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Autore: SilviaDG    14/04/2014    6 recensioni
SIGNORI E SIGNORE, RAGAZZI E RAGAZZE, ECCO A VOI GLI HUNGER GAMES FRA SHADOWHUNTERS E NASCOSTI!
[...]Clarissa Fray- Imogen pronuncia con enfasi il mio nome,sento una stretta al cuore.
Alzo la testa e vedo e vedo tutti gli sguardi rivolti verso di me.
Mi faccio coraggio e guardo Simon,gli rivolgo un sorriso forzato,forse sarà uno degli ultimi che vedrà sulle mie labbra,andrò nell'arena. [...]
[...] Ho imparato che l'amore- stacca lo sguardo- è difficile, ma meraviglioso, perfetto, fa dimenticare tutti i problemi, illumina la notte, ecco. Senza stelle non c'è amore, senza amore non ci sono stelle.[...]
~ Dal testo~
[AU-Shadowhunters/ Hunger Games]
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Non so quanto fosse buio prima, ma so che adesso lo è di più. 
Qualche ora fa avevo immaginato che non potesse esistere una tonalità di nero più scura di quella, ma ora so che esistono miliardi di sfumature di nero.
E so anche che le tenebre che ci circondano sono della sfumatura più scura e terrorizzante che esista.
È notte.
 Solo che qui non ci sono quelle odiose luci di Capitol a illuminare ogni zona, non c'è niente oltre il buio.
E vedo solo quello.
Non che ci vedessimo molto, prima, ma c'era qualcosa di più rassicurante in quell'oscurità, per quanto fosse possibile.
Queste tenebre, invece, sono più terrificanti.
Ti fanno sentire piccolo e inutile come un filo d'erba che viene calpestato, ti disorientano più di quel contorto gomitolo di strade piene di negozi di Capitol City.
Lì, almeno, ci sono delle indicazioni, qui riusciresti a perderti anche restando fermo.
Così decidiamo di accendere un piccolo focolare. 
Sappiamo che è rischioso, potrebbero vederci e venire con calma a ucciderci tagliandoci la testa o lanciandoci un pugnale nel cuore, cose così.
Potrebbero anche traformarci in vampiri o in lupi mannari.
Sarebbe davvero figo.
Comunque non possiamo farne a meno, dobbiamo vedere cosa succede intorno a noi e Izzy insiste così tanto da non lasciarci scelta.
-Sono appena stata colpita da una freccia!- brontola- Devo stare al caldo.
In realtà le è bastata qualche runa per rimetterla in sesto, è tornata come nuova, anche più attiva.
È per questo che la sua teoria non regge per niente, ma decidiamo di accontentarla, accontentando così anche noi stessi.
Prendiamo alcuni rami e poi Alec e Jonathan fanno qualcosa di strano per accendere il fuoco.
Non so se sia stato merito dello stilo o del loro ingegno, comunque adesso una fiamma rossa e arancione con qualche sprizzo di blu divampa davanti a noi, illuminando tutto ciò che ci circonda.
- Sa tanto di film dell'orrore- mi avvicino alla fiamma- sarebbe bello se cominciassimo a raccontarci storie di vampiri e lupi mannari, soprattutto perché esistono davvero, quindi sarebbe ancora più tarrorizzante.
- Cominciamo da questa. Siamo nell'arena e il pane è finito, abbiamo lo stomaco vuoto come il cervello di un nascosto e fra qualche ora morirò di fame.- borbotta Jonathan.
Prendo lo zaino per controllare, in caso avessimo dimenticato di mangiare qualche pezzo di pagnotta. 
- Si, il pane è finito e mi sa che non ceniamo.- dico- Ma guardate il lato positivo: siamo ancora vivi- tossisco- per ora.
Continuo a togliere tutto dallo zaino...
Magari sotto, sotto, sotto, fra il borsellino e lo stilo, c'è una briciola di pane.
- Stilo- commenta Isabelle e guarda ciò che tiro fuori- Album da cento fogli con sconto del 50%?- chiede, scrolla le spalle e va avanti- borsellino con quei cosi che servono per disegnare- ci guarda, stranita.- Cos'è? Ci hanno rifilato uno zaino destinato ad una scuola di arte di Capitol?
Rimetto tutto dento, non c'è neanche una briciola.
- È lo zaino che ha acciuffato Clary- sottolinea Jonathan- non è poi così inutile, c'è uno stilo. E poi mia sorella è un'artista eccezionale.- mi schiaccia l'occhio. 
Non so come faccia a saperlo, probabilmente l'ha intuito.
In effetti ho rischiato la vita per qualche foglio e del materiale. 
Posso dichiarare senza problemi di essere maldestra, un pò goffa nei movimenti, con i capelli che sembrano un cespuglio dove è caduto del colorante per torte, insomma non perfetta...
Però, in effetti, sono un'artista eccezionale.
E sono anche modesta.
Izzy mi dà una pacca sulla spalla.
Sono seduta accanto a lei e dall'altro lato del focolare ci sono Alec, con la testa china e lo sguardo perso, e mio fratello. 
- Una dimostrazione?- chiede Isabelle- Disegna, magari riuscirai ad allontanarci da qui con la mente. Facciamo finta di essere in un posto più- ci pensa su- accogliente e meno spaventoso, dove non corri il rischio di morire senza ragione. 
- Tipo?- chiedo.
- Una lotta contro dei demoni, lì almeno uccidi per una buona causa- dice Jonathan- e poi è abbastanza rilassante e divertente- sorride- disegna un combattimento. 
Alec muove in modo appena percettibile il capo.
Ha espresso il suo giudizio: un timido "si, uccidere quei cosi raccapriccianti per noi valorosi guerrieri tatuatori è come per voi stupidi mondani andare ad uno di quegli stupidi parchi pieni di stupide giostre."
- Io direi di provare a disegnare qualche vestito. Magari scoprono la tua dote da stilista e non ti fanno crepare qua dentro perché sei talentuosa.- commenta Izzy.- In più hai una modella perfetta!- sorride e schiaccia l'occhio. 
Di certo non si riferisce ad Alec e Jon.
Scommetto che un abito da sera con la scollatura a V e la gonna a balzi non sarebbe il massimo per due ragazzi.
Per niente. 
- Pollo.- Alec alza di scatto la testa e tutti lo fissiamo.
- Alec? - chiede Iz- Tutto ok?- pronuncia le parole lentamente, per far capire bene il significato al fratello.
- Dico che- Alec si schiarisce la voce e si scompiglia i capelli con le mani con fare nervoso - ho voglia di pollo. Una di quelle cosce giganti, gustose, che ti fanno andare in paradiso- sta sognando ad occhi aperti- quindi non cucinate da te, Izzy.- è tornato alla realtà. - Disegna una di quelle- mi consiglia.
La ragazza sospira.
- Non comprendete le mie doti culinarie- mette il broncio per scherzare- sono così esperta che faccio un baffo a quella specie di mondano, quel tizo lì che c'è sempre in tv, quello per il quale la mamma ha un debole da qualche anno...- assume un'aria seria- Com'è che si chiama?- gira il capo verso di me- Cordone Rasato!
- Gordon Ramsay, Izzy- Alec sogghigna- e ti batte alla grande.
- È solo geloso di me- mi sussurra la ragazza all'orecchio, ma per qualche strana ragione credo di fidarmi di più di Alec, in questa situazione. 
E credo anche che, se troveremo qualcosa da mangiare qui dentro, non la farò cucinare a lei o, in caso, non la mangerò. 
- Allora? Cosa disegni?- interviene Jonathan.
- Potrei disegnare- ci penso su per qualche secondo, poi mi viene in mente un'idea geniale, fantamitica, superfantasmagorica!
- Una lotta- comincio ad immaginare la scena- tra un demone e una tizia...
- Io- mi blocca Izzy- starei benissimo in quel contesto.
-Allora- mi concentro e ricomincio- una lotta tra un demone e Izzy. 
Mentre si scontrano Isabelle indossa un vestito di quelli che espongono nelle vetrine dei negozi più importanti, ma disegnato da me. Durante tutto questo il demone, o Izzy, o entrambi, mangia del pollo!- propongo.
- Caffè!- esclama Jonathan.
-Ma cos'è? - Izzy mi guarda come se tutti intorno a lei fossero pazzi(il che non è poi così sbagliato)- Voi uomini non sapete stare qualche ora senza abbufarvi? E tu- mi fissa- da che razza di manicomio sei uscita?
-Caffè!- ripeto- mi piace!
- Oh Dio!- Izzy si stringe nella tuta e porta le mani al viso, poi scuote vistosamente il capo.
- Una tazza piena di caffè- farnetico- dove c'è rappresentata la battaglia della quale parlavo prima! 
Alec alza un sopracciglio.
Jonathan mi guarda con aria soddisfatta.
"È mia sorella" dicono i suoi occhi "e ne sono fiero".
Oppure "È mia sorella e me ne preoccupo davvero".
Non che cambi molto.
Izzy sta per ribattere, ma il nostro divertente dialogo fra amici in campeggio finisce presto.
Sentiamo una musica inconfondibile: l'inno di Capitol City.
- Si vedrà da qui?- chiede Jonathan.
Parla delle "proiezioni", le ha chiamate così, Izzy.
Non risponde nessuno, siamo troppo impegnati a guardarci intorno.
E poi presto capiremo se sarà possibile vedere da qui le proiezioni.
Anzi, lo capiamo adesso.
I rami cominciano improvvisamente ad intrecciarsi fra di loro in modo contorto, formando nodi di diverse grandezze, in modo naturale, come se fossero lacci per scarpe, inventati per essere legati.
Poi creano, mentre si intrecciano, un cerchio che si apre sopra le nostre teste e rende visibile il cielo.
- Wow- sussurro.
All'improvviso si materializzano nel cielo delle immagini giganti, delle "schede", o meglio delle carte di identità dei tributi morti.
La prima a comparire è una ragazza dal viso leggermente tondeggiante, con degli unici e favolosi occhi scuri e luccicanti.
Ha, o meglio aveva, i lineamenti morbidi e ben definiti, non spigolosi, ma ugualmente perfetti. 
Anne Powell, c'è scritto.
16 anni.
Era una nascosta, una "fatina", come Jonathan aveva definito Meliorn.
Era del Distretto 9.
Non so se immaginare i familiari.
Non so se aveva amici o parenti... I nascosti hanno amici e parenti? 
Non lo so, non conosco questo mondo.
Poi quella carta d'identità svanisce nel nulla e ne appare un'altra. 
Questa volta è un ragazzino dall'aria ancora infantile. 
Aveva la pelle chiara, quasi cerea, gli occhi verdi e spenti, una spruzzata di lentiggini sul naso.
Scommetto che se fosse cresciuto sarebbe diventato un ragazzo affascinante e amato.
Ma non crescerà mai.
Si chiamavi Paul Lee e aveva 14 anni.
Un nascosto, un figlio della notte.
Forse aveva 14 anni da secoli...
Sicuramente non sarebbe cresciuto ugualmente. 
Spero che non ci siano altri visi, altri morti, ma nello stesso tempo prego perché ne appaiano altri, perché così avrò più probabilità di vincere.
E appare un altro viso.
Un viso maschile.
Un viso conosciuto, uno di quelli che mi ero ricordata.
Jordan.
Non c'è bisogno di leggere, so chi era e cosa era.
E so anche per certo che qualcuno lo piangerà: Maia.
Mi immagino il suo volto rigato dalle lacrime, lo stupore, il rimpianto.
Forse non si sono neanche salutati.
O forse si.
Fose l'ha salvata lui.
Nessuno ha creduto alla sua scena da duro senza cuore, tutti sanno che la amava e la ama più di ogni altra cosa.
Sento una stretta allo stomaco.
Basta.
Per oggi può bastare...
Invece non è finita.
Appare un altro viso, quello di Sebastian Verlac.
Mi rifiuto di continuare a guardare e mi concentro sul fuoco, lasciando stare il cielo.
Non ci vuole molto perché gli altri lo facciano, il resoconto della giornata è finito.
4 vite perse.
Siamo 20 tributi, adesso.
Ho una probabilità su 20 di rimanere in vita, come tutti gli altri, del resto.
Ma la matematica, in questi casi, non aiuta molto e mi fa sentire come un oggetto inutile...
Quante probabilità ci sono che si estragga un 6 di cuori da un mazzo di carte?
Quante probabilità ci sono che Clarissa Fray, Fairchild, Morgernstern o come cavolo si chiama, viva?
La matematica mi considera uguale ad un 6 di cuori, è questo il problema. 
Poi parlano di diritti dell'uomo e della donna.
- Va bene, circa, se continuano a morire così in 5 giorni sarò a casa- commenta Jonathan, attirando l'attenzione- Però non posso non mangiare per 5 giorni, sto già morendo adesso.
- Ok, ragazzi, ringraziatemi, ci penso io- Izzy si alza- Ei! Affascinanti abitanti dei distretti e di Capitol!- alza le mani al cielo- Ci mandate qualcosina da mangiare? Tipo del pollo e del caffè? Se lo fate ve ne sarò sempre riconoscente- urla con voce suadente verso il cielo e poi manda dei baci.
Passa mezz'ora, ma non c'è traccia di niente. 
-Forse non si può far entrare del pollo e del caffè- Jon cerca di consolare Izzy.
- Potrebbero mandare anche caviale, ma non lo mangerei- Alec guarda il fuoco- ho voglia di caffè e pollo.
- Sicuri che non siete "incinti", ragazzi? Perché tutte queste voglie che avete mi preoccupano- Izzy controlla le sue unghie- Maledetto smalto.
I ragazzi si guardano e poi fissano Izzy in modo decisamente ostile. 
- Vogliamo del pollo e del caffè!- dicono all'unisono- Adesso.
Prendo l'album.
- Vi accontentate di un disegno?- chiedo- magari potete provare a mangiare la carte disegnata immaginando di assaporare pollo e caffè. - Buona notte- lagna Izzy, ormai si è arresa e ne ha abbastanza dei miei pensieri sui disegni- Ho sonno e non mi piace la carta.- si sdraia sul terreno umido.
- Tu e Izzy riposatevi- consiglia Alec e si alza.
A quanto pare a nessuno piace la carta.
- Io e Jonathan staremo di guardia.
Annuisco, ma so che non dormirò.
Ho paura di fare altri incubi, di svegliarmi di nuovo con gli occhi fuori dalle orbite, di sentire il terrore avvolgere il mio corpo come un serpente che non desidera altro che uccidermi.
Ormai ho voglia di disegnare una bella tazza di caffè e del pollo.
E magari anche qualcos'altro. 
O almeno credo di voler disegnare quello.
Quando poso la matita sul foglio, invece, ho in mente una scena del tutto diversa.
Così cerco di immortalare gli istanti in cui io e Jace ci salutavamo sul tetto, cerco di dimenticare di trovarmi nell'arena. 
Ma non ci riesco.
"Dove sei, Jace?" 
 
 
 
 
 
ANGOLO ROTONDO:
Eccoci qua, le vostre supereroine sono tornate♡
Allora, vogliamo darvi delle comunicazioni:
- Abbiamo capito che quando succede qualcosa di spiacevole recensite con più piacere... quiiiiindi... saremo sadiche al massimo... se non vi farete sentire e non ci direte se amate anche quando siamo buone e care♡
- Abbiamo reso questo capitolo leggermente più "ironico", se si può dire, per staccare un pò da combattimenti, Jace, stelle, romanticismo, gente che morirà ecc... ma non vi preoccupate, NON LASCIAMO COSE IN SOSPESO, col tempo si capirà della freccia ecc ecc...
- Se non vi è piaciuto il capitolo capiremo perché l'abbiamo scritto in pochissimo tempo (come sempre, ora che ci pensiamo...) e, in più, non sappiamo quanto lucido fosse il nostro cervello in quel momento perché questa settimana la scuola ha deciso di ammazzarci e sono successi tanti casini fuori dalla scuola e abbiamo il cervello morto... vabbè, caPeeta! 
-Ehhh basta♡
Alla prossima♡
~S&K~
(PRIMa era troppo lunga la firma u.u)
  
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