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Autore: Nora_93    14/04/2014    0 recensioni
Un gatto racconta le sue sofferenze. Purtroppo non tutti gli animali sono fortunati e questo micetto ne è la prova.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soliloquio di un gatto

E' mattino, e tu non ci sei. Ho pianto per tutta la notte, un po' gridando, un po' in silenzio. Il vento sbatteva contro il vetro della finestra e io avevo paura, ma tu non c'eri a consolarmi. Mi sono accovacciato davanti al camino spento e avevo freddo. Poi è apparsa la nonna, come una luce misteriosa e mi ha detto di non temere perchè lei bada su di me. Lei mi vuole bene, tu non più. Cosa ti ho fatto? Perchè mi hai abbandonato? Perchè mi hai lascato da solo? Lo sai che ho paura. Hai preferito altri sei di me dopo anni insieme. Una volta ero il tuo beniamino. Io sono sempre lo stesso, perchè tu sei cambiata? Perchè te ne sei andata?
Sento le chiavi nella serratura, stanno girando e la porta si sta aprendo. Sei tu. Non è vero. E' la solita donna che viene ogni tanto a cambiarmi l'acqua, a darmi il cibo e a pulire la lettiera. Nemmeno mi guarda e se ne va. Neppure un saluto. Mi sento così insignificante. Sono solo e ho paura.
Sento guaiti di gioia. Beata lei che ora va fuori e riceve tanto amore.
Miagolo. Miagolo forte. Mi scaglio contro la porta più volte, ripetutamente, ma rimane chiusa. Mi faccio male, ma non così tanto male come il dolore che provo mentre penso che sono in prigione senza aver fatto niente.
“Non piangere, fai la cuccia”
Facile per voi che siete liberi. Vi ha stancato il mio lamento. Sono fastidioso e ora tutti mi odiano.
La donna ritorna, e io speravo fossi tu. Mi fa uscire. Fuori c'è il sole, l'erba alta dove nascondermi per fare gli agguati, gioco da solo come uno stupido. Sono cattivo. Ho ucciso una lucertola innocente, innocente come me. La vita è ingiusta. Cominciano ad apparire delle nuvole, fa freddo, inizia a piovere. Non so dove ripararmi. Tremo. Voglio rientrare a casa. La signora non torna, non la vedo.
E' quasi buio. Sono all'interno del palazzo ma non dentro il mio appartamento. Le scale di marmo sono gelide, mi sdraio su un tappeto che non è il mio, vengo scacciato con un calcio.
La signora torna, mi apre e se ne va.
E' notte.
E' mattino.
E' notte.
E' mattino, e di te nemmeno l'ombra.
Quando ritornerai? Ritornerai?
Dove sei? Voglio stare con te. Rimani qui, dove tutte le notti la nonna ci fa visita. Non abbandonarmi così, io ti voglio bene. Ti aspetto.

 

  
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