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Autore: Neko    13/04/2014    3 recensioni
Le nostre eroine sono potute tornare alle loro vite normali solo per poco. Nemmeno il tempo di riposare che un nuovo nemico, subdolo quanto tutti gli altri, se non peggio, compare a portare scompiglio nella vita delle guerriere Sailor e il loro obbiettivo è lo stesso di sempre, eliminare la principessa Serenity, ma cosa accade se il nemico non attaccherà direttamente lei, ma qualcosa a cui è strettamente legata, portando ripercussioni su tutti?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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“Tornando al discorso di prima, io direi di sentire altre proposte per uscire da qui se ne avete, ma se non viene inclusa la salvezza di queste persone allora meglio tenere quelle idee per sè, intesi

Capitolo 8: Cercando idee

 

Le guerriere continuarono a proporre diversi piani, ma nessuno si era dimostrato funzionale.

“Ragazze, qui non ci siamo. Qui stiamo parlando di un piano di evacuazione per  tutte le persone qui presenti, nessuna esclusa. Abbiamo già perso parecchie vite sul pianeta, cerchiamo di preservarne il più possibile. Se vi vengono in mente altre idee ditele pure, ma se sapete già che non prevede la salvezza di tutti, allora non proponetele!” disse Mamoru togliendosi il cappello e passandosi una mano tra i capelli, gesto che in genere faceva quando era nervoso. Usagi, lo sapeva e strinse la presa sul suo ragazzo, dalla quale non si era ancora separata.

Si sentiva più calma rispetto a prima. Mamoru le aveva permesso di sfogare tutte le sue lacrime e aveva compreso che le sue compagne avevano capito  come si sentisse.

Non le avrebbero fatto più pressione o almeno sperava. Sapeva che il compito più duro era sempre spettato a lei a causa delle sue origini, ma non per questo dovevano fare affidamento solo sulle sue forze, perché lei non era infallibile.

Rei era quella che l’aveva compreso più di tutte.

Forse grazie al rapporto che c’era tra loro due, per quelle volte che lei si era confidata con la guerriera di marte perché necessitava di qualche consiglio o forse perché la sacerdotessa era l’unica a considerare tutte loro come esseri umani prima di ogni altra cosa. Erano umani che avevano ancora i ricordi e poteri di vite in cui erano alieni e non extraterrestri che si camuffavano da uomini.

Le ragazze continuarono a proporre altre idee e Sailor Jupiter propose la sua, convinta che essa potesse essere la soluzione “Se teletrasportassimo tutti in un altro tempo?” chiese per poi rivolgersi a Sailor Pluto “Dovresti essere in grado di farlo!”

La guerriera di Plutone scosse debolmente la testa “Si, ho il potere per farlo, ma…non mi è concesso di fare una cosa del genere!”

“Allora che serve avere il controllo sul tempo, se non puoi praticamente mai usarlo?” chiese Sailor Venus confusa.

“Io sono solo la guardiana del tempo, non sono la padrona. Chrono è colui che lo padroneggia e se uso il mio potere senza il suo consenso, ci saranno solo ripercussioni!” rispose Sailor Pluto sospirando “Non dico questo perché ho paura di rimetterci la vita, qui non si parla solo di me, tutti verremmo puniti se facessi oltrepassare la porta del tempo a questa gente. A nessuno è concesso di conoscere il proprio futuro, né tanto meno di andare nel passato con il rischio di cambiarlo!”

Le guerriere guardarono Pluto con aria confusa e la donna comprese quale era loro domanda.

“Per voi è stata fatta una eccezione, ma sinceramente voi tutte sapete poco del vostro futuro. Siete a conoscenza del fatto che continuerete a proteggere la principessa, ma questo è il vostro compito, come il mio, quindi più che conoscenza di quello che sarete, è stata una conferma di quello che siete!” Setsuna fece una pausa e si rivolse a Usagi e Mamoru “Per voi invece la questione è più complessa. Vi è stato concesso di sapere molto sul vostro avvenire e di viaggiare nel futuro, perché la terra è stata minacciata da un nemico proveniente da quel tempo. Concedendovi uno sguardo sul futuro, vi ha permesso di comprendere meglio cosa fare per annientarlo, ma  credo che voi vi siate accorti che delle ripercussioni ci sono state e scommetto che le vivete ogni giorno sulla vostra pelle!” disse Sailor Pluto con uno sguardo serio.

Usagi abbassò la testa “Hai ragione. Sarebbe stato meglio non sapere!”

Ikuko e Kenji si guardarono confusi perché non comprendevano di cosa stessero parlando, mentre le guerriere si scambiarono uno sguardo stranito, come a voler capire il perché di quella affermazione.

“Ma Usagi…cosa stai dicendo?” chiese Sailor Venus, la quale avrebbe dato tutto l’oro del mondo per sapere se avrebbe esaudito il suo desiderio di diventare una star.

Usako ha ragione. Non fraintendete, siamo contenti di come dovrebbe svilupparsi il nostro avvenire, anche se certe cose ci terrorizzano, ma sapendo quello che ci aspetta, come possiamo fare liberamente le nostre scelte, senza che ci sfiori per la testa l’idea che quell’azione che stiamo facendo, non cambi le cose. Una mossa sbagliata e il nostro futuro è cambiato. È noi abbiamo molto da perdere!” disse Mamoru guardando Chibiusa, la quale si morse il labbro.

Aveva avuto anche lei lo stesso pensiero.

Sua madre le aveva detto di non accennare niente sugli eventi del futuro, per lasciare libera scelta a Mamoru e Usagi, ma più volte si sentiva prendere dal panico, pensando che a causa anche di un solo piccolo cambiamento, lei sarebbe potuta non nascere. Nel caso i due avessero concepito un figlio prima del previsto, non sarebbe stata lei e se lo avessero concepito dopo idem.

Doveva solo sperare che le cose andassero per il meglio, ma a dirla tutta, lei sapeva che qualcosa era già diverso, come lo sapeva Sailor Pluto.

Nel suo tempo, nessuno mai aveva attaccato Neo Queen Serenity, con la luna e il mondo non era mai stato sommerso dalle acque.

“Uhm, non ci avevo pensato. Mi dispiace!” disse Sailor Venus vergognandosi un po’. Quello che per lei un momento prima era una fortuna, in quel momento le sembrava quasi una maledizione. Lei in fondo non aveva conosciuto sua figlia e non doveva temere di perderla a causa di una scelta diversa da quella della futura sé stessa.

Le sailor tacquero per qualche istante, finchè Sailor Jupiter disse “Io non ho altre idee ragazze”.

Usagi chiuse gli occhi sospirando e staccandosi, a malincuore, dal caldo abbraccio di Mamoru, riprese la sua postazione a controllo della barriera.

Usagi, stai bene?” chiese Mamoru con un tono preoccupato.

La ragazza annuì, “Voglio solo controllare che il mio momento di debolezza non abbia intaccato la barriera, ma sto bene!”

“Tu dici di stare bene anche quando non è vero!” disse Rei incrociando le braccia.

“In questo momento sto bene…davvero!” rispose abbozzando un sorriso all’amica “Ho ancora parecchia energia!”

“Si, ma non resisterai per sempre!” disse Chibiusa, ponendosi davanti alla ragazza e con determinazione le chiese “Forse se mi dai il cristallo d’argento, posso sostituirti quando sarai stanca!”

La bambina voleva aiutarla. Voleva mostrare che poteva essere la degna erede di Sailor Moon, ma soprattutto voleva che Usagi non si trovasse in pericolo e non perché era sua madre, ma perché le voleva bene.

Quest’ultima sorrise, ma scosse la testa.

“Ma perché no?” chiese la bambina demoralizzata, pensando che non le venisse concessa l’opportunità di aiutarla solo perché era piccola.

Chibiusa ha ragione. Se fate a turno non vedo cosa ci possa essere di male, ognuna di voi può così riposare per essere al pieno delle forze quando combatterete!” disse Shingo, avvicinandosi alle guerriere.

Ami appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo e disse “So che sei preoccupato per tua sorella Shingo e questo ti fa onore, ma il cristallo d’argento può essere usato solo da Usagi. Ognuno di noi ha il suo potere e nessuna può sostituire l’altra!”

“Ma io posso prendere il posto di Usagi!” disse Chibiusa “Avrò i suoi stessi poteri un giorno!”

Chibiusa, il tempo di passare il cristallo d’argento a te a Usagi, la guardia si abbasserebbe e la barriera si romperebbe!” disse Mamoru.

“Si romperà comunque quando Usagi non reggerà più lo sforzo! Allora perché non tentare?” disse Chibiusa arrabbiata, pestando un piede a terra.

Sailor Pluto le si avvicinò e abbassandosi per poterla vedere in faccia, le rispose “Piccola Lady, il cristallo riconosce come suo custode una persona per volta. Hai potuto usare quello del futuro, nonostante la custode fosse tua madre, perché in quel momento lei  non era disponibile. Inoltre devi tenere conto che il cristallo del futuro è ben conscio della tua presenza. Lui sa che sarai la sua prossima custode, ma per il cristallo di Usagi, tu ancora non esisti!”

“E se andassi a prendere il cristallo d’argento del futuro?” chiese la piccola, speranzosa di aver trovato una soluzione efficace.

“Lasceresti il tuo futuro senza il suo protettore!” disse Pluto “Inoltre, questo avvenimento, non essendosi mai verificato nel tuo tempo, può aver modificato il futuro più di quanto possiamo immaginare e non sappiamo cosa troveresti. La terra potrebbe anche essere ormai un luogo disabitato o non esserci più un pianeta terra!”

“Ma io sono ancora qui, quindi i miei genitori sono ancora vivi!” insistette la piccola.

“Può darsi, ma forse sei ancora qui, perché lo sbalzo temporale non ti ha ancora colpito o perché in questo tempo i tuoi genitori sono vivi e quindi hai ancora speranze di nascere, oppure…” Sailor Pluto sospirò “Nemmeno io che sono la custode del tempo, capisco bene come funzionino queste cose. So solo che non è così semplice. Ci possono essere tanti motivi perché tu sia qui. Può anche essere per volere del padre del tempo. Lui volendo può separare i tempi. Non lo so Piccola Lady, mi dispiace!”

Gli occhi di Chibiusa si riempirono di lacrime, sentendosi nuovamente inutile.

“Ma di cosa state parlando? Cos’è questa faccenda del tempo, del futuro e….e…insomma, se non ci trovassimo in questa assurda situazione, direi che avere una fervida immaginazione?” Chiese Kenji esasperato, sbattendo la mani sulle gambe, volendo comprendere di più.

“Ma dai papà. Ora che hai visto di cosa sono capaci le guerriere Sailor, ti sorprendi che si possa viaggiare nel tempo? Eppure da quanto ho capito, Chibiusa lo ha fatto. Non è del nostro presente, viene appunto dal futuro!” disse Shingo, che affascinato dagli intrighi delle battaglie Sailor, non si perdeva nemmeno una parola, arrivando addirittura a dimenticare che poteva lasciarci le penne da li a poco.

Ikuko invece aveva ascoltato tutto, senza fare domande, ma il suo cervello stava lavorando. Guardò Chibiusa e cominciò a ragionare. Da quanto affermato dalle Sailor, la bambina non poteva occupava quel grado di parentela che aveva sempre creduto. Lei non poteva essere sua zia, se Chibiusa non era ancora nata. Osservò la bambina e si ricordò di una cosa che aveva pensato a un sacco di volte. Lei e Usagi si assomigliavano come due gocce d’acqua. Si portò una mano alla bocca per coprire il gemito che lo stupore le portò, comprendendo la verità.

“Cosa c’è tesoro?” chiese Kenji, notando lo sguardo sorpreso della moglie.

Ikuko scombussolata, scosse la testa “N-niente, caro…n-niente!” disse tornando a fissare Chibiusa e poi spostando lo sguardo alle spalle della figlia.

 

Passarono diverse ore e la situazione non cambiava.

Le persone cominciavano a perdere la calma.

Ritrovarsi in una cupola infondo al mare, con la luce che veniva sempre meno a causa del calare del sole e il pensiero di non aver più niente al di fuori, li stava facendo impazzire.

“Dobbiamo riuscire a tenerli calmi! Se si diffonde il panico è finita!” disse Sailor Mars.

“Ci penso io!” disse Sailor Urano che con poca grazia disse alla folla che loro stavano cercando di fare del loro meglio per trovare una soluzione e che se volevano dare loro una mano, dovevano smettere di comportarsi come pazzi.

Vedendo la poca delicatezza dell’amica, intervenne Michiru a calmare le acque e a spiegare la situazione. Non mentì alla gente. Raccontò loro che erano veramente nei guai, ma che le guerriere Sailor avrebbero fatto di tutto per tirarli fuori da quella situazione. L’unica cosa che chiedeva era un po’ di collaborazione.

Alcune persone si incaricarono di distribuire il cibo ai presenti, ma la visione diventava sempre più difficile e fu allora che Sailor Jupiter, ricorrendo ai suoi poteri, alimentò i lampioni e le luci della scuola, riuscendo così a illuminare il luogo come se ci fosse ancora il sole.

“Ottimo lavoro Sailor Jupiter!” disse Artemis.

“Per così poco! Vorrei poter fare di più!” disse la guerriera interpellata.

Usagi si sedette a terra, sciogliendo la trasformazione e immediatamente le sue compagne e genitori la circondarono, pensando a un malore.

Usagi, che cos’hai?” chiesero le guerriere all’unisono.

La ragazza le guardò e disse con un tono quasi divertito “Ragazze, mi sono solo seduta!”

Le guerriere scossero la testa e si scambiarono un sorriso.

“Sicura che va tutto bene?” Chiese Ikuko inginocchiandosi davanti alla figlia.

 “Si, mamma. Restare trasformata richiede energie, così almeno ne risparmio un po’!”

Sailor Saturn tirò un sospiro di sollievo “Ci hai fatto preoccupare, principessa!”

“Ma perché continuate a chiamarla principessa?” chiese Shingo curioso.

Usagi guardò il suo fratellino e i suoi genitori.

Non sapeva se dire la verità era una cosa buona o meno. Si era sentita sollevata quando avevano scoperto la sua vera identità, dato che non avrebbe più dovuto mentire. Ma non era facile raccontare loro che aveva vissuto un’altra vita, con un'altra famiglia e con un ragazzo che amava alla follia e che l’aveva seguita sia nella morte che nella reincarnazione.

Decise che era meglio aspettare, per consentire a Mamoru di restare vivo ancora un po’, perché suo padre lo avrebbe ucciso quando avrebbe scoperto che ancora prima di nascere sulla terra, loro due avevano già avuto una relazione seria.

“è una lunga storia!” tagliò corto la ragazza, facendo mettere il broncio a Shingo che non aveva potuto soddisfare la sua curiosità.

Sailor Nettuno cominciò a innervosirsi e per scaricare un po’ i nervi, iniziò a fare avanti e indietro. Il mare era il suo territorio e avrebbe dovuto avere una sorte di controllo su di esso. Ora che non doveva più combattere la potenza dell’onda e che il mare era calmo, non avrebbe dovuto avere problemi a controllarlo, ma per quanti sforzi facesse, non riusciva a farsi obbedire dalle acque come voleva.

Michiru, la forza gravitazionale è troppo forte perché tu possa controllare l’oceano. Non sprecare energie!” disse Usagi, girando la testa per poterla vedere almeno con la coda dell’occhio.

Le guerriere guardarono l’interpellata sorprese. Nessuna di loro si era accorto dei tentativi della guerriera di Nettuno.

“Come fai a sapere quello che sto facendo? Non ho detto niente a nessuno!” disse Michiru sorpresa.

“Sento la pressione marina aumentare e diminuire come se qualcuno cercasse di allontanare le acque e dato che la luna è ancora ferma al suo posto e che fino a prova contraria sei tu la guerriera dei mari…bhe…ho tirato le somme!” rispose Usagi.

“Ma se alleggerisco la massa d’acqua che si trova su di noi, per te è anche meno faticoso riuscire a tenere la barriera alzata!” disse Michiru.

“La resistenza che dovresti fare tu per alleggerire il carico d’acqua sulle nostre teste, ti costerebbe un grande spreco di forze. È un lavoro più duro di quanto stia facendo io!” disse Usagi. “Io sto combattendo contro il peso delle acque, non contro la forza gravitazionale della luna! Il mare cercherà in tutti i modi di tornare ad assumere la posizione che la luna gli impone!”

“Puoi davvero sentire queste cose Usagi?” chiese Kenji, incredulo a quanto le sue orecchie sentissero.

“Solo grazie al cristallo d’argento!” rispose Usagi, alzando le spalle. “Il lavoro lo fa lui a me fa il resoconto togliendomi le energie!”

Kenji sbuffò e spazientito dalla situazione disse “Ma perché non ci hai detto niente sulla tua identità? Io e tua madre ne avevamo tutti i diritti. Sei nostra figlia e dobbiamo sapere tutto quello che ti riguarda. Avremo anche potuto chiudere un occhio le volte che ti abbiamo sgridato perché eri in ritardo, o a causa del tuo rendimento scolastico?”

“Non potevo! E a parte questo ultimo periodo, ho sempre studiato poco perché non avevo voglia…anche se riuscivo sempre a rimediare a qualcosa grazie alle mie amiche!”

“E invece quest’anno ci siamo lasciate andare anche noi!” disse Jupiter grattandosi la testa.

“Se dicevate  la verità, si poteva…” cominciò Ikuko, venendo interrotta da Sailor Pluto.

“è un segreto. Tutte noi avevamo l’obbligo di tenere nascosta la nostra esistenza, finchè non sarebbe arrivato il momento!”

“Inoltre rivelare le nostre identità avrebbe potuto costituire un pericolo per le persone che ci sono vicino!” disse Sailor Mars prendendo la parola e mordendosi un labbro.

“Esatto, sapendo la verità, mia madre avrebbe fatto di tutto per proteggermi, anche mettersi davanti a un mostro. Credo che voi avreste fatto lo stesso per Usagi!” disse Ami, rattristandosi e lasciandosi sfuggire qualche lacrima. Aveva cercato di resistere, concentrandosi su come uscire da quel pasticcio, ma quella conversazione la fece cedere e il suo pensiero andò a sua madre. Quest’ultima non era presente alla gara a causa del lavoro e quindi minime erano le possibilità che si fosse salvata dallo tsunami.

Minako le appoggiò una mano sulla spalla. La capiva benissimo e l’abbracciò facendosi sfuggire qualche singhiozzo, in quanto anch’essa aveva perso i suoi genitori.

Rei strinse i pugni fino a farsi male. Pensare che suo nonno e Yuri non ci fossero più era un dolore immenso, un dolore che però doveva controllare. Se avesse potuto, avrebbe urlaro e usato il suo potere contro qualche albero o oggetto per sfogarsi, ma sapeva che non era il momento di perdere la calma.

 

Quando tutte le persone presenti nell’edificio erano state sfamate, i volontari che si erano occupati di preparare i panini ne offrirono alcuni anche alle guerriere.

“Avete provveduto a dare da mangiare prima a tutti gli altri?” chiese Mamoru.

Secondo gli accordi che avevano preso le Sailor e Tuxedo Kamen, la folla avrebbe dovuto essere sfamata per prima.

Sebbene loro tutti necessitassero di energie, il loro primo pensiero erano quelle persone che contavano su di loro.

La professoressa Haruna, una delle volontarie, si avvicinò a Usagi e le diede la sua razione di cibo.

“Tieni, immagino che tu sia affamata, Usagi!”

La ragazza sorrise “Si, in effetti un po’ lo sono. Grazie!”

L’insegnante Haruna ricambiò il sorriso “Sai, con questa faccenda ho appurato che sai parecchie cose sulla luna, potrei anche pensare di alzarti il voto di scienze!”

“Mi salverebbe dalla bocciatura?” chiese Usagi con la bocca piena, dopo aver dato un morso enorme al suo panino.

“Chi lo sa? Dopo quanto scoperto, cioè sapere quanto ti impegni per proteggere il mondo, io potrei fare anche uno strappo alla regola, ma sai che non dipende solo da me, ci sono anche gli altri insegnanti!”

Usagi alzò le spalle “La ringrazio, ma…nessun favoritismo. Non salvo la terra per avere qualcosa in cambio, così come le mie amiche!”

“Lo so, ma io credo che tutti noi vi dobbiamo qualcosa!”disse l’insegnante dispiaciuta di non poter fare niente per ricambiare.

Chibiusa intervenne sedendosi accanto a UsagiBhe che male c’è ad approfittarne? Io accetterei!” disse addentando un panino.

Usagi sorrise divertita, ma il suo riso venne cancellato quando sentì al petto una sensazione conosciuta.

Si piegò in avanti e portò le mani all’altezza del cuore. Strinse gli occhi cercando di immettere aria nei polmoni, sentendosi sempre più soffocare.

Chibiusa urlò, attirando l’attenzioni di tutti.

Mamoru, gridando il nome della sua amata, fu il primo a raggiungerla.

Controllò le sue condizioni, riconoscendone i sintomi. In un primo momento credette che il malore fosse dovuto dal cristallo d’argento, ma in genere, quando Usagi ne faceva troppo uso, si sentiva stanca, al massimo sveniva. Non le mancava l’aria e non le causava dolore. Poteva essere solo uno il motivo. Il nemico la stava nuovamente attaccando colpendo la luna.

La fece sdraiare, non trovando la posizione rannicchiata che aveva assunto molto favorevole alla sua respirazione.

Usagi aveva preso a fare respiri superficiali e veloci, rischiando così di entrare in iperventilazione.

Mamoru le prese una mano e l’appoggiò sul suo petto, dicendo alla ragazza di seguire il suo respiro, di sentire quando il suo petto si alzava e abbassava. Le disse di provare a imitarlo per calmare il suo respiro.

La ragazza aprì leggermente gli occhi per guardare l’uomo, che la incitava a continuare quando vide che stava facendo bene, ma una forte fitta le mozzò il respiro e Mamoru sgranò gli occhi a quanto vide.

“Cosa le sta succedendo?” chiese Ikuko terrorizzata, la quale aveva affiancato la figlia dalla parte opposta di Mamoru.

Nessuno rispose. Quello che avevano visto aveva colto di sorpresa tutti.

Un’aura nera aveva avvolto Usagi.

 

  
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