Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
Segui la storia  |       
Autore: SellyLuna    13/04/2014    3 recensioni
L’amore è sempre stato un argomento decantato da cantastorie, da poeti, da cantanti. È sempre stato oggetto di molte riflessioni e discorsi, generazione dopo generazione. Ogni individuo si è dato una risposta diversa alla domanda più vecchia del mondo, ma sempre attuale e cioè “Che cos’è l’amore?”
Molti si sono illusi di aver trovato una risposta definitiva, altri sono ancora alla ricerca delle loro risposte.
Ma di una cosa si può essere certi, l’amore sarà sempre un argomento da cui attingere ispirazione, continuerà a far parlare di sé, per il resto dei secoli.
L’amore è il più grande mistero della vita.
♥ ♥ ♥
# 1 – Colpo di fulmine ( Kowalski/Doris )
# 2 - Gelosia ( Julien/Marlene; Skipper/Marlene )
# 3 - Tradimento ( Skipper/Marlene, Julien/Marlene; Skipper/Julien )
[ Questa raccolta partecipa alla challenge "Challenge in love" indetta da _Marlene_ sul forum di efp ]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Can you feel the love, tonight?
Autore: SellyLuna
Prompt: Gelosia
Fandom: I pinguini di Madagascar
Rating: verde
Avvertimenti: What if? Probabile OOC – messo sempre per sicurezza, tuttavia mi auguro sempre che quell ‘OOC – tanto o poco che sia – non sia troppo fastidioso. È forse chiedere troppo? :D 
Eventuali note dell’autore: Bene che dire? Finalmente vede la luce il secondo capitolo della raccolta. ^_^
C’ho messo un po’ di tempo, perché all’inizio pensavo di scrivere per un altro prompt, ma la fic che avevo scritto sforava troppo, per cui ho dovuto cambiare un po’ i programmi.
Così, ho deciso di ripiegare su un altro prompt. Ed eccomi qui con Gelosia. In realtà, prima di questa versione ne avevo scritta un’altra, ma non mi ispirava e così l’ho riscritto. Ed è uscito questo.
Avviso tutti i lettori che io non amo molto la SkiLene – almeno non nel contesto originario, ma posso accettarla in una AU human , sì lo so sono tutta strana. XD – spero possiate perdonarmi. C:
Quindi, non sono sicura di aver fatto un buon lavoro, nonostante l’impegno. ;) Inoltre, nella mia fic ci sono solo accenni della SkiLene e per giunta, il tutto è visto solamente dalla parte di Skipper. Marlene non ha avuto modo di confrontarsi con questa situazione e dire la sua, troppo presa com’è dal suo fidanzamento con Julien. ;)
Spero non vi disturbino anche gli accenni alla JuLene: io adoro questa coppia. :3
E bon, penso di aver detto tutto.
Se voleste lasciare un commento, mi fareste felice. ^_^ Non mordo mica! C:
Intanto vi auguro una buona lettura! ^_^

 
 
 

CAN YOU FEEL THE LOVE, TONIGHT? 
 
 
 

Gelosia
 
Era una giornata come tante altre. I pinguini si trovavano all’interno della loro base in un raro momento di pausa da missioni pericolose e lo stavano impiegando giocando a carte. Spesso, quando avevano voglia di passare del tempo insieme in maniera tranquilla, ricorrevano al mazzo di carte. Erano soliti variare i giochi e anche ad aggiungerci un po’ di pepe per rendere le partite più intriganti e adrenaliniche.
Quel pomeriggio di fine maggio, i quattro pinguini erano riuniti intorno al tavolo centrale nel vivo di una partita a carte. Stavano attendendo la mossa di Soldato, che iniziava a sentirsi a disagio troppo al centro dell’attenzione, e dalla fronte gli scivolarono delle gocce imperlate di sudore a causa della troppa concentrazione del momento.
La tensione venne smorzata quando irruppe nella stanza Marlene con il suo tipico:
<< Ehi, ragazzi! >>
Si era annunciata con tono particolarmente gioioso, come se non vedesse l’ora di condividere con qualcuno una bella novità. E da chi altri poteva andare se non dai suoi amici e vicini pinguini?
Tre paia di occhi si dirottarono sulla sua figura, nelle espressioni delle quali si potevano riconoscere genuina curiosità e una di severo rimprovero, mentre il quarto era intento a dare una sbirciatina alla mano del vicino.
Per quanto non gli dispiacesse che Marlene facesse loro visita, Skipper non poteva tollerare l’espansività e la nonchalance dell’amica lontra che l’autorizzava a varcare il perimetro ed entrare, così, nella tana. Quante altre volte doveva ripeterle che non era una cosa saggia, in quanto potevano trovarsi nel bel mezzo di una pianificazione di una missione top secret oppure durante la verifica delle funzionalità delle invenzioni di Kowalski, che puntualmente finivano per esplodere?
<< Ho, forse, interrotto qualcosa? >> chiese, quasi preoccupata, mentre otteneva anche l’attenzione di Rico.
Skipper stava per rendere noto il suo disappunto, ma Marlene lo precedette:
<< Sì, lo so. Non sarei dovuta entrare così. Hai ragione. >> sbuffò, irritata dalla paranoia dell’amico.
<< Come mai sei così entusiasta? >> s’intromise nella conversazione Soldato, curioso di sapere cosa rendesse felice la lontra.
<< Ho una bella notizia. >> disse Marlene sorridendo.
<< Fammi indovinare: c’è forse un nuovo arrivato allo zoo e tu vuoi organizzare una festa per dargli il benvenuto? E magari poi si scopre che è una spia mandata dal Dottor Blowhole? >> ipotizzò Skipper con tono annoiato.
Marlene scosse la testa, negando.
<< Allora vuoi dire che si terrà a New York il Congresso della Scienza? >> chiese, speranzoso, Kowalski, già immaginando di potersi intrufolare e seguirne gli accesi dibattiti.
Anche questa volta Marlene riuscì a negare, ma senza poter illustrare il reale motivo.
<< Allora, vuoi dire che lo zoo ha acquistato un Unicorno? Che bello! >>  gli occhi di Soldato brillarono dalla gioia, immaginando una tale situazione, mentre i suoi compagni gli lanciarono sguardi torvi, che non vennero notati dal giovane pinguino, troppo preso a fantasticare.
Marlene distrusse l’ennesima speranza.
<< Kaboom? >> si sentì in dovere di dire la sua anche Rico, sebbene si aspettasse un’ ulteriore  negazione da parte di Marlene.
Ed fu proprio quello che accadde. Nonostante fosse pronto a ricevere una risposta negativa alle sue aspettative, la delusione serpeggiò all’interno della sua pancia e si ritrovò a soffiare fuori un << Oh… >> dispiaciuto.
Marlene, tuttavia, non parve notare i frantumi dei sogni degli amici ai loro piedi e finalmente sganciò la notizia bomba:
<< Mi sono fidanzata! Non è fantastico? >>
La sua euforia non contagiò, come sperava, gli altri occupanti del quartier generale, che per lo più la guardavano allibiti e stralunati. L’unico che accennava ad un timido sorriso era Soldato, sempre avvezzo a simpatizzare con i sentimenti degli altri.
<< Tu cosa? >> esclamò Skipper, traducendo in parole la domanda che era stampata sui loro musi.
<< Perché ti sembra così strano, scusa? >> ribadì, offesa, Marlene.
<< Strano? Ma no, no. Non è strano. Solo… >> si difese Skipper, protendendo le pinne innanzi a sé << Solo che… >> non sapeva come continuare la frase. Buttò un occhio a Kowalski, inviandogli una muta richiesta d’aiuto.
<< Beh… Skipper non intendeva questo. È una novità, tutto qui. E, appunto perché è una novità inaspettata – oserei dire -, facciamo fatica a metabolizzarla. >> spiegò saggiamente Kowalski. Le sue parole riuscirono a calmare Marlene e lo scienziato riuscì a salvare il proprio leader da uno scomodo impiccio.
Skipper lanciò uno sguardo di ringraziamento all’inventore, senza farsi notare da Marlene.
<< E chi è il fortunato? >> volle sapere Soldato.
Marlene si attendeva la fatidica domanda, si era preparata in mille modi per dare la risposta, tuttavia entrò ugualmente in panico, per un millesimo di secondo.
Si calmò, chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro. Riaprì gli occhi e trovò ad osservarla quattro espressioni curiose e trepidanti.
<< Julien. >> il nome le uscì flebilmente dalle labbra, perché, più di tutte, paventava la reazione di Skipper: sapeva che non sarebbe stato un bello spettacolo.
I presenti ammutolirono. Calò un silenzio tombale, in cui non si sentiva nessun rumore, si faceva addirittura fatica a sentire i respiri che emettevano.
<< CHE COSA? Ho capito bene? >>
Skipper era shoccato, incredulo. Ma che accidenti era successo al mondo: com’era possibile che non si fosse accorto del cambiamento?
Faticava a credere a ciò che aveva appena udito.
<< Credo di sì. >> rispose, un po’ incerta, Marlene. << Io e Julien siamo fidanzati. >> rettificò, questa volta a voce alta e sicura, prevenendo scomode e future incomprensioni.
L’incredulità non aveva ancora lasciato il muso di Skipper, che non sapeva più come articolare il proprio pensiero. Come poteva convincere Marlene che stava facendo un errore madornale? E poi perché Julien? Come era possibile tutto ciò?
Il primo che si riprese dal momentaneo sconcerto fu Soldato che, gioviale, augurò felici congratulazioni all’ amica per il nuovo e saldo legame che si era formato.
Marlene accettò di buon grado gli auguri di Soldato. Ma prima di andarsene, osservò gli altri tre pinguini con un’aria un po’ confusa, come se si attendesse delle parole anche da parte loro.
Tuttavia, nessuno dei tre riuscì a formulare una frase di senso compiuto, ancora in balìa dello stupore, che annebbiava le loro menti.
Intervenne Soldato a rasserenare l’atmosfera.
<< Anche loro sono molto contenti per te, di questa bella notizia. >> le sorrise dolcemente il giovane pinguino.
Come poteva non credere alle sue parole se erano accompagnate da un sorriso così adorabile e dolce? Era riuscito a rassicurarla.
Dopo un ultimo e veloce saluto, Marlene uscì con un abile salto dalla base dei pinguini.
Soldato si lasciò scappare un sospiro sollevato; aveva avuto il timore che Marlene non gli credesse, che scoprisse la falsità delle sue parole. Si sentì un poco amareggiato; non gli piaceva mentire con gli amici, ma l’aveva fatto a fine di bene, altrimenti sarebbe scoppiata l’apocalisse.
Guardò i suoi compagni, che poco a poco si riprendevano dalla meraviglia e tornarono quelli di sempre.
<< Partita! Partita! >> esultò Rico, con la sua voce gracchiante.
 
Passarono i giorni e Skipper sembrava aver elaborato la notizia, addirittura talmente bene – secondo Soldato - che sembrava impossibile. Infatti, il giovane pinguino si trovava spesso ad osservare il proprio comandante, senza farsi notare, con sguardo preoccupato, come se si aspettasse che da lì a poco potesse scoppiare. Non aveva più fatto cenno della faccenda e secondo il soldato semplice non era affatto un buon segno.
Soldato aveva espresso le sue preoccupazioni a Kowalski, chiedendo un suo parere, ma lo scienziato non la vedeva nel suo stesso modo. Non credeva che ci fosse molto da preoccuparsi; era molto tranquillo e ottimista, sebbene ogni tanto anche lui accennasse nella direzione del capitano sguardi indagatori. Ma non ne faceva un dramma.
Soldato parve rincuorato dalle parole fiduciose dell’inventore e si allontanò più sereno. Tuttavia, non era pienamente d’accordo con Kowalski, ma seguì il suo consiglio, rimpicciolendo le sue prospettive negative e ostruendo le orecchie all’ascolto delle sue paure infondate.
Da parte propria, Skipper si era accorto dei sospetti dei suoi uomini e l’essere controllato e quasi esaminato come un esperimento malriuscito lo infastidirono.
Ma lasciò correre, chiuse un occhio, facendo finta di non aver notato il comportamento dei due pinguini nei suoi confronti, in particolare nei momenti in cui erano sicuri di non essere visti dal superiore.
Non riusciva a capire la loro reazione: che cosa si aspettavano che facesse per renderli così ansiosi e agitati?
Credevano che la notizia della relazione di Marlene potesse causargli davvero e seriamente delle ricadute, che potesse ostacolarlo nella sua condotta e nel suo raziocinio?
Lo credevano, davvero, messo così male, così sentimentale e condizionabile dai vari sentimenti?
Lui era il capitano della squadra, un robot d’acciaio, non si faceva piegare da niente e nessuno.
Doveva ammettere che la cosa un po’ lo pizzicasse; non era assolutamente d’accordo con la scelta di Marlene, ma in fondo si trattava della sua vita e, benché fossero amici, non aveva nessun diritto per intromettersi in una decisione così importante. E se lei ci teneva davvero a sprecarla con un tipo come Coda ad Anelli, che fosse libera di farlo.
Era certo che la lontra non sarebbe resistita a tutte le baggianate e le stramberie del lemure: non era conosciuta come un tipo paziente.
Probabilmente la loro storia non avrebbe lasciato il porto, sarebbe durata poco e tutto sarebbe tornato come sempre, come doveva essere. Bastava aspettare solo un po’ di tempo.
E Skipper non attendeva altro che il momento propizio per rinfacciare a Marlene il suo errore, a sbatterle sul muso quelle quattro parole che adorava pronunciare, quando se ne presentava l’occasione e non si tirava di certo indietro: << Te l’avevo detto! >>
Sorrise fiducioso e pago di aver ragione.
 
Nei giorni a seguire, Skipper dovette ricredersi, o almeno contrattare il suo pronostico, poiché Marlene, almeno fino a quel momento, era ancora felicemente fidanzata con re Julien.
Non era ammissibile; non voleva accettare il fatto di aver sbagliato. Non aveva preso in considerazione la possibilità che i due potessero realmente formare una bella coppia e andare d’accordo. Era l’unico ad essere cieco, a non accorgersene, a non riuscire a scorgere il filo invisibile che li teneva uniti, mentre tutti gli altri animali dello zoo se ne erano accorti già da un bel pezzo; le sue orecchie avevano captato qui e là qualche commento entusiasta. Addirittura Joey, il canguro, che non amava le smancerie di nessun tipo, si era trovato d’accordo nel sostenere che i due mammiferi stessero bene insieme. Se ne fosse davvero convinto o se stesse solo al gioco, poco importava, di una cosa era certo: lo aveva detto con la certezza – da tanto sperata e agognata – di non avere più tra i piedi Coda ad Anelli. In fondo se, ora, era fidanzato non avrebbe più gironzolato nei vari habitat disturbando gli altri con i suoi scherzi, a volte, un po’ pesanti, ma si sarebbe preso cura della sua signora e ne avrebbe avute, di cose da fare per accontentarla.
Il suo cervello stava andando in fumo: non riusciva a trovare una ragione a tutto questo. Non ne veniva fuori.
Era da giorni – e anche notti – che si arrovellava intorno a questo problema, ma la soluzione sembrava lontana anni luce; brancolava nel buio più totale.
Così, dopo tre notti insonni e numerose tazze di caffè, si decise a enunciare il dilemma ai suoi uomini:
<< Che cosa ci troverà Marlene in Coda ad Anelli, proprio non capisco. >> disse con finta leggerezza come se stesse discutendo del tempo.
Sembrava molto sconsolato, afflitto.
Kowalski e Soldato drizzarono le antenne e si fecero, tutto d’un tratto, attenti ai discorsi del comandante.
<< Marlene è una tipa in gamba e Coda ad Anelli non può essere il suo tipo, no? È troppo sciocco. È la stessa situazione che si era creata con Fred, lo scoiattolo. >> continuò a esporre la questione. << Ed eravamo tutti d’accordo che non poteva funzionare. >>
E allora, cosa c’era di diverso questa volta? Aveva intuito che la volta prima aveva fatto un piacere a Kowalski, illudendolo che la sua adorata scienza avesse scovato la sua anima gemella ed era stata al gioco; forse, a forza di fingere che Fred avesse avuto qualcosa di particolare che
l’attraesse, alla fine se ne era convinta. Tuttavia, non era bastato; lei aveva deciso di lasciarlo, perché, infine, si erano rivelati troppo incompatibili.
<< Non sono sicuro che sia proprio la stessa situazione. >> specificò, Kowalski, con fare puntiglioso, ma a bassa voce come se temesse che il superiore lo sentisse.
<< Uh? >> Skipper parve riscuotersi dal filo dei propri pensieri e, incuriosito, voltò il muso in direzione dello scienziato per offrirgli la sua completa attenzione. << Cosa intendi, Kowalski? >>
Perché non imparava a starsene zitto? Maledetto lui e il suo voler sempre avere l’ultima parola!
<< Credo che questa volta si tratti di una cosa seria. >> Kowalski racimolò il coraggio per rispondere al proprio superiore << E inoltre Julien è un filino più intelligente di Fred. Si parla sempre di un valore infinitesimale, grazie al quale il re dei lemuri può essere considerato superiore allo scoiattolo. Di poco, vorrei sottolineare. >> concluse la sua analisi scientifica.
Era indeciso se enumerare un ulteriore motivo, ma desistette, scuotendo energicamente la testa: non era il caso di allarmare ulteriormente il comandante.
<< Se lo dici tu. Io non ci vedo tutta ‘sta differenza. >> commentò, pensieroso, Skipper.
Non riusciva proprio a capacitarsene. Perché non sopportava l’idea che il nuovo compagno di Marlene fosse quello sciocco di un lemure?
Sospirò, affranto, come se si auspicasse di liberarsi così di un fardello enorme, di anni e anni, di generazioni e generazioni di dolori e sofferenze.
<< Kowalski, dimmi una cosa: >>  Skipper richiamò all’ordine l’inventore << cos’è che non va in me? >>
<< Signore? >> domandò chiarificazioni Kowalski.
<< Perché sono l’unico ad essere contrariato da questa situazione, mentre tutti ne sono felici? Cosa c’è di sbagliato, in me? >> i suoi occhi erano sbarrati dalla disperazione; iniziava a dubitare della propria sanità mentale e di tutti i principi che lo avevano reso il comandante che era. E, se si era permesso di presentarsi più vulnerabile, confidando alla sua squadra i dubbi e i timori che lo turbavano, allora significava che la questione era seria e lo stesso Skipper ne aveva riconosciuto la gravità.
Soldato guardò con attenzione e con un misto di timore e perplessità Kowalski: che cosa avrebbe risposto al comandante? Gli avrebbe rivelato quello che, ormai, era palese ai loro occhi oppure gli avrebbe indorato ancora la pillola?
Kowalski sentiva sulle sue esili spalle tutta la responsabilità del momento e della scelta che si apprestava a fare, da cui dipendeva il corso degli eventi futuri.
Per quanto gli costasse farlo, era necessario aprire gli occhi a Skipper.
<< Non c’è nulla di sbagliato. >> lo consolò Kowalski. << Forse vorresti essere al posto di Julien. Non è così? >> indagò, titubante, lo scienziato.
Skipper lo guardò attonito: ma come gli venivano certe idee?
<<  Io… cosa? >> era shoccato da un’eventualità simile. << Ma certo che no! Ma come ti viene in mente una cosa del genere? >> 
Kowalski si ammutolì; il suo piano geniale era sfumato e preferì ripiegare ad una più sicura ritirata.
Soldato, vedendo come si stava volgendo la situazione, decise di intervenire.
<< Ma Skipper >> richiamò il comandante con la sua dolce vocetta << tu non sopporti l’idea che Marlene e Julien siano fidanzati: l’hai detto tu stesso. E questo significa solo una cosa. >> fece una pausa ad affetto << Tu, in fondo, conosci già la risposta. >>
Skipper lo guardò, senza capire; non stava seguendo il filo del suo ragionamento.
Allora Soldato dette finalmente un nome a quello strano turbamento che provava da giorni.
<< Skipper, tu sei geloso. >>
Non poteva essere vero! Lui, geloso? Di Coda ad Anelli?
Faticava a credere che le cose stessero così, che gli procurasse fastidio la visione di Marlene e Julien insieme, perché in realtà voleva trovarsi lui al fianco della lontra.
Era stupito dalla rivelazione. Per quanto una parte della sua mente facesse fatica ad accettare questa scoperta, riconosceva che era una spiegazione logica e plausibile, sebbene non fosse convinto che quello che provava per Marlene fosse amore – era del tutto diverso da quel sentimento impetuoso che aveva sentito per Mrs Kitka – o, quanto meno, diverso dall’amore che conosceva lui – o che credeva di conoscere.
In ogni caso, ora, ne aveva di tempo per indagare i propri sentimenti e disperarsi per un amore non corrisposto.



 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar / Vai alla pagina dell'autore: SellyLuna