immaginato che una ragazza avesse incantato il boccino affinché si aprisse rivelando un biglietto. I boccini hanno una memoria tattile e non vengono toccati fin alla partita in cui vengono usati. Dunque, l primo a prenderlo sarebbe stato in grado di aprirlo: ecco perché James doveva vincere. E dato che non si è aperto, ha capito che in realtà era stato Scorpius a prenderlo per primo. Aggiungeteci che è andato a trovare Lily e per James non è stato così difficile capire ciò che provava per la sua sorellina :) Spero sia abbastanza chiaro ;)
  
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