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Autore: myskinnylove    13/04/2014    9 recensioni
If you remember me, then i don't care if everyone else forgets.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Broken Arrow

«Buona serata Dig.» Felicity abbracciò velocemente l’uomo di fronte alla sua scrivania.
«Anche a te Felicity.» sorrise  per poi andarsene via.
Oliver era alle prese con il cellulare, così salutò Diggle con un cenno di mano prima che lui entrasse nell'ascensore.
Felicity quella sera era più stanca del solito e alla Queen C. c’erano solo loro due, si stava massaggiando il collo quando Oliver uscì dal suo ufficio.
«Felicity,» la richiamò.
Sobbalzò nel sentire la sua voce « Si!?»
«Ho ricevuto una chiamata da Sebastian Blood, vuole parlarmi.» disse con tono serio.
«Va bene, andiamo. Incominciavo a stancarmi di mettere in ordine la scrivania, in questo ultimo periodo non faccio altro, mi sto trasformando in una vera segretaria.» continuò a parlare mentre raccoglieva le sue cose ma la mano di Oliver la fermò.
«Tu mi aspetti qui, non ci metterò molto.»
Oliver salì fino al tetto della QC. Felicity si insospettì del luogo di incontro, così accese il suo tablet e aprì il programma per osservare le telecamere di tutti i palazzi accanto alla QC.
Sapeva bene che Oliver era prudente e che Sebastian Blood non era un tipo per niente affidabile. Continuò ad osservare le telecamere, la conversazione sembrava calma.
Poi però notò un scintillio nel palazzo accanto, ingrandì e vide un uomo armato con una qualche spaventosa arma.
La paura prese il sopravvento, non sapeva cosa fare.
Salì tutte le scale e quando si ritrovò di fronte alla porta che portava al tetto la aprì con tutta la delicatezza possibile senza fare rumore. Oliver era di fronte a Blood e stavano parlando di chissà cosa. Forse era troppo concentrato per accorgersi che lei sgattaiolava alle sue spalle.
Si avvicinò raddrizzandosi completamente, e fu in quel momento che un proiettile le se conficcò all'altezza dell’addome.
Non riuscì a parlare, le mancava il fiato, voleva solo dire a Oliver di scappare. Appoggiò la mano nella chiazza di sangue che man mano si allargava, il dolore era talmente forte che le sembrava di non sentirlo.
Oliver si voltò e fu come se il mondo gli stesse crollando addosso, vedere Felicity per terra era il suo incubo peggiore. Corse da lei e si inginocchiò tirandole su la testa «Felicity, mi senti?» con una mano premeva sua ferita cercando di bloccare l'emorragia.
«Oliver…io..» borbottò fievolmente, mentre le forze l’abbandonavano.
«Felicity resta con me, andrà tutto bene.» Prese in braccio la ragazza e la portò in macchina, salì alla guida e sfrecciò al covo.
Tutto quello che era sul tavolo fu scaraventato per terra da Oliver per far sdraiare Felicity.
Con le forbici tagliò il vestito fino a dove era necessario per curare la ferita.
Era davvero grave.
Felicity era ancora cosciente. Sentiva le lacrime che le scorrevano giù lungo le guance per poi finire sui capelli. «Oliver perdonami.» riuscì a dire.
«Non devo perdonarti niente» accarezzò i suoi capelli, spostando una ciocca dalla sua fronte «Devi solo promettermi che resterai forte, dobbiamo subito curare la ferita.»
Aprì la cassa dove teneva tutti i suoi rimedi che aveva portato dall'isola. Però prima doveva estrarre il proiettile.
Chiamò velocemente Diggle prima di iniziare.
Aveva lo sguardo pieno di paura di poter perdere Felicity, voleva solo vederla sana e salva per poi vendicarsi su Sebastian Blood e uccidere chi aveva premuto il grilletto.
La bionda incominciò ad agitarsi.
Oliver si precipitò e la bloccò. «Felicity!»
«Oliver, brucia da morire!» disse a denti stretti mentre cercava di non urlare. Oliver le teneva strette le braccia mentre lei si dimenava in preda al dolore. Non riuscì a trattenere un urlo. Sembrava che il dolore si stesse dilagando su tutto il suo corpo, fino alla testa che le sembrava andare in tilt. Sentiva che tutto il corpo stesse andando a fuoco, il dolore era insopportabile.
«Ti prego, fai qualcosa!» urlò.
Dig entrò e si precipitò accanto a Oliver, ma non c’era tempo per le spiegazioni. Prese il kit e sedò Felicity.
Medicarono la ferita esternamente molto rapidamente, poi dovettero girarla sul fianco per estrarre il proiettile.
Aprirono la ferita ma il proiettile sembrava troppo lontano per estrarlo ed era anche troppo pericoloso.
Nella mente di Oliver passarono a rassegna tutti i momenti di quella sera, mentre stava parlando con Blood sentì uno sparo silenzioso alle sue spalle, e proprio dietro di lui c’era Felicity che sembrava gli volesse dire qualcosa, poi il suo sguardo azzurrino si concentrò sul suo addome e in fine cadde a terra, mentre dentro Oliver scoppiava la paura più grande di perdere la sua Felicity.
«Oliver, c’è qualcosa che non va.» Dig lo richiamò preoccupato.
«Cosa c’è?» chiese.
«Penso che il proiettile sia ricoperto di un veleno che brucia i tessuti. Dobbiamo sbrigarci.»
Non rispose e guardò tra i suoi rimedi e prese un intruglio di erbe e lo spalmò sulla ferita per alleviale il dolore e disinfettarla dal veleno.
Praticarono un taglio e cercarono di nuovo di estrarre il proiettile che sembrava non voler essere trovato. Oliver era arrabbiato ma manteneva la calma per il bene di Felicity che sembrava immersa nel mondo dei sogni grazie ai sedativi.
Era davvero preoccupato, mentre Dig cercava di fare il suo meglio, lui non riusciva a concentrarsi. Prese la mano di Felicity e la strinse, per poi darle un leggero bacio. Sentiva il suo leggero respiro, studiava il suo viso, asciugò una lacrima che si era fermata sulla coda dell’occhio. Felicity si era presa un proiettile per salvarlo, l’ultimo che lo aveva fatto era stato suo padre anche in modo diverso.
«Oliver.» Dig lo richiamò, tra le pinze aveva il proiettile, non riuscì a non accennare un sorriso.
Tutto stava migliorando in quella lunga notte. Dig stava dormendo sulla poltrona dove solitamente sedeva Felicity, mentre Oliver non aveva chiuso occhio, continuava a guardare Felicity, la contemplava nel suo sonno profondo.
Sembrava accorgersi solo ora di quanto fosse straordinaria e forte quella piccola biondina che parlava con i computer.
Sorrise ripensando al suo modo di parlare, svelto e frivolo. Gli occhi sembravano volersi chiudersi per riposare un po’ così si addormentò, forse per una mezz'ora.
Dei movimenti lo risvegliarono bruscamente, Felicity sudava e faceva delle smorfie di dolore. Sul collo si vedevano i rilievi delle sue vene. Stava soffrendo terribilmente, era di nuovo cosciente.
«Felicity!» prese il suo viso tra le grandi mani come per proteggerla. Avrebbe voluto soffrire lui al suo posto.
«Oliver, brucia!» cercava di regolare il respiro. Le lacrime scendevano lungo le sue guance per poi infrangersi sui palmi di Oliver che si sentì impotente.
La pelle di Felicity sembrava prenderle fuoco, si affrettò a bagnare una pezza che posizionò sulla fronte.
Svegliò Diggle dicendo «Non lasciarla sola un secondo.»
«Non lo farò. Dove stai andando?»
Non rispose, si cambiò e prese l’arco.



«Blood.» urlò svegliando colui che poco tempo fa chiamava ‘amico’.
«Arrow.» sibilò,  quasi contento nel vederlo. «Mi dispiace per la biondina, non era lei il bersaglio.»
A grandi passi Arrow si avvicinò a lui, stringendo la sua mano sul suo collo «Cosa diavolo c’è su quel proiettile?» strinse la presa in attesa di una risposta.
«Tranquillo, nulla di mortale.» riuscì a dire. Arrow lasciò la presa. «Dimmi che cosa c’è!» urlò carico di rabbia.
«Wo, come mai ti scaldi tanto? E’ solo la tua segretaria, no?» Oliver non ci vide più per un secondo e gli diede un pugno in pieno viso.
Sebastian rise di gusto e questo non fece altro che aumentare la voglia di ucciderlo con le sue stesse mani «I proiettili sono stati ricoperti di un veleno che provoca dolori allucinanti.» disse trattenendo un sorriso.
«La biondina soffrirà così tanto che desidererà di morire anziché continuare a soffrire. Se sarà abbastanza forte da sopportare il dolore sopravviverà.»
Strinse i pugni, ripensando alle grida di dolore della sua Felicity.
«Mi dispiace per lei, quel proiettile doveva colpire te, mio caro Oliver.»
 «Dammi l’antidoto.»
«Non esiste nessun antidoto. Quel veleno serviva a farti soffrire e non a farti morire. Lei non morirà.»
Arrow con la velocità della luce estrasse una freccia e lo colpì ad una spalla, poi se ne andò.


Rientrò di corsa al covo, dove Dig cercava di fare qualcosa per Felicity che continuava a muoversi animatamente per il dolore.
«Oliver, che hai scoperto?»
«Non esiste nessun antidoto.» buttò l’arco sul tavolo, si tolse il cappuccio e si avvicinò a Felicity che tratteneva le grida, stringendo i bordi del tavolo. Prese la sua mano e la strinse, come per far passare tutto il dolore di lei su di lui, avrebbe voluto tanto risparmiarle quel dolore che sembrava riempire l’aria.
Il suo sguardo incontrò quello di Felicity, e per un secondo sentì qualcosa di strano nel suo cuore.
«Felicity.» accarezzo il suo viso con l’altra mano.
«Oliver…» borbottò mentre stringeva con tutta la forza che il dolore le dava la grande mano di Oliver. «Ti prego fallo smettere, non ce la faccio più.» disse con un filo di voce.
Chiuse gli occhi sapendo che non poteva fare niente per far smettere quel dolore che faceva soffrire così tanto Felicity.
La notte fu lunga e dolorosa per tutti e tre, fin quando il sole non fu alto nel cielo, Felicity riuscì a rimettersi, almeno in parte.
Oliver non l’aveva lasciata sola una attimo, stringeva ancora la sua mano quando lei aveva smesso di avere la febbre alta.
Dormiva profondamente, sembrava un angelo. A Oliver balenò l’idea di baciarla, era così perfetta, non l’aveva mai osservata per così tanto tempo.
Si svegliò come un fiorellino alle prime luci dell’alba. Aveva la vita fasciata, non si muoveva ma i suoi occhi erano aperti.
«Hey…» disse Oliver dolcemente, avvicinandosi al suo viso.
«Oliver.» sembrava sorpresa, aveva un mal di testa terribile. Cercò di alzarsi per capire cosa fosse successo ma una fitta di dolore le impedì qualsiasi movimento.
«Stai giù.» le ordinò. «Ti hanno sparato.»
«Merda.» rispose secca. «Devo aggiungerlo alle cose che pensavo non mi sarebbero mai successe.» sorrise debolmente.
«Ci hai fatto prendere uno spavento.»  Diggle si avvicinò sorridendo, felice nel vedere ancora la Felicity di sempre.
«Scusate.»  borbottò cercando di nuovo di alzarsi, questa volte però non venne fermata solo da Oliver ma anche da Diggle. «Avete preso qualche cattivo?» domandò sbuffando.
«No, se tu non ci sei siamo persi.» commentò Diggle.
«Così mi fai sentire potente, Dig.» sorrise.






 
Salve bellissime ragazze. Ecco la mia prima ff totalmente OLICITY!
Spero vi piaccia, ancora non ci sono molti momenti espliciti dei nostri amati però arriveranno presto.
Continuate a leggere e fatemi sapere cosa ne pensate, è davvero importante.
al prossimo capitolo.
love you all.
 
  
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