Quarto Capitolo
Caroline sentì il telefono squillare, e con gli occhi ancora semichiusi per il sonno rispose istintivamente senza guardare il numero.
- «Pronto..» disse Caroline quasi in un sussuro.
Klaus stette in silenzio, con la mente annebbiata e la paura che la voce lo tradisse.
- «Pronto..» ribadì Caroline,« Stef, sei tu?» chiese, tirandosi leggermente su e appoggiando la schiena sul cuscino.
-«No tesoro, non sono Stefan. Sei delusa?» la schernì Klaus, e gli sembrò che le parole gli uscissero da sole e il tono in cui le pronunciò riuscì ad essere quello di sempre, beffardo e inquisitore al contempo.
-« Klaus ...» fu tutto quello che riuscì a dire.Seguì un istante di silenzio che a Klaus sembrò un'eternità, in cui stette lì fermo ad ascoltare il respiro forte della vampira bionda attraverso la cornetta.
Rinvenuta dallo shock, Caroline si schiarì la voce e riuscì a chiedergli il motivo della chiamata.
- «Ti ho promesso che non sarei più tornato a Mystic Falls, non che non ti avrei mai più chiamato.
Come stai?» e improvissamente la sua voce si addolcì nel pronunciare quelle parole, tanto che Caroline non riuscì ad essere sferzante come al solito.
-« Sto bene, grazie. E tu come stai?»
-«Un po' meglio adesso» confessò Klaus quasi sottovoce,« Sei felice ora che ti sei liberata di me?»
-« Certo, si sta meglio senza un Ibrido Originale a mettere in sobbuglio la città» disse ridendo.
-«Ti chiamo perchè ho degli affari che richiedono la mia presenza a Mystic Falls. Pensi che potresti revocarmi l'esilio per un paio di giorni?O hai paura di non saperti controllare come l'ultima volta?».
Di colpo Caroline diventò paonazza e fu felice che lui non potesse vederla.
Che essere odioso e spregevole! Come se l'avesse dovuto pregare quel pomeriggio nel bosco, come se fosse stata solo lei a volerlo!Cercò di ricomporsi,non voleva fargli credere che la sua provocazione aveva assortito l'effetto da lui desiderato.
-«Torna pure», disse in tono di sfida, «sarò ben felice di piantarti un paletto nel cuore, te lo meriti tutto» e riattaccò, sprofondando nel letto e alzando le lenzuola fin sopra la testa.
A New Orleans,Klaus pensava a quali scuse avrebbe potuto inventare per spiegare il suo ritorno a Mystic Falls... Ma la gioia che provava in quel momento era troppo forte e non permetteva a nessun altro pensiero di oscurarla, così il suo viso si aprì in un sorriso che da diversi mesi sembrava ormai scomparso... Era felice.