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Autore: effe_95    14/04/2014    2 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò
67. E invece ti ho visto sparare.

 
<< Vieni immediatamente qui! No, non ti sto rompendo le scatole, quello che dico è la verità! Che cavolo significa? Non dire stronzate! Yulian … Yulian stai scherzando vero? Non può essere vero! Ma che cavolo ti è passato per la testa?! Sei un fottuto deficiente! No … no aspetta, non arrabbiarti, no, Yulian ti prego. No, va bene. Yul aspetta … >>
Iliana sospirò pesantemente spostando il cellulare dall’orecchio, al suo fianco Francesco sorseggiava distrattamente una cioccolata calda, guardando la gente passare e fermarsi davanti la vetrina di quel bar dagli odori attrattivi.
<< Non li mangi quei biscottini? >> Domandò il moro sistemando meglio la cartella sullo schienale della sedia, Iliana spostò lo sguardo sul piattino pieno e sospirò ancora una volta, lasciando cadere il telefono sul tavolo, accanto alla sua tazza mezza piena di camomilla.
<< No, credo di no >>
Avevano appena fatto entrambi un esame all’università, Iliana aveva ottenuto il suo solito trenta e lode, mentre Francesco se l’era cavato con un generosissimo ventinove, avrebbero dovuto passare quel tempo insieme a divertirsi, ma i problemi degli altri si intromettevano senza sosta e senza un po’ di comprensione.
<< Claudia mi ha detto che per un po’ non vuole vederci >> Commentò Francesco spostando finalmente i suoi taglienti occhi grigi sulla fidanzata, Iliana si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sospirò di nuovo, quel giorno le veniva particolarmente facile.
<< Va bene >> Calò il silenzio per un po’, poi Francesco afferrò uno di quei biscotti disgustosi e lo scagliò violentemente nella sua cioccolata facendola traboccare sui lati.
<< Che cavolo gli è passato per la testa? Perché le ha fatto questo? Che cazzo gli è successo? Yulian è impazzito! Io non lo riconosco più, non so davvero più chi sia. >>
Iliana notò con rammarico la pelle d’oca che era spuntata sulle braccia di Francesco, era passato troppo tempo dall’ultima volta che si erano visti, e probabilmente per lui era normale pensarla in quel modo.
<< E’ incinta Francesco. La ragazza che Yulian stava lasciando a San Pietroburgo è incinta>>
Dirlo ad alta voce le tolse un peso incredibile dalla coscienza, fu come se metà ne avesse regalato a Francesco, che si irrigidì al punto tale da guardala come se fosse una statua.
Il moro non poteva credere a quello che aveva appena sentito, doveva essere una follia, una bugia detta per fare uno scherzo, perché Yulian sarebbe tornato con quell’aria strafottente che aveva e avrebbe detto a tutti che era solo uno scherzo di pessimo gusto.
<< Non è possibile, ci ha presi in giro >> Iliana si portò una mano sotto il mento appoggiandosi al tavolo e guardò il compagno negli occhi, stanchi e sconsolati.
<< Piangeva. Mentre me lo diceva piangeva. >>
Le mani di Francesco presero a tremare terribilmente, non poteva accettare che Claudia subisse una tortura del genere, non la sua piccola e dolce Claudia, non quella ragazza che amava come una sorella, no, Francesco non poteva tollerarlo.
<< Non lo diremo a Claudia, vero? >> Mormorò osservando quel famoso biscotto spappolarsi lentamente nella cioccolata bollente che non voleva più mangiare.
<< No, Yulian ha detto di non farlo. Ha detto che lei deve odiarlo, ha detto che deve distruggerlo, ucciderlo, e poi seppellirlo. Perché tutte le promesse, le ha rotte >>
Iliana e Francesco si persero a guardare la strada piena zeppa di gente che passava, gente che non sapeva nulla dei loro problemi, gente come loro eppure diversa.
<< Cos’ha intenzione di fare? >> Domandò poi Francesco con ancora le mani tremanti.
<< Ha detto che si sposerà a breve. Dice che troverà un lavoro lì, che si sposerà, ma che non vuole nessuno, che non vuole nemmeno me. Ha detto che questa cosa la deve fare da solo, che tocca a lui pagare >>
Iliana afferrò la sua tazza di camomilla e ne bevve un sorso, notando con piacere che era ancora tiepida a contatto con le sue gelide mani.
<< Sposarsi? E Claudia, allora? Lei che cosa deve fare? >> La domanda di Francesco rimase sospesa nell’aria per un po’, sotto il carico di forti pensieri.
<< Ha detto che deve andare avanti. Ha detto che per lei lui deve essere morto. Francesco, Yulian ha detto che non la rivedrà mai più >>
 
Io come un albero nudo senza te 
senza foglie e radici ormai 
abbandonata così 
per rinascere mi servi qui

 non c'è una cosa che non ricordi noi 
in questa casa perduta ormai 
mentre la neve va giù 
è quasi Natale e tu non ci sei più 
 
 
<< Cos’hai fatto ai capelli? >>
Luna fissava la figlia con gli occhi sbarrati, incredula, gli occhiali che le scivolavano sul naso e un plico di fogli in mano. Claudia le regalò un sorriso e se li toccò, sembrava esserne orgogliosa. << Li ho tagliati >>
<< Lo vedo >> Il commento scioccato di Luna le strappò una calda risata, tagliarsi i capelli le era venuto spontaneo, li aveva lasciati crescere come memoria, come una sorta di calendario per contare i giorni.
Non ce n’era più bisogno ormai.
Li aveva fatti cortissimi, proprio come un taglio maschile, e li aveva lasciati più lunghi solo sul lato sinistro, come a voler formare una sorta di frangia, dei suoi lunghissimi capelli rossi non c’era più traccia.
<< Hanno chiamato Nicola e Lara, dicono che stasera ci vogliono a cena da loro per festeggiare il tuo trenta all’esame, e poi potremo vedere anche il piccolo Gabriele >>
Commentò Luna versandosi distrattamente un bicchiere d’acqua, Claudia scostò lo sguardo da quel mattone che stava leggendo per l’università e sorrise divertita.
<< Sarebbe meraviglioso, lo dico anche a Nathan, così viene anche lui >>
Scattò in piedi e salì nella sua camera, li dove aveva lasciato il cellulare.
Quando chiuse la porta alle spalle, si lasciò scivolare per terra e nascose il viso tra le ginocchia, né Luna né Nicola sapevano quello che era successo, lei l’aveva detto a poche persone perché voleva che fosse una sorpresa.
Perché lei e Yulian avevano deciso insieme di fare in quel modo.
Doveva fingere, e doveva farlo anche molto bene, non poteva dare un dispiacere del genere a nessuno, doveva essere solo lei a piangere, lei e quel poveretto di Nathan.
Claudia avrebbe voluto gridare, prendere qualcosa e lanciarlo contro la parete, strappare tutto, smettere di ricordare, avrebbe davvero tanto voluto cancellare tutti i suoi ricordi.
Prenderne uno ad uno e distruggerli, per poter dimenticare, per essere felice, per non amare più una persona che le aveva fatto così tanto male.
Eppure erano così felici, avevano parlato così tanto per telefono, lui aveva riso, aveva riso moltissimo, con il suo solito accento strascicato, quella voce roca e calda.
Il tempo sembrava non essere passato, e Claudia avrebbe giurato sulla sua stessa vita che lui era sincero, che voleva tornare a tutti i costi, che era quello che desiderava.
Però, stringendo in mano quel telefono dove aveva salvato anche quel numero nuovo, Claudia si rese conto che probabilmente non  conosceva affatto i desideri di Yulian, che probabilmente lui era cambiato così tanto, che lei non poteva più dire di conoscerlo.
E l’aveva tradita, l’aveva ferita.
Claudia si portò una mano sulla fronte e guardò il suo riflesso nel grande specchio all’angolo della camera. Vedeva una ragazza un po’ stanca, con gli occhi chiari un po’ lucidi, le occhiaie, i capelli corti che le mettevano in risalto il viso piccolo e spigoloso.
Vedeva una persona che non era più lei.
Era cambiata, era cambiata tantissimo dai suoi sedici anni, era cambiata così tanto che aveva voglia di urlare dal dolore.
Se non avesse conosciuto Yulian sarebbe andato tutto bene, se non avesse conosciuto Yulian avrebbe amato Nathan con il cuore, se non avesse amato Yulian sarebbe rimasta la stessa, se non avesse amato Yulian, avrebbe pianto molto di meno.
Ma amare Yulian invece, aveva significato conoscere Iliana, aveva significato imparare ad amare molto di più, aveva significato la felicità di Francesco, aveva significato ritrovare suo padre, aveva significato crescere.
Aveva significato essere felice.
Claudia si alzò in piedi a fatica, un po’ spossata e con la testa che le girava per aver trattenuto le lacrime, si avvicinò al letto e tirò fuori quella piccola scatola che aveva abbandonato li sotto per molto tempo.
Uno strato di polvere si era depositato sul coperchio, ma Claudia lo ignorò completamente, poggiò le mani ai due bordi dell’oggetto e lo sollevò con estrema lentezza, come se non volesse che tutto quello che conteneva le si riversasse addosso con forza prepotente.
E poi li vide, lì, sepolti sotto tutta quella polvere.
Le mani tremavano terribilmente mentre tirava fuori il piccolo soldato Gregorij, la guardava con quel suo sorriso un po’ sbiadito e la divisa consumata perché la pittura stava andando via, uno strato di polvere si era introdotto tra le fessure più strette, lì dove era difficile rimuoverla. Immaginare Yulian bambino accanto a quel pupazzo le era facile, piccolo, a confessare tutti i suoi turbamenti a quel pezzo di legno, come aveva fatto anche lei moltissime volte.
E poi c’era il braccialetto, quello che aveva indossato così tanto che la pelle aveva quasi assunto la forma di quelle spine che andavano intrecciandosi attorno alle iniziali dei loro nomi. L’argento era ancora luccicante, come se alla fine non fosse stato mai indossato, e abbandonarlo in quello scatolo per cinque anni aveva significato dimenticare per davvero.
Claudia lo portò al cuore e lo tenne stretto nella mano, facendo si che quelle spine finte le si conficcassero nel palmo.
E mi manchi amore mio 
tu mi manchi come quando cerco Dio 
e in assenza di te 
io ti vorrei per dirti che 
tu mi manchi amore mio 
il dolore è forte come un lungo addio 
e l'assenza di te 
è un vuoto dentro me 

 
Claudia scavò ancora nel suo passato, nel suo dolore, e trovò quel pezzo di vestito che non avrebbe mai voluto trovare. Era vecchio, rotto, impolverato e logoro, se qualcuno l’avesse visto probabilmente l’avrebbe preso per un vecchio straccio e buttato, ma Claudia l’aveva stretto così tante volte al petto che separarsene sarebbe stato come strapparle un braccio.
Lo portò al naso e sentì che, nonostante la polvere e il chiuso, aveva ancora il suo odore mischiato a quello di Yulian, e le lacrime cominciarono a risalirle agli occhi.
No, non l’avrebbe accettato mai, non poteva finire tutto in quel modo.
 
perché di noi 
è rimasta l'anima 
ogni piega, ogni pagina 
se chiudo gli occhi sei qui 
che mi abbracci di nuovo così 
e vedo noi stretti dentro noi 
legati per non slegarsi mai 
in ogni lacrima tu sarai per non dimenticarti mai 

 
<< Buonasera famiglia! >> La voce calda di Nicola fu come un ritorno a casa, a quella casa del cuore. Claudia si tuffò tra le braccia fraterne e si lasciò coccolare un po’, come quand’era bambina e non sapeva come comportarsi, cosa fare.
<< Cos’hai combinato ai capelli Clo? >> Commentò il castano scombinando con affetto i capelli corti della sorella, Claudia gli regalò una linguaccia scherzosa e appese il cappotto all’appendiabiti.  << Non è carina? Io trovo che sia ancora più bella >>
Nathan le rivolse un dolce sorriso a cui Claudia rispose a stento, sentiva di non poter approfittare in questo modo di lui, sentiva che Nathan non doveva assolutamente accettarla, eppure non riusciva a dirgli di no, perché in fondo, anche lei voleva essere amata.
<< Concordo con te >> Lara entrò nel piccolo salotto stringendo tra le braccia il figlio Gabriele, che dopo un mese di sofferenza nell’incubatrice, stava finalmente bene e cominciava a crescere sano.
<< Ecco l’amore di nonna! >> La voce squillante di Luna fece sorridere tutti i presenti, la donna prese delicatamente il nipote tra le braccia e lo coccolò un po’, con un amore così palpabile che il cuore si scaldava senza troppe fatiche.
<< Ti assomiglia moltissimo Nicola, ha i tuoi stessi occhi >> Nicola si avvicinò alla madre e guardò il figlio con aria orgogliosa, per poi accarezzargli teneramente una guancia.
Cenarono tranquillamente mentre Gabriele dormiva serenamente al loro fianco e parlarono del più e del meno, per poi sparecchiare la tavola e rinchiudersi nel salotto, tra i divani e i cuscini abbandonati per terra sui tappeti.
<< Porto il bambino a dormire, vuoi venire con me Luna? >>  La donna non se lo fece ripetere due volte e accompagnò la nuora nella camera del bambino.
Era stato uno spavento tremendo credere di dover perdere entrambi, da quel giorno terribile, Nicola si era fatto molto più protettivo nei confronti di entrambi.
<< Hai sentito papà Nicola? >> Domandò Claudia, mentre osservava il fratello seduto sul tappeto tra le mille foto che stava cercando di riordinare, sparpagliate un po’ ovunque intorno a lui. Nicola continuò a fare quello che faceva prima di rispondere.
<< Si, è venuto a cena da noi ieri sera, insieme ad Eteocle e la sua famiglia >>
Nathan si alzò in piedi e senza dire niente andò verso il bagno, avendo capito perfettamente che in quel momento forse avrebbero dovuto parlare un po’ da soli.
<< E com’è andata? >> Nicola la guardò finalmente negli occhi un po’ esitante, ma poi sorrise con affetto.
<< Bene, sono stato contento. Ho sentito che tutta quella rabbia se n’era andata, ho sentito che non avrei mai voluto che mio figlio provasse odio per me, ho sentito che dovevo perdonarlo con il cuore >>
Claudia sorrise, e nonostante tutto sentì il cuore molto più leggero, sentì che l’amore della sua famiglia poteva bastare, e che l’amore di Nathan le sarebbe andato bene per il resto della vita.
<< Ehi Clo, guarda un po’ cos’ho trovato >>
Nicola le passò distrattamente una fotografia, Claudia la prese con fare distratto, non curante di quello che vi avrebbe visto, e poi rimase paralizzata, come catapultata indietro nei secoli, in quella che era una vita antica e già vissuta.
Risaliva a cinque anni prima, si trovavano in un parco, proprio il loro parco, ridevano entrambi in maniera spensierata, seduti su un telo da pic-nic. Il braccio di Yulian era poggiato sulla spalla di lei e la stringeva a se, verso il suo petto, aveva un occhio aperto e l’altro chiuso, il sorriso provocatore sulle labbra carnose. Lei invece rideva con entrambi gli occhi chiusi, una mano poggiata su quella di lui sulla spalla e il braccialetto che scintillava al sole. I capelli erano ancora lunghi, non c’era dolore sul viso di quei due ragazzi.
Si amavano e basta.
A risvegliarla da quel torpore, fu la lacrima che bagnò la carta.
Claudia si asciugò frettolosamente il viso prima che Nicola potesse accorgersene, lasciò la foto sul divano e scappò nel bagno nello stesso istante in cui Nathan fece per uscire.
Il castano la vide rinchiudersi dentro con gli occhi strabuzzati e l’aria confusissima, poi si accostò a Nicola, e nel sedersi notò distrattamente la fotografia.
Provò invidia, ma anche tristezza.
<< Che è successo a Claudia? >> Domandò distrattamente il ragazzo disperso tra le foto.
<< Niente, solo un po’ di nostalgia >> Commentò Nathan, Nicola sollevò il viso un po’ confuso, e il castano gli porse la fotografia.
Nicola sospirò.
Claudia aveva il viso scosso dai singhiozzi, ma cercò di concentrarsi, cercò di fare le cose per bene, con le mani tremanti afferrò il cellulare e compose il numero di Iliana.
Doveva dare corda a quel suo desiderio, doveva accontentarlo a tutti i costi.
<< Claudia? Stai bene? E’ successo qualcosa? >> La voce preoccupata di Iliana le diede ancora più sicurezza.
<< Sto bene Iliana, devo solo chiederti un favore >>
<< Cosa? >>
<< Voglio andare a San Pietroburgo da Yulian, mi accompagni? >>


__________________________________________________
Effe_95

Buonasera a tutti.
Chiedo scusa se ho tardato un po' ad aggiornare, ma ho dovuto affrontare un'altra raffica di simulazioni e di tempo non ne ho trovato.
Allora, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che io abbia saputo rendere bene i sentimenti di Claudia.
Il testo della canzone inserito è quello di Laura Pausini "In assenza di te", e anche il titolo è tratto da una canzone cantata da Elisa e dai Negramaro che si chiama " Ti vorrei sollevare". Detto questo, vi lascio annunciando che tra tre capitoli finirà anche la seconda parte.
A presto.

 
  
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