Storie
brevi, tanti battibecchi.
Capitolo
2.
Di fronte all’imperscrutabilità del principe dei
saiyan, lei non poteva che porsi lunghi interrogativi.
In ogni occasione Vegeta appariva
deciso e sicuro, forte delle sue scelte, pronto a sfidarla con
un’occhiata sdegnosa.
Ma chi era lui, per arrogarsi il permesso di essere così prepotente?
L’aveva visto molte volte
soffrire per sfidare se stesso in allenamenti massacranti
e non era mai soddisfatto, poichè si affliggeva
della propria incapacità di permearsi del potere
dell’oro.
Bulma rifiutava di accettare che
nessun sentimento gli abitasse il corpo, che lui non riuscisse ad
avvertire un palpito di fronte alla magia del crepuscolo, che pensasse
solo ad essere il più forte.
Toccava a lei, dunque, cambiare il
suo modo di vedere il mondo.
La scienziata vagò per
tutta la casa alla sua ricerca, fiera e pronta ad affrontarlo,
benché il cuore le sobbalzasse nel petto.
Lo trovò in cucina,
accaldato, in piedi di fronte al frigo spalancato, che beveva
d’un fiato una birra gelata.
Strabuzzò gli occhi, che
incosciente era.
“Vegeta! E'
pericoloso… potrebbe farti male.” senza
nessuna ostentazione di gratitudine egli si volse lentamente e, come
d’abitudine, incurvò le labbra in un ghigno tra
l’irritato e il beffardo.
“Niente può
farmi male! Dimentichi chi sono. Anche se la bevanda è molto
fredda, non mi provoca alcun fastidio.”
Bulma non rispose, non sapeva dire esattamente come o
quando, ma lo avrebbe smentito; senza inutili ruggiti gli diede le
spalle, accelerando il passo verso la propria stanza.
Trascorsero due giorni senza che
accadesse nulla d'importante, solo i soliti battibecchi avevano animato
le loro giornate, oltre ai pasti abbondanti che lui consumava tra un
allenamento e l’altro.
Quella sera, però, dopo
cena lei decise di uscire in giardino e lo vide: stava assolutamente
immobile a dorso nudo, non muoveva un muscolo a dispetto del vento
gelido che soffiava tormentoso.
Senza alcun dubbio era pazzo.
“Vegeta! E'
pericoloso… ti ammalerai, la temperatura
è molto rigida, mettiti un maglione!”
piazzò le mani sui fianchi e non poté fare a meno
di irritarsi, il suo impudente sorriso sardonico era insopportabile.
“Tsk,
ma cosa stai dicendo donna? Voi umani vi allarmate per
così poco, mi fate solo ridere… non sento alcun
freddo in corpo, non esiste alcun pericolo per
me…” Bulma lo studiò attentamente.
Forse dipendeva dalla mancanza di affetto, il suo non provare niente,
così di punto in bianco anziché ribattere gli
sorrise senza ottenere però l'effetto
sperato; emise un profondo sospiro, mentre lui scompariva
nell’ombra.
Altri giorni scivolarono via e come
al solito Vegeta si faceva vivo per lo più verso il
tramonto, tuttavia lei in quella sera era troppo affaccendata per
prestargli attenzione; parlando ad alta voce gli spiegò che
doveva arrangiarsi per la cena.
“Devo uscire, mi aspetta
una serata impegnativa: devo partecipare ad un galà,
incontrare gente importante.”
Questa cosa lo infastidì: chi poteva esserci più importante di lui? La guardò con attenzione da capo a piedi, con un’ aria mista di curiosità e sospetto: l’abito di seta rossa che indossava aderiva perfettamente alle forme seducenti del suo corpo e la generosa scollatura faceva risaltare la parte alta del seno.
Ad un tratto i pantaloni della tuta
del saiyan divennero troppo stretti, non potevano esserci dubbi: si era
eccitato.
“Nessuna ramanzina? Strano, beh ti saluto principe.” disse lei impettita e, muovendosi in avanti, azzardò una camminata troppo decisa; inciampando per colpa dei tacchi alti, cercò un appigliò e si ritrovò sorretta da forti braccia. Restò in silenzio: non era il momento adatto per lamentarsi.
“Stai attenta donna, sei un vero disastro!” mentre accentuò la stretta, il principe percepì uno strano calore. Capendo che era meglio non correre rischi, la liberò in fretta come se il suo corpo scottasse. Confuso arretrò poi di qualche passo spingendosi in un angolo.
“Sei impallidito Vegeta,
ti senti male?” si era immobilizzato. Dio del cielo, Bulma
era sicura che lui stesse tremando leggermente e non era solo una
sensazione; sorrise volgendo il capo,
non voleva che se ne accorgesse, ma si sentiva vittoriosa.
La mano del saiyan si chiuse spasmodicamente, i suoi occhi brillavano come stelle, il suo intero corpo vibrava di sorpresa.
Aveva provato un violento sobbalzo che sicuramente era ciò che i terrestri chiamavano brivido.
Dubitò per un attimo di
essersi ammalato, forse quella donna rompiscatole non aveva avuto torto
a rimproverarlo.
Reagendo con stizza le diede le
spalle, incapace di ammettere una tale debolezza, e si mosse in
direzione della Gravity room, chiudendosi nel suo enigmatico silenzio,
arrivando poi a un'unica amara
conclusione: alla fine il vero pericolo era proprio lei.
Fine.
Ciao raga ^^ sono in vacanza
lontano dal mio mare ç_ç…ma come
promesso eccomi a postare …
Un bacio a tutti quelli che hanno
recensito lo scorso capitolo e mi scuso di questi saluti molto
frettolosi, ma sono qui in un internet point e il tempo che ho a
disposizione è davvero poco.
A presto …con un altro
aggiornamento.
Ciao
LORIGETA ^^